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Autore: Lady Moonlight    22/03/2019    0 recensioni
Sequel di “Cicatrici”.
Precipitata su Midgard per volere di Hela, Freya è trovata dallo SHIELD all’interno di una piramide. Creduta morta, su Asgard Frigga scruta il destino in un nuovo quadro mentre Thor si appresta a sedare le rivolte nate dopo la sconfitta di Aster e degli elfi oscuri.
Sulla Terra si verificano strani eventi e al contempo sogni confusi popolano la mente di Freya. Tony Stark cerca un modo per dare vita al suo nuovo progetto, Ultron, e, in un punto remoto dell’universo, Nebula porta a compimento il volere del padre, Thanos.
Loki, convinto che la guerriera sia ancora viva, tenta di scoprire cosa le sia successo, rischiando però di far piombare Asgard nuovamente nel caos.
[…]Il Collezionista è un essere strano. Freya lo conosce da cinquecento anni ormai e sebbene il suo corpo sia parzialmente invecchiato nel tempo, è chiaro che in realtà quella forma sia una mera finzione.
Freya preferisce evitare di contrariarlo quando ha a che fare con lui.
“Mi piacerebbe averti nelle mia collezione un giorno, tu e la collana” le dice indicando il monile dei nani. “Amo le cose luccicanti” confessa. “Naturalmente avresti una gabbia tutta per te.”
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nick Fury, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 15: Respiri profondi

 

 

 

È strano, ma al contempo sempre familiare tornare a Vàlaskjàlf. Loki trova ci sia un che di rassicurante nel conoscere a memoria ogni anfratto e angolo di quel palazzo. Nulla può prenderlo alla sprovvista e conosce ogni via di fuga in caso di emergenza. Non è nei suoi progetti fermarsi lì a lungo; il tempo di scoprire chi ha inviato i mercenari alla villa di Freya e mettersi sulle tracce del mandante.

È sua madre ad accoglierlo nella sala del trono. Siede composta sullo scranno dorato, ma si alza e gli va incontro non appena lo vede.

Frigga ha il viso radioso, gli occhi brillanti di felicità, e Loki sente una fitta al cuore, perché per quanto desideri fingersi indifferente non può.

È attorniata da alcune dame di compagnia, ma con un gesto delle mano indica loro di lasciarla sola. Due guardie armate rimangono invece a distanza di sicurezza e Loki le fissa con disprezzo.

“Pensano che vi taglierò la gola, madre” sibila disgustato, flettendo più volte le dita.

La regina sorride in modo indulgente, scuote la testa, e lo stringe a sé come quando era solo un bambino. “Sei tornato” sospira. “Mi sei mancato.”

Sif, alle sue spalle, simula un attacco di tosse e si allontana con discrezione. Loki immagina che andrà a parlare con Heimdall, ma in ogni caso gli affari della guerriera gli interessano ben poco. Ha dovuto sopportare la sua presenza fino al loro ritorno a Vàlaskjàlf ed è arrivato al punto di chiedersi se Thor sia davvero ignaro dei sentimenti di Sif o se anche lui rischierebbe una crisi di nervi ad averla attorno troppo a lungo.

“Vieni” lo invita Frigga allargando le braccia. “Camminiamo insieme. Abbiamo molto di cui parlare.”

Passeggiano tra i portici fioriti, sotto colonnati che sembrano non avere fine, soffermandosi talvolta di fronte alla statua di qualche guerriero che ha contribuito a rendere Asgard grande. C’è una strana tensione tra loro che Loki non riesce a identificare e ne è turbato.

“Non mi hai ancora chiesto di tuo padre” gli fa notare Frigga con gentilezza. “Non sei curioso del motivo per cui stavo reggendo il trono al suo posto?”

“Gli affari di Odino non mi riguardano” dice lapidario.

Frigga lo guarda con occhi addolorati. “Così freddo, Loki. Un giorno ti pentirai di queste tue parole” lo avverte, stanca.

Si fermano sotto un portico proprio mentre cadono le prime gocce di pioggia. Il suono è rilassante e lui si siede su una panchina di pietra, al fianco di Frigga.

“Non hai avuto notizie di Freya” commenta Frigga, indovinando il suo umore. “Non temere. La troverai. Quando verrà il tempo… ogni cosa avrà senso.” 

