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Autore: Hell Storm    26/03/2019    0 recensioni
Nell'universo di SPACE FRONT IER vediamo due razze aliene tanto simili quanto diverse combattere un'eterna battaglia, con e senza regole di ingaggio, per il dominio del Creato nella quale la razza umana è entrata da poco in forma neutrale. Il debole periodo di pace creatosi tra i due popoli verrà messo a dura prova dall'arrivo di un'altra minaccia aliena che solo un eroe potrà fronteggiare. Il Sergente Jack J Raider. Ma nel frattempo scoprirete la vita di Mira. Una giovane soldatessa fedele all'Impero. Fede che però inizierà a vacillare quando Mira vedrà con i suoi occhi l'ingiustizia, la malvagità e soprattutto l'ipocrisia dell'Impero in cui è nata e che come molte altre guerriere ha giurato di proteggere.
L'Alba di una Rivoluzione è solo uno dei capitoli che compongono la saga di SPACE FRONT IER, come: Il Sentiero degli Eroi, Il Picco delle Stelle, Scontro tra Uragani, La Carovana degli Arditi, Spazio Infernale, La Ballata di Jack e tanti altri avvincenti capitoli.
Spin-off della mia vera opera originale. L'ho iniziato per distrarmi da Fallout che è il romanzo di prova al quale mi manca poco e voglio comunque finire anche se è di prova.
Genere: Azione, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri, Crack Pairing
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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SPACE FRONT IER

L’Alba di una Rivoluzione

 

PROLOGO

 

Arvian, il mondo degli Arax e degli Zarnak. Due specie tanto differenti quanto simili. Da un lato degli umanoidi rettiliani. Dall’altro degli umanoidi aracnidi. Fuoco e ghiaccio. Fulmine e magnetismo. Scaglie ed esoscheletro. Ferro e cartilagine. Democrazia e dittatura. Unione e Impero.

Fin da quando i due popoli si incontrarono nella Piana di Fresiax, milioni di anni addietro, la diffidenza e i timori li spinsero a mantenere le distanze. Ma quando gli spazzi iniziarono a diventare sempre più stretti, ai due popoli rimasero soltanto due scelte. Esplorare i confini più estremi delle loro rispettive comunità, sfidando l’ira delle creature selvagge sparse sul resto del pianeta, o passare allo scontro diretto, dando così inizio alla Guerra dei Millenni.

Il conflitto durò migliaia di anni, durante i quali le due fazioni svilupparono la loro conoscenza nel campo bellico e tecnologico. Nell’anno 18997 G.M., qualcosa iniziò a cambiare però. Gli Arax, uniti fin dall’inizio della loro esistenza, scoprirono un’immensa e ricca terra agli esatti opposti della Piana di Fresiax. Komaje, la Terra dimenticata dal Tempo, venne finalmente colonizzata da un gruppo di pionieri Arax, dando così all’Unione un notevole vantaggio sul nemico. Centoventun anni dopo, l’allora giovane Imperatore Zoron Zurgon, campione dell’Impero e comandante assoluto delle armate zarnak, si vide costretto ad affrontare delle lotte interne al suo governo. Dopo il collasso dell’Ordine, l’Impero si frammento in vari piccoli ma potenti regni. Alcuni sempre fedeli alla famiglia imperiale e favorevoli alla cessazione della guerra. Altri convinti che l’Impero necessitasse di un nuovo imperatore e che un’azione su larga scala avrebbe condotto l’Impero alla vittoria definitiva.

Pur di impedire una disperata ma efficace invasione di massa attraverso la Piana di Fresiax, John Raider, il campione degli Arax, sfidò con i suoi migliori guerrieri tre armate imperiali e salvò la vita dell’Imperatore durante un tentativo di assassinio ideato dai suoi rivali. Fu la prima volta che un campione salvava la vita del suo rivale. Ciò porto alla prima vera cooperazione tra i due popoli. Gli Arax non rinunciarono alla Terra dimenticata dal Tempo, ma il conflitto ebbe fine e la crisi che aveva colpito l’Impero si concluse con la ricostruzione dell’Ordine. John Raider divenne l’eroe che mise fine alla Guerra dei Millenni e l’Imperatore pote riconsolidare la sua supremazia e riunire la maggior parte dell’Impero.

