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Autore: darkroxas92    24/03/2019    4 recensioni
E se Harry Potter fosse finito per sbaglio nel mondo di Fairy Tail durante la sua infanzia? E se fosse stato accolto proprio nella gilda numero uno di Fiore? E se un giorno Albus Silente riuscisse a ritracciarlo, chiedendogli di tornare nel suo mondo d’origine? Come si svilupperà la storia del mago più famoso della comunità magica con queste premesse?
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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74: Phantasia e famiglia! Ricordi di un lontano passato
Capitolo 74: Phantasia e famiglia! Ricordi di un lontano passato

Sirius Black sorrise mentre, assieme agli altri abitanti di Magnolia, osservava finalmente la parata serale di Fairy Tail, Phantasia iniziare dopo una settimana di ritardo dovuta al piano di Luxus.
Tutti i maghi della gilda stavano facendo del loro meglio per mostrare le loro abilità, tra cui Natsu che giocava con le fiamme, Gray e una Juvia al settimo cielo si esibivano usando l’acqua e il ghiaccio, Harry e Erza che sostenevano un duello amichevole tra di loro…
“James… Saresti così fiero di lui.” Mormorò, abbassando lo sguardo. “Se solo tu e Lily foste ancora qui…”
Sirius si voltò, cercando di non guastare l’atmosfera della festa con i suoi ricordi.
Solo per spalancare incredulo gli occhi nel vedere poco lontano da lui qualcuno che non si sarebbe mai aspettato di rivedere. E soprattutto non lì.
“C-Cosa?” Fece, strofinando le mani sugli occhi e controllando nuovamente di non star avendo alcuna allucinazione. “Non è possibile!”
Cominciò a farsi largo tra la folla, che protestò, solo per vederli allontanarsi.
“Ehi, aspettate!” Urlò, inutilmente a causa del frastuono creato dalla festa.
Riuscì a superare la folla, solo per ritrovarsi in uno spiazzo vuoto, dove cominciò a guardarsi attorno freneticamente.
“Dove sono finiti?” Domandò ad alta voce, per poi trasformarsi nella sua forma animagus e cominciare a fiutare l’aria.
Felpato spalancò nuovamente gli occhi, riconoscendo quei profumi e cominciando a corrergli dietro.
Il suo inseguimento duro solo pochi minuti, prima di fermarsi dietro alla coppia di anziani che erano arrivati pochi giorni prima del casino di Luxus, e che erano rimasti in città nonostante l’evacuazione.
Entrambi fermarono la loro camminata, senza tuttavia voltarsi nemmeno quando Sirius tornò umano, ansimando per la corsa improvvisa.
Per qualche istante i tre restarono in silenzio.
“N-Non mi sbagliavo.” Fece Black, ancora incredulo per ciò che stava vedendo, cominciando ad avvicinarsi alla copia. “Ma non capisco… Com’è possibile? Zi-”
Non riuscì a finire la frase che il bastone della signora colpì con forza la sua testa, facendolo cadere a terra più per la sorpresa che per la forza.
“Ahia!” Esclamò il malandrino, massaggiandosi la testa, mentre la signora fece sbattere il bastone a terra di fronte a lui.
“Spero per te che non mi stavi per chiamare zia, Sirius Black!” Esclamò questa, con tuttavia un sorriso sul volto. “Pensavo di averti insegnato meglio!”
Sirius alzò lo sguardo, lasciando che un ghigno apparisse sul suo volto.
“Giusto… Scusa, le vecchie abitudini faticano a sparire… mamma.”
La signora annuì soddisfatta. “Così va meglio! Visto Charles? Ti avevo detto che mi avrebbe chiamato in quel modo!”
“Beh Dorea, a sua discolpa, ufficialmente sei sua zia.” Rispose l’uomo, sorridendo.
“Stupidaggini! Sono stata sua madre più di quella vera, penso di meritarmi tale titolo! Ora però passiamo a questioni più importanti! Dove quel mascalzone di tuo fratello, Sirius? Vorrei dirgliele quattro per aver lasciato qui nostro nipote senza alcuna sorveglianza!”
Il sorriso sul volto di Sirius scomparve immediatamente, abbassando lo sguardo.
“Sirius?” Domandò Charles, sorpreso da quel cambiamento di atteggiamento.
Il malandrino restò seduto dove si trovava, per poi mettersi in ginocchio.
