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Autore: heliodor    23/03/2019    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Sangue reale

"Un altro attacco?" chiese Ti Long allarmato.
Bardhian andò alla finestra e gettò un'occhiata al cielo. "È sgombro. Non ci sono sfere infuocate."
"Allora sarà qualcos'altro" disse Joyce. "Ci conviene tornare al circolo. Ti Long, tu vieni con noi, vero? Lì sarai al sicuro."
Il ragazzo scosse la testa. "Io non vengo."
"Vuoi restare qui?"
"No, cercherò di lasciare la città e andrò a nord. Voglio unirmi a Shani e Oren."
"Non riuscirai mai a raggiungerli, hanno molti giorni di vantaggio su di te" disse Joyce.
"Ce la farò."
"Andiamo" disse Bardhian. "Non è saggio restare qui. Al circolo sapranno dirci che cosa sta succedendo."
"Ti Long" fece Joyce.
"Ho preso la mia decisione" disse lui incrociando le braccia.
Joyce annuì. "Che la tua via sia dritta."
"Che il Drago Celeste ti protegga" disse Ti Long.
 
Attorno al circolo c'era confusione. Soldati e stregoni si erano riuniti e parlavano tra di loro. Joyce colse molte facce sollevate e persino sorridenti.
"Succede qualcosa di strano" disse Bardhian entrando nell'ingresso.
Proprio lì, davanti alle statue di bronzo che raffiguravano i decani più illustri, c'erano una mezza dozzina di uomini e donne.
Tutte indossavano il mantello del circolo, tranne una. Aveva lunghi capelli neri che incorniciavano un viso triangolare.
Quel viso non le era familiare, ma Bardhian sembrò vacillare non appena lo vide.
"Non può essere" disse.
"Chi è?" domandò Joyce.
"È mia sorella. Klarisa."
Al suo fianco c'erano Gressen e la decana Lune, più altri stregoni anziani.
"Klarisa" esclamò Bardhian avvicinandosi.
Lune si voltò per prima. "Stavo per mandare qualcuno a cercarvi, principe."
Bardhian la ignorò e puntò alla sorella. "Allora era vero. Sei viva."
Klarisa ghignò. "Sembri davvero contento di vedermi" disse. "È per questo che non diventerai mai re."
Bardhian sembrò ignorare il commento sarcastico e disse: "Anche se fosse, ormai è Ronnet il re."
"Ronnet?" fece lei stupita. "Sì, Gressen mi ha informata. Sono qui proprio per occuparmi di lui."
"Che intendi fare?"
"Decapitarlo, tanto per iniziare" disse la donna. "Quel maledetto vi ha mentito. Mio padre non è affatto morto. Il re sta bene e si è ritirato con la sua scorta in un luogo sicuro. Sta radunando nuovi alleati per marciare verso la città e liberarla dall'assedio."
Re Alion è vivo, pensò Joyce trionfante. Il che significa che Ronnet non è più re. Lo attende una punizione esemplare.
"E di certo non ha nominato lui suo erede" proseguì Klarisa.
"Chi allora?" chiese Bardhian.
"Ce l'hai davanti" disse la donna. "Lirian era il prescelto, ma ha avuto la cattiva idea di farsi uccidere da quei maledetti."
"Che prove hai per avanzare la tua pretesa?" chiese Lune.
Klarisa la guardò con disprezzo. "Dubiti della mia parola? È sangue reale quello che scorre nelle mie vene, non dimenticarlo."
"Anche in quelle di Ronnet scorre lo stesso sangue."
Klarisa ghignò. "Non per molto. Lo avete trovato? Non sopporto più l'attesa."
"Lo stiamo cercando" disse la decana.
Joyce si accigliò. C'era qualcosa di strano in tutto quello. Qualcosa che le sembrava fuori posto. Poi ebbe come un'illuminazione.
"Vyncent?" chiese. "Dov'è?"
"Giusto" disse Bardhian. "Credevo fosse con voi. È nelle sue stanze a riposare?"
