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Shooting - Day 2
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- «Ma
proprio oggi doveva alzarsi il vento?» si
lamentò Jimin stringendosi nella sua maglietta marrone con
su la scritta
“REGRET”. I suoi capelli neri gli solleticarono la
fronte mentre cercava di
spostarli all’indietro con l’ausilio delle sue
dita. La sua fronte rimase
scoperta per un attimo, il tempo necessario a far intravedere le rughe
d’espressione, comparse a causa del piccolo broncio che gli
si era formato sul
viso.
- «A
me non dispiace,» intervenne Namjoon
mentre si faceva sistemare il trucco. «E poi qui
c’è una vista stupenda. Ho
sempre adorato questo posto. V, dopo mi scatti qualche foto da
pubblicare su
Twitter?»
- «Mm
mm,» annuì Taehyung, anch’egli perso in
quel paesaggio spoglio eppure così rilassante. Sembrava di
essere nella savana.
«Quel punto sarebbe perfetto, soprattutto con questa
luce,» disse puntando un
albero in lontananza.
- «Non
è lo stesso posto in cui abbiamo girato
Save Me?» domandò Jin guardandosi intorno.
«Quel giorno pioveva a dirotto ed
eravamo bagnati fradici, per non parlare di tutte le corse che abbiamo
fatto
per riuscire a stare dietro al cameraman. Se ci ripenso mi fanno male
le gambe.»
- «Non
ho mai desiderato il mio letto come in
quel momento,» mi aggregai alla conversazione. Ero disteso a
terra con la
pancia rivolta verso il basso e le braccia incrociate sotto il mento.
«Ero
infreddolito e bagnato. Volevo solo andarmene a casa e sprofondare nel
letto.»
- Hoseok
scoppiò a ridere. «Lo sappiamo. Appena
tornati a casa ti sei lanciato sul materasso, neanche avessi visto
Kumamon dormirci
sopra. Scommetto che in quel momento non avevi neanche voglia di
spassartela
con qualche ragazza,» ridacchiò.
- «A
proposito, Hyung,» c’interruppe Jungkook.
Si guardò intorno prima di tornare con gli occhi puntati su
di me. «Dov’è Ji
Woo? Non la vedo da nessuna parte.»
- Distolsi
immediatamente lo sguardo e lo
puntai verso la radura che si perdeva a vista d’occhio. Il
vento mi sfiorò
dolcemente i capelli. «Le ho dato un giorno di riposo. Ieri
sera non si sentiva
molto bene.»
- Jimin
mostrò subito un’espressione maliziosa.
«Ieri sera? Uhmm… Hyung, non dirmi che-»
- Sbuffai
e lo interruppi. «No, Jimin. Frena il
film che ti stai facendo in testa. Lo sai che preferirebbe strangolarmi
piuttosto che…» abbassai il tono della voce,
«fare qualcosa con me,» mi
trattenni per non sconvolgere troppo il maknae.
- «Davvero?»
domandò Jimin non del tutto
convinto. «Ma ieri in camerino-»
- Afferrai
uno dei pannelli riflettenti che
usavano per regolare la luce durante le foto e glielo lanciai dritto in
testa.
Jimin si chinò leggermente all’indietro,
ridacchiando. «Piantala! Per colpa sua
ho fatto una figura di merda davanti a tutti. Ho ancora voglia di
prenderti a
pugni perché continuavi a ridere!»
- «Ma
dai, Hyung! Come facevo a non ridere con
te in quelle condizioni?» Gli lanciai contro un altro
pannello e stavolta lo
presi dritto in faccia. Jimin rise di nuovo. «Accidenti,
quanto sei permaloso!»
mi rimproverò, sempre con il sorriso sulle labbra.
- «Però
devi ammettere che riesce a tenerti testa
alla perfezione,» disse Jin incrociando le braccia al petto.
«Sarà perché
faceva la bodyguard? È una tipa tosta.»
- «Io
sarò sincero,» intervenne Namjoon. Ci
voltammo tutti a guardarlo. «Quella ragazza non mi piace. E
te l’ho già detto,
Suga-hyung. Devo forse ricordarti che è la sorella di
Yoona-noona?» Piombò un silenzio
improvviso. Mi sentii tutti i loro sguardi addosso, alcuni preoccupati,
altri dispiaciuti
a causa di Namjoon che aveva deciso di tirare fuori
quell’argomento nonostante
sapesse quanto mi infastidisse.
- «E
questo cosa c’entra?» domandai sulla
difensiva. L’atmosfera giocosa di prima era decisamente
sparita. «Ji Woo non è
Yoona.»
- Namjoon
sospirò. «Lo so benissimo, ma… ho
come l’impressione che ti stai attaccando un po’
troppo a quella ragazza. Non
te ne stai rendendo conto anche tu? Io me ne sono accorto, e ti sto
solo
mettendo in guardia come ho sempre fatto. L’ho fatto con ogni
ragazza che ti
sei portato a letto. L’ho fatto con Yoona e ho intenzione di
farlo anche con Ji
Woo.» Si voltò verso di me mentre gli altri ci
osservavano in religioso
silenzio. «Sono il vostro Leader ed è mio dovere
intervenire quando mi accorgo
che qualcosa o qualcuno potrebbe minacciare la sicurezza del nostro
gruppo. Ne
va della nostra sopravvivenza.»
- Lo
guardai. Sapevo a cosa si stava riferendo.
Namjoon era sempre stato molto cauto sull’argomento
“ragazze”, soprattutto
quando si era reso conto che mi ero davvero innamorato di Yoona. Noi
Idol non
potevamo fidanzarci. Era una clausola del nostro contratto, ma lui
aveva chiuso
un occhio, e insieme agli altri ragazzi aveva mantenuto segreta la mia
“relazione”. Avevano rischiato, ma lo avevano fatto
per me. Per rendermi
felice. Peccato che i loro sforzi fossero andati sprecati. E quando
avevo
cominciato ad andare a letto con ogni ragazza che mi capitava a
tiro… il rapporto
tra me e Namjoon si era decisamente incrinato. Per lui ero una persona
immatura
che pensava solo al proprio tornaconto e non dava la giusta importanza
ai pettegolezzi
che avrebbero potuto distruggere quello che avevamo faticosamente
costruito.
