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Autore: lisi_beth99    21/03/2019    1 recensioni
Minho è stato catturato ed il resto del gruppo cerca di salvarlo dalle grinfie di W.C.K.D.
Lane dovrà lottare un'ultima volta per riuscire a lasciarsi tutto alle spalle e poter costruire una vita pacifica con Newt.
Ma ci sarà un segreto fra loro...
Riusciranno a vincere contro l'organizzazione e a raggiungere un luogo sicuro?
Questo è l'ultimo capitolo della saga, dove tutto si concluderà nel bene, o nel male
//SEQUEL DI: RUN FIGHT SURVIVE\\
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Newt, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Live, Fight, Win'
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-Bene ragazzi! Il piano lo conosciamo tutti. – Thomas era in piedi davanti ad un tavolo su cui c’erano appuntati i vari punti del piano. Ci trovavamo in una stanza ampia, con dei minuscoli fori che un tempo erano state delle finestre. Frypan osservava ancora gli schemi sul tavolo, mentre Jorge lucidava la sua pistola e Brenda aveva gli occhi puntati sull’ex Velocista. Newt, accanto a me, si guardava distrattamente una mano e Vince stava in piedi davanti ad uno di quei fori nelle pareti ad osservare quello stralcio di mare che si poteva vedere. – Domani è il grande giorno. Domani riusciremo a salvare Minho! – terminò Thomas spostandosi di qualche passo.
Erano passati sei mesi da quando la W.C.K.D. aveva attaccato e distrutto l’accampamento del Braccio Destro; sei mesi da quando mia madre era stata uccisa da Janson e sei mesi da quando Minho era tornato nelle grinfie dell’organizzazione.
Ripresici dall’attacco e dalle innumerevoli perdite avevamo cercato un luogo sicuro in cui portare i ragazzi che riuscivamo a salvare. Fu così che trovammo una vecchia cittadina sulla costa. Era stata distrutta ed ora era abbandonata. Abitavamo, se così si poteva dire, in un edificio grigio a tre piani proprio sul mare. Nella baia antistante giacevano mezzi sommersi, scheletri di navi e barchette; tutti arrugginiti e distrutti. Tutti tranne uno: c’era una nave che ancora poteva navigare. Subito avevamo iniziato a metterla apposto, sarebbe stata lei a portarci via da quel luogo e farci approdare in un nuovo mondo, dove avremmo potuto vivere in pace e lontani dalla W.C.K.D.
La riunione fu sciolta poco dopo. Thomas aveva studiato un piano nei minimi dettagli. Scoprimmo che i ragazzi venivano spostati su dei treni ed avevamo individuato la ferrovia e l’orario in cui, il giorno seguente, sarebbe transitato il treno con una sessantina di ragazzi, tra cui Minho.
Ci separammo e, visto che era calata la notte, ognuno andò a per la sua strada, la maggior parte a dormire. Io e Newt ci appropinquammo nella stanza che, gentilmente, ci era stata lasciata dal resto del gruppo. In teoria si dormiva in stanzoni ma, dopo infinite battutine su quello che avremmo fatto da soli, ci lasciarono uno stanzino che, probabilmente era stato uno sgabuzzino.
-Dovremmo dormire. – disse il mio ragazzo mentre si sfilava il giubbotto di pelle marrone che avevamo trovato in quello stanzino. – Già – risposi con un sospiro.
Dopo ciò che era successo nella Zona Bruciata, il mio contagio, tutte le bugie che gli avevo detto, la morte di mia madre, il tradimento di Teresa… Troppe cose erano successe in poco tempo… Però, appena avevamo avuto la possibilità di stare da soli, io e Newt avevamo lascito tutto alle spalle e ci eravamo lasciati trascinare dall’amore che provavamo l’una per l’altro. E così, quasi ogni sera, ci eravamo lasciati trasportare dal desiderio, facendo l’amore come se fosse per l’ultima volta.
Anche quella sera non fu diverso. Dopo essersi tolto anche le scarpe, il biondo mi si avvicinò lentamente. Cominciò a bacarmi, approfondendo poi con la lingua. Ci spostammo sul letto dove mi lasciai ricadere all’indietro. Gli tolsi la maglia e lui slacciò i miei pantaloni blu notte. Mi scappò un sorriso quando il suo respiro mi fece il solletico al basso ventre; il resto fu perfetto. Come ogni volta.
Aprii gli occhi con i primi raggi del sole che illuminavano la stanza. – Buongiorno splendore! – la voce calma di Newt e le sue labbra calde che scendevano sulle mie mi svegliarono completamente. Mi misi a sedere tenendo il lenzuolo a coprirmi, il pavimento della stanzetta era cosparso di abiti. – Dobbiamo smetterla Newt. La notte dovremmo passarla a dormire non a fare l’amore… - dissi ridendo mentre mi alzavo e recuperavo gli slip buttati in un angolo. – E dove starebbe il divertimento tesoro? – rispose lui con lo stesso tono scherzoso mentre cominciava a vestirsi. – Sai? – richiamai la sua attenzione – Non ti ho mai chiesto come tu faccia a sapere che mi amassi già prima del Labirinto. – ricordavo bene il giorno in cui W.C.K.D. attaccò l’accampamento del Braccio Destro. Newt aveva affermato che mi aveva impedito di essere sbattuta nel Labirinto perché mi amava già allora… ma gli avevano cancellato i ricordi. Come faceva a ricordarselo?
