Ve ne state andando.
So che non vi rivedrò mai più, me lo sento…
Soprattutto non rivedrò mai più te, figlia mia.
Si. Figlia. Non figlio.
Perché è quello che sei.
Sei mia figlia.
Nonostante tutto. Nonostante la mia folle idea di crescerti come un uomo, tu sei una donna.
Una meravigliosa e coraggiosa donna.
E da quello che sono riuscito a capire dal tuo sguardo, una donna innamorata.
Innamorata del suo amico d’infanzia, del suo attendente prima, soldato poi.
Ti guardo varcare il portone della nostra dimora, e so che sarà l’ultima volta.
Ti vedo lì, in sella a Cesar, bella e fiera, come il dio della guerra Marte, come nello splendido quadro su cui è stata impressa la tua eterea bellezza, e non posso che essere orgoglioso di te, e di quello che sei diventata.
Avrei voluto avere più tempo.
Più tempo per dirti quanto sono orgoglioso di te, per dirti quanto ti ami e quanto sia stato onorato di averti come figlia.
Ma soprattutto vorrei aver avuto modo di dirti che nemmeno cento figli maschi mi avrebbero dato le soddisfazioni e la gioia che mi hai dato tu Oscar…
Ecco. Avrei voluto dirti questo…
Ma questa guerra che sta per scoppiare me lo ha impedito.
E ti sta portando distante da me, distante dai miei ideali.
Perché lo so, seguirai lui.
Il tuo uomo.
E ti batterai con lui per il popolo.
Cosa dovrei fare?
Rincorrervi e uccidervi prima che tu faccia cadere il disonore sulla nostra famiglia?
No…
Non lo farò. Non più. Non commetterò di nuovo lo stesso errore di qualche giorno fa.
Hai diritto di vivere la tua vita come desideri figlia mia.
André… solo tu puoi farla felice.
Avrei voluto averlo capito prima.
Vi avrei risparmiato tanto dolore.
Sarei più felice di saperti distante da tutto, da questo male, da questa guerra.
Viva e felice con l’unico uomo che ti merita davvero.
Ma so che non lo farai.
Tu sei una donna di immenso coraggio e valore.
E combatterai per ciò in cui credi.
Combatterai per questa guerra rischiando la tua vita.
Ma fino ad allora, vivi figlia mia.
Vivi…
Vivi e ama.
Addio…