Harry Potter era la sua spina nel fianco.

Lo odiava.

La sua sola vista era capace di fargli andare di traverso il succo di zucca o il caffè nero che beveva ogni mattina.

Era sciatto, con i capelli sempre in disordine, come suo padre, e con nessun rispetto per la divisa scolastica o per le regole in generale.

Quando si pavoneggiava per via del Quidditch avrebbe potuto vomitare!

Solo sentirlo dare aria alla bocca durante le sue lezioni, lo urtava così profondamente che era diventato il suo passatempo prediletto quello di togliergli punti e vedere le sue guance arrossarsi di rabbia.

Lo mandava in estasi quello sguardo di giada riempirsi di risentimento, perché gli ricordava gli ultimi sguardi che gli aveva rivolto “lei”.

Ovviamente riusciva a prendersi qualche rivincita.

Il ragazzo era nato Omega e dipendeva da lui per la sua pozione che sopprimeva il calore una volta al mese. Si sentiva con un potere smisurato tra le mani, come quando il licantropo pezzente dipendeva da lui per la pozione antilupo.

Sapeva che il ragazzo avrebbe preferito ingoiare uno schiopodo sparacoda, piuttosto che chiedergli qualcosa, ma aveva espressamente richiesto come regola formale che ogni Omega andasse da lui regolarmente per farsi prescrivere il rimedio più adatto per quel periodo particolare della loro fecondità.

Era meglio evitare incidenti con tutti quegli adolescenti insieme, creando pozioni personalizzate per ogni nato Omega.

Tutto sarebbe stato perfetto, se il suo odore non fosse stato identico a quello di Lily.

Quei pochi momenti in cui si permetteva di annusare l'aria intorno a lui, non poteva fare altro che amarlo intensamente.

In quegli attimi di debolezza, dove un respiro di troppo o più profondo si sarebbe tradotto nella sua rovina, odiava molto di più se stesso che il ragazzo.

Forse doveva davvero rivedere le sue priorità.