Ammetto che negli ultimi tempi mi è davvero difficile riuscire a comprendere il perché delle tue azioni. Soprattutto ora che, all'improvviso, hai deciso di abbandonare la guardia reale, ad un passo dal diventare generale, per fiondarti nella guardia metropolitana. È ora che ho compreso che forse, ho sbagliato con te ad allevarti come uomo. Ero così entusiasta all'idea del tuo matrimonio con il maggiore Girodelle, anche se non mi sarei mai aspettato un simile passo avanti da un uomo come lui. Non che mi dispiaccia, alla fine. In un modo o in un altro, avrei avuto il mio ambitissimo erede. Tu sei impazzita, non volevi sottometterti a un marito e forse ora quasi comprendo il perché. Ti ho educato in modo tale da renderti un uomo... una donna forte e indipendente. Forse l'unico a tenerti testa è lo stesso uomo che qualche giorno fa ha osato sfidare me pur di avere salva la tua vita. Lo stesso uomo che ho messo io al tuo fianco quando avevi otto anni, che ho visto crescere al tuo fianco come il più fedele dei servitori. È arrivato il pittore, vuoi farti ritrarre, non hai mai amato i ritratti. Odiavi il dover posare per ore mentre il pittore ti squadrava da capo a piede con piglio severo, cos'è cambiato ora? Eccoti arrivare, ti stai recando verso le tue stanze. Il corridoio è stranamente buio a quest'ora, non si è accorta della mia presenza. Ti sento tossire un po' e rimani ferma, nascosta quasi ai miei occhi. Vorrei raggiungerti, parlarti forse, come facevamo un tempo. Ma sento qualcuno salire le scale e arresto il mio cammino, non mi nota neanche lui, André. Ho l'impressione che la sua vista non sia delle migliori ultimamente, ti chiama, ti informa dell'arrivo del pittore e tu lo rispondi nervosa, quasi in collera con lui e André non ti risponde, anzi credo che abbia perso lo sguardo perché lo richiami. Sento la sua risata e si volta, torna ai suoi doveri. Provo ad avvicinarmi di nuovo a te ma lo chiami debolmente, la tua voce trema quasi e lui si gira a guardarti. Arresto di nuovo il mio cammino. Dov'è finito l'altero comandante? Dov'è mio figlio Oscar? Chi è quella donna che si è buttata tra le sue braccia? Ora davvero non riesco a riconoscerti. Gli parli lentamente e lui ti stringe tra le sue braccia. Sono confuso, non so cosa provare. Rabbia? Indifferenza? Stupore? Felicità? Lui non ha smesso di sorriderti e lentamente si china a baciarti. Servo infedele o amante appassionato? Dovrei condannarvi per questo? Ti ho privato di così tante cose e ti ho resa libera rispetto le tue sorelle, ma ne sarà davvero valsa la pena? È per lui che hai deciso di non sposarti, Oscar? Vi guardo: lui ti sta parlando piano, non riesco quasi a sentirvi. Tu annuisci lentamente, accenni un debole sorriso e lo lasci andare. Il sorriso di André sembra averti contagiato, anche se più debole del suo. Sembri così felice, ora. No, non posso condannarti. Ah, André, se solo tu fossi nato nobile!

Questa storia è ispirata ad una parte precisa del manga. Chi, come me, ha comprato o letto il manga sa che Oscar si dichiara ad André la notte dell'accusa di tradimento. Tra quella notte e il 12 luglio, Riyoko Ikeda ci regala questo piccolo momento d'intimità tra i due, ovviamente senza la presenza del generale! Spero vi sia piaciuta e grazie per aver letto <3