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Autore: XShade_Shinra    23/03/2019    0 recensioni
Raindrops – Piangeva, Rion. Le lacrime sgorgavano copiose dai suoi occhi bui e stanchi, mentre camminava lenta sotto quel temporale estivo, allontanandosi dal riparo di quelle che loro chiamavano "case". Sperava solo che le gocce di pioggia si mischiassero alle lacrime, così da camuffarle e nasconderle. Perché sapeva che lui si sarebbe accorto della sua assenza e lei non poteva permettere che Akira la vedesse in quello stato: Rion era la sua donna, la sua forza. Se lei fosse crollata, anche lui non sarebbe riuscito a reggere il peso di tutto quello che stava accadendo – il peso della loro nuova vita.
[ FanFiction partecipante al "COW-T 9" e al "Sillabario" indetti dalla community Lande di Fandom ]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Cage of Drabbles
  Raindrops Piangeva, Rion. Le lacrime sgorgavano copiose dai suoi occhi bui e stanchi, mentre camminava lenta sotto quel temporale estivo, allontanandosi dal riparo di quelle che loro chiamavano "case". Sperava solo che le gocce di pioggia si mischiassero alle lacrime, così da camuffarle e nasconderle. Perché sapeva che lui si sarebbe accorto della sua assenza e lei non poteva permettere che Akira la vedesse in quello stato: Rion era la sua donna, la sua forza. Se lei fosse crollata, anche lui non sarebbe riuscito a reggere il peso di tutto quello che stava accadendo – il peso della loro nuova vita.
FanFiction partecipante al "COW-T 9" e al "Sillabario" indetti dalla community Lande di Fandom

- Titolo: Cage of Drabbles
- Autore: XShade-Shinra
- Fandom: Cage of Eden/Eden no Ori
- Personaggi: Un po' tutti
- Prompt COW-T 9, W6, M3: pure!drabble, tema libero
- Genere: Introspettivo, Sentimentale (principali)
- Rating: Tra Verde e Giallo
- Warning: MM/WI, Spoiler!, Het (coppie canon)
- Capitoli: Oneshot (26x100 drabble)
- Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d'altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento.
- Note: Era da anni che avevo in cantiere questo progetto e, con la scusa della settimana delle pure!drabble sul COW-T, finalmente ho creato questa FF per il Sillabario!
Sostanzialmente la storia è divisa in 26 drabble, tra loro slegate, che come prompt hanno una parola che inizia con una lettera dell'alfabeto dalla A alla Z.
Ci sono vari generi e personaggi all'interno di questa raccolta, e molte delle drabble sono ambientate durante il time-skip dell'ultimo capitolo (ancora spoiler per chi segue il manga ita).
Buona lettura! ^^



Cage of Drabbles


Adulthood
Tutti i professori avevano detto loro che quella gita a Guam sarebbe stata indimenticabile e che sarebbero tornati a casa diversi, cambiati, con qualcosa in più rispetto a quando erano partiti.
Non avevano sbagliato in niente, si erano solo dimenticati di specificare che non tutti avrebbero fatto ritorno.
L'Isola li aveva fatti diventare adulti, mostrando loro quanto potesse essere dura la vita, soprattutto quando quella di altre persone dipendeva dalla scelta di uno, ma alla fine Sengoku e i suoi amici rimanevano solo dei ragazzini cresciuti troppo in fretta, e a volte toccava ai veri adulti prendersi cura di loro.

Blood
Se la morte si potesse disegnare, non sarebbe ritratta con del carboncino nero, ma con la testa spappolata di qualcuno contro la tela. 
C'erano dei momenti in cui, ovunque si girassero, i superstiti del volo 351 vedevano solo il colore rosso attorno a loro e su di loro – e il panico era così indomabile che si faticava a capire se fosse il proprio sangue o quello di un compagno o della bestia che li aveva attaccati.
Poteva esserci un bellissimo mare cristallino, rigogliose foreste e un cielo terso, ma era il rosso sangue il colore primario che tingeva quell'isola.