- Capivo
perché non vedeva di buon occhio
Yorin. Lei aveva tutte le ragioni per farmela pagare. Poteva
denunciarmi, o
cercare vendetta e pubblicare quelle foto che ci avrebbero distrutto.
Namjoon
lo sapeva, e nonostante il contratto fosse stata una sua idea, non
poteva fare
a meno di tormentarsi. Dopotutto era sempre il nostro Leader.
- «E
io ti ho già detto di non preoccuparti,»
gli risposi alzandomi in piedi. «Ji Woo mi odia, ma non
è così stronza da
vendicarsi. Non ce lo ha forse dimostrato?»
- «Non
è lei quella che mi preoccupa,» ribatté
subito Namjoon. «Ma tu.»
- Prima
che potesse spiegarsi meglio, Jungkook
s’intromise ancora una volta nella conversazione.
«Hyung, sei sicuro che Ji Woo
stesse davvero male?» domandò improvvisamente il
più piccolo. Sembrava averci rimuginato
fino a quel momento.
- Aggrottai
le sopracciglia. «Sì, sono sicuro.
Perché
me lo chiedi?»
- «Beh,
abbiamo messaggiato tutta la notte, ma
non mi ha detto nulla a riguardo. Anzi, dava l’aria di stare
piuttosto bene.»
- «Tutta
la notte?!» sbraitò Seokjin. «Ecco
perché hai quelle occhiaie spaventose! Dammi subito il tuo
cellulare, Jeon
Jungkook. Da oggi è sotto sequestro!»
- «C-Cosa?»
balbettò il maknae. «Non puoi
farlo! Ho vent’anni, per la miseria! Non trattarmi come se
fossi un bambino!»
- «Ma
Kook, tu sei un bambino,» lo prese in
giro Taehyung avvolgendogli un braccio intorno alle spalle.
«Cosa credi di fare
con questa faccia da coniglietto?»
- «Te
lo mostro subito.»
- Jungkook
si liberò dalla sua presa e cominciò
a prenderlo a pugni, ovviamente in modo scherzoso. Mentre i due maknae
si
comportavano come tali, io continuavo a pensare a quello che mi aveva
detto
Jungkook. Avevo detto a Yorin di scrivermi se avesse avuto bisogno di
qualcosa,
allora perché si era rivolta a Jungkook? Senza rendermene
conto, gli angoli
delle mie labbra si curvarono verso il basso e una strana sensazione
cominciò a
farsi strada nel mio petto. Era fastidiosa.
- «Ji
Woo!» urlò all’improvviso J-Hope
facendoci sobbalzare. Jungkook interruppe il suo finto battibecco con
Taehyung
e si voltò subito verso la direzione indicata da Hoseok. Mi
voltai di scatto e
non credetti ai miei occhi quando vidi la ragazza in questione
dirigersi verso
di noi. Camminai verso di lei e la fermai prima che potesse avvicinarsi
agli
altri ragazzi.
- «Che
diavolo ci fai qui?» le domandai leggermente
alterato. Le studiai il volto e mi accorsi che aveva ancora i postumi
della
sbornia. Non si era truccata e delle occhiaie profonde le solcavano gli
occhi. «Ti
avevo detto di non venire. O forse eri troppo ubriaca per
ricordartelo?»
- «Mhh,
Yoongi… Fa’ silenzio, ti prego,»
m’implorò socchiudendo gli occhi e tastandosi le
tempie con le dita. «Ho un mal
di testa allucinante. Oggi non ho proprio voglia di sentire le tue
lamentele.»
- Sospirai
e sollevai gli occhi al cielo. «Per
questo ti avevo detto di startene a casa! Hai preso di nuovo la
metro?» La vidi
annuire con gli occhi chiusi e roteai nuovamente i miei. «Tu
non mi ascolti
proprio mai, vero? Perché non mi hai avvisato che saresti
venuta a lavoro? Ti
avrei mandato il nostro autista. Bastava un maledetto
messaggio!»
- «Non
avevo voglia di prendere il telefono, okay?!»
- Lo
ammetto. Mi sentii un po’… offeso.
- «Non
ne avevi voglia perché hai passato tutta
la notte a scambiarti messaggi con Jungkook?» Yorin
sollevò la testa di scatto
e mi guardò negli occhi. Ora sembrava decisamente
più vigile. «A me ne bastava
solamente uno, Yorin. Uno per farmi
sapere che stavi bene. E la sai una cosa?» Distolsi lo
sguardo e lo puntai a
terra. «Se avevi tutta questa gran voglia di sfogarti,
avresti potuto
rivolgerti a me. E non sto parlando del sesso. Sarò anche
uno stronzo, ma
ricordo ancora come si fa a consolare qualcuno.»
- «Yoongi…»
- «Ma
non posso biasimarti,» la interruppi
dandole le spalle. «Anche io avrei scelto Jungkook. Ha
l’aria decisamente più
affidabile.»
- Camminai
verso i miei compagni e verso
Jungkook che non perse tempo ad affiancare Yorin e a chiederle se
andasse tutto
bene. Io non glielo avevo nemmeno chiesto. Mi ero limitato ad urlarle
contro,
chiedendole perché fosse venuta lì nonostante le
avessi detto di non farlo.
Infilai le mani nelle tasche dei miei pantaloni firmati e mi avviai
verso il
luogo che il fotografo aveva scelto per il mio set singolo.
- Sì,
me l’ero presa. Ma cosa mi aspettavo? In
fin dei conti le avevo sempre dato l’impressione di essere
una persona
superficiale, una di quelle che non si preoccupa di ferire i sentimenti
altrui
o di consolare chi ha avuto una batosta amorosa. Ero diventato in quel
modo per
una ragione e niente e nessuno avrebbe potuto farmi cambiare idea.
Sapevo fin
troppo bene i rischi a cui sarei andato incontro se avessi deciso di
aprire
nuovamente il mio cuore. Ecco perché non dovevo aspettarmi
nulla da Yorin.
- Ma
era più forte di me. Quella sensazione
fastidiosa continuò a tormentarmi e non mi lasciò
in pace fino alla fine del
set. Una volta finito, mi lasciai cadere su una delle tante sedie che
erano
sparse un po’ ovunque e lasciai uscire un sospiro che era un
mix tra uno di
sollievo e uno frustrato. Chiusi gli occhi aspettando che qualcuno
arrivasse a
sistemarmi il trucco per poter scattare le foto di gruppo dopo la pausa.