La scoperta della razza umana riuscì a distrarre ulteriormente i due popoli dalle questioni in sospeso. Pochi mesi dopo l’inizio della tregua, navi spaziali provenienti da un mondo in rovina e dominato da una specie antropomorfa, giunsero nel sistema Evian alla ricerca di una nuova casa. Sia gli Zarnak che gli Arax rimasero sconvolti nello scoprire di non essere soli nell’universo. Inizialmente gli umani si mostrarono aperti a entrambi i popoli, facendo scoprire loro cose che mai prima d’ora erano anche solo state pensate o viste. Macchine a carburanti fossili. Piante dai mille frutti. Specie di animali inimmaginabili. Canzoni, poesie e opere d’arte senza eguali. Modi di vedere l’universo e la fisica che sconvolgevano le teorie più primitive e arcane. Usi e costumi di migliaia di popoli terrestri. Tecnologie tanto semplici quanto indispensabili. E naturalmente armi. Ma in poco tempo, gli umani si accorsero di essere finiti nel bel mezzo di una guerra “fredda”. Così la chiamavano loro. Pur rinunciando al favore dell’Impero, gli umani preferirono il protettorato dell’Alleanza, la quale oltre a condividere l’amore per il caldo, la vita diurna e la democrazia, fornì loro i mezzi per far riviere il loro mondo un pezzo alla volta. Ciò nonostante gli umani giurarono di non schierarsi dalla parte di una sola fazione, diventando così l’ago della bilancia in una futura guerra e un ottimo deterrente per chiunque volesse attaccare per primo.

Ma in un mondo popolato da guerrieri, i tempi di pace non possono durare allungo. Fin dall’inizio della tregua, molti soggetti avevano espresso il loro dissenso, da entrambe le parti. Combattenti pieni di rancore, capitanti di industri specializzati nella produzione di armi … politici guerrafondai.

Sono passati solo pochi anni dalla fine della guerra e l’arrivo degli esseri umani. E secondo alcuni, il tempo di tornare ad uccidere è giunto.

 

 

La Gioventù Zarnak

 

26 E.W./Ore 08:09/Periferia di Zera

Residenza del Duca di Korna

 

Mira stava in piedi come le era stato insegnato fin dal primo giorno in accademia. Dritta, composta e immobile come una statua. Lei e le sue compagne erano state incaricate di sorvegliare il ricevimento del Duca di Korna. Il Duca Zoir era un nobile zarnak appartenente alla seconda casta gerarchica dell’Impero. Offrire i suoi servigi ad egli era considerato un onore.

Il tenente Mira 5/5/5 era una furia zarnak appartenente alla sesta casta. La più alta in grado della sua camerata e della sua squadra. Di bell’aspetto. Con la pelle nera, delle macchie chiare sulla schiena, gli occhi gialli e le quattro braccia tipiche della sua razza. Il suo nome le era stata dato dall’Ordine, mentre il numero di serie si riferiva alla catalogazione effettuata dagli specialisti di eugenetica dell’Ordine, al numero di registrazione all’anagrafe imperiale in quel giorno e naturalmente al giorno della sua nascita avvenuta in orfanotrofio. Nome, casta, numero di nascita giornaliera e data.

Le sue compagne erano Kuria e Kuba, le due sorelle furie. Mahaa, la titana. E Tuh, l’elevata.

Per quelli che non lo sanno, tre delle poche cose che Zarnak e Arax hanno in comune sono le classi genetiche di combattimento, il fatto che tutti loro nascono dalle uova e vengono allattati dalla madre. Un po come la specie terrestre degli ornitorinchi.

Le furie erano abili combattenti dalle quattro braccia, veloci e precisi con lame e armi da fuoco. I mastri erano meccanici e ingegneri formidabili, il cui nucleo sprigionava grandi quantità di energia. I primordiali erano coloro che invece avevano sviluppato le loro capacità primitive, diventando feroci predatori con normali sembianze. I titani avevano rinunciato ad un pizzico di delicatezza e intelletto per diventare due o quattro volte più grandi dei loro simili e notevolmente più forti. Gli elevati erano invece coloro che gli Antenati avevo voluto benedire con capacità percettive e psichiche superiori a qualsiasi altro essere vivente sul pianeta. Un elevato ben addestrato poteva piegare la canna di un cannone da 99mm usando solo la mente. Potevano letteralmente piegare la materia dello spazio al loro volere. Alcuni rari esemplari nascevano perfino con entrambe le caratteristiche dei genitori. Il che li rendeva altrettanto potenti.

Coloro che invece nascevano con nessuna di queste capacità erano normali e basta. Certo aveano coda, artigli e tutte le caratteristiche della loro specie, ma nient’altro che li rendeva speciali.

Molti dei nobili che Mira stava sorvegliando erano tra questi. Dei centotto invitati aveva contato solo nove furie, tre titani, quattro primordiali e il Duca. Grazie alle sue capacità da mastro la fortuna della sua famiglia aveva avuto un incremento sostanziale. Le sue fabbriche producevano ogni giorno tonnellate di proiettili, tra i quali i nuovissimi ME10-100 a stella. Perfetti per recidere la dura pelle degli Arax o dei traditori dell’Impero.

Mira era una professionista e come tale esigeva che tutti i suoi sottoposti si comportassero con dignità durante le operazioni. Durante la cena, aveva visto più volte Kuria e Kuba sussurrarsi commenti ironici sugli ospiti. E lo steso fu per una primordiale appartenente alla squadra GZ1329.

Quella disgraziata aveva passato tutta la serata a guardare le pietanze sulla tavola con molto desiderio, invece di sorvegliare la sua postazione alla ricerca di possibili pericoli.