Chimaera
Il gruppo di Sengoku aveva visto solo parte delle chimere presenti in quell'Isola, rimanendo del tutto ignaro del fatto che ce ne fossero molte altre nelle gallerie sotto la torre.
L'unica che ne era al corrente era Yuki, e spesso il suo pensiero si volgeva ad Arita e Hades, che erano rimasti lì sotto. Non li aveva più visti – né loro, né le chimere – e si chiedeva che fine avessero fatto e se mai un giorno si sarebbero incontrati di nuovo, ma ben ricordava le parole di Kouhei ed era certa che li avrebbe protetti da quelle bestie.

Disease
Nishikiori era stato il primo ad aver capito che, in un ambiente come quello, la figura del medico era colui che avrebbe detenuto il potere.
Nel corso degli anni, molti dei superstiti dovettero superare diverse malattie – oltre a infortuni e a mali di stagione.
Il dottor Mutou era sempre pronto a prestare loro soccorso e a non vergognarsi di chiedere aiuto se non fosse stato in grado di gestire la situazione da solo a causa del troppo sangue.
Era una fortuna che la vita di tutte quelle persone fosse nelle mani gentile e umili di un uomo come lui.

Eradicate
Era la seconda volta che il gruppo di Sengoku rischiava la decimazione non per colpa di uno dei mammiferi che abitavano Raika, ma per colpa di esseri ancora più piccoli – e mortali.
Quelle maledette zecche sarebbero tornate a ogni battito d'ali dei Thunderbird e non c'era modo di sconfiggerle. Scoperto cosa aveva ucciso i loro compagni, compresero che solo il fuoco avrebbe potuto purificare quel luogo (non potevano rischiare che un altro gruppo lo trovasse e si stanziasse lì) e distrussero completamente il loro accampamento, e con esso i parassiti che non si erano ancora attaccati alle loro carni. 

Friendship
C'era solo una cosa che aveva permesso ai superstiti di arrivare fino all'ultimo edificio.
Non erano stati l'istinto, lo spirito d'adattamento, la paura o il coraggio, ma una cosa molto più rara e preziosa: era stata l'amicizia che li legava. Non era il sottile filo rosso dell'anima gemella, ma una robusta gomena capace di tenerli stretti l'uno all'altro per evitare che qualcuno cadesse.
Sengoku sapeva che i sentimenti di amicizia nel suo gruppo si erano estesi anche ai membri degli altri, e ora che i loro cuori battevano tutti all'unisono erano pronti a scoprire il mistero dell'isola in quell'ultima tappa.

Grave
Non tutti avevano avuto la loro tomba.
Delle volte era stato preferibile bruciare i cadaveri, ma il più delle occasioni i corpi erano stati mangiati dalle bestie.
Raika era così impietosa che anche morire tra le braccia delle persone care era un lusso che non tutti potevano permettersi.
Sarebbe stato bello avere un cimitero, un posto collettivo dove riporre i cadaveri, dando loro degna sepoltura e offrendo ai vivi un luogo per poter riversare il proprio dolore. L'unica cosa che riuscirono a fare, fu una stele commemorativa, per tutti quelli che non ce l'avevano fatta – una piccola tomba comune.

Hell
Yukina Sengoku voleva che l'isola Raika fosse un paradiso, ma qualcuno la trasformò in un inferno.
Akira e i suoi amici non seppero mai con esattezza cosa accadde: avevano capito solo che, qualsiasi cosa fosse accaduta al centro di ricerca, era stata una strage organizzata, e che qualcuno era riuscito a scappare dall'isola portandosi dietro qualcosa di prezioso e letale.
Mentre caricavano le ultime provviste sulla nave, Mariya pensava se valesse davvero la pena ritornare in Giappone, senza sapere cosa aspettarsi, ma si disse che, dopo un inferno del genere, non avrebbero dovuto temere nulla, finché fossero rimasti tutti uniti.

