Cap. 9: Faccia a faccia.
Nicholas spostò la coda dal suo ventre,
sospirando mentre osservava il telefono, a
schermo spento, sul tavolo: non gli aveva
ancora risposto.
Era venuto a sapere da Wolfard che i primi
due giorni li aveva passati ospitata nella
sua immensa villa (per lui non era stato
sicuramente un problema, e l'aveva fatto
volentieri), mentre poi, a detta di
Clawhauser, era partita per delle vacanze
vere e proprie: era andata a Mammal Beach
Avenue.
Ebbe una stretta al cuore fantasticando di
essere sulla sabbia dorata, di fianco a lei,
entrambi in costume sotto al sole.
Interruppe i suoi pensieri alzandosi dalla sedia, mentre prendeva il telefono e se lo infilava in tasca: aveva deciso di fare un salto al bar sottocasa per farsi un goccetto (o forse tre), nella speranza che l'avrebbero aiutato a dormire.
Tornò al suo appartamento due ore dopo,
decisamente alticcio: ci mise 10 minuti buoni
solo ad infilare la chiave nella serratura,
complice il fatto che inizialmente aveva
afferrato la chiave al contrario, cercando
di inserire l'impugnatura.
Trascinandosi verso il letto, guardò
l'orologio: uggiolò sommessamente pensando
che aveva davanti a sé solo quattro ore di
sonno, sperava di riuscire almeno a farsele
come un sasso, senza incursioni oniriche
conigliesche.
BEEEP-BEEEP-BEEEP-BEE
Spense la sveglia con un pugno.
Grande Fritz, era più stanco di quando
era andato a letto: decise di tirarsi su
facendo colazione con un'abbondante dose
di mirtilli.
"Speriamo solo che il bufalo muschiato
non mi appioppi nulla di pesante oggi..."
pensò avviandosi verso la centrale, mentre
l'alba cominciava ad arrossare il cielo dietro
di lui. Rise mestamente, pensando che solo
tre anni prima avrebbe ucciso chiunque avesse
provato a svegliarlo ad un orario simile.
Era letteralmente distrutto; una volpe
a pezzi, talmente stanca da non riuscire
quasi più a scodinzolare. Le sue speranze
erano state ovviamente vane: il capitano,
durante la riunione mattiniera, aveva
adocchiato subito le sue condizioni, e
aveva deciso di rincarare la dose come
vendetta per la mole di frecciatine
arretrate da parte di Nicholas; gli
aveva prima affidato il controllo del
traffico davanti alla scuola elementare
di Tundra Town, per poi mandarlo a
pattugliare il distretto di Rain Forest,
costringendolo così a camminare quasi
tutta la giornata, con la scusa che
uno degli agenti che solitamente gestivano
quella zona era in paternità.
A fine turno iniziò lentamente a trascinarsi
verso gli spogliatoi, quando intravide
delle orecchie di coniglio spuntare oltre il
banco della reception, davanti all'ingresso.
Il suo cuore perse un battito, nell'immediata
speranza che fosse la sua Carotina, ma
l'istante successivo si rese conto che
non potevano essere le sue: il colore
era completamente diverso, piuttosto
assomigliavano molto più a quelle di...
"Hey Nicky bello!" gridò Martin dopo averlo
visto, cominciando ad incamminarsi verso
di lui.
"Ecco, per l'appunto. Solo gioie oggi,
eh?" pensò alzando lo sguardo,
rivolgendo quella muta domanda al soffitto
della centrale, molto più distante del
pavimento.
"Ci mancavi solo tu..." gli disse quando ormai
era vicino "Judy non c'è, puoi anche
tornartene a casa." aggiunse secco e diretto,
era troppo stanco per degnare quel
coniglio del suo fine sarcasmo.
"Oh, lo so benissimo: stavo cercando
te infatti." ribattè con un sorriso a 28
denti dal significato non del tutto
chiaro.
Si immobilizzò, riflettendo velocemente
su tutti i possibili motivi e relative implicazioni
a questo fatto: alla fine, decise di
abbracciare la 'Bufalo Way', come
l'avevano scherzosamente battezzata in
centrale, ovviamente di nascosto dal
capitano.
"Non mi interessa." rispose semplicemente ed
in maniera molto pacata, riprendendo il
passo verso lo stanzino dove lo aspettavano
i suoi abiti civili.
E Marty iniziò a seguirlo, ignorando
totalmente la risposta appena ricevuta.
"Suvvia, vorresti farmi credere che non
ti interessa minimamente il perché sono
venuto fin qui a cercare te?"
"Direi proprio di no. Anche perché, ad
occhio e croce, molto probabilmente è
per sfottermi."
"E per quale motivo dovrei sfotterti?"
ribattè con ironia il leporide con un ghigno
divertito.
Nick nell'udire quella domanda fermò la
sua marcia e si voltò ad osservarlo in
muso, incerto su cosa rispondere e un poco
indispettito.
"Cos'è, non penserai veramente che io
sia così stupido da credere che tu
non sappia cos'è successo tra me e
Judy?" alla fine era impossibile per lui
non cercare di infastidirlo almeno un
poco.
"Beh, non te lo dice sempre anche lei che
sei una volpe ottusa, in fondo?"
"Certamente, ma sono una volpe ottusa
solo per lei. Non per il resto del mondo
e certamente non per te."