Da circa tre anni, i dissidenti delle Ali Libere, avevano dato inizio ad una piccola rivoluzione per le strade della capitale. Il rischio di un attentato a quella festa di gala era quasi nullo. Troppa sorveglianza e pochi bersagli chiave. Ma la disattenzione di quella primordiale era una mancanza che Mira non avrebbe potuto dimenticare. Anche perché un superiore che non segnalava una cosa simile, rischiava di fare una fine peggiore. E poi quella tipa si sarebbe beccata solo un rimprovero.

Ciò che però a Mira non piacque per niente invece, fu Zuzino. Il bruco del Duca. Come la maggior parte delle creature sulla faccia del pianeta dominato dall’Impero, le caratteristiche degli insetti e degli anfibi avevano preso il sopravvento. Alcuni di questi venivano allevati per la carne e il nettare. Altri, quelli selvaggi e pericolosi, venivano combattuti per difendere gli insediamenti ai confini dell’Impero. I più fortunati invece passavano la loro vita in lussuose teche e coccolati dai loro padroni.

Zuzino era una piccola larva da compagnia al suo primo stadio evolutivo. Poggiava il suo piccolo flaccido corpo giallastro su un soffice cuscino tenuto all’altezza della testa del suo padrone da un servitore. Di tanto in tanto il Duca gli offriva qualche boccone dal suo piatto e delle carezze. Non erano i vizzi che infastidivano Mira. Ma la sua posizione sociale. Essendo proprietà affettiva del Duca, quella stupidissima larva da compagnia, apparteneva anche alla sua casta. Il che la rendeva molto più importante di Mira e delle sue compagne.

La ciliegina sulla torta? Un intero set di porcellana terrestre vecchio di cento anni con cui il Duca aveva imbandito la sua tavola. Mira non aveva una gran considerazione per gli esseri umani. Tanto meno per le loro cianfrusaglie. Come molti del suo popolo, degli alieni amava solo le armi e il Reich. Il glorioso impero fondato dagli umani più puri e votato alla salvezza della loro specie. Durante i suoi studi in accademia aveva appreso come Adolf Hitler, il più grande esemplare della sua specie, aveva fondato il Nazismo e guidato il suo popolo alla distruzione di una sottospecie di esseri umani malvagi conosciuti come ebrei. Eppure il grande Reich fu sconfitto dalle orde alleate e comuniste. Mira aveva passato notti intere a chiedersi come sarebbero andate le cose se i nazisti avessero trionfato. Di sicuro gli umani non si sarebbero uniti agli Arax, i quali stranamente si ostinavano ad infangare la reputazione dei nazisti. E cosa ancora più certa, Mira non avrebbe dovuto fare la guardia ad un uomo che invece di fare donazioni all’Ordine, sperperava le sue ricchezze comprando sottobanco merce umana non approvata dal Dipartimento della Censura.

Fortunatamente per lei, alla festa del Duca giunse un ultimo arrivato. Ciò la costrinse a distogliere i suoi pensieri dalla paccottiglia del Duca e dalla sua larva.

La prima cosa che saltò agli occhi di tutti fu l'araldo. L’ospite doveva essere un personaggio importante, visto che disponeva di un suo presentatore personale. Poi si creò un po di tumulto quando le guardie reali fecero il loro ingresso. E quando ella apparve, tutti loro si inchinarono a terra.

-L’Imperatrice e Suprema Sacerdotessa Zarna Virian Zan Zurgon.- Annunciò l’araldo.

La più bella, la più maestosa, la più superba donna del popolo Zarnak fece la sua comparsa nel giardino della tenuta scendendo la scalinata che conduceva alla magione del Duca. Come da tradizione, nessuno osò guardarla in faccia senza il suo consenso. Le guardie della Gioventù, i nobili, la servitù. Tutti loro diventarono uguali all’arrivo di quella donna.

Era una titana elevata molto potente. Fisicamente era molto aggraziata, ma i suoi poteri psichici la rendevano degna della sua fama. Vestiva con un magnifico e regale abito bianco e con se portava sempre il suo lungo scettro bianco. Il tutto si intonava alla purezza della sua pelle. Perché uno dei più importanti simboli di potere e perfezione degli alti membri della religione Zarnak, era la colorazione bianca della pelle. Ciò avveniva solamente tramite arcani e mistici rituali.

L’Imperatrice avanzò con tutta calma verso il Duca, gustandosi di buon grado il rispetto datogli dai suoi sudditi.

-Zoir. Come sempre le tue feste sono degne di essere … visitate.- Affermò l’Imperatrice con tono divertito.

-Voi mi lusingate vostra maestà. A cosa dobbiamo l’onore della vostra presenza?- Chiese il Duca senza alzare la testa.