- Qualche
secondo dopo, percepii sulla guancia
il delicato tocco di una spugnetta. Sollevai le palpebre e mi ritrovai
davanti
la faccia stanca e triste di Yorin. Oggi non sembrava nemmeno lei.
Dov’era
andata a finire la ragazza pronta a saltarmi alla gola?
- «Cosa
stai facendo?» le domandai mentre
continuava a picchiettarmi sulle guance la spugnetta sporca di
fondotinta. Non riuscivo
a toglierle gli occhi di dosso. «Ora sei anche una make-up
artist?»
- «Mi
avevi detto di fare quello in cui ero più
brava. Beh, per colpa di mia sorella me la cavo anche con il trucco.
Quindi
sta’ fermo.» Lo disse con un tono piatto, eppure
eseguii lo stesso il suo
ordine. Posò la spugnetta e prese una matita nera dalla
trousse poggiata su un
tavolino. «Chiudi gli occhi,» mi ordinò
nuovamente, ma questa volta fu un po’
più difficile fare quello che mi aveva chiesto. Volevo
continuare a guardarla.
«Yoongi, chiudi gli occhi.»
- E
allora li chiusi. Abbassai le palpebre e la
punta morbida della matita mi solleticò la base delle ciglia
e gli angoli degli
occhi. Percepii il suo dito che compiva movimenti circolari intorno
alla riga
inferiore, per poi spostarsi verso l’alto e sfumare il tutto.
Allontanò il
dito, ma dopo un momento lo sentii nuovamente su di me. Sul mio labbro
inferiore. Aprii gli occhi di scatto.
- Era
totalmente immersa in ciò che stava
facendo. Gli occhi nocciola erano puntati sulle mie labbra, attenti a
non
oltrepassarne il profilo con la sfumatura rosa che stava usando per
accentuarne
il colore. Il suo dito picchiettava sulla pelle morbida del mio labbro,
in modo
incerto e per nulla invadente. Poi si spostò su quello
superiore, avvicinandosi
a me di qualche centimetro. Ed è allora che il mio sguardo
si spostò sulle sue
labbra, che si dischiusero per dirmi qualcosa.
- «Non
ho messaggiato con Jungkook,» affermò
raddrizzando la schiena e posando il rossetto sul bancone al suo
fianco. «Non
ho messaggiato con nessuno. Ho passato la notte a piangere, e parlare
con
qualcuno era l’ultimo dei miei pensieri. Ho evitato persino
Ji Woo.»
- Aggrottai
la fronte. «Ma Jungkook ha detto-»
- «Jungkook
non ha il mio numero,» dichiarò
puntando lo sguardo a terra. «Gli ho dato quello di Ji Woo.
Ecco perché ho
scambiato i nostri nomi.»
- La
guardai interdetto. «Yorin, tu e la tua
amica state prendendo per il culo il mio maknae?» domandai
serio. Con mia
grande sorpresa, lei annuì.
- «Beh,
non è che lo stiamo prendendo per il
culo,» si affrettò ad aggiungere cominciando a
torturarsi le mani. «Ji Woo
adora Jungkook e ho pensato che sarebbe stato carino farli interagire.
Ma
Jungkook non avrebbe accettato di dare a Ji Woo il suo numero,
così ne ho
approfittato quando ha chiesto il mio.» Sbattei le palpebre,
sempre più
interdetto. «Ma credo di aver fatto una cazzata.»
- «Ma
davvero?» le domandai ironicamente. «Io
non la chiamerei cazzata, ma stronzata
colossale. Cazzo, Yorin. Jungkook sta sempre appiccicato a
quel telefono e
ora capisco perché quando ti vede gli si illumina la faccia!
Ti rendi conto che
adesso lui si è fatto un’idea del tutto sbagliata
di te?»
- Ero
furioso. Non ci vedevo più dalla rabbia.
In effetti mi era parso strano che Yorin continuasse a farsi chiamare
con il
nome della sua amica, e mi era parso ancora più strano
quando aveva dato il suo
numero a Jungkook, cancellando il primo che aveva scritto per
sostituirlo con
un altro. Come avevo fatto a non capirlo prima? Per di più,
mi ero reso
involontariamente partecipe di quella farsa ai danni del mio amico.
Avevo falsificato
il badge di Yorin per farle un favore, senza preoccuparmi di scavare a
fondo
nella faccenda. Mi sentivo un idiota.
- «Lo
so,» disse la ragazza con tono
sconsolato. Si portò una mano dietro la testa e si
massaggiò la nuca. «Hai
tutte le ragioni per essere arrabbiato.»
- Sospirai
e chiusi gli occhi per darmi una
calmata. Non volevo prendermela con lei. Sapevo che lo aveva fatto per
rendere
felice la sua amica, ma non potevo permettere che quella situazione
andasse
avanti. Il pensiero di Jungkook che assaporava una felicità
fasulla mi faceva altamente
girare i coglioni. Se prendevano in giro uno dei miei membri,
prendevano in
giro il sottoscritto.
- «Perché
me lo hai detto?» domandai portandomi
una mano davanti agli occhi con fare frustrato. «Avresti
potuto continuare la
tua farsa senza farti scoprire. Che cosa ci hai guadagnato a
dirmelo?»
- «Te
l’ho detto per ringraziarti.» Tolsi la
mano dalla faccia e la guardai negli occhi. Di che diavolo stava
parlando?
- «Tu?
Ringraziare me? E per cosa?»
- Yorin
incrociò le braccia al petto. «Per ieri
sera. Mi dispiace di averti chiesto di venire a prendermi, ma ti
ringrazio per
essere corso subito da me e non essertene approfittato nonostante le
mie
condizioni. L’ho apprezzato.»
- «Perché
lo hai chiesto proprio a me?»
domandai con sincera curiosità. «Ci siamo
insultati tutta la sera e poi
all’improvviso mi hai chiesto aiuto. Sai quanto mi hai
sorpreso?»
- Yorin
ridacchiò. «Ho rovinato la tua serata
romantica con Soo Jin?»
- «Romantica
un corno,» affermai schifato. «E
poi avevamo già finito. Non hai rovinato un bel niente.
Anzi, mi hai dato una
scusa per togliermela dalle palle.»
- «Io
davvero non ti capisco.» Indietreggiò e
piegò le ginocchia per sedersi a terra. La seguii con lo
sguardo. «Perché ci
vai a letto se non la sopporti?»