“Mi dispiace!” Urlò, lasciando finalmente che le lacrime uscissero. “È stata colpa mia! È stata tutta colpa mia!”
“Sirius, di cosa stai parlando?” Domandò Dorea, abbassandosi e accarezzandolo sulla testa.
“Mi dispiace, ho deluso tutti… Voi, James, Lily, Harry… Non sono riuscito a proteggerli!” Continuò piangendo Sirius. “Ho tradito la vostra fiducia, non ho saputo ricambiare ciò che avete fatto per me! Mi avete accolto come vostro figlio e io… Io ho lasciato che James… Che James se ne andasse per sempre.”
Dorea e Charles Potter restarono in silenzio a quella ammissione, sedendosi a fianco di Sirius.
“Cos’è successo?” Chiese infine il vecchio Potter, poggiando una mano sulla schiena del figlio adottivo.
Sirius cominciò a spiegare tutto quello che era successo dalla loro scomparsa. Di come James si era infine sposato con Lily Evans. Di come erano felici quando avevano saputo di aspettare Harry e di come scoprirono che Voldemort voleva ucciderlo. Del suo piano per proteggere James e Lily, e che si era invece rivelato ciò che gli aveva condannati. Di come aveva passato più di un decennio ad Azkaban.
I due anziani restarono in silenzio tutto il tempo, e anche una volta che Sirius ebbe finito restarono al loro posto, continuando a consolarlo.
“Non è stata colpa tua.” Disse infine Dorea, stringendo con forza il suo bastone. “Non è un peccato fidarsi dei propri amici. Il vero colpevole è Peter Minus. È lui che si è appena guadagnato tutto il nostro odio più puro.”
“Sono sicuro che James e Lily non ti accusano di nulla.” Aggiunse Charles, rialzandosi. “Ed è una vergogna che tu abbia passato tutti quei anni ad Azkaban da innocente.”
Sua moglie sospirò. “Direi che è una fortuna che il piccolo Harry abbia avuto un evento simile al nostro e sia finito anche lui qui. Se solo lo avessimo scoperto prima…”
“Voi come siete finiti qui?” Domandò Sirius. “Io e James eravamo convinti che Voldemort vi avesse ucciso e fatto sparire. Temevamo foste stati usati come inferi.”
“Questa è una domanda da un milione di galeoni.” Ridacchiò Charles. “Forse non ci crederai, ma nemmeno noi siamo sicuri di come sia successo. Un minuto prima eravamo in giro per Diagon Alley e il minuto dopo ci siamo ritrovati in un posto totalmente diverso, entrambi con 50 anni di meno.”
“Come? Siete… siete tornati giovani?” Domandò Sirius, solo per beccarsi un altro colpo in testa.
“Insinui che siamo vecchi?” Esclamò Dorea, ghignando divertita, per poi mettersi nuovamente seduta. “Ma hai ragione. Per qualche motivo ignoto, siamo arrivati qui nel fiore della nostra giovinezza.”
“Abbiamo passato anni a cercare un modo per tornare a casa, visitando diverse gilde. Ma non abbiamo mai trovato un modo per riuscirci. Non potevamo nemmeno andare in giro dicendo di essere di un altro mondo, cosa che avevamo capito dopo qualche settimana passata qui.”
“E alla fine abbiamo deciso di ricominciare. Ci siamo uniti a una gilda, e lì abbiamo cominciato a farci una certa fama.”
Dorea sospirò. “Peccato che la nostra famiglia sembri essere maledetta.”
“Cosa volete dire?”
“Non prenderla a male Sirius. Non abbiamo mai avuto intenzione di sostituire James o te. Ma sai, eravamo di nuovo giovani, e… beh, diciamo nuovamente spensierati.”
“Aspettate, state dicendo che-”
“James ha avuto una sorellina, esatto.” Ridacchiò Charles. “La nostra dolce Bella… E no Sirius, fortunatamente non era nemmeno lontanamente pazza come tua cugina.”
“Menomale, mi basta e avanza una sola di Bellatrix. Ma cosa le è successo?”
Charles e Dorea abbassarono lo sguardo.