“Avete visto il futuro?”

Frigga gli rivolge un mesto sorriso. “Ci aspettano tempi bui, Loki. Le ombre si addensano sulla casa di Odino. Il tempo del Ragnarok è vicino.”

Loki deglutisce. “Ragnarok?”

Sua madre non sembra sentirlo. “Forse lo fermeremo, forse cambieremo il destino. Molto è già mutato, le Norne tessono una nuova tela. Le radici di Yggdrasil sono ancora ben salde, il canto di Víðópnir non si è ancora levato al cielo…”  

“Madre” sibila Loki, scuotendo la regina dalla trance in cui sembra essere caduta. “Riprendetevi” ordina, pur tuttavia preoccupato.

Ci vogliono un paio di minuti prima che Frigga recuperi il controllo di sé. Loki la costringe a rimanere seduta e stringe le sue mani nelle proprie.

Poco dopo, una lacrima scivola sul volto della regina. “Odino è debole” gli racconta, la voce appena un sussurro. “Questa volta non basteranno i frutti di Yggdrasil a salvarlo dalla fine.”

Loki apre la bocca, poi la richiude. Quella notizia giunge totalmente improvvisa e a sorpresa. “C-cosa intendete?” balbetta stordito. Deve averne la conferma assoluta e il dio degli inganni fissa la pioggia cadere, quasi sperando che Thor compaia da un momento all’altro insieme ai suoi fulmini.

“Loki…” La voce di sua madre è bassa, ammantata di tristezza e accettazione. “Lo temevamo da molto tempo. Già con l’attacco a sorpresa di Laufey e poi con Aster e gli elfi oscuri… Odino è vecchio, molto vecchio, e porta su di sé ferite che non sono mai guarite del tutto. Ogni cosa muore, la fine giunge per tutti.”

Loki l’ascolta, ma fatica a comprendere appieno ogni cosa.

Odino. Morto.

Non era quello che voleva? Non aveva giurato di vendicarsi?

Loki scuote la testa come a volersi liberare di pensieri indesiderati.

“Loki.” Frigga da una stretta alle loro mani unite e lui alza lo sguardo su di lei.

“Madre?” È quasi una supplica il modo in cui pronuncia il suo nome, quasi cercasse, come da bambino, una rassicurazione.

Frigga lo abbraccia e lui la lascia fare, intontito, resosi conto che ormai tutti i suoi progetti, le sue ambizioni, valgono ben poca cosa. Odino sta morendo, Freya è scomparsa, suo fratello non è ad Asgard e dei mercenari…

“Thor lo sa?” Poggia la testa sulle gambe di Frigga, trovandosi parzialmente disteso sulla panchina di pietra. La regina passa le mani tra i suoi capelli, districando i nodi che vi trova.

“No, non ancora.”

“Capisco” risponde, chiudendo gli occhi.

“Non è come se tuo padre dovesse morire da un giorno all’altro” dice Frigga, quasi a rassicurare se stessa e lui. “Abbiamo tempo per dirgli addio.”

Loki deglutisce, pensieroso, e sposta lo sguardo verso il cielo.

Lì, tra la pioggia, si rincorrono tra le nuvole Huginn e Muninn. I corvi gracchiano, compiono un giro circolare e vengono avvolti dai colori del bifrost. Pochi secondi dopo gli animali di Odino scompaiono e Loki si chiede su quali mondi siano finiti.

“Affari incompiuti. Molte cose devono essere preparate per quando lui non ci sarà più” spiega Frigga, seguendo con gli occhi l’ultima traccia dei corvi. “Ha parlato con Hela e… ha convocato Tyr, presto sarà qui. Vuole discutere con lui riguardo la sicurezza di Asgard. ”

Loki schiude le labbra e improvvisamente gli torna alla mente una cosa che aveva detto Freya.

"La spada di tuo padre. Odino credeva fosse andata perduta."
"Lo era fino ad oggi. Tyr la teneva tra le sue collezioni di guerra."

"Tyr sa che ho la spada.”

Loki si alza di scatto e ignora l’espressione sorpresa di Frigga. Lancia un pugno contro una colonna e ansima, come se avesse corso per tre giorni di fila. Mentre era impegnato a cercare informazioni sul Collezionista si è smarrito nella sua stessa mente, dimenticando ciò che già conosceva.

