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Autore: Trottola99    21/03/2019    0 recensioni
Nonostante Erik chieda al cigino di morire, T'Challa decide di salvarlo e farlo prigioniero, nella speranza di trasformarlo in un prezioso alleato del Wakanda. Toccherà però ad una determinata agente Shield fargli da guardia, cercando di non cedere alle sue provocazioni. Basterà la sua forza d'animo per non soccombere davanti a quei due magnifici occhi neri ammaliatori?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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LA PICCOLA PANTERA
 

Testarda, forte e determinata; ecco come mi hanno sempre descritto a scuola, durante il mio addestramento come agente speciale dello Shield e successivamente come operativo a tutti gli effetti. Fin da quando ero piccola sapevo di non essere come tutte le altre bambine, mentre loro giocavano alle bambole, io mi divertivo con i maschi in gare di velocità e persino in piccole risse che mi sono costate parecchie punizioni. Per me è stato quindi naturale arruolarmi come soldato nell’esercito, fino a quando il capo dello Shield, l’agente Fury, mi ha reclutata tra le sue fila. A quanto pare sono brava nel mio lavoro, inflessibile e rigorosa, proprio come piace a lui. Penso sia per questo che mi è stato assegnato questo incarico in una nazione straniera. Vivo nel Wakanda da quasi 1 anno ormai per gestire i contatti tra i Wakandiani e lo Shield, o quello che ne rimane, ma mai mi era stato assegnato un compito simile e so che Lui mi farà impazzire.

Due giorni fa mi hanno comunicato il mio nuovo incarico speciale: controllare e sorvegliare il prigioniero da poco trasferito dalle celle ad una camera privata nell'ala più isolata del palazzo. Nonostante le mie proteste il direttore è stato irremovibile, sostenendo che il Re T’Challa in persona aveva insistito per assegnarmelo. Il soggetto, infatti, è considerato estremamente pericoloso ed imprevedibile: il fascicolo che mi era stato presentato era molto dettagliato, descriveva le sue abilità di lotta, i suoi crimini ed il suo passato. Si trattava dell’uomo che aveva quasi scatenato una guerra nel Wakanda pochi mesi prima: Erik, il cugino perduto dell’attuale Re. Speravo in un compito più importante, ma già dalla prima volta che sono entrata nella sua camera per conoscerlo ed informarlo del mio nuovo ruolo come sua sorvegliante personale, capii che non sarebbe stato facile restare neutrale.

Entrata nella stanza non lo trovai, in compenso sentii dei rumori provenienti dal bagno; decisa a restare seria e professionale raddrizzai la schiena e chiamai a voce alta "Erik, detenuto sotto sorveglianza speciale, sono Sarah Meson, l’agente che ti controllerà, esci dal bagno e non fare scherzi!". Sentii i rumori cessare e vidi la porta aprirsi: circondato dal vapore bollente uscì proprio il mio sorvegliato, con solo un asciugamano avvolto in vita a coprirlo. Aveva un fisico muscoloso ed era molto più alto di me, mi chiesi come avrei fatto a fermarlo in caso di pericolo siccome dovevo tenerlo tranquillo e possibilmente portarlo dalla nostra parte. Si mosse come un felino verso la sua preda guardandomi, con occhi brillanti ed il mento sollevato in segno di sfida . Una goccia si staccò dalla pelle bollente del collo per proseguire inesorabile verso il basso; come stregata ne seguii il percorso tra i pettorali, gli addominali scolpiti e il basso ventre fino a che scomparve sotto il bordo dell'asciugamano bianco, in netto contrasto con la sua pelle scura. Quando sollevai lo sguardo mi accorsi di essere arrossita terribilmente davanti a quello spettacolo. Erik mi osservava con un ghigno soddisfatto e divertito sulle labbra e la testa leggermente inclinata "ti godi lo spettacolo Sarah?". Sentire pronunciare il mio nome dalla sua voce profonda mi fece quasi tremare. Distolsi lo sguardo immediatamente “sono qui solo per illustrarti le nuove regole: non uscirai senza di me, non avrai contatti con l’esterno senza la mia supervisione e per qualunque cosa dovrai fare riferimento a me, chiaro?”. Si passò una mano dietro il collo muscoloso passandosi la lingua sulla labbra. Come poteva farmi un certo effetto se era l’opposto di tutti i miei principi e lo conoscevo da appena cinque minuti? Ripresi il controllo "vestiti, non puoi girare nudo!" Mi voltai e gli lanciai una felpa nera che era adagiata sul grande letto matrimoniale. La afferrò ridacchiando divertito " è camera mia...non posso uscire senza che tu mi accompagni, ma all'interno, posso fare quello che mi pare. Compreso girare nudo”. Tornò in bagno, ma prima di entrare, si voltò ancora una volta "sono felice che mi abbiano mandato una sexy piccola guardia... sarà più divertente. " fece schioccare la lingua " e se vuoi...la doccia è grande abbastanza per due ". Mi voltai cercando di ignorarlo ed uscii dalla stanza sbattendo la porta, con solo il suono nella sua profonda risata nelle orecchie.