“Zeref è successo. Lui e quel suo maledetto demone Deliora.” Rispose Dorea, stringendo il bastone con tutte le sue forze. “La città dove lei e suo marito si erano trasferiti per cominciare la loro famiglia è stata attaccata e distrutta da quel demone. Quando siamo arrivati, ormai non c’era più nulla. Il nostro più grande dispiacere è il fatto che non la vedevamo da anni. Dopo il suo matrimonio abbiamo deciso di viaggiare nuovamente per il mondo. Una decisione di cui ci siamo pentiti amaramente. Forse avremmo potuto aiutarli.”
Sirius restò in silenzio.
“Deliora… Harry mi ha raccontato di quel demone.” Disse infine. “Anche un suo amico ha sofferto a causa sua. Ma questo significa anche che almeno uno dei vostri figli è stato vendicato.”
“Lo sappiamo. Ed è stato allora che abbiamo scoperto di Harry. Inizialmente, quando abbiamo sentito il nome, pensavamo a una coincidenza, ma poi, quando abbiamo visto la sua foto ogni dubbio è sparito. Per questo siamo venuti qui. Eravamo sicuri di trovarlo durante Phantasia.”
“Infatti lo abbiamo incontrato praticamente subito. Lui ovviamente non ci ha riconosciuti.”
“A-Aspettate allora! Vado a chiamarlo e-”
“No Sirius.” Lo fermò Dorea. “Questo lo legherebbe qui. E non vogliamo che rinunci alla sua vita per due vecchi. In ogni caso, a noi non resta poi così tanto tempo. Ci basta sapere che l’eredità di James stia bene.”
“Oh, sì, sta bene. È diventato un mago di cui essere davvero orgogliosi. Anche a Hogwarts ha lasciato il segno di sé.”
“Così avevamo ragione anche su quello. Avete trovato un modo per viaggiare tra i due mondi. E in maniera stabile direi. È chiaro che noi siamo finiti molto tempo indietro rispetto a quando eravamo a casa.”
Sirius annuì. “Il merito va a una delle amiche di Harry. Con i suoi Spiriti Stellari può viaggiare tra le dimensioni, come anche la fenice di Silente.”
“Spiriti Stellari! Te lo avevo detto che avremmo dovuto cercare qualche mago in grado di usarli!” Esclamò Dorea, guardando il marito.
“Ma cara, lo sai che non sono affatto facili da trovare. Solo di recente sembrano aver deciso di mettersi in mostra.”
Poco lontano dal trio, Harry Potter annuì, lasciando che una singola lacrima scendesse dagli occhi.
“Beh, che cosa vuoi fare?” Chiese Luxus, appoggiato contro un muro lì vicino. “Pensi di andare da loro?”
“No. Non voglio costringerli a vedermi solo per sparire per chissà quanto tempo. Come hanno detto loro, è meglio così.”
“Come vuoi.” Sbuffò il mago del tuono, per poi ghignare. “Ma direi che questo per te è il regalo migliore che potessi chiedere, vero? Hai ancora una famiglia.”
“Ho sempre avuto una famiglia.” Rispose Majutsu. “Voi di Fairy Tail siete la mia famiglia. Ma sì, sono contento.”
“Smettila di includermi. Non sono più un membro di Fairy Tail, lo sai.”
Dicendo ciò alzò un braccio per salutarlo, cominciando ad allontanarsi da Magnolia.
Proseguì per qualche minuto, finché non si inoltrò nella foresta.
Fu lì che si fermò, bloccato da una figura di luce che si trovava in mezzo al percorso.
“E tu chi sei?” Domandò Luxus, lasciando cadere la sua borsa e preparandosi a combattere.
“Sai, tu non sei ancora stato realmente espulso da Fairy Tail.” Disse la figura, con una voce che Luxus non riuscì a decifrare. Le parole sembravano quasi entrargli di forza dentro la testa.
“C-Cos’hai detto?”
“Il simbolo di Fairy Tail è ancora inciso sul tuo corpo. Questo significa che non hai lasciato realmente la gilda.”
“Devo solo arrivare in un’altra città e farmelo rimuovere.”
“Credi sia così facile? Fairy Tail non è una gilda come le altre. Quel marchio non andrà via. Non finché il tuo cuore apparterà alla gilda. E visto che sei riuscito ad usare correttamente la Fairy Law, questo non succederà presto.”
Luxus fissò incredulo la figura. “E tu come fai a sapere tutte queste cose?”
La figura sembrò sorridere. “Oh, ma è semplice. Dopotutto, sia il marchio di Fairy Tail che la Fairy Law sono opera mia, Luxus.”