“Idiota” sussurra, mentre pezzi di marmo scivolano sul pavimento.

“Cosa c’è Loki?” lo interroga Frigga, visibilmente preoccupata.

“Sono stato cieco.”

 
      

***

 

 

Nebula sorride e versa il veleno nella fiala davanti a lei. Farà tutto il necessario per trovare il Tesseract e se questo significa avvelenare il Padre degli Dei, così sia. Nessuno, comunque, sospetterà di lei. È stato facile fingersi una straniera bisognosa d’aiuto e introdursi ad Asgard come richiedente asilo. Ingannare la bella guaritrice chiamata Sigyn si è rivelato più semplice del previsto. Le è bastato raccontarle del suo incontro con Loki, farcendolo di menzogne, per ottenere il suo aiuto.

E ora sarà lei a portare avanti il suo piano, facendo bere a Odino un farmaco che è in realtà veleno. Non vuole uccidere il re di Asgard, ma renderlo sufficientemente vulnerabile affinché le dica dove ha nascosto il Tesseract.

Troverà la gemma dell’infinito e la distruggerà prima che Thanos possa usarla. Il piano è perfetto…

“Nebula! Nebula!” la chiama Sigyn, raggiante.

Lei fa appena in tempo a rimettersi nel letto e inscenare un volto afflitto.

“È tornato!” esclama felice, volteggiando per la stanza.

Nebula simula un colpo di tosse, un brivido che le attraversa la schiena.

“Loki è tornato. Pensi che l’abbia dimenticata? Freya è morta… anche Odino non mi parla più di lei quando gli faccio visita.”

Ah.

Nebula ridacchia, ma dentro di lei impreca come una belva. Il ritorno di Loki non era previsto nei piani. L’idea che lui possa rovinare tutto la infastidisce oltre ogni misura. Non crede che il dio degli inganni stia ancora lavorando per Thanos, tuttavia non intende rischiare.

“Gli dirò che sei qui, sono certa che vorrà vederti.”

“NO!” La voce è più alta di quanto avrebbe voluto, così si affretta a fornire una spiegazione accettabile. “No, voglio dire… certo che anche a me piacerebbe vederlo, ma credo che per ora dovremmo lasciarlo… tranquillo. Gli faremo una sorpresa quando starò meglio. Perché non-“ Nebula si morde le labbra. Vorrebbe solo stringere le mani attorno al collo di Sigyn e sputarle addosso una maledizione, ma si costringe a mantenere la calma.

“Ti ho mai detto di quando Loki mi ha confessato il suo amore per te? No? È stato difficile per lui ammettere i suoi sentimenti. Era così confuso dopo che era precipitato dal Bifrost…”

Questo sembra attirare l’interesse della guaritrice.

“Ma poi è tornato… e aveva occhi solo per lei” sibila Sigyn. Nebula riesce a malapena a trattenersi da roteare gli occhi al soffitto.

La figlia del Titano non conosce Freya. Loki non l’ha mai nominata mentre era prigioniero di Thanos e francamente a lei non interessa conoscerla. Da Sigyn ha appreso quanto basta e l’asgardiana è facile da manipolare. Sembra provare sentimenti contrastanti verso il dio degli inganni e Nebula conto proprio su quello.

“Deve avergli fatto un incantesimo. Ha stregato la sua mente, quella del Padre degli Dei…”

Sigyn tira una ciocca dei suoi capelli biondi e la attorciglia tra le dita.

Sembra una bambola, una marionetta tra le sue mani.

Thanos sarebbe fiero di lei se potesse vedere come la sta manipolando a suo piacimento.

“Sì… l’ho detto a Tyr. Lui mi crede, ma solo lui” piagnucola.

“Ti credo anche io” la rassicura, quasi fossero migliori amiche. “E mi preoccupo per te. Ti aiuterò.”

“Davvero?”

“Ma certo. Però ora è meglio se fai visita al Padre degli Dei. Non puoi tardare.”

Sigyn annuisce, le gote arrossate. “Sì. Credi che lo vedrò? Loki?”

L’asgardiana si avvicina al banco dei medicinali e le sue mani colgono con cura la miscela che Nebula ha alterato. 