-Passavo da queste parti e ho pensato di venire a farle i miei complimenti per i suoi recenti successi.-

-Siete sempre la ben venuta in casa mia. Volete unirvi a noi? Stavamo giusto per servire il dessert.-

-Perché no?- Disse l’Imperatrice battendo due volte il suo lungo scettro sul pavimento.

All'udire di quel segnale, tutti tornarono ai loro posti come prima. L’Imperatrice aveva dato il suo permesso. Mira, come molti altri, continuò ad ammirare la donna restando al suo posto. Poi però il Duca le fece segno di avvicinarsi.

-Cosa vorrà?!- Si chiese Mira preoccupata.

Ogni passo che la giovane faceva verso il Duca era anche un passo verso l’Imperatrice. In tutta la sua vita le era stato possibile vederla di persona solo tre volte. Alla parata militare annuale della capitale quando si diplomò all’accademia e ad altre due parate quando prese servizio come addetta alla sicurezza insieme alla sua unita. Solo che in tutte quelle situazioni la distanza tra le due era di almeno tre chilometri. In quel momento invece, l’Imperatrice sedeva vicina al Duca e Mira le si stava avvicinando sempre di più.

-Avete bisogno Duca?- Chiese Mira cercando di rimanere più calma possibile.

-Dammi uno dei tuoi proiettili! Avanti sbrigati!- Le ordinò il Duca senza troppi complimenti.

Subito Mira estrasse la sua ZZ1 e fece scorrere il carrello della pistola d’ordinanza. Il proiettile che ne uscì era uno dell'ultima generazione a stella fornita dalle fabbriche del Duca.

L’uomo lo strappò dalle mani di Mira con rapidità fulminea e lo porse in modo servile all’Imperatrice.

L’Imperatrice se lo portò alla mano con un semplice impulso magnetico. Un trucchetto che anche gli apprendisti elevati sapevano fare. Poi però l’Imperatrice ne separò le varie parti per analizzarle e scoprire ciò che lo rendeva superiore ai vari modelli sul mercato. Polvere di Zajoz altamente infiammabile, ogiva a stella, bossolo e filamento di Zajoz semi solido. La precisa separazione di così tanti piccoli elementi senza alcun errore era il frutto di anni di addestramento.

-Notevole Zoir. Il modo in cui hai impiegato lo Zajoz è ingegnoso.-

-Vi ringrazio vostra maestà. Quando uno di questi penetrerà la pelle dei nostri nemici, l’ogiva ne dilanierà le carni in più punti e lo Zajoz allo stato solido causerà un’esplosione interna.-

Mentre il Duca esponeva nel dettaglio gli effetti della sua nuova creazione, Mira continuò a restare sull’attenti in attesa di nuovi ornino. Quando però i servitori del Duca portarono in tavola il dessert, il suo olfatto la tradì.

Se c’era una cosa alla quale uno Zarnak non poteva resistere, era lo zucchero. Fin dai secoli più antichi questo alimento aveva avuto un ruolo fondamentale nel mercato Zarnak, quasi da diventare una valida moneta per gli scambi tra mercanti. A causa del suo valore nutrizionale, del suo sapore unico e della sua rarità, ad averne accesso erano solo le caste più alte della società Zarnak. Mira, come altri membri dell’esercito, aveva già avuto occasione in passato di potersene saziare, ma mai prima d’ora aveva visto una simile opera d’arte casearia. Per poco non aprì la bocca come una demente dinnanzi a quella fantastica torta guarnita con frutta, zucchero di canna terrestre e tante altre belle cose che in orfanotrofio e in accademia nessuno le aveva mai raccontato.

Ma quando la sua pistola uscii da sola dalla fondina tornò subito alla realtà. Vedendola volteggiare davanti a se rimase temporaneamente confusa. Solo quando il proiettile di prima tornò nell’otturatore come nuovo e la pistola rientrò nella fondina capì che l’Imperatrice in persona si era preoccupata di rifornirle l’arma.

L’Imperatrice e il Duca continuarono a parlare del più e del meno, mentre Mira invece restò pietrificata dopo aver assistito all’atto della sua sovrana. La sua pistola era stata sollevata e ricaricata dalla donna più potente dell’Impero. Per giunta con i suoi stessi poteri. Se si fosse voltata avrebbe sicuramente visto le sue compagne altrettanto stupite e molto più probabilmente invidiose.

BIP BIP. BIP BIP.

Il comunicatore di Mira iniziò ad emettere un segnale. Subito la soldatessa attivò l'apparecchio agganciato al polso del suo braccio destro superiore, il cui proiettore di ologrammi le mostrò un immagine satellitare della zona con un puntino rosso lampeggiante. Il segnale veniva da un sensore di movimento piazzato nel boschetto ai margini della proprietà del Duca. Normalmente in quella zona avrebbero dovuto aggirarsi creature di taglia minuta tipiche di quell’ambiente. Ma quel sensore era stato tarato per rilevare masse superiori ai due metri, e ciò non andava affatto bene.

-Squadra GZ1289 con me.- Ordinò Mira via radio.