Il mago spalancò gli occhi.
“Non temere, non ti farò alcun male. Direi che hai capito la lezione. Sono sicura che non farai più alcun male a Fairy Tail. Anzi, diventerai sicuramente uno dei suoi guardiani più fedeli.”
“A che scopo? Il nonno mi ha buttato fuori.”
“Beh, diciamo che posso andare oltre il suo ordine. Dopotutto, per me anche lui è un bambino. Ma per ora, lasciamogli credere che sia andata così, che ne dici?”
“E allora cosa vuoi che faccia?”
“Viaggia Luxus. Viaggia per questo mondo e scopri tutto ciò che ti servirà. Ma se Fairy Tail dovesse avere bisogno di te, dovrai accorrere in suo aiuto.”
Luxus annuì, per poi recuperare la sua borsa e riprendere il cammino, superando la figura senza voltarsi una volta sola.
La figura restò in silenzio, per poi sospirare.
“È andata meglio del previsto. Ero sicura che avrebbe detto qualcosa in più.” Disse, per poi voltare lo sguardo verso un punto della foresta. “E grazie per non aver interferito.”
“Non è lui che mi interessa.” Rispose una voce, appartenente a un ragazzo dai capelli neri, il cui volto era celato dall’oscurità della notte, che si trovava seduto alla base di un albero. “Ma sappi che non accetterò altri interventi come quello di 14 anni fa.”
La figura lo guardò seria.
“Stai lontano da Fairy Tail e non ci sarà alcun pericolo per te. Avvicinati a uno solo di loro e non avrò pietà.”
Il ragazzo sorrise, per poi alzarsi.
“Sappiamo entrambi la verità. Tu per prima hai interferito.” Disse, per poi sparire nel nulla. “Farò semplicemente ciò che devo.”
La figura sospirò, per poi voltarsi verso la città. “Non mi pento di quello che ho fatto. Spero solo di poter venire perdonata un giorno.”
Una folata di vento l’avvolse, ma sembrò quasi evitare di toccarla.
“Ho permesso a qualcuno di usare quella magia e, per quanto le sue intenzioni fossero buone, il prezzo da pagare è stato alto… troppo alto. Non è vero, Lily?”


~~~~31 ottobre 1981~~~~
Lily Potter stava cullando tra le braccia suo figlio Harry.
Il bambino continuava a guardarla con gli occhi che brillavano.
“Forza mio piccolo Majutsu, è ora di andare a fare la nanna.” Sussurrò, per poi sentire una risatina.
“Ancora quel soprannome, Lily?” Chiese James, divertito. “Non ho ancora capito perché ti ostini a chiamarlo così.”
La rossa sorrise a sua volta. “Ho la sensazione che sarà chiamato spesso così. O hai qualcosa contro, Ramoso?”
“Okay, okay, hai il tuo punto.” Ridacchiò James. “Ma davvero, vorrei tanto sapere come ti è venuto in mente.”
Lily spostò lo sguardo. Sapeva che questi potevano anche essere i loro ultimi giorni, ma non aveva il coraggio di dirlo a James.
Anche se ricordava tutto quello che era successo durante il loro quinto anno, continuava a sperare che così non fosse. Che ci fosse un modo per restare insieme a Harry, di vederlo crescere.
Da quando aveva recuperato i ricordi, aveva continuato a cercare un incantesimo che potesse aiutarli. E anche se odiava ammetterlo, proprio quei ricordi l’avevano aiutata a farsi convincere a scegliere Peter invece di Sirius come loro custode segreto. Ma dubitava fortemente che uno degli amici di James potesse mai tradirli volontariamente.
Eppure l’Harry che avevano incontrato era cresciuto orfano.
L’unica cosa che la faceva sorridere era il fatto che si era fatto dei veri amici, proprio come James, e che era stato più fortunato di lei.
Ancora non riusciva a crederci. Severus aveva messo il bersaglio su suo figlio. E anche se Silente gli aveva detto che se ne era pentito, dubitava sarebbe mai riuscito a perdonarlo. Non se per colpa della sua stupida gelosia a pagare sarebbe stato Harry.
Ma i suoi pensieri furono interrotti da un calo di luce, che portò James a tirare subito fuori la sua bacchetta.