- «Perché
grazie a lei mi convinco sempre di più
di aver preso la decisione giusta.» Poggiai la testa contro
le nocche della
mano e diressi lo sguardo verso il terreno erboso sotto i nostri piedi.
«Non
hai la minima idea di quanto sia liberatorio mettere da parte i
sentimenti. Io
e Soo Jin siamo uguali, la pensiamo allo stesso modo. Vogliamo solo del
buon
sesso. Nient’altro.»
- «E
a te va bene così?» Ritornai a guardare
Yorin. La ragazza inclinò la testa e si chinò
all’indietro per poggiare i palmi
sul terreno secco dietro di lei. «Una vita senza amore ti va
davvero bene?»
- «Mi
basta quello dei miei fratelli. Di quello
delle donne ne faccio volentieri a meno.»
- Ed
era la verità. Ormai non mi fidavo più
delle loro parole sdolcinate o delle loro false promesse. Odiavo
ammetterlo, ma
anche Yorin era come tutte le altre. Me n’ero reso conto con
questa storia di
Jungkook. Certo, aveva mentito a fin di bene, ma Jungkook avrebbe
sofferto solo
perché Yorin stava facendo l’egoista. Anche Ji
Woo, la vera Ji Woo, si stava
approfittando di Kookie, come ogni donna che si rispetti.
Più tempo passava,
più la mia teoria si rivelava esatta. Le donne sono tutte
uguali.
- Soo
Jin era l’unica eccezione, ecco perché
con lei avevo infranto la regola di non andare mai a letto con la
stessa
ragazza. Le altre avrebbero potuto illudersi, ma non Soo Jin. Lei
sapeva cosa
voleva e i suoi bisogni erano identici ai miei. Era stata proprio lei
ad aprirmi
gli occhi e a farmi capire quanto fossi idiota a struggermi
d’amore per
qualcuno che non mi avrebbe mai ricambiato. Sebbene non sopportassi
alcuni lati
del suo carattere, mi sentivo in dovere di ringraziarla. Mi aveva reso
la vita
più semplice.
- «A
proposito di Jungkook,» cominciai
accavallando le gambe. Yorin sollevò il mento per guardarmi
dal basso in alto e
non potei fare a meno di deglutire. Vederla in quella posizione
risvegliava in
me delle fantasie poco caste, che se solo avessi potuto non avrei perso
tempo a
far diventare realtà. «Mi aspetto che tu gli dica
subito la verità. Altrimenti
lo farò io.»
- Yorin
sembrava aspettarsi una proposta del
genere, infatti si mosse sul posto e spostò il bacino verso
destra, così che
toccasse terra invece di stare in equilibrio sui suoi talloni. Si
schiarì la
gola. «Non puoi aspettare qualche giorno? Per Ji Woo
è molto difficile dire la
verità a Jungkook. È passato un po’ di
tempo e…»
- «Proprio
per questo bisogna dirglielo
subito!» m’infervorai. «Non sono
così scemo da non averlo capito. È da quando
abbiamo avuto quel battibecco dietro le quinte che stai prendendo in
giro
Jungkook. Gli hai anche detto che sei la sua fan numero uno, ma
scommetto che prima
del fan-sign non sapevi neanche della nostra esistenza. Sei davvero una
nostra
fan, Yorin?»
- La
mora scosse la testa e sogghignai per
nascondere la mia delusione. Non so perché, ma sapere che
Yorin mi aveva preso
per il culo come sua sorella mi fece salire il sangue al cervello.
Forse perché
avevo sperato che lei almeno fosse diversa. Quanto mi sbagliavo.
- «Non
sono mai stata una vostra fan. Ji Woo mi
aveva semplicemente chiesto di andare al fan-sign al posto suo
perché lei quel
giorno non poteva. Ho detto di chiamarmi Ji Woo perché non
avevo voglia di dare
spiegazioni e perché pensavo che così avremmo
finito prima. Ma poi la
situazione è degenerata quando ho scambiato i nostri numeri
di telefono. Non
pensavo di combinare un simile casino.»
- Ancora
una volta parlò con quel tono
sconsolato che non le si addiceva per niente. Perché era
così remissiva? Di
solito mi avrebbe urlato contro con la sua solita parlantina
strafottente.
Forse si sentiva davvero in colpa nei miei confronti? E
perché? In fondo io
volevo solo portarmela a letto.
- «Te
l’ho già detto. O glielo dici tu o glielo
dirò io. Non ho intenzione di stare a guardare mentre Kook
viene nuovamente
ridicolizzato. Questo giochetto è durato fin
troppo.»
- Davvero
lo stavo facendo solo per Jungkook?
Guardarmi dentro era più difficile di quanto pensassi, ma
per un momento riuscii
a sbirciare oltre quel muro che avevo eretto intorno al mio cuore. No.
Non lo
stavo facendo solo per Jungkook. In realtà volevo che il
maknae si allontanasse
da Yorin e la smettesse di guardarla con quegli occhi adoranti. Mi dava
fastidio.
- Sospirai
quando mi resi conto di ciò che
avevo appena pensato. Continuavo a ripetermi che le donne fossero tutte
uguali,
ma davanti a Yorin non capivo più niente. Pensavo che fosse
uguale a sua
sorella, ma poi la difendevo di fronte agli altri dicendo che non era
per
niente simile a Yoona. Correvo da lei non appena mi chiedeva aiuto e
lasciavo
indietro Soo Jin, la stessa Soo Jin che fino ad un momento fa avevo
acclamato
come mia salvatrice.
- Cosa
diamine avevo di sbagliato?
- La
guardai nuovamente negli occhi e la sua
espressione triste e malinconica mi provocò ancora
più fastidio. Non riuscivo a
vederla in quelle condizioni. Dov’era finita la mia Yorin
forte e caparbia?
Quella che non ci avrebbe pensato due volte a ribaltarmi con tutta la
sedia?
- «In
realtà vorrei che fosse Ji Woo a
dirglielo,» parlò con lo sguardo basso mentre si
abbracciava le ginocchia e
posava il mento su di esse. «Ma quando le ho detto di
rivelare la sua identità
a Jungkook… era terrorizzata.» I suoi occhi si
fecero più tristi. «Non voglio
che Ji Woo stia male per colpa mia. Non voglio che per colpa mia venga
odiata
dalla persona che ammira di più al mondo.»