Lune assunse un'aria tesa mentre Klarisa si limitò a un'espressione neutra.
"Vyncent è rimasto al campo dell'orda" disse Gressen.
Joyce ebbe un tuffo al cuore. "Lo hanno catturato? È ferito?"
Lo stregone scosse la testa. "No. Almeno quando siamo andati via stava bene. Non ho dubbi sul fatto che Persym lo tratterà con ogni riguardo, ma non posso assicurartelo."
"Se è stato fatto prigioniero" esclamò Bardhian. "È una violazione di tutte le leggi dell'ospitalità. Lui era un inviato di Malinor. Dobbiamo andare a liberarlo. Subito."
"Nessuno si muoverà di qui" disse Lune. "E stavolta sul serio. Ho già dato ordine di sigillare le porte e non farvi uscire."
"Perché?" chiese Bardhian sgomento.
"Sapevo che saresti andato a salvarlo" disse la decana. "Non permetterò che altro sangue venga versato inutilmente."
"Inutilmente?" fece Bardhian. "Vyncent si era offerto volontario e voi lo state abbandonando."
"È stato lui a scegliere di restare" disse Klarisa.
"È vero" aggiunse Gressen. "Quando Persym ci chiese di fare uno scambio tra lui e la principessa, Vyncent accettò."
Tipico di lui voler fare l'eroe, pensò Joyce.
"Andrò io a liberarlo" disse avviandosi verso l'ingresso.
"Dove credi di andare?" disse Lune. "Nessuno di voi può lasciare il circolo."
"Io non sono di sangue reale" disse Joyce.
Almeno non il sangue reale di Malinor, pensò. Anche se tra i suoi antenati c'erano due principesse di quel regno. Non è il momento di perdermi in questi dettagli.
"Sangue o no" disse la decana. "Tu resterai qui. Ora che abbiamo una tregua con l'orda non voglio rischiare di romperla. Se davvero re Alion sta per tornare con nuove forze, è nostro dovere fare di tutto per resistere fino al suo arrivo."
Joyce la ignorò e si diresse all'ingresso. Una dozzina tra streghe e stregoni e almeno trenta soldati le sbarrarono il passo.
Per un attimo pensò di evocare scudo e dardi per farsi strada tra loro, ma non sarebbe andata troppo lontana.
Erano in troppi.
"Non è giusto" disse Bardhian affranto. "Stiamo abbandonando Vyncent."
"Se può farti stare meglio" disse Gressen. "Prima di consegnarsi a Persym, mi raccomandò di dirti di non cercare di liberarlo. Voleva che tu restassi al sicuro, dietro le mura di Malinor."
Bardhian non sembrava sollevato da quelle parole.
Joyce invece non lo era affatto. "Se Vyncent muore, vi riterrò responsabili."
Klarisa si accigliò. "Chi è questa ragazzina sfrontata e impertinente? E perché osa parlarci in questo modo?"
Gressen rise. "Forse è meglio che ve la presenti. Lei è Sibyl, la strega rossa."
Klarisa la guardò dall'alto in basso. "Quella di cui si parla tanto? Quella che si dice abbia distrutto gli albini e ucciso Rancey?"
"Proprio io" disse Joyce.
"E che ha aiutato quel macellaio di Falgan e conquistare Theroda e che ha causato l'incendio che ha quasi distrutto Luska?"
Joyce stavolta rimase in silenzio.
Gressen annuì. "È lei, a quanto pare. Sono stupito quanto voi, altezza."
Klarisa ghignò. "Sappi che non sono affatto impressionata, ragazzina. Ho visto molto di peggio lì fuori e ti posso assicurare che né Rancey né gli albini possono competere con le armi di Persym."
"Forse è giunto il momento che inizi a parlarcene" disse Lune.