Anziché rassicurarla, la figlia di Thanos simula uno sbadiglio. “Sono molto stanca. Ci vedremo più tardi?”

Sigyn sorride. È un sorriso innocente, inconsapevole.

Nebula lo ricambia con la forza di mille soli.

 

 

 

***

 

La barriera evocata dai gemelli non è limpida, ma cupa e sporca come l’acqua che hanno attinto dal mare che circonda Venezia.

I nemici appaiono come figure indistinte, celati dietro la parete liquida.

“Cosa vogliono fare? Pensano di riuscire ad affogar-“

“Stark!” urla Freya nel tentativo di avvertirlo, ma è troppo tardi.

La guerriera fa appena in tempo a trattenere il respiro, quando la massa d’acqua salata la investe, mandandola a sbattere contro una parete della casa. Freya muove le gambe e agita le braccia nel tentativo di emergere, ma sa che non potrà essere così facile.

Quell’acqua è stata intrisa di Seiðr e la magia l’avvolge come un bozzolo, cercando di affogarla e impedendole di muoversi come vorrebbe.

 

Freya ingoia l’acqua salata e spinge con i polpacci e le gambe in modo convulso, nel vano tentativo di rimanere in superficie. In breve tempo si trova schiacciata contro il soffitto, ogni spazio della casa sommerso, e non ha idea di dove sia finito Tony Stark. Oggetti e libri le ondeggiano attorno mentre l’acqua, gelida e sudicia, le toglie ogni via di fuga.

Batte più volte i pugni sul muro ma, anziché creparsi e rompersi sotto la potenza di un’asgardiana, rimane intatto.

Debole. Umana. Che fine ha fatto la sua forza?

Freya sente i polmoni dolerle e la vista oscurarsi, ma proprio quando pensa che potrebbe affogare, Iron Man l’avvolge in un abbraccio metallico e i suoi propulsori li spingono verso la salvezza.

Quando la scarica in un giardino Freya affonda le mani nell’erba, sputando e tossendo.

Acqua. Nera.

Una sostanza vischiosa e scura, che sembra inchiostro, le cola dal mento. Le sembra ci voglia un’eternità prima di riuscire a vomitare anche l’ultima goccia di quella cosa. Subito dopo prova un intenso dolore alla schiena e si rannicchia su se stessa, artigliando il terreno.

“FREYA!” Il gridò di Stark è così disperato che si costringe a cercargli il volto. È chino su di lei e le sta dicendo qualcosa, ma Freya non riesce a seguire il ragionamento.

C’è solo dolore, atroce e insopportabile, come se qualcuno le avesse spezzato la schiena. Si trova a pensare alle frustate di Víli e striscia a carponi sulla terra, tentando di allontanarsi da quella sostanza molle e scura che la macchia.

Tony cerca di afferrarla ma lei gli stringe il braccio e sente l’armatura arricciarsi come un foglio di carta. Vorrebbe scusarsi, ma ogni energia è occupata a tenere a freno il dolore.

“Jarvis, che sta succedendo?”

Nella poca lucidità che le rimane, Freya è colpita dalla preoccupazione di Tony. In lontananza sente il suono confuso di diverse sirene e il vociare concitato di alcune persone.

“Accidenti!” sibila il miliardario. “Sta arrivando la polizia italiana. Sarà impossibile non far trapelare la notizia” dice tra sé.

Freya ansima, gli occhi rivolti al cielo.

Vorrebbe dirgli di non preoccuparsi, che è già morta e ha vagato per i dominii di Hela… Ma la morte non è nulla quando il corpo patisce le peggiori pene di Hel.

Ha male, così tanto, che è certa di aver detto qualcosa riguardante Loki di fronte a Iron Man. C’è un fulmine che squarcia il cielo e Freya invoca il nome di Thor. Vuole vederlo, lo desidera così tanto… Le basterebbe un suo sorriso per sapere che non sta soffrendo quel dolore per nulla.

Non ha senso, eppure le pare che ogni osso della colonna vertebrale venga rotto e poi ricostruito a una velocità innaturale. Non è così, ma la sensazione che avverte alla schiena è quella.

È poco consapevole della saliva che le cola sul mento o del sangue che fuoriesce dalle unghie spezzate.

“Ssh, ssh…” Tony l’ha presa in braccio e questa volta lei glielo lascia fare. “Troverò Thor, lo prometto. Tu però devi stare calma, sì? Ecco, così… brava.”