Sollevò lo sguardo e solo allora mi
accorsi che aveva gli occhi gonfi. Aveva davvero passato la notte a
piangere?
«Non puoi venirmi incontro, Yoongi? Non voglio che qualcuno
soffra a causa mia.
Non di nuovo.»
- Non
di
nuovo? Rimasi immobile finché non mi sistemai
meglio sulla sedia. Quel mio
silenzio prolungato non aiutò Yorin a distendere i nervi.
Era la prima volta
che pendeva dalle mie labbra. Una mia sola parola e la sua amica
avrebbe potuto
dire addio alla fiducia di Jungkook nei suoi confronti. Mi mordicchiai
il
labbro inferiore mentre lei apriva di nuovo la bocca per aggiungere
qualcos’altro.
- «Farò
tutto quello che vuoi.»
- Mi
trattenni dallo spalancare gli occhi,
tuttavia fu difficile mantenere un’espressione neutra con le
mie sopracciglia
che cercavano di stirarsi verso l’alto. Quelle parole erano
davvero uscite
dalla bocca di Yorin?
- «Fai
sul serio?» le domandai con voce roca.
«Sai a chi lo hai appena chiesto?»
- «Sì,
al tipo che vuole solo scoparmi.»
- Deglutii.
«L’alcol di ieri ti ha fottuto il
cervello?»
- «Taglia
corto, Min Yoongi. Cosa devo fare per
convincerti a darmi qualche giorno in più e non spifferare
tutto a Jungkook?»
- Cosa
devi fare? Cazzo, apri le gambe, stenditi
su quel fottuto prato e lasciami avere la scopata più
memorabile di tutta la
mia vita. Ecco cosa devi fare. Ti farò urlare fin quando non
m’implorerai di
smetterla. Qui, davanti a tutti.
- Erano
queste le parole che avrei voluto
dirle, eppure la mia bocca rimase sigillata. La guardai
finché i suoi occhi
scuri e profondi non mi fecero venire i brividi. Avevo sempre adorato
il suo
sguardo felino. Molte volte avevo anche fantasticato su quanto sarebbe
stato
appagante se durante il sesso mi avesse guardato con quegli stessi
occhi
famelici. Sarei morto sul colpo.
- Aprii
le gambe e mi stravaccai sulla sedia,
picchiettandomi le cosce con entrambe le mani. «Vieni
qui.» Yorin sollevò un
sopracciglio. «Voglio che ti siedi a cavalcioni su di me.
Muoviti.»
- «Yoongi,
siamo in un luogo pubblico.»
- Sogghignai.
«Non me ne fotte un cazzo.»
- «E
se ci vede Jungkook?»
- «Jungkook
sta filmando V e Jimin con la sua
videocamera. È troppo preso dal suo mondo per fare caso a
noi. Te lo posso
assicurare. Lo conosco fin troppo bene.»
- Yorin
diede un’occhiata alle sue spalle per
accertarsi che avessi detto il vero e poi si alzò un
po’ titubante. Le tenni
gli occhi incollati addosso fin quando non fu abbastanza vicina da
poterla
afferrare per i fianchi. La tirai con violenza verso di me e la mora mi
cadde
addosso, atterrando con il sedere sulle mie cosce e appoggiandomi le
mani sulle
spalle per evitare di finirmi in faccia. Mi guardò.
- «Puoi
evitare di strattonarmi? Ho ancora la
nausea.»
- Non
le diedi ascolto e mi chinai all’indietro
per poggiarmi allo schienale della sedia. Le afferrai una gamba e la
portai
dall’altro lato del mio corpo così che entrambe le
sue cosce mi cingessero i
fianchi, il suo bacino premuto contro il mio inguine. Adoravo sentire
il suo
corpo contro il mio, infatti dischiusi le labbra per lasciar uscire un
ansimo quasi
impercettibile che non sarei stato in grado di trattenere. Le mie mani
si mossero
verso il basso finché non incontrarono le sue natiche.
- «Tutto
qui?» mi domandò sollevando un
sopracciglio. «Vuoi solo che stia seduta sopra di
te?»
- Chinai
la schiena in avanti e le accarezzai
il profilo del collo con la punta del naso. «Yorin, non
prendermi in giro,» le
sussurrai con voce roca intensificando la presa sui suoi glutei.
«Lo sai
benissimo che se non dovessi obbligarti a quest’ora saresti
già in ginocchio.»
- «Non
vuoi obbligarmi?»
- Ridacchiai
contro la sua pelle e ne inspirai
il profumo come un drogato in crisi di astinenza. «Non fare
la finta tonta con
me. Non costringerei mai una ragazza a farmi qualcosa contro la sua
volontà. Lo
sapevi e te ne stai approfittando, non è vero?» Mi
tirai indietro e sollevai lo
sguardo per guardarla negli occhi. Ora sì che la
riconoscevo, la Yorin che era
sempre un passo avanti in quanto a furbizia.
- «Allora
cosa farai?» mi domandò sottovoce.
Era incredibile come riuscisse ad eccitarmi anche con un semplice
sussurro. «Lo
dirai a Jungkook?»
- I
suoi occhi si riempirono di tristezza e le
mie dita si mossero da sole. Abbandonai la presa su uno dei suoi glutei
e feci
risalire la mano fino ad insinuare le dita tra i capelli dietro il suo
orecchio,
accarezzandole la guancia con il pollice. Fui incredibilmente delicato.
- «Facciamo
così,» cominciai senza interrompere
la carezza. Anche il tono della mia voce si era tinto di una sfumatura
più
dolce. «Dì a Jungkook che hai un problema con il
telefono. Fagli credere di
dover cambiare numero o qualcosa del genere, ma che potrebbe volerci un
po’ di
tempo. Intanto mantieni le distanze dal maknae e cerca di parlarci il
meno
possibile.»
- Yorin
s’irrigidì e anch’io mi bloccai non
appena vidi la sua insicurezza. La guardai con fare interrogativo senza
staccare
il pollice dalla pelle della sua guancia. «Che
c’è?»
- «Quindi
vuoi che Ji Woo smetta di parlare con
Jungkook senza rivelargli chi è?» mi
domandò sconsolata. «Vuoi far finta che non
abbia mai messaggiato con lui?»