Imprison
Nessuno, ormai, si fidava di Nishikiori, nonostante non potesse più nuocere.
La questione venne messa ai voti e il falso dottore venne imprigionato.
Il gruppo addetto all'esplorazione della scuola trovò una stanza munita di sbarre sia alla porta che alla finestra, perfetta per quell'evenienza, e la chiave venne affidata a turno solo ai più intimi tra gli amici di Sengoku.
Nessuno provò a liberarlo, consci che, se scoperti, avrebbero seguito il suo triste destino di isolamento – e già quell'isola stessa era una gabbia.
Quasi pensarono di lasciarlo là, prima di partire, ma loro non erano dei mostri come lui.

Jumanji
Quella giungla gli ricordava un vecchio film americano: Jumanji.
Mariya lo aveva visto diverse volte e aveva capito che non era molto lontano dalla realtà che stavano vivendo: una giungla che non aveva altro scopo se non uccidere gli esseri umani. A coronare il tutto, anche lì c'era un essere umano che andava contro la propria specie, rappresentato da Nishikiori.
Mariya guardò il proprio programma per lanciare dadi che aveva sul computer. Sarebbe stato bello poter uscire dall'Isola Raika se fosse comparso un cinque o un otto, ma la loro vita non aveva scappatoie facili come quelle di un gioco.

Kill
Uccidi, prima di essere ucciso.
Quella sembrava l'unica legge che valesse su quell'isola, dove Maya e Aya avevano trovato il loro habitat naturale.
Erano da sempre state portate per il combattimento, soprattutto il corpo a corpo, e lì avevano potuto mettere le loro capacità a disposizione del gruppo,  aiutando i più deboli o facendo da spalla ai più forti.
Separate erano potenti, insieme erano indistruttibili.
Ecco perché nessuno andava a bussare alla porta della loro casetta se qualche mattina facevano tardi: erano temute da tutti, perfino da Yarai, e questo non faceva altro che gonfiare il loro ego da guerriero.

Library
Yarai era certo che l'avrebbe trovata: era esattamente lì, dove l'aveva lasciata prima di partire per Guam.
Terzo piano, in fondo a destra.
Forse non avrebbe dovuto andare da solo – e sapeva che dei tipi come Mariya o la professoressa Kurusu lo avrebbero accompagnato volentieri –, ma gli sembrava una cosa talmente stupida andare a cercare proprio un luogo del genere, che preferiva avere un po' di privacy.
C'era una cosa che gli era mancata lì sull'isola: leggere. E quando aprì la porta della biblioteca scolastica, trovando le scansie colme di libre, poté distendere le labbra in un sorriso.

Marriage
Tutti sapevano che, prima o poi, quel momento sarebbe giunto, e la notizia fu accolta con felicità mista a un'alzata di spalle. Quando Rion e Akira annunciarono la loro volontà di volersi sposare là sull'isola, prima di partire alla volta del Giappone, la frase più carina che venne porta ai due fu un "era ora", sbuffata da Mariya.
Volevano seguire il rito buddista, e Seigou sarebbe stato perfetto (nonché unico) per celebrare, anche se tutti ben sapevano che quell'unione non aveva valenza, se non affiancata al rito civile.
Era una cosa intima, solo per loro, per celebrare il loro amore.

Nightmare
I loro sogni erano presi d'assalto dai peggiori incubi ogni notte, anche se cercavano di non parlarne con nessuno.
I corpi martoriati dei loro compagni facevano da protagonisti in quei sogni tinti di sangue.
Sapevano bene che, se mai fossero riusciti a tornare a casa, quegli incubi difficilmente li avrebbero lasciati in pace, una volta lontani da tutto quello.
Era come se nemmeno il ristoro del sonno fosse sufficiente per dare loro qualche ora di riposo, lontano dagli incubi della vita vera che si trovavano ad affrontare durante il giorno.
Potevano solo aspettare che passassero, sperando di non impazzire prima.

