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Autore: arndigothia    21/07/2009    5 recensioni
Cosa sarebbe potuto succedere se Harry, invece di tornare indietro, avesse scelto di andare avanti nella sua stazione di King's Cross?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Andare avanti*
- Devo tornare indietro, vero?
- Dipende da te.
- Posso scegliere?
- Ah, certo. Sei a King's Cross, no? Credo che se decidessi di non tornare, potresti... diciamo... prendere un treno.
- E dove mi porterebbe?
- Avanti.
*
Harry cominciò a pensare. Pensò a Luna, a Neville, a Fred che era morto, a Lupin, a Tonks, a Ron e Hermione, ma soprattutto pensò a Ginny. Durante tutta la conversazione con Silente, in quella stazione senza spazio né tempo, non aveva avuto bisogno di pensare a nulla, ma ora che il momento di decidere era così vicino, tutti i suoi pensieri, i suoi bisogni, erano apparsi dal nulla, come dal nulla erano apparsi i vestiti che aveva desiderato. E con i pensieri tornò il dolore, di coloro che aveva perso e di coloro che non voleva perdere, e dovette scegliere. Aveva fatto abbastanza per il mondo magico? In fondo, aveva sacrificato se stesso per la salvezza tutti, era andato incontro alla morte, e aveva visto i suoi genitori. Quindi c'era qualcos'altro dopo? Avanti? Un mondo in cui avrebbe potuto rivederli? Perché se così fosse stato, allora un giorno avrebbe rivisto anche tutti i suoi amici, avrebbe rivisto Ron, Hermione, Ginny... Ma l'avrebbero perdonato? Per non essere tornato, per averli obbligati a combattere una guerra senza speranza? Era lui la speranza, quella di cui il suo mondo aveva bisogno per combattere. Cosa sarebbe successo se non fosse tornato? Ma in fondo, loro non l'avrebbero mai saputo, e sarebbero stati felici di vederlo, dopo. Ma quanto avrebbe dovuto aspettare? Non lo sapeva, perché si accorse di non riuscire a capire come trascorreva il tempo lì. Quanto era passato? Ore? Minuti? Anni? Perciò forse aspettarli non sarebbe stato così brutto. E in fondo, avrebbe rivisto Sirius, avrebbe rivisto, anzi conosciuto, i suoi genitori. E loro? Avrebbero perdonato, avrebbero capito?
Silente intanto continuava a sorridere, osservandolo con quegli occhi azzurri come se gli stesse leggendo l'anima, come se sapesse quello che stava pensando. E anche a lui, quante cose aveva bisogno di chiedere! A quell'uomo, che con tutti i segreti e le cose taciute, aveva rappresentato per lui qualcosa di strano, più di una semplice guida. Si era affezionato a quel Professore un po' strampalato, che gli chiedeva sempre troppo e non gli dava mai nulla in cambio. Ma ora era lì, gli aveva svelato tutti i suoi segreti, gli aveva donato quella parte di sé che in vita gli aveva tenuto nascosto, per un bene superiore.
Fu così che, mentre ancora stava decidendosi sul da farsi, del fumo bianco cominciò a spuntare dal camino di una locomotiva rossa, e seppe, come solo in quel luogo si poteva sapere, che dentro di lui aveva già deciso. Silente capì, e senza smettere di sorridergli benevolmente, gli offrì il braccio e, insieme, salirono su quel treno.