- «Non
avevo ancora finito di parlare,» l’avvisai,
e Yorin sembrò riprendere vita. «Ji Woo
è una ballerina, no?» La mora annuì
contro il mio pollice. «Falle fare un provino per entrare nel
nostro team di
coreografi. Farò in modo che venga presa. Lei e Jungkook
s’incontreranno quasi
ogni giorno nella sala prove e lei potrà finalmente farsi
conoscere per quella
che è davvero. Se è riuscita a farsi voler bene
da Jungkook una volta, ci
riuscirà anche una seconda.» Spostai la mano e le
picchiettai l’indice contro
la fronte. «Non ti sembra un’idea migliore della
tua? Cosa pensavi di
guadagnarci con tutti questi sotterfugi, razza di stupida?»
- «I-Io…»
balbettò la ragazza strappandomi un
sorriso. «Non ho mai pensato di chiedere il tuo
aiuto.»
- «Male,»
l’ammonii. «Dovresti farlo più
spesso. Come vedi so rendermi utile anch’io.»
- «Pensavo
te ne saresti approfittato,» mi
rivelò distogliendo lo sguardo dal mio. «Mi hai
sempre dato questa impressione.»
- «Mi
piacerebbe, ma non riesco proprio ad
approfittarmi di te.» Ripresi ad accarezzarle la guancia e
Yorin tornò a
guardarmi negli occhi. «Ora me lo dici perché oggi
non sembri nemmeno tu?»
- La
mora sembrò confusa da quella domanda. «Cosa
vuoi dire?»
- «Beh,
guardati. Non fai la strafottente come
al solito e si vede lontano un miglio che sei depressa. A che pensavi
stanotte
per esserti ridotta in questo stato? Piangere fa bene, ma non se pensi
a cose
troppo deprimenti. In quel modo peggiori solo la situazione.»
Ancora una volta,
Yorin non riuscì a guardarmi negli occhi. Segno che avevo
fatto centro. «Dimmelo,
Yorin. Sfogati con me,» le sussurrai avvicinando le dita al
collo alto della
sua maglietta smanicata. Tirai giù il lembo di stoffa e
scoprii il segno che le
avevo fatto il giorno prima. Il mio petto si riempì di
soddisfazione al solo
pensiero che Jongin lo avesse visto.
- Era
meno visibile rispetto a ieri, ma
macchiava ancora la sua pelle candida. Yorin non mi bloccò
quando posai
dolcemente le labbra su quel punto, senza ovviamente infierire oltre.
Mi
limitai a massaggiarlo con la lingua e a passarle le mani sulla schiena
per
permetterle di rilassarsi. La sentivo ancora rigida tra le mie braccia.
- «Non
sono depressa,» affermò titubante. «La
nausea e il mal di testa non mi aiutano a ragionare. Mi sento ancora
uno
schifo.» Chinò la testa in avanti e
abbandonò la fronte contro la mia spalla.
Ne approfittai per aumentare l’intensità dei baci
che le stavo lasciando sul
collo. «Ho ignorato così tante chiamate di Jongin
da perderne il conto.»
- Mi
bloccai. Sollevai la testa, ma non riuscii
a guardarla in faccia perché l’aveva seppellita
nell’incavo del mio collo. «Continua
a chiamarti? Perché? Che cosa vuole?» Suonai
più severo di quanto volessi.
- «Come
diavolo faccio a saperlo se non gli ho
risposto?» si lamentò contro la mia camicia.
«So solo che se dovessi sentire la
sua voce scoppierei di nuovo a piangere. Mi sono rotta le palle di
piangere.
Non ne ho più voglia,» si lamentò
ancora con il tono di una bambina. Sollevò le
braccia e si aggrappò alla mia camicia come se fossi la sua
àncora di salvezza.
- Sentii
una strana stretta allo stomaco e poi
un calore che risalì fino al petto. L’abbracciai a
mia volta e le passai una
mano tra i capelli mentre lei si sistemava meglio sulle mie gambe.
Forse
risentiva davvero dei postumi della sbornia. Era la prima volta che si
appiccicava a me di sua iniziativa. A quest’ora, in
circostanze normali, mi
avrebbe già tirato un pugno. Forse con l’alcol
diventava più affettuosa? Cazzo,
avrei dovuto farla bere più spesso.
- «Davvero
non riesco a crederci che ti sei
ridotta così per un tipo come Jongin,» borbottai a
bassa voce, ma Yorin riuscì
comunque a sentirmi. Sprofondò ancora di più
contro il mio petto e il suo naso
mi sfiorò la pelle del collo. Mi vennero i brividi lungo la
schiena.
- «Sono
innamorata di lui fin da bambina.
Jongin sa come trattare le donne. È un vero
gentiluomo.»
- Sbuffai.
«Già, infatti ti ha presentato la
sua fidanzata durante un’uscita che avrebbe dovuto essere
solo per voi due.
Neanche io ho tutto questo tatto,» ironizzai.
- «Lei
è bellissima,» sospirò di nuovo contro
il
mio collo. Cominciai ad accarezzarle la pelle della coscia con dei
movimenti
circolari. «Sembra un angelo caduto dal cielo. Non ho
speranze.»
- «Non
può essere più bella di te,» sussurrai
piano. «È impossibile. Non ho mai visto una
ragazza più bella di te.»
- Ridacchiò,
e la sua risata mi riempì le
orecchie. «Beh, dovrai ricrederti. Lei è la
perfezione. Credo che sia nata per
stare con Jongin. Sembra una principessa.»
- «Vuoi
smetterla di sminuirti?» mi alterai. «Scommetto
che è una di quelle oche tutte rifatte e senza cervello.
Toglimi una curiosità.
È famosa?»
- «Sì,»
sussurrò. «Fa parte di un gruppo, ma
non posso dirti chi è.»
- «Perché?»
- Fece
spallucce. «È una relazione segreta. Non
vogliono finire sui giornali.» Continuai ad accarezzarle la
schiena. «Certo che
la vita degli Idol fa proprio schifo.» Ridacchiai, e a quel
punto Yorin si tirò
indietro per guardarmi in faccia. «Senza offesa,»
aggiunse con espressione
colpevole. Scossi la testa per farle capire che non me l’ero
presa e le sistemai
dietro l’orecchio una ciocca di capelli che le era finita
davanti agli occhi.