Freya si accascia sul petto di Iron Man, sfinita. Il corpo è pesante e non riesce a percepire né le braccia né le gambe.

“Ti ho iniettato un tranquillante. Una dose massiccia.” Parlare sembra donare a Stark una certa tranquillità, così lo ascolta mentre si sollevano nel cielo e si allontanano. C’è decisamente un che di confortante nel sentire la discussione che stanno avendo Tony e Jarvis.

Presto si lasciano alle spalle uno stormo di uccelli e Freya pensa alla prima volta che ha volato nel cielo con Thor. Era stata un’esperienza inebriante, un assaggio di bellezza e felicità.

Ora, invece, quel viaggio in aria ha l’aspetto di un incubo.

“Jarvis! L’ospedale più vicino?”

La risposta dell’IA le arriva flebile e distante. “Crede sia saggio, signore? Un ospedale civile, italiano… Noteranno anomalie, faranno domande a cui non potrà rispondere.”

Freya percepisce l’esitazione di Stark e gli poggia il dorso della mano sulla guancia. “Non… Non preoccuparti, mi riprenderò. So che sei spaventato, anche io… ma portami all’aereo. Prometto che non morirò” dice flebile.

Hela non mi lascerà morire, non ora.

“Fidati di me.”

La visiera dell’armatura si solleva e Tony l’esamina con un’occhiata tutt’altro che convinta.

“Stark…” bisbiglia.

Alla fine, le ultime forze la abbandonano e Freya si lascia cadere in un mondo di fiamme e ombre.

 
 

 

 

“Merda!”

Tony Stark cammina avanti e indietro nella cabina del suo aereo, indeciso su cosa fare. Ogni tanto scocca un’occhiata in direzione di Freya e studia il suo viso in cerca di qualche risposta.

L’asgardiana è stesa su un divanetto di pelle, apparentemente serena dopo quanto accaduto alla villa di Simon Croft.

“Il jet non potrà partire prima di due ore, signore” lo avvisa Jarvis, dispiaciuto.

In risposta, grugnisce e si porta il pollice alle labbra. Ha bisogno di riflettere, ma la sola questione che lo assilla in quel momento è se non avrebbe fatto meglio a portare la guerriera in ospedale.

“Hai monitorato eventuali segnali di presenza nemica?”

“Nessuna minaccia, ma l’aereonautica italiana sta setacciando il cielo in cerca della presenza di Iron Man o di velivoli ostili e non registrati.”

“Fantastico” borbotta Stark, versandosi del whisky in un bicchiere. “Questa volta Pepper mi uccide. E se non lo fa lei, lo farà Fury. Mi aspetto una chiamata da parte dello SHIELD da un momento all’altro. È proprio una di quelle giornate da appuntare sul calendario e da raccontare a nipotini urlanti” afferma, trangugiando un sorso del liquido ambrato.

“Quanto può rimanere attivo l’occultamento dell’aereo?”

Se Fury sapesse che sta utilizzato quella tecnologia non esiterebbe a strangolarlo. D’altra parte, quella è un’emergenza e farne ricorso è il metodo più semplice per minimizzare l’arrivo di altri guai.

Tony Stark è nascosto in bella vista, e nessuno potrà individuarlo.

La risposta di Jarvis arriva rapida e precisa. “Tre ore al massimo ma, come le ho già riferito, credo che riusciremo a decollare entro le prossime due. Mi sono inserito nel programma di controllo dello spazio aereo italiano e sto approntando un piano di volo che le permetterà di lasciare il paese in segreto.”

“Bene.”

“In ogni caso, signore, l’avviso che i suoi avvocati hanno già ricevuto richieste di spiegazioni da parte delle autorità italiane. Mentre la ragazza riposa, potrei consigliarle di fare un videoconferenza con la polizia di Venezia?”

Fa roteare gli occhi cielo, e si chiede perché Jarvis non può limitarsi a riferirgli una buona notizia senza farne seguire una cattiva.

Ciononostante, la proposta ha senso e Tony annuisce, sebbene con poco entusiasmo. Ingoia l’ultimo sorso di whisky e si ferma accanto a Freya. I capelli sono umidi e lui le scosta un ciuffo dagli occhi, poi guarda con preoccupazione il colorito pallido del suo viso.