Era strano, identico all'Espresso per Hogwarts, ma vuoto. Nessun baule, nessun ragazzino timido ed emozionato, nessun ragazzo che cercava un conoscente, nessun bambino con i capelli rossi farsi coraggio e chiedere posto nello scompartimento in cui era seduto quello che sarebbe diventato il suo migliore amico. Ma così come quel ricordo tornò alla mente, da lì scomparve senza poter più farvi ritorno. Ed Harry proseguì nel suo cammino, cercando qualcosa ma senza sapere cosa. Finché non lo trovò, lo scompartimento in cui al terzo anno aveva conosciuto i Dissennatori, e dove al quinto anno si era seduto con Ginny, Neville e Luna...
E appena ricordò, perse quel pezzo del suo passato per sempre, mentre il treno cominciava a muoversi.
Harry rimase stupito, ma non sapeva più per cosa; era come se avesse dimenticato qualcosa sul binario, la stessa fastidiosa sensazione.
- Harry... - cominciò Silente. - Credo che tu stia cominciando ad assaporare ciò che vuol dire 'andare avanti'. Durante questo viaggio, ti lascerai tutto alle spalle, ogni cosa che potrebbe legarti alla vita, verrà lasciata indietro appena i tuoi pensieri si poseranno su di essa. Bada bene però, poiché non verrà cancellata. Quindi, se un giorno volessi fare un viaggio di ritorno, diciamo, per le vacanze di Natale, ritroveresti tutto il tuo passato. Perciò starò in silenzio, come un garbato accompagnatore, e ti lascerò godere in tranquillità dei momenti del tuo passato. - detto questo, Silente venne improvvisamente attratto da un uccellino che volava fuori dal vagone.
Calde lacrime gli si formarono agli angoli degli occhi, e un fiume di ricordi lo attraversò, per poi abbandonarlo.
Il torneo Tremaghi, la morte di Cedric, l'anno passato alla ricerca degli Horcrux, Grimmauld Place, la Pietra Filosofale, la Camera dei Segreti... Poi pensò a Sirius, a suo padre, a sua madre e inevitabilmente i pensieri andarono a Piton, ma questa volta i ricordi non scomparvero. Così pensò alle parole di Silente, e nemmeno queste lo abbandonarono.
- Ehm... Professore?
- Dimmi, Harry.
- Mi chiedevo come mai i ricordi che ho di mia madre e mio padre continuano a esserci...
- Perché stai per incontrarli. - rispose Silente. - Come ti ho detto, lasci indietro il tuo passato, ciò che eri in vita. Tua madre, tuo padre, Sirius e coloro che sono morti, adesso, sono il tuo presente. Capirai quando arriveremo. E non è - continuò Silente quando vide che Harry stava per ribattere. - Per nasconderti qualcos'altro. Le più profonde leggi della magia imperano in questi luoghi - e così dicendo fece un vago gesto con la mano indicando il paesaggio fuori dal finestrino. - Ed è scritto che chiunque vada avanti debba scegliere da solo, libero da qualunque costrizione. Ovviamente, in condizioni normali, saresti stato da solo a quel binario, ma poiché Voldemort ha giocato così sconsideratamente con le leggi che governano questi luoghi, e che tu, fino a poco fa, accoglievi in te parte di lui, per te è stata fatta un eccezione. - concluse sorridendo.
Harry accettò quelle parole, e tornò a immergersi nei propri pensieri. Le lacrime gli cadevano dagli occhi, ognuna portando con sé un ricordo. Dentro di sé, Harry decise di conservare i ricordi più belli alla fine. Ma giunto quasi verso la fine del viaggio, fu costretto dall'istinto a ricordare il primo viaggio fatto su quel treno in compagnia di colui che sarebbe diventato il suo migliore amico, suo fratello, il compagno di tante avventure. E così dimenticò Ron, e anche quella volta ad Halloween, il primo anno, quando insieme salvarono una compagna ignara del troll che girava libero nel castello. E così dimenticò Hermione. Decise di non pensare più a nulla, di conservare per sempre il ricordo più caro, ma il sole che stava tramontando all'orizzonte era rosso fuoco, lo stesso colore che gli correva incontro e lo abbracciava, felice, prima che Harry baciasse quelle labbra morbide. E così, dimenticò Ginny.
__________________________


*Dialogo preso da Harry Potter e i Doni della Morte, capitolo "King's Cross", di J.K. Rowling.

Questa è la mia prima FF, spero vi piaccia. Ho sempre adorato il mistero che la Rowling ha creato attorno alla morte, e così ho voluto affrontarlo. Se leggerò abbastanza recensioni, ho in mente di terminare la storia, che per ora mi piaceva finisse così xD.

  
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