- «Sono
d’accordo con te. Per certi versi fa
veramente schifo.»
- «Cazzo,
io e te che siamo d’accordo su
qualcosa?» domandò sorpresa. «Oggi
è davvero una giornata strana.»
- Scoppiai
a ridere e lei mi seguì a ruota. «È
ancora più strana visto che ti sto toccando da circa venti
minuti e non mi hai
ancora ucciso come il tuo solito. Devo forse aspettarmi uno schiaffo
dell’ultimo
minuto quando rinsavirai completamente dall’alcol?»
- Yorin
si sistemò i capelli e l’occhio mi
cadde sulla maglietta attillata con la scritta STAFF e il badge con il
nome
falso che ricadeva nell’incavo dei seni. Avevo già
notato che non fosse molto
prosperosa, ma per me Yorin era perfetta così. Non avrei
cambiato niente.
- «Non
lo so, oggi sei meno pervertito del
solito,» constatò facendomi risollevare lo
sguardo. «Devo essere ancora
ubriaca,» ridacchiò strofinandosi gli occhi con
entrambi i pugni mentre
rimaneva in bilico sulle mie cosce.
- «Che
dici? Me lo merito un bacio per averti
fatto ritornare il sorriso?» Yorin fece ricadere i pugni e mi
guardò mentre
picchiettavo l’indice contro la guancia sinistra per farle
capire che non
intendevo un bacio sulle labbra. «O per la faccenda di Ji
Woo. Io dico che hai
un sacco di ragioni valide per darmene uno.»
- Si
avvicinò senza darmi il tempo di
realizzare. Mi afferrò il viso con entrambe le mani e mi
stampò un bacio al
lato delle labbra. Si allontanò dopo qualche secondo che
avevo passato nella
più totale incredulità. Le mie labbra fremevano,
desiderose di un contatto più
intimo con le gemelle premute più in là. Quando
Yorin si staccò, seguii il suo
volto finché il suo corpo non tornò a
sovrastarmi. Mi ero congelato sul posto.
- «Grazie…»
sussurrò puntando lo sguardo verso
la radura. «Per tutto. Per avermi portato a casa ed esserti
preoccupato per me.
Per Ji Woo. Per aver cercato di consolarmi nonostante la tua repulsione
per
l’amore.» Sospirò e il vento le
accarezzò amorevolmente i capelli. «E grazie
per non essertene approfittato.»
- Rimasi
a guardarla, rapito dal vento che le
scompigliava i capelli e dalla sua voce che continuava a ringraziarmi
con quel
tono sincero e senza pretese. Rimaneva immobile, a cavalcioni su di me
come se
per lei fosse una cosa naturale, come se i nostri corpi fossero stati
creati
per restare in contatto. Era un’attrazione particolare, una
di quelle che mi
spingeva a volere sempre di più. A desiderare sempre di
più.
- Ecco
perché raddrizzai la schiena e allungai
le braccia fin quando non mi ritrovai il suo volto tra le mani. I suoi
occhi
increduli si fissarono nei miei e sentii il suo respiro sulle mie
labbra.
Osservai ogni centimetro del suo volto, ogni briciola
d’incertezza che le riempiva
gli occhi. Le accarezzai le guance con i pollici e feci sfiorare i
nostri nasi
mentre le mie labbra si dirigevano verso quei boccioli rosa che bramavo
con
tutto me stesso.
- Nella
mia testa echeggiarono così tanti
campanelli d’allarme che feci fatica ad ignorarli tutti.
Erano assordanti, ma
io ero intenzionato a poggiare le labbra su quelle di Yorin. Non
m’importava
degli avvisi che mi stava lanciando il mio cuore.
- “Non
farlo.” “Soffrirai di nuovo.”
“Te ne
pentirai.”
- “Non
lasciarti fuorviare dai sentimenti.”
- Poi,
un allarme più forte degli altri e con
la vibrazione incorporata, riuscì a scuotermi e a farmi
riprendere il controllo.
Che cazzo stavo facendo? Guardai il volto ancora incredulo di Yorin
mentre, con
fare impacciato, tirava fuori dalla tasca il suo telefono. Lo
fissò per un
momento, osservando il nome che continuava a lampeggiare sullo schermo.
Lo
guardai anch’io e storsi istintivamente le labbra.
- Kim
Jongin.
- Yorin
cercò di mettere via il telefono, ma io
fui più veloce di lei. Glielo sfilai di mano e mi alzai
cercando di non far
cadere a terra la ragazza che un attimo fa era seduta sulle mie gambe.
Quando
mi assicurai che avesse poggiato i piedi per terra, indirizzai la mia
attenzione
al cellulare che tenevo fra le mani.
- «Yoongi,
ridammelo!» si lamentò Yorin
cercando di riprenderselo, ma io sollevai il braccio per impedirglielo
e mi
girai dalla parte opposta come se stessi giocando una partita di
basket. Il
cellulare era la palla e Yorin il mio avversario. Feci canestro quando
riuscii
a premere il pulsante verde per accettare la chiamata.
- «Yorinie!
Dio, è da ieri sera che cerco di chiamarti! Non mi hai
neanche fatto sapere se
eri tornata a casa sana e salva. Si può sapere che diamine
ti è preso?! Jennie
si è fatta un’idea sbagliatissima di te. Dice che
eri troppo boriosa e secondo
lei non la sopporti!»
- «Beh,
se la tua ragazza è rompipalle quanto
te non faccio fatica a crederlo.»
- Ci
fu un attimo di silenzio che dalla mia
parte venne riempito dai continui tentativi di Yorin di riprendersi il
suo
dannato cellulare. Peccato che non fosse nelle condizioni di usare una
delle
sue famose mosse in stile kung fu. Mi bastò darle le spalle
per impedirle di
crearmi troppi problemi.
- «Perché
hai tu il cellulare di Yorin?» mi
domandò con un tono che avrebbe potuto
uccidermi. «Lei
dov’è?»
- «Qui
accanto a me, ma in questo momento non può
parlare,» lo punzecchiai mentre guardavo Yorin, sfiancata per
colpa dei vari
tentativi falliti nel cercare di recuperare il suo telefono.
«A causa mia la
tua Yorinie è un po’ a corto di fiato,»
dissi con una nota maliziosa nella
voce. Jongin ovviamente travisò le mie parole.
- «Lurido
figlio di puttana! Se le hai messo le mani addosso io-!»