Outdoors
Pochi di loro avevano dormito all'aperto, prima di quell'esperienza su Raika.
Un tetto fatto di stelle era ciò che spesso li attendeva, quando non riuscivano a trovare un rifugio sicuro per la notte. Stavano lì, tutti insieme, con il naso per aria a contare le stelle fino a prendere sonno.
Nishikiori aveva detto che era possibile orientarsi guardando le stelle, ma nessuno di loro ne era capace: l'unica cosa che trasmetteva loro sicurezza guardando quegli astri, era che si trattava ancora del loro cielo, nonostante quell'isola non fosse il loro mondo. C'era ancora una speranza di poter tornare a casa.

PC
Mariya aveva sempre odiato la natura.
A lui piaceva stare davanti al computer, sentire il rumore delle ventole che salivano di giri (non il vento che gli scompigliava i capelli e ricopriva di polvere gli occhiali da vista) e vedere la luce azzurrognola del suo schermo (non il sole a picco che gli faceva venire mal di testa).
Fu in un moto di disperazione che mise nel bagaglio per Guam il ricaricatore manuale del computer, nel caso si fosse scaricato mentre erano in spiaggia.
Non poteva sapere che quel gesto gli avrebbe salvato la vita molto più di quanto credeva.

Quetzalcóatl
Miina e Mariya stavano guardando insieme l'enciclopedia degli animali estinti, sfogliandola scheda per scheda, sperando così che l'erede degli Isurugi si ricordasse qualcosa.
Il giovane nerd rimase sconvolto quando la ragazzina più piccola lo fermò, dicendogli che dalla P alla R aveva saltato una lettera.
Mariya tremò a quella possibilità: l'unico mostro che gli venisse in mente con la lettera Q era il Quetzalcóatl (e, dopo i Thunderbird, non si sarebbe meravigliato di quell'eventualità).
Controllarono più e più volte, ma pareva che non ci fosse nulla alla Q.
Mariya non se la sentì comunque di tirare un sospiro di sollievo.

Raindrops
Piangeva, Rion.
Le lacrime sgorgavano copiose dai suoi occhi bui e stanchi, mentre camminava lenta sotto quel temporale estivo, allontanandosi dal riparo di quelle che loro chiamavano "case". Sperava solo che le gocce di pioggia si mischiassero alle lacrime, così da camuffarle e nasconderle. Perché sapeva che lui si sarebbe accorto della sua assenza e lei non poteva permettere che Akira la vedesse in quello stato: Rion era la sua donna, la sua forza. Se lei fosse crollata, anche lui non sarebbe riuscito a reggere il peso di tutto quello che stava accadendo – il peso della loro nuova vita.

Survivor
Imparare a sopravvivere era stato molto difficile: solo mettendo insieme le conoscenze l'uno dell'altro, il gruppo era riuscito ad andare avanti per anni.
Avevano utilizzato il cortile interno della scuola per farne la loro nuova base, trovando un territorio non ostile e che teneva lontani gli animali grazie all'alta recinzione.
Erano riusciti a costruire le loro casette di legno e, con lo stesso materiale, un'arca abbastanza grande e robusta dal poterli contenere tutti quanti e, forse, scampare al Basilosauro attorno all'isola.
Erano sopravvissuti e ne andavano fieri; non si sarebbero lasciati uccidere proprio ora che stavano salpando finalmente verso casa.

Trust
Tutti avevano fiducia in Akira Sengoku. Non importava che i gruppi si fossero infine riuniti: Akira rimaneva il leader indiscusso.
Appena precipitato su Raika, non pensava di possedere qualcosa di speciale, e invece si era ritrovato a essere la chiave di volta grazie alla quale i suoi amici potevano stare al sicuro, confidando in lui.
Mai nessuno sarebbe stato lasciato indietro, finché ci fosse stato Akira al comando, e, ormai, questo suo modo di pensare era diventato talmente radicato nel gruppo che, ne era certo, se fosse venuto a mancare, anche il futuro leader avrebbe fatto proprio quel silente giuramento.