Senza alcun indugio, Mira e le sue compagne si diressero verso il boschetto. Anche le altre due squadre della Gioventù Zarnak si misero in marcia passando attraverso i tavoli e attirando l’attenzione dei presenti.

-Dove credete di andare?- Gli chiese il capo della servitù del Duca.

-A fare ciò per cui siamo state addestrate.- Lo informò Mira senza troppe cerimonie.

Arrivata sull’erba del prato che separava il piazzale del ricevimento dal boschetto, Mira iniziò a correre. Come delle predatrici in caccia anche le sue compagne la raggiunsero. Le prima ad arrivare agli alberi furono le primordiali, che correndo a quattro zampe scattarono come dei ghepardi terrestri e in una baleno arrivarono alle cime degli alberi. Kuria, Kuba, Mahaa e Tuh restarono con lei per serrare i ranghi.

Essendo situata al polo sud di Arvian, la capitale dell’Impero era quasi perennemente al buio durante l’anno. Neppure le tre lune che orbitavano sopra di essa potevano illuminarla ad eccezione di alcune rare occasioni. Ma ciò non faceva altro che favorire gli Zarnak. A differenza degli Arax, gli Zarnak erano una specie notturna in grado di cacciare nel buio senza l’ausilio di fonti di luce, cosa che al contrario irritava facilmente le loro pupille. In oltre la temperatura del loro sangue si aggirava intorno ai tre gradi centigradi.

Mira iniziò a rallentare dopo aver visto delle tracce nel boschetto, fino ad arrestarsi definitivamente a trenta metri dal sensore che scattato poco prima.

-Hai visto qualcosa?- Le chiese Mahaa studiando i dintorni attraverso l’ottica del suo fucile anticarro KA20.

Mira però non le rispose. Alzò il pungo facendo segno alle altre due squadre di fermarsi e mettersi a terra. Guardando la base dell’albero più vicino notò che il sensore di movimento era stato aperto. Forse qualcuno lo aveva disattivato, e al loro arrivo era tornato indietro. Allora Mira si ingegnò e con il suo comunicatore inviò un segnale di prova a tutti i sensori. Sulla mappa olografica comparvero centinaia di puntini rossi, ad eccezione di una sottile striscia di vuoto che per qualche strana ragione non mandava alcun segnale.

-Non siamo solo ragazze. Occhio.- Dichiarò Mira.

Un istante dopo i proiettili iniziarono a volare. Le soldatesse si ripararono dietro ai tronchi degli alberi o alle barriere magnetiche dell’elevate. Tuh usò la sua fino a che tutte le sue compagne non furono al riparo.

Mentre Mira iniziò a rispondere alle fuoco con la sua mitraglietta da 9mm, sopra alla sua testa avvenne un’esplosione e subito dopo il corpo smembrato di una primordiale cadde a terra vicino a lei.

-SCENDETE DA QUESTI CAZZO DI ALBERI! SIETE TROPPO ESPOSTE!- Ordinò Mira via radio.

A quel punto Mira fece segno a Kuba di avvicinarsi. Kuba strisciò nella neve e nel fogliame morto fino alla sua caposquadra, che al suo arrivò prese subito il microfono della sua radio da marconista e le fece segno di darle potenza. Kuba usò le sue capacità per alimentare la bobina della radio e aumentarne il segnale. Chiunque tra di loro era capace di usare l’energia del rispettivo nucleo. Solo che le mastre potevano sprigionare una grande potenza, mentre l’elevate potevano sfruttarla in più modi.

-SOTTOTENENTE MIRA A QUARTIER GENERALE! LA VILLA DEL DUCA DI KORNA È SOTTO ATTACCO! POSSIBILE PRESENZA DI RIBELLI! ABBIAMO DIVERSI CIVILI DI SECONDA, TERZA, QUARTA E QUINTA CASTA!C'È ANCHE UNA CIVILE DI PRIMA CASTA! RICHIEDIAMO RINFORZI E IL RECUPERO DEI CIVILI! PASSO!-

Il termine corretto sarebbe stato Casta Reale, ma il protocollo prevedeva di riferirsi ad un membro della famiglia reale con il termine di Prima Casta per radio, dato che il QG della capitale teneva sempre traccia dei membri della famiglia reale. Questo avrebbe impedito a chiunque fosse all’ascolto di scoprire la presenza di un bersaglio così importante e quindi intensificare gli sforzi.

-Ricevuto sottotenente. Cinque minuti ai rinforzi. Trovate e distruggete i ribelli. Passo e chiudo.-

Mira sapeva che il QG le avrebbe ordinato di attaccare, anche senza conoscere le forze dei nemici. Le squadre GZ erano ben addestrate, ma di fronte ad ex combattenti dell’esercito o a civili ben armati il rischio era comunque alto.