Il biondo sembrò non capire immediatamente poi mi si avvicinò – Anche se mi hanno cancellato la memoria, appena ti ho vista nella Scatola ho capito di amarti. È abbastanza facile per me pensare che fosse lo stesso anche prima di essere mandato nella Radura. – e con un sorriso mi scoccò un bacio sulla guancia.
-Andiamo! Altrimenti gli altri partono senza di noi… - continuai sovrappensiero, aprendo la porta della camera. – Lane tu non vieni. Lo sai. Non ti voglio in pericolo per nulla! – rispose diventando, di punto in bianco, serio. Mi morsi la lingua e continuai lungo il corridoio che portava all’esterno.
Newt era stato categorico: io non avrei partecipato alla missione di quel giorno. Per un po’ tentai di farlo ragionare, poi decisi di assecondarlo.
Lui non sapeva però, che io e Brenda avevamo passato quei mesi a migliorarci nel combattimento corpo a corpo e nell’uso di armi da fuoco. Eravamo state aiutate da Jorge, ma anche Thomas era al corrente di ciò che facevamo.
Nel frattempo avevamo raggiunto gli altri. Thomas era già seduto sul sedile del passeggero nell’auto di Vince. Frypan stava caricando le ultime armi in un fuoristrada e mi guardò salutandomi con un sorriso.
Prima di salire sul fuoristrada, Newt mi prese una mano – Promettimi di non fare cavolate. Resta qui con gli altri. – disse lasciandomi un bacetto sul dorso. Lo guardai infastidita. Poi lasciò la presa – Ti prego Lane. Fallo per me. – feci di sì con la testa e mi allontanai dandogli le spalle.
In quel momento uscì Brenda – Pronta? – domandò sottovoce. – Certamente! – risposi mentre mi spuntava un ghigno divertito sulle labbra.
Il gruppo partì, lasciandosi dietro un polverone.
Brenda e Jorge erano su un altro fuoristrada. Il loro, in realtà anche il mio, compito sarebbe stato quello di tenere occupati i macchinisti il tempo necessario affinché Thomas riuscisse a salire sopra al treno.
Partimmo qualche minuto dopo gli altri. Percorremmo una strada sterrata in mezzo a delle colline ricoperte da uno strato di erba verdognola e fermammo la vettura su un’altura poco lontana dalla ferrovia su cui sarebbe passato il treno che cercavamo da giorni.
Jorge spense il motore e rimase in attesa. Tutti e tre fissavamo fuori dai finestrini impazienti di mettere in pratica il piano.
-Sono in ritardo. – disse dopo un po’ l’uomo ispanico osservando l’orologio da taschino che teneva in mano. – Arriveranno. – risposi più per me stessa che per gli altri.
Da lì a poco si sentì il suono di ruote che sferragliavano sulle rotaie e il fischio che annunciava l’avvicinarsi del treno.
Un sorriso apparve sul viso di tutti e tre. Jorge tirò su una protezione al suo finestrino mentre metteva in moto e dava gas. Brenda caricò il suo fucile ed io controllai il mio.
Ci affiancammo in pochi secondi al treno, all’altezza dei vagoni in cui erano rinchiusi i ragazzi. – Questa è la mia fermata! – urlai eccitata per sovrastare il fracasso delle ruote che sferragliavano sulle rotaie. Mi alzai dal mio sedile e prendendo una buona dose di coraggio, mi lanciai verso la scaletta di metallo del vagone.
Mi aggrappai saldamente e rimasi immobile guardando la vettura di Jorge raggiungere la locomotiva.
Pochi istanti dopo, Brenda si mise in piedi sul suo posto con il fucile in braccio e mirò alla cabina dei macchinisti. Sparò un colpo che avvertì tutto il treno della nostra presenza. Se i conti erano stati fatti bene, nessuno si era ancora accorto della mia presenza.
Con Thomas, in privata sede, avevamo studiato un piano per me. In questo modo solo lui sapeva quello che avrei fatto.
Rapidamente salii sul tetto del vagone e mi affrettai a spostarmi su quello che lo precedeva. Corsi per tutta la lunghezza fino a raggiungere delle casse assicurate con delle cinghie, all’estremità del vagone. Mi nascosi tra le due, in attesa dell’arrivo degli uomini di W.C.K.D., in modo da ottenere l’effetto a sorpresa
Sentii degli spari provenire dalla testa del treno, probabilmente cercavano di scacciare Brenda e Jorge.
Una Berga fece la sua comparsa nel cielo e puntò i fucili contro i due che mi avevano fatta arrivare lì. Fecero fuoco e una decina di colpi furono esplosi contro il fuoristrada.
Dal mio nascondiglio riuscii a vedere solo una nuvola di polvere alzarsi. Pregai che non gli fosse successo nulla.
La Berga si spostò e, pochi secondi dopo, intravidi Jorge e Brenda ancora in pista, mentre conducevano il velivolo verso la trappola che avevamo pianificato.
   
 
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