 Il giorno seguente decisi di portarlo fuori, se fossimo rimasti nella sua camera avrebbe avuto il vantaggio di “giocare in casa” e non potevo permettergli di prendermi ancora alla sprovvista. Volevo testare le sue abilità e identificare i suoi limiti fisici e mentali, così lo portai al campo per l'allenamento delle guardie reali wakandiane, sperando di non trovare troppi soldati. Fortunatamente avevo controllato e quel giorno erano presenti solo poche guardie reali per un piccolo allenamento di routine. Speravo che portandolo in un luogo esterno si sarebbe concentrato su altro, rendendomi più facile il lavoro. Stranamente stette silenzioso per tutto il tragitto dalla sua camera al campo esterno, senza però levarsi quel suo ghigno divertito dalle labbra...carnose, morbide, che sembravano fatte esclusivamente per donare piacere e Basta! Dovevo smetterla di fare certi pensieri, ero la sua guardia! Ovviamente Erik mi colse subito in fallo "guarda che non hai che da chiedere sai…? ". Sentii le guance tingersi di rosso scarlatto "sta zitto, non sai di che parli!”. In un secondo mi ritrovai contro la parete del corridoio premuta tra il suo petto muscoloso, le sue braccia forti e la fredda superficie alle mie spalle. Come un predatore avvicinò il suo viso al mio. Eravamo così vicini che sentivo il suo respiro sulla mia pelle, scaldandola in una dolce agonia. Mi prese rapido le mani bloccandomele sopra la testa con una delle sue mentre premeva tutto il suo corpo contro il mio. Stavo seriamente rimpiangendo di non avergli imposto le manette nella speranza che si rilassasse un po’. Sentivo ogni suo muscolo addosso a me e di sicuro le tute sottili che portavamo non aiutavano si certo. Cercai di liberarmi quando vidi ricomparire il suo ghigno. Ero una bugiarda e lo sapevo, l'unica cosa che il mio corpo voleva era abbandonarsi al suo tocco, alle sue labbra, alla sua mente perversa, ma ora era questione di dimostrare chi comandava e non avevo alcuna intenzione di soccombergli.
Si avvicinò al mio orecchio suadente " Sarah, la mia piccola guardia...vedo come mi osservi, come mi desideri...basta chiedere e avrai ciò che vuoi. Ti farei provare cose che non hai mai nemmeno sognato, ti farei imparare il mio nome a memoria come un dolce mantra… ". Che sfacciato! Ma capii che stava vincendo lui; gli occhi erano lucidi di desiderio, le gambe mi stavano cedendo e sentivo un formicolio caldo invadermi tutto il corpo. Dovevo uscire da quella situazione o avrei rischiato troppo, così giocai al suo gioco. Sfruttando la sua presa sui miei polsi avvinghiai le mie cosce intorno ai suoi strusciandomi contro di lui con il bacino. Ne rimase sorpreso e lo sentii irrigidirsi. Ammorbidì la presa su di me così gli afferrai salda i capelli raccolti in piccole treccine sulla nuca e li tirai verso il basso scoprendogli il collo. Lentamente mi abbassai, dischiusi le labbra e passai la punta della lingua sul collo seguendo il percorso disegnato dalla giugulare, fino a risalire sul mento. Sentivo che tremava piano e stava trattenendo il fiato. Arrivata vicino alle labbra ne sfiorai il profilo con le mie in un tocco quasi impercettibile. Ora lo sentivo chiaramente eccitato e certo non aiutò la mia concentrazione. Gli mordicchiai il lobo dell'orecchio per poi aspirarlo piano nella mia bocca, quasi a mimare un bacio proibito, che tanto avrei voluto dargli ma No! Lui era solo il mio sorvegliato! Mi avvicinai ancora "non te lo chiederò mai .... non hai così tanto potere Erik!" Detto ciò usai una rotazione e gli feci perdere l'equilibrio finendo entrambi sul pavimento, lui sotto ed io a cavalcioni sul suo bacino tenendogli saldi i polsi sul petto. Tenni la presa sulle sue mani per immobilizzarlo ma quando lo guardai in viso non trovai ciò che mi aspettavo: stava sorridendo, anzi, stava quasi ridendo di me. Mi sentii presa in giro e stavo per arrabbiarmi seriamente. Alzai una mano per tirargli un ceffone quando lui mosse i fianchi e facendo forza sugli addominali, si mise seduto facendomi finire in seduta sulle sue gambe e mi guardò dritta negli occhi "tanto me lo chiederai.... cederai ...". Spostò la testa all’altro lato per solleticarmi ina guancia con il mento “Mi ero sbagliato, sarai anche piccola ma sei una bella sfida, come una piccola pantera”.
D'impulso la mia mano si abbassò sul suo volto con forza ma non si spostò nemmeno di un centimetro tornando a provocarmi "mi piacciono quelle passionali ". Mi alzai stizzita allontanandomi di qualche passo da Erik “Smettila di comportarti così o giuro che farò in modo di renderti la prigionia un vero inferno! Tu non puoi giocare con me, non sono la tua piccola pantera ma la tua secondina è chiaro? Smettila di fare il bambino e limitati ad eseguire i miei ordini.” Finita la ramanzina si alzò in piedi e mi seguì fuori senza dire una sola parola, ma potevo sentire il suo sguardo di ossidiana bruciarmi la schiena.




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Angoletto autrice

Grazie mille per ver letto il primo capitolo di questa breve storia!! Fatemi sapere cosa ne pensate e sentitevi liberi di esprimere qualsiasi vostra opinione!!!
Ringrazie in anticipo tutti colore che leggeranno e recensiranno!
a presto
   
 
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