-AVANZIAMO A TRIANGOLO! RESPINGIAMOLI FINO ALL’ARRIVO DEI RINFORZI! ELEVATE IN TESTA E BARRIERE ATTIVE. ATTENTE AI LATI!- Ordinò Mira cercando di sovrastare i fischi delle pallottole. -CHE GLI ANTENATI VI PROTEGGANO SORELLE!!!-

Come nelle esercitazione, le tre squadre iniziarono ad avanzare a passo svelto verso i nemici con le elevate in testa a fornire riparo con le barriere magnetiche. Il bello di quella speciale tecnica era che i corpi in arrivo venivano ostacolati, mentre quelli in uscita passavano liberamente. Questo si rivelò molto utile quando le tre squadre raggiunsero i nemici.

Mira si rallegrò nel vedere che i ribelli non erano dei veri combattenti. A parte qualche arma rubata chi sa dove, la loro capacità di attacco era nettamente inferiore a quella della GZ. Solo quando i ribelli spararono con un cannone da 30mm fecero rallentare l’avanzata di Mira e delle sue compagne. La barriera magnetica di una giovane elevata non potevano bloccare più di due colpi di quell’arma.

-Xama! Una delle tue furie non può eliminarlo con un tiro di precisione?!- Chiese Mira riparandosi nuovamente dietro ad un tronco.

Xama ordinò alla tiratrice scelta della sua squadra di freddare i due ribelli al cannone. Con il fuco di copertura coordinato delle sue compagne la cecchina sparò in rapida successione due colpi, uccidendo in meno di tre secondi entrambi i ribelli.

A quel punto l’avanzata riprese come prima e i ribelli furono costretti alla ritirata. Mira crivellò di colpi una ribelle con la sua mitraglietta quando questa provò a raggiungere il cannone per colpire nuovamente le barriere magnetiche. Una mossa tanto inutile quanto azzardata.

Ad un certo punto però, le barriere iniziarono a smaterializzarsi. Le elevate stavano cominciando a perdere le forze.

-ELEVATE A RIPOSO! ASSALTO DI MASSA! PER ZURGON!!!-

-PER ZURGON!!!-

Appena le barriere svanirono definitivamente e le elevate furono al riparo, le soldatesse iniziarono a correre sparando all’impazzata contro i ribelli in fuga. La corsa durò almeno cinque minuti, durante i quali Mira eliminò cinque nemici. Uno lo infilzò perfino con un fendente di coda. Come ogni vero Zarnak che si rispetti, Mira aveva un aculeo osseo ben affilato e pronto alluso.

L’esito della battaglia era ormai chiaro, ma se c’è una cosa che tutti sanno su Arvian, è che il pericolo è dietro ogni angolo.

-FERME! FERME! FERME!!!- Ordinò Mira iniziando ad avvertire uno strano odore.

-Perché?!- Le chiese Xama arrestando la sua squadra.

-No un momento! Non lo sentite anche voi?- Domandò una primordiale dell’altra squadra.

-Oh merda! RITIRATA!!! TORNIAMO TUTTE INDIETRO!!!- Urlò Mira scattando all’indietro.

Le ragazze della Gioventù erano addestrate a rispondere prontamente agli ordini delle loro caposquadra. E così fecero tutte quante non appena capirono di essere finite in una trappola.

Quando Mira raggiunse Tuh ancora affaticata per lo sforzo fatto poco prima, l’ondata di calore la raggiunse quasi ancor prima del lampo di luce. Se non fosse stato per Mahaa si sarebbe sicuramente ustionata.

La titana seppellì entrambe con i suoi duecento chili di peso. Non appena il calore diminuì Mahaa si rimise in piedi e aiutò Mira a scollarsi di dosso la neve.

-Tutto bene?- Le chiese Mahaa.

-Si, anche se un po schiacciata? Tuh?-

L’elevata era rimasta a terra con una smorfia di dolore stampata in faccia. Tra le sue due compagne e il terreno ghiacciato era stata sottoposta ad una potente pressione.

Mira e Mahaa la aiutarono a rialzarsi lentamente e a togliersi le foglie marce dai capelli. Un paio di minuti e sarebbe tornata come nuova. Non si poteva dire lo stesso di tutte le altre ragazze. Almeno tre di loro erano rimaste ustionate gravemente sulla schiena e una era svenuta a terra.

Intanto il lungo muro di fuco causato dai ribelli stava divorando il bosco e illuminando i dintorni con quella sua potente luce. Le soldatesse furono costrette a mettersi gli occhiali con le lenti scure.

-Hanno sparso la zona del Gullex.- Spiegò Kuria. -Pericoloso ma efficace.-

-L’IMPERO REGNA!!!- Esultò sua sorella Kuba.

-Hai capito ribelle di merda? Noi regniamo. Voi morite.- Disse l’unica mastra presente infilzando la baionetta della sua carabina nel cadavere di un ribelle morto.

-Ci servono un medico qui!- Fece notare una furia coprendo le ustioni della sua compagna con della neve.