Unite
L'oscurità era fitta e densa da soli, anche per il Re degli Inferi. Ecco perché avevano deciso di restare, l'uno per l'altro.
Hades non avrebbe mai ammesso che, scoperte le chimere, i tunnel che erano il suo regno gli facessero paura. Arita era ormai da solo e aveva perso la percezione a dolore e paura, nati come campanello di allarme per salvare le persone.
Si ritrovarono a condividere quello spazio: Kouhei difendeva anche Hades dai pericoli dell'isola, e questi gli donava quell'umana compagnia che aveva deciso di accantonare per vegliare su Akira.
Hades e Persephone sarebbero rimasti uniti oltre l'inverno.

Volleyball
Akira e Kouhei erano due assi nella pallavolo. Adoravano quello sport, soprattutto perché, grazie ad esso, si erano conosciuti ed erano diventati amici in quei tre anni di scuola superiore.
Avrebbero volentieri continuato a giocare per sempre insieme, ma la vita aveva scelto diversamente per loro, separandoli. Ora erano dalle due parti opposte del campo, divisi da un'alta rete di cadaveri, ma, nonostante ciò, la loro amicizia era così forte che si tendevano a vicenda la mano, pronti ad aiutarsi l'un l'altro se uno di loro cadeva a terra.
Qualunque cosa fosse accaduta, non avrebbero mai smesso di essere amici.

Wolf
Incontrarono Ernest qualche mese dopo, quando tornarono nel suo territorio.
Era assieme alla sua lupa, attorniato dai loro cuccioli, tutti sani e giocosi.
Akira e Rion sapevano bene che non tutti sarebbero sopravvissuti su Raika, ma sperarono che almeno i più forti ce la facessero. Erano felici per il loro "amico" e la sua famiglia.
Ernest non ringhiò verso di loro, quando si avvicinarono, riconoscendoli, ma i due umani rimasero saggiamente a distanza di sicurezza dalla cucciolata. Quasi senza accorgersene, si presero per mano, dolci, sorridendo appena.
Quell'inferno non aveva solo separato le persone, ma le aveva anche unite. Profondamente.

Xenophobia
È normale avere paura: è un istinto che serve per sopravvivere, sviluppato e affinato in millenni. 
Raika faceva paura, ad ogni rumore, ad ogni vibrazione, fino ad ogni visuale.
Non era un'isola fatta per gli uomini, ecco perché tutto per loro era così alieno e terrorizzante. Oltre che mortale.
Se volevano sopravvivere dovevano vincere la paura di ciò che non conoscevano, cercando così di capire come difendersi o come starci alla larga.
Sarebbe stata dura e molti non avrebbero superato quel test fornito da madre natura, ma non era forse questa l'evoluzione della specie, dove vincono solo i più forti?

Yen
Quando Eiken trovò degli yen nella propria borsa, gli venne quasi da ridere. Si era dimenticato di possederli ancora.
Erano parecchi soldi – li aveva portati apposta per poter comprare nastri o dei pezzi di ricambio della videocamera nel caso si fosse rotta – e ora non erano altro che dischetti di metallo di diversa densità e pezzi di carta colorata. Inutili.
Su Raika Island non ci si poteva far niente con i soldi, ma decise di tenerli lo stesso, come se fossero parte della speranza che, prima o poi, sarebbe tornato a casa in Giappone insieme ai propri amici.

Zodiac
I poteri da profeta di Mami erano stati messi spesso in discussione – soprattutto dai più realisti del gruppo, come Mariya –, ma c'era qualcuno che le credeva ciecamente, soprattutto tra le ragazze, e una volta le si avvicinarono per chiederle l'oroscopo.
Una richiesta bizzarra, contando che non tutti erano d'accordo su che giorno fosse – o che anno! –, ma Mami era una persona gentile, che cercò di accontentarle, anche se quella volta inventò tutto di sana pianta, dicendo loro quello che sapeva volessero sentirsi dire, offrendo così né speranze né gioie, ma solo più fiducia in loro stesse.


Fine
XShade-Shinra

 
  
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