- «Le
mani? Ho fatto molto più di questo, Kai.
Pensavo avessi visto il segno che le ho lasciato sul collo. Sei
talmente idiota
da non aver recepito il messaggio?» Il mio sguardo
s’indurì e rafforzai la
presa sul telefono. «Stalle alla larga. Yorin non
è affar tuo.»
- «E
neanche affar tuo, puttaniere di merda! Yorin non potrà mai
stare con un
donnaiolo come te. Quella ragazza è troppo preziosa per
finire nelle tue mani.
E ora fammi parlare con lei. Devo farla rinsavire!»
- Digrignai
i denti. «Yorin non vuole parlare
con te, quindi vedi di non romperle le palle, sono stato chiaro?
Chiamala
un’altra volta e giuro che vengo lì a spaccarti la
faccia!»
- «Non
vedo l’ora. Io sono qui che ti aspetto!»
- «Non
provocarmi,» ringhiai. «L’ho fatto una
volta e posso rifarlo anche una seconda. Avverti già da ora
il tuo chirurgo
plastico oppure non riuscirà a rimettere insieme i pezzi
della tua faccia di
merda!»
- «Yoongi!
Yoongi, ti prego! Adesso smettila!»
Mi voltai, completamente accecato dalla rabbia. Riacquistai il
controllo solo
quando vidi il volto supplicante di Yorin. Deglutii e riattaccai il
telefono in
faccia a quel babbeo. Cazzo, forse avevo esagerato un po’.
Yorin riuscì
finalmente a riprendersi il telefono e me lo sfilò di mano
con una rabbia
inaudita.
- «Si
può sapere che cazzo ti è preso?!»
urlò a
squarciagola. «Sei diventato matto?!»
- «No,
non sono diventato matto!» urlai a mia
volta. Ero ancora furibondo per la discussione avuta con Jongin.
«Ora quel
damerino sarà geloso marcio! Complimenti, Yorin. Tra poco
non te lo leverai più
di dosso. Non sei contenta?»
- «C-Cosa?»
balbettò.
- «E
tu saresti quella devota all’amore?»
sbuffai. «Non lo sai che per attirare l’attenzione
di un uomo bisogna farlo
ingelosire? Quel tipo mi odia, perciò immagina quanto gli
sta rodendo il culo
in questo momento. Era fuori di sé dalla rabbia.»
- «Sì,
ma ora pensa che siamo andati a letto
insieme! C’era bisogno di arrivare a tanto?!»
Ridacchiai. In realtà ne avevo
approfittato per prendermi una piccola rivincita. Mi ero vendicato per
tutto
ciò che mi aveva fatto passare con Yoona. Maledetto
bastardo. «Perché lo hai
fatto?» mi domandò Yorin attirando la mia
attenzione. «Pensavo non sopportassi
l’idea che mi stesse vicino.»
- Sospirai
e seppellii le mani nelle tasche dei
pantaloni. «Voglio che ritorni quella di prima. Questa tua
versione soft e
malinconica non mi piace.»
- La
verità? Mi piaceva fin troppo. La Yorin che
mi ringraziava e mi abbracciava senza respingermi, la Yorin che mi dava
un
bacio vicino alle labbra senza troppi pensieri… mi faceva
impazzire. Ero quasi
caduto nella sua trappola e non potevo cascarci una seconda volta.
Quella Yorin
era pericolosa e io dovevo starne alla larga, anche se ciò
implicava spingerla
tra le braccia di Kim Jongin.
- Aveva
ragione Namjoon. Dovevo proteggermi
prima che fosse troppo tardi. Dovevo proteggere il mio cuore o avrei
finito per
soffrire di nuovo. Dovevo allontanare Yorin e metterla in una
condizione che mi
avrebbe impedito di portare avanti quella brama che sentivo per lei.
Perché con
lei non sarebbe stato solo sesso, e io me n’ero reso conto
soltanto ora.
- ‘Ricordo
ancora adesso quella sensazione. I
giorni scorrevano e quelle scene si ripetevano davanti ai miei occhi
come un
loop infinito. Lei che abbracciava lui. Lui che baciava lei. Mi ero
ripromesso
di non soffrire più, di non tormentarmi più.
Eppure quella sensazione
fastidiosa era tornata dopo cinque anni di assenza. La gelosia
mi stava mangiando vivo ed ero stato io a far sì che
ciò
accadesse. Per evitare di soffrire, avevo finito per distruggermi con
le mie
stesse mani.’ –Min Yoongi
🔺🔺🔺
- ᗩngolo.ᗩutore
E
dopo una vita riesco ad aggiornare! D'ora in poi cercherò di
essere più regolare con la pubblicazione, ma non vi prometto
niente 🤔 Devo anche recuperare tutte le storie che seguo! Arrghh, ce
la farò 😆
Passando al capitolo, Yoongi sta cambiando e se ne sta rendendo conto anche lui. Peccato che continui a rinnegare quelle emozioni che Yorin è riuscita a risvegliare per un breve momento. Ed ecco che Yoongi corre nuovamente ai ripari, usando la sua gelosia per lanciarla dritta dritta tra le braccia di Jongin. Un atteggiamento un po' vigliacco? Forse, ma da quelle ultime parole mi sa che ne pagherà le conseguenze 🤔
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto ❤ In tal caso non dimenticatevi di farmi sapere cosa ne pensate, ci tengo davvero tanto 😘 Ne approfitto per ringraziarvi di tutto l'amore che state dando a questa storia. Non me lo aspettavo davvero! Un bacione e alla prossima 💘
Instagram: btsuga_d
Passando al capitolo, Yoongi sta cambiando e se ne sta rendendo conto anche lui. Peccato che continui a rinnegare quelle emozioni che Yorin è riuscita a risvegliare per un breve momento. Ed ecco che Yoongi corre nuovamente ai ripari, usando la sua gelosia per lanciarla dritta dritta tra le braccia di Jongin. Un atteggiamento un po' vigliacco? Forse, ma da quelle ultime parole mi sa che ne pagherà le conseguenze 🤔
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto ❤ In tal caso non dimenticatevi di farmi sapere cosa ne pensate, ci tengo davvero tanto 😘 Ne approfitto per ringraziarvi di tutto l'amore che state dando a questa storia. Non me lo aspettavo davvero! Un bacione e alla prossima 💘
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