“Lily, dobbiamo andarcene.” Disse alla moglie, che annuì, mentre stringeva Harry, che la guardò con curiosità.
I due maghi fecero un giro su se stessi, solo per guardarsi attorno attoniti.
“Non funziona…” Sussurrò James, deglutendo.
Prima che potesse dire altro, la porta d’ingresso esplose, mostrando ai due maghi Lord Voldemort, con la bacchetta in mano e un ghigno sul volto.
“I Potter.” Disse lui. “Finalmente ci rivediamo. Ora, vorrei evitare di spargere inutilmente del sangue magico puro, e sono disposto a risparmiare quella sangue sporco che hai vergognosamente scelto come moglie. Voglio solo vostro figlio.”
Lily strinse con forza Harry, mentre James si metteva in mezzo.
“Sai già la risposta, Voldemort. Non lascerò che tu metta le mani su mio figlio! Lily, scappa!”
La rossa guardò il marito, che annuì. A quel punto corse al piano di sopra, cercando di ignorare il pronunciare degli incantesimi dietro di lei e andando a rifugiarsi nella stanza del figlio, lanciando subito decine di incantesimi di protezione attorno a loro.
“Non servirà.” Fece una voce.
Lily si voltò subito con la bacchetta in mano, ritrovandosi a guardare una figura di luce.
“Non temere. Non ho intenzione di farti del male. Tuttavia non posso nemmeno aiutarti a scappare. Mi dispiace.”
Come spiegazione, la figura passò una mano contro il muro, passandoci attraverso come un fantasma.
“C-Chi… Chi sei?”
“Un’amica. Un’amica di tutti quelli che portano il marchio di Fairy Tail.”
A quel nome la donna spalancò gli occhi.
“Tu… Tu conosci Fairy Tail?”
“Certo che la conosco. Dopotutto, ero lì quando è stata fondata. Ed ero presente anche quando tuo figlio ha viaggiato attraverso il tempo.”
Dicendo ciò alzò una mano e per un secondo sulla fronte di Harry, dove in futuro ci sarebbe stata la cicatrice, brillò il marchio di Fairy Tail. “Non importa quando, ma tuo figlio è protetto dalla mia gilda.”
“Allora… Allora puoi portarlo da loro? Ti supplicò, salva Harry, non mi importa come o a che prezzo!”
“Questo non posso farlo.” Spiegò. “In questo stato, non sono in grado di lanciare incantesimi o di prendere oggetti fisici. Tuttavia… Lily Potter, sei davvero disposta a tutto pur di salvarlo?”
Un tonfo riempì il silenzio attorno a loro, segno che Voldemort aveva già iniziato a colpire gli incantesimi di protezione.
“Sì.” Rispose lei con determinazione. “Non importa a che prezzo.”
La figura sospirò. “Mi dispiace. Mi dispiace davvero… il prezzo sarà altissimo per te.”
Prima che Lily potesse dire altro, la figura alzò la mano verso di lei, lasciando che sulla fronte di Lily, nello stesso identico punto del figlio, apparisse il tatuaggio di Fairy Tail.
Poi la figura cominciò a parlare in una lingua sconosciuta, per poi vedere Lily, come in trance, ripetere tutto quello che diceva.
Una volta concluso, il simbolo di Fairy Tail scomparve, mentre Lily cadeva a terra esausta.
“Mi dispiace.” Ripeté la figura, cominciando a svanire. “Non avrai nemmeno il ricordo di ciò ad accompagnarti nei prossimi minuti.”

~~~~Oggi~~~~
Un paio di occhi verdi si spalancarono di colpo, mentre il loro proprietario si mise seduto sul letto.
Si portò una mano sul volto, facendo profondi respiri, mentre la tunica bianca che l’avvolgeva si muoveva assieme al suo petto.
“No…” Ansimò. “Non può aver recuperato un corpo. Non dopo quella notte.”
Tolse la mano dal volto, mostrando il simbolo verde brillante di Fairy Tail sulla fronte, per poi alzarsi e dirigersi verso un baule che stava al centro della stanza, sopra il quale c’erano decine di sigilli, tutti con il marchio di Fairy Tail.
“Non ce la farai, Voldemort.” Esclamò Lily Potter con determinazione. “Ti ho già fermato una volta, non esiterò a farlo una seconda. Non farai del male a mio figlio, non finché avrò qualcosa da dire in proposito!”