Delle grandi ombre sfrecciarono in mezzo alle ragazze fin dentro alle fiamme. Mira e le sue compagne non riuscirono a vederle chiaramente. Ciò nonostante, tutte loro capirono subito di chi si trattasse.

-Guardie Nere.- Affermò una primordiale eccitata.

-Per gli Antenati. Il Gullex a quattrocento gradi non gli fa niente.- Fece notare stupita Mahaa.

-Quei ribelli hanno i minuti contati.- Scherzò la primordiale.

-Perlustrate la zona e attendete i rinforzi.- Ordinò Mira. -Io trono indietro a controllare che non abbiamo perso pezzi.-

Mentre le sue compagne iniziarono ad aggirare le potenti fiamme, Mira ritornò da sola verso la villa del Duca. Lungo la strada si assicurò che tutti i ribelli a terra fossero morti o incapaci di resistere. Nessuno di quei corpi sembrava ancora capace di respirare.

Arrivata a pochi metri da dove i ribelli avevano aperto il fuoco contro di loro però, vide l’impossibile. L’Imperatrice Zarna stava passeggiando tra gli alberi come se quello fosse un tranquillo parco pubblico. Mira rimase nuovamente di stucco vedendola di persona e senza alcuna scorta in quella zona.

L’imperatrice usò il suo lungo scettro per spostare il cadavere di un ribelle da quello di un altro che, se pur gravemente ferito, era ancora vivo. Mentre tutto ciò accadeva, Mira si accorse con la coda dell’occhio di un movimento a circa venti metri dall’Imperatrice. Spostando lo sguardo vide un primordiale ribelle prepararsi a scattare.

Allora la ragazza provò a sparare, ma la sua arma si inceppò proprio in quel momento. La neve non era un tocca sana per le armi da fuoco. Con tutta l’energia sprigionata dal nucleo nel suo cuore Mira scattò verso l’Imperatrice come mai prima di allora aveva fatto. Neppure come nel giorno degli esami finali in accademia.

Nel frattempo, il ribelle aveva iniziato il suo scatto fulmineo verso Zarna. Lei non lo aveva ancora visto, mentre Mira stava già intravedendo i suoi artigli agguantare il terreno per fargli prendere più velocità.

-MIA SIGNORA!!!- Urlò Mira disperata.

A quel punto l’Imperatrice alzò lo sguardo verso Mira, ancora inconsapevole del pericolo. Accortosi di Mira, il primordiale accelerò ulteriormente la sua corsa fino ad ottenere lo slancio sufficiente a poter spiccare un lungo salto. Quando Mira intuì quale fosse il suo bersaglio, la soldatessa spiccò un altrettanto potente salto verso la stessa traiettoria del primordiale. Fino a quel momento Mira non ci era mai riuscita, ma per qualche assurdo miracolo, riuscì a sprigionare un energia magnetica dai suoi piedi abbastanza potente da incrementare la forza del suo lancio e raggiungere il primordiale quando i suoi artigli arrivarono a pochi ceni metri dalla gola dell’Imperatrice.

Zara riuscì soltanto a vedere la giovane Mira sferrare una potente ginocchiata alla testa del primordiale e scagliare questo alle sue spalle. Mira fu abbastanza veloce da usare il ribelle per impattare al suolo e scivolare sulla neve. Il ribelle non ebbe il tempo di maledirla, vista la potente commozione cerebrale e i venticinque colpì di pistola ZZ1 che Mira gli sparò piantando la canna dell’arma nello steso punto dove il suo ginocchio aveva colpito.

Quando il caricatore fu vuoto, Mira si rialzò coperta di croste di sangue Zarnak ghiacciatosi istantaneamente e schegge di materia cerebrale. I proiettili del Duca erano davvero potenti.

Voltandosi, vide l’Imperatrice con un’espressione che di rado compariva sul suo viso. Stupore. Anche poco chiara.

I gemiti di dolore del ribelle trovato dall’Imperatrice richiamarono subito Mira al dovere. Ricaricando la sua arma da fianco aggirò l’Imperatrice e si stagliò davanti al ribelle. Era un ragazzo. Probabilmente aveva la sua stessa età.

-Nel nome dell’Ordine Imperiale ti dichiaro in arresto per tentata strage e atti rivoluzionari.-

-Affinché voi e vostra grazia lo sappiano, tutto questo lo abbiamo fatto solo perché ci serviva del cibo. Non volevamo fare del male a nessuno. Avremmo aspettato che la festa finisse e poi ci saremmo intrufolati nelle cucine per prendere del cibo.-

Mira ebbe un attimo di esitazione. Ma durante i suoi anni di addestramento le era stato insegnato a non farsi abbindolare dalle menzogne di un nemico sconfitto.

-A breve verrai portato in un centro di detenzione per essere medicato e …-

L’Imperatrice interruppe Mira mentendole il suo scettro davanti alla faccia, invitandola cortesemente a tacere.