Si diede mentalmente un pugno da solo
agli zebedei per la risposta appena data:
a causa della stanchezza non ci aveva
riflettuto abbastanza prima di aprire le
fauci.
"Eheheh" sghignazzò Martin con un
muso vittorioso "Ovviamente sono
ben a conoscenza del fatto che Judy è
decisamente incazzata nera con te."
"E sai anche il perché immagino." rispose
l'agente riprendendo a camminare verso
il suo obiettivo.
"Più o meno. So che hai cercato di
spifferarle qualcosa sul mio conto, ma
che ti è andata molto, ma molto male."
"Esattamente: ho fatto male i miei calcoli."
rispose fermandosi davanti alla porta
dello spogliatoio, la zampa destra già
sulla maniglia. Era pronto a dare il
suo finale alla discussione per poi entrare.
"Ma sappi che ho visto oltre al tuo
bluff, e non mi tieni neanche vagamente
in pugno come credi: sei stato fortunato
che non sono ancora riuscito a dirle tutto,
ma non ti preoccupare che arriverà il
momento. Detto questo, ti saluto."
affermò tra i denti, aprendo la porta ed
entrando nel locale, dando un chiaro
segnale che per lui la discussione si
concludeva lì.
Si diresse soddisfatto e con sicurezza al
suo armadietto, aprendolo e afferrando
i suoi vestiti, per poi appoggiarli sulla
panca lì vicino.
"Ne sei così sicuro?" lo rimbeccò,
inattesa, quella voce alle sue spalle.
"Sono pronto a scommettere, tra l'altro,
che non hai ancora capito quale sia il
mio scopo." aggiunse mentre Nick si
voltava.
"Non puoi stare qui." gli disse
semplicemente sedendosi sulla panca.
"Così come sono sicuro che il
non saperlo ti rode dentro." continuò
il coniglio ignorando completamente
quello che gli era stato appena detto.
E aveva ragione. Dannazione, se aveva
ragione.
Ma figuriamoci se voleva lasciargli
quella soddisfazione, molto meglio
dissimulare.
"Perché, vorresti dirmi che il
voler avere per sé una coniglietta del
genere non è una motivazione sufficiente?"
"Beh, ovviamente. È stato un piacevole
imprevisto, e devo ammettere che me ne
sono sorpreso, ma conoscendola ha
iniziato decisamente a piacermi.
Del resto, credo che siamo entrambi
d'accordo che è un esemplare più unico
che raro..."
"Decisamente."
"... tuttavia, bel tentativo, ma uno
come te ci ha sicuramente riflettuto
sopra parecchio." concluse, con un
sorrisetto provocatore.
Wilde, in dubbio se cominciare bellamente
ad ignorarlo o meno, si tolse la cravatta
della divisa per iniziare a cambiarsi,
e una volta appoggiata la
schiena alla parete, con aria indifferente
iniziò a sbottonarsi la camicia.
"A costo di ripetermi, non mi interessa."
gli rispose dopo qualche attimo di silenzio,
mentre si sganciava i primi bottoni.
"Sai, potresti anche semplicemente
chiedermelo, anche se so che questo
ferirebbe il tuo orgoglio." disse
Marty con la testa inclinata leggermente
di lato e le orecchie ben dritte.
La volpe sbuffò sonoramente dal naso,
con fare esasperato, per poi aggiungere:
"Tagliamola corta, che oggi non è
giornata: se questo può contribuire in
qualche modo a farti andare via dalle
palle prima, avanti, sentiamo. Altrimenti
sloggia, che il dottore non mi ha ordinato
di dare ascolto a coniglietti petulanti."
Il coniglio si avvicinò, e poggiò la zampa
destra al muro, di fianco alla testa della
volpe, per poi dire muso a muso:
"Si, ho giocato un poco sporco, e sì,
ho bluffato con le minacce che ti ho
rivolto. Mi sono avvicinato a Judy, e
ho anche iniziato ad apprezzarla parecchio,
ma fin dall'inizio, il mio obiettivo..."
Lo stava ascoltando attentamente, ma non
aspettava neanche vagamente il seguito:
rimase immobile, senza la minima reazione,
mentre di sorpresa Martin si avvicinò
ancora e lo baciò intensamente per una
manciata di secondi. Si prese pure il
tempo di passargli la zampa sinistra
sul petto ormai scoperto,
accarezzandone la pelliccia.
"...eri tu." concluse staccandosi, per poi
uscire e sparire come un fulmine con un
risolino.
Era brutalmente sotto shock: ci mise un
minuto buono prima di riuscire a muovere
anche solo un muscolo. Cominciò a riprendersi
dopo che tutti i peli della coda gli si
furono rizzati velocemente, seguiti da
un brivido lungo la schiena.
"No, non può essere successo davvero,
no. Sto dormendo in piedi e questo è stato
solo un incubo ad occhi aperti."
Angolo autore
E rieccomi qua col penultimo capitolo,
anche se ci ho messo un po'. Purtroppo
ho avuto un po' di rogne, e non ero troppo
dell'umore.
Siamo arrivati ad uno dei colpi di scena
principali, anche se forse era abbastanza
prevedibile per come ho impostato la
storia (mi sembra di sentire Red gridare
"LO SAPEVO!" :D)
Inoltre, qui ho inserito ben due citazioni.
Lasciamo quindi una povera volpe sotto shock, nel prossimo capitolo vedremo come Nick reagirà e come la cosa evolverà.
A presto!