Non appena ebbe detto ciò alzò una mano di fronte a sé, creando una sfera di luce, che volò all’interno del baule, passando attraverso il legno.
“Spero solo di riuscire a fermarlo il più a lungo possibile.” Aggiunse a bassa voce. “Stavolta c’è voluta più forza del solito.”
Mentre parlava, su una delle pareti si accese uno schermo magico, che cominciò a mostrare una scena che la donna non aveva mai visto prima.
“E vorrei sapere che cosa significa ciò.” Fece, osservando al suo interno una ragazza dai capelli bianchi cadere a terra.


~~~~~~~~~~~~~


“Patetica. Come lo sono tutti gli altri.” Disse una voce, mentre la ragazza dai capelli bianchi alzava lo sguardo, cercando di rialzarsi ignorando il dolore alle gambe, dalle quali stava uscendo copiosamente del sangue da diversi tagli.
“Patetica? Hai mai pensato di guardarti allo specchio? Non sono io ad aver rinnegato tutto ciò in cui credevo!” Replicò lei, irata.
“Ma non ho rinnegato proprio nulla. Non ho mai fatto mistero sul fatto che cercassi più potere, e con voi non avrei mai potuto ottenerlo. Per fortuna, l’ho trovato altrove.”
“E a che costo?!” Urlò l’albina, chiudendo le mani a pugno. “Ci hai traditi! E hai anche ucciso tutti loro, senza mostrare alcun risentimento!”
“Erano solo dei deboli, tutti e sette. Dovreste ringraziarmi per avervi liberato della loro presenza.”
“Ringraziarti? Sei ancora viva solo perché ho detto che mi sarei occupata io di te! Ma forse avrei dovuto lasciare fare agli altri, dimenticandomi della nostra amicizia. Mi pare ovvio che fossi solo io a considerarla tale!”
“Non presumere troppo. Dopotutto sto ricambiando il favore. Oggi tornerai alla tua cosiddetta casa. Consideralo il saldo del debito che ti dovevo per avermi aiutato tutti quegli anni fa. Non è stato facile convincerlo a lasciarti andare via viva.”
La ragazza riuscì finalmente ad alzarsi, fissando con odio la figura di fronte a sé, come anche quella alle sue spalle.
“E a lui non ci pensi?! O mi stai dicendo che anche tutto quello che hai passato con lui era una menzogna?! Hai idea di come reagirà quando scoprirà ciò che hai fatto?”
La figura di fronte a lei scoppiò a ridere, per poi lasciar cadere a terra un ciondolo a forma di drago che aveva in tasca.
“Puoi restituirglielo. Forse in passato avrei anche potuto provare qualcosa per lui, ma è solo un codardo. Avere quel potere e rifiutarsi di usarlo. Che idiota! Lo sai vero che se solo agisse in prima persona, avreste vinto voi da tempo? Dopotutto, non c’è nessun altro con il suo potere.”
La ragazza restò in silenzio per qualche secondo.
“Ti sbagli.” Disse infine. “Qualcuno c’è. E anche se sarà difficile, farò del mio meglio per portarlo qui ad aiutarci. E so già che non ti perdonerà mai per quello che hai fatto. Potrà non conoscerci, ma so perfettamente da che parte sta, e di certo non dalla tua e di quel mostro alle tue spalle!”
“Se fosse vero, lo avresti già chiamato, no? Dopotutto, quante persone hai visto morire in questi anni? Le tue minacce sono vuote.”
Dicendo ciò la figura si voltò, per poi alzare la mano in un saluto.
“Addio. Questa sarà l’ultima volta che ci incontreremo da amiche. La prossima volta sarai la mia preda, e non ti lascerò andare finché non avrai esalato il tuo ultimo respiro. Dopotutto, ora parteciperò anch’io alla Caccia. E credimi, avrò meno pietà degli altri.”
Senza aggiungere altro, le due figure si allontanarono, lasciando la ragazza bianca da sola.
“Maledizione…” Mormorò, cominciando a piangere e accasciandosi nuovamente a terra. “Perché sono ancora così inutile?!” Urlò, sbattendo i pugni sul terreno.
Restò in quella posizione per diversi minuti, prima di alzarsi nuovamente, per poi strapparsi le maniche della maglietta, usando il tessuto per fermare il sangue che continuava ad uscire dalle ferite sulle gambe.