-Dimmi figlio mio. Perché hai osato offendere la tua Imperatrice con un simile gesto? Perché hai sprecato la tua esistenza in una causa persa contro una forza invincibile? Perché ti sei … ribellato?-

Il tono dell’Imperatrice era quello di una donna addolorata. Quasi come se quel giovane fosse veramente uno dei suoi figli. Mira quasi si commosse.

-Ve l’ho già detto. E tanto per essere chiari, voi non site la mia imperatrice. E io non sono vostro figlio. Io sono libero.- Le rispose sincero il ragazzo.

Mira rimase un pizzico sconvolta dall’arroganza del ribelle.

-Libero? E da cosa?- Gli chiese l’Imperatrice. -Dall’essere parte del più grande impero che l’universo potrà mai vedere? Dall’essere amato e rispettato da tutti i tuoi simili? Dal servire umilmente le caste più pure della nostra specie?-

-Io sono libero dall’ignoranza delle masse. Io sono libero dall’oscuro velo con cui voi tiranni ci accecate. Io sono libero dal dominio dell’Ordine.-

Dicendo queste parole, il ribelle estrasse dalla su fondina un Multi-Gear. Prima della fine della guerra e l’arrivo degli umani, i Multi-Gear erano l’apice della nano ingegneria Zarnak. Tramite dei lievi impulsi magnetici al manico fisso, l'utilizzatore poteva ottenere qualsiasi tipo di attrezzo. Dal più comune martello fino al più elaborato cricchetto. Normalmente lo usavano gli ingegneri che se ne potevano permettere uno o i migliori genieri dell’esercito, ma trovarlo nelle mani di un giovane ribelle non era impossibile. Ovunque lo avesse trovato, quell’aggeggio doveva averlo già aiutato in un infinità di modi.

L’ultima forma che gli fece prendere, fu il martello dalla seconda punta a forma di piccone. Il simbolo dei ribelli.

-Ne deduco che tu preferisca morire qui invece che sul patibolo.- Disse l’Imperatrice addolorata.

-Voi e la vostra famiglia cadrete nell’oblio. É una promessa Strega Nera.- Le rispose il ragazzo con rabbia.

Mira ebbe quasi un colpo udendo quell’insulto. Prima della sua unione con l’Imperatore, quello della Strega Nera era divenuto il suo soprannome. Dopo la sua incoronazione e la sua nomina a Sacerdotessa Suprema, solo a pochi venne consentito di chiamarla in quel modo. Normalmente parenti e amici fidati o agli alti membri del culto degli Antichi. Tutti gli altri invece, o erano stati dei semplici sbadati, o avversari desiderosi di sfidarla. In entrambi i casi, nessuno era sopravvissuto.

Neppure in quell’occasione l’Imperatrice apprezzò la cosa. Specialmente quando ad averla insultata era stato un insignificante ed impertinente ribelle.

Pur avendo un ottimo autocontrollo, l’Imperatrice si fece prendere leggermente dall’emozioni. L’energia magnetica generata dal suo nucleo fu talmente fuori controllo che Mira riuscì a percepirne dei lievi pichi di potenza e come se ciò non bastasse, la temperatura dell’aria calò ulteriormente. Ciò che però la sua imperatrice non riuscì a tenere per niente sotto controllo, fu la colorazione della pelle intorno agli occhi. Due occhi violacei freddi come il ghiaccio circondati da una pigmentazione nera. Nera come la notte più oscuro. Nera come la pelle dei guerrieri Zarnak più pericolosi. La Strega Nera stava risorgendo.

Poi l’Imperatrice alzò il suo scettro al cielo e con un potente e preciso fendente, colpì il ribelle. Il ragazzo però non venne infilzato. Semplicemente si polverizzò. Accumulando i suoi poteri nello scettro, l’Imperatrice aveva utilizzato una tra le più temute e micidiale tecniche di combattimento Zarnak. La separazione atomica.

Tutto ciò che del ribelle rimase, fu il suo Multi-Gear e una sottilissima polvere che una potente ventata di vento disperse nel bosco. Probabilmente anche quella generata dai poteri dell’Imperatrice.

Mira restò ferma a guardare la donna mentre questa tornava calma e composta come sempre. La pelle intorno agli occhi tornò bianca e candida come la neve, mentre il suo nucleo cessò di generare energia magnetica a tutto spiano e l’aria di raffreddarsi.

Poi l’Imperatrice fece un profondo respiro e voltandosi verso la giovane soldatessa le sorrise compiaciuta. Mira non sapeva cosa fare. La sua imperatrice le stava sorridendo e lei invece era ancora sporca di sangue.

L’Imperatrice si chinò a raccogliere con la sua grande mano il Multi-Gear dell’ormai deceduto ribelle e prima di porgerglielo, le passò l’altra sopra la testa sprigionando una lieve forza magnetica che le ripulì il volto e l’uniforme dal sangue della sua ultima vittima. Ciò le lasciò un bizzarro ciuffo sul lato sinistro della frangia.

-