Quella ragazza è una tale fonte di preoccupazione, che non si sorprenderebbe se fosse solo una cospirazione fatta su misura per fargli venire un infarto.

“Cosa diamine è successo in quella casa?” si interroga, per poi guardare in direzione della valigia con l’armatura. “Da dove sono arrivati quei gemelli?”

“Temo che resteremo solo nel campo delle ipotesi, signore.”

“Incoraggiante, Jarvis. Incoraggiante” afferma con una smorfia. “Partiamo da quello che sappiamo: non sono umani e cercavano uno scarabeo egizio. Hanno parlato di una certa Silya. Suggerimenti?”

Come era logico pensare, Jarvis rimane in silenzio di fronte a quei pensieri sconclusionati.

Poco dopo, sente Freya mugugnare qualcosa in una lingua che lui non conosce e Stark si lascia cadere su una poltrona, le gambe allungate in avanti.

L’asgardiana ha le gote rosate e in generale un aspetto migliore di quando l’ha portata lì un’ora prima. All’improvviso sente il bisogno di chiamare Pepper, così estrae il cellulare dalla tasca. Nota subito che ci sono diverse chiamate perse e un paio di messaggi da parte di Natasha.

Dopo lo scontro con Kilian aveva creduto di essere riuscito a liberarsi degli attacchi di panico, ma l’insolita insistenza della Romanoff nel cercarlo gli mette addosso un’ansia inconsueta.

Trenta chiamate perse, due messaggi nella segreteria.

“Un po’ eccessivo, anche per te” borbotta tra sé. “E sono abbastanza sicuro che non ci sia stata alcuna invasione aliena.”

Se non sapesse che è impossibile, Tony direbbe di aver sentito Jarvis sospirare. Con una scrollata di spalle porta il cellulare all’orecchio e fa partire il messaggio.

All’inizio sente solo dei suoni indefiniti: qualcosa che cade a terra, il chiacchiericcio di qualche sconosciuto, gli affanni di Natasha.

Poi la Vedova Nera comincia a parlare. Ha la voce stanca e un timbro insicuro, come se pronunciare ogni sillaba le costasse un’immensa fatica.

“Tony.” Una pausa. “Avrei preferito che rispondessi alla chiamata, ma forse, in definitiva, è… è meglio così.” Natasha si schiarisce la voce e Tony comincia a preoccuparsi davvero.

“Che succede?” domanda, prima di ricordarsi che sta solo ascoltando una registrazione. 

 “Si tratta di Fury. Lui è…” Tony trattiene il cuore in gola quando sente il gemito che Natasha tenta di nascondere.

“È morto. Nick è… non c’è più.” La voce di Natasha tradisce un accento russo, segno che deve essere stata davvero sconvolta.

“Morto” bisbiglia Tony, guardandosi attorno confuso e afferrando la bottiglia di whisky. Freya si gira di lato e lui la osserva sforzandosi di fare un profondo respiro. 

“Tony. Sta succedendo qualcosa, qualcosa di grosso. Non credo che-“ Natasha espira e si sente il suono di una breve colluttazione. “Devo andare.”

Il messaggio si conclude bruscamente e Tony si affretta ad ascoltare il successivo. Prende un sorso dalla bottiglia, deglutisce e clicca il pulsante del cellulare.

La registrazione è breve, pochi secondi che però fanno gelare il sangue nelle vene di Tony Stark.

“SHIELD compromesso. Il Capitano è con me, cercheremo risposte. Fai attenzione.”

 

 

 

 


 

Note: credevate che mi fossi dimenticata di Nebula, eh? :P

Per quanto riguarda gli eventi riguardanti Natasha, Steve e Fury come avrete capito, e come avevo già annunciato, seguono gli eventi del film Winter Soldier. Non avrebbe avuto senso scrivere un loro POV perché i fatti per ora rimangono quelli del film! Tirate voi le somme! :)

Come sempre sono apertissima ad ascoltare le vostre teorie! Secondo voi l'autrice è una povera pazza visionaria o sa effettivamente dove far andare a parare la trama? xD I personaggi avranno diritto a una gioia?
Per saperlo non vi resta che rimanere sintonizzati!

By Clelia^^


   
 
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