“Non posso fare altro che sperare. Sperare di trovare davvero un modo per contattarlo. Solo lui può fermarli, ne sono sicura. E spero che succeda prima che sia troppo tardi.”
Una volta finito di medicarsi alla buona, fece qualche passo in avanti, raggiungendo il ciondolo lasciato a terra e raccogliendolo.
“Non lo accetterà mai. So già che si rifiuterà di farlo. È troppo buono. Ed è per questo che soffrirà ancora di più di tutti gli altri.” Mormorò, stringendo con forza l’oggetto.


~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~


Loki si lasciò cadere davanti a una lapide, sospirando esausto.
“Ne è passato di tempo, eh?” Mormorò, guardando la lapide, priva di qualsiasi scritta. “Scusami, ti sembrerà assurdo, ma sono stato preso da mille impegni.”
Lo Spirito Stellare del leone ridacchiò. “Sono proprio senza speranza, eh? Sono passati solo pochi anni, ma ancora non riesco ad andare oltre. Mi sono sporcato le mani, pensando che tu non avresti mai voluto vederla soffrire… e ho finito solo con provocare un’altra morte.”
A sua insaputa, poco lontano da lui, Lyra e Aquarius stavano osservando la scena, la prima con un’espressione triste sul volto e la seconda impassibile.
“Tsk. Come se fosse l’unico a cui manca.” Sbottò Aquarius.
“Manca a tutti noi.” Fece Virgo, raggiungendole. “Ma sai perfettamente che è lui ad aver sofferto più di tutti.”
“Questo non gli ha evitato di sparire a sua volta per diversi anni.” Replicò lo spirito acquatico. “Ho pensato che avesse deciso di raggiungerla. E invece si è solo nascosto a tutti noi, tranne che al Re.”
“Però credo che Lucy possa aiutarlo a recuperare.” Disse Lyra. “È una delle migliori evocatrici che ci sono mai capitate, proprio come sua madre.”
“Ma per piacere, quella mocciosa non è lontanamente ai livelli di Layla. Anzi, paragonarla sarebbe un offesa.”
“Hai ragione. Lucy le è decisamente superiore.” Replicò Virgo. “E non negarlo. L’averci evocato tutti assieme avrebbe ucciso chiunque, ma lei ha avuto giusto un esaurimento magico. Layla non è riuscita a reggere il contraccolpo.”
Aquarius distolse lo sguardo.
“Continui a comportati in questo modo proprio perché ti ricorda lei, non è vero?” Domandò Lyra.
“Che cosa ne volete sapere voi?!” Sbottò lei. “Era la mia migliore amica, certo che mi manca! E non potrò mai paragonare qualcun altro a lei, non importa quanto sia simile! E finché Lucy si comporterà come se fosse una sua copia, di certo non guadagnerà mai la mia piena fiducia. Sì, so di essere dalla parte del torto, ma non ho intenzione di agire diversamente!”
Lyra ridacchiò. “Beh, anche con lei non ci andavi di certo leggera.”
“Già. Mi ricordo che dovevo sempre asciugare tutto quanto dopo una vostra discussione, che finiva sempre con te che le scagliavi contro uno tsunami.” Aggiunse Virgo.
Aquarius distolse lo sguardo. “Non ho mai fatto nulla del genere a Layla.”
“Infatti. Sei sicura che stavi parlando di lei?” Domandò lo spirito della Vergine, per poi girarsi e allontanarsi, seguita da Lyra, lasciandola da sola.
Aquarius si voltò nuovamente a guardare Loki, che non si era mosso minimamente.
“So bene di chi stavo parlando, idiote.” Mormorò infine.






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Sono vivo!
Mi sembrava il caso di dirlo, visto la mia (solita) lunga assenza...
Ma finalmente, sono riuscito a pubblicare IL capitolo! Da questo momento in poi, la storia inizierà a distaccarsi dalle trame originali! Certo, ci saranno ancora dei punti in comune, ma il come si svolgeranno potrebbe rivelarsi assai diverso.
Non vi preoccupate: quanto visto in questo capitolo avrà in futuro la sua chiara spiegazione. Ma per ora, mi limito a lasciarvi alla vostra immaginazione.
Detto ciò, vi saluto! Ci sentiamo per il prossimo capitolo! E fatemi sapere che ne pensate ù.ù
   
 
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