Klarisa sospirò. "Quello che posso dirvi è che stavamo avanzando verso il cuore dell'orda. Io comandavo l'ala sinistra dell'armata, Lirian quella destra e mio padre il centro. Avevo l'ordine di accerchiare il nemico e costringerlo a ripiegare. Fu allora che iniziò la pioggia di fuoco. Tutti pensammo che fosse opera di distruttori, ma il nemico era lontano alcune miglia e da quella distanza era impossibile tirare con quella precisione e potenza. Cercai di convincere i miei soldati ad avanzare, ma la pioggia di fuoco aumentò e fummo invece costretti a ritirarci. I cavalieri dell'orda ci inseguirono e ben presto al fuga divenne un massacro. Mentre ci ritiravamo, incontrammo i sopravvissuti al comando di mio padre e di mio fratello. Fu allora che seppi della morte di Lirian sul campo di battaglia."
Klarisa fece una pausa. "I sopravvissuti sembravano sconvolti. Alcuni parlavano di un gigante che li aveva inseguiti e schiacciati fino all'ultimo mentre gli stregoni dell'orda eliminavano ogni resistenza. Altri raccontavano di una misteriosa melodia che si era diffusa tra di loro costringendo alcuni a lottare contro gli altri. Ne era seguita una tremenda battaglia che si era conclusa con la disfatta dell'esercito di mio padre. Ricevetti un suo messaggio con l'ordine di tornare a Malinor e attendere lì l'arrivo di nuove forze che lui avrebbe radunato. Mentre mi avvicinavo alla città venni catturata da una pattuglia di esploratori dell'orda e venni condotta al loro campo."
"Che cosa hai visto lì?" chiese Lune. "Le armi?"
Klarisa scosse la testa. "Nessun arma. Né il misterioso gigante che aveva annientato l'armata di Lirian. Solo tende e recinti per gli animali. Una vista deprimente al pensiero che quegli straccioni avevano messo in fuga l'armata più grande che il mondo avesse mai visto prima d'ora."
Lune annuì grave. "Quelle armi però esistono. Ormai ne siamo certi."
A Joyce tornarono in mente le parole di Halux. "Per caso hai sentito parlare di un certo Ugammun?"
Klarisa scosse la testa. "È la prima volta che lo sento nominare. Che lingua è? Non è malinoriano, questo è certo."
Joyce guardò Lune e per un attimo ebbe l'impressione che la decana avesse cambiato espressione.
"Non ha importanza" disse la strega. "Per ora può bastare, credo. Ti abbiamo assegnato un alloggio al livello superiore. Spero di tuo gradimento, anche se non è paragonabile al palazzo di Malinor."
"Mi accontenterò" disse Klarisa. "Ho saputo che è stato dato alle fiamme."
"È una brutta storia."
"Ronnet dovrà pagare anche per quello" disse Klarisa prima di andare via.
La strega dai capelli verdi si avvicinò a Joyce. "Tu devi tornare al tuo alloggio. Ordini della decana."
Joyce ubbidì, anche se desiderava solo andare via e salvare Vyncent. Nelle mani di Persym non sarebbe vissuto a lungo. Erano stati lui e Bryce a battere lo stregone e sventare i suoi piani di dominio su Valonde.
Il minimo che poteva succedere era che si vendicasse di Vyncent in modo orribile. Non poteva sopportare quel pensiero.
Si chiuse in camera e si gettò sul letto cercando di soffocare la sofferenza.
Non può finire così, si disse. Non prima di avergli detto chi sono veramente. E cosa sono. O almeno fargli capire che Joyce era ancora viva.
Stava pensando a un modo per andarsene di lì, quando udì bussare alla porta.
"Andate via" gridò.
Ci fu una pausa e poi di nuovo udì bussare.
Joyce si alzò e andò alla porta. "Ho detto" disse spalancandola di colpo. "Che non voglio..."
La decana Lune apparve sulla soglia.
"Noi due dobbiamo parlare" disse la strega.
Joyce la guardò accigliata. "Riguardo a cosa?" Forse ci aveva ripensato su Vyncent e voleva che lei andasse a liberarlo. Se era così avrebbe accettato senza esitare.
"Devi dirmi tutto quello che sai sui colossi e su Ugammun e come sei venuta a sapere queste cose. E dovrai essere molto convincente o per te si metterà molto male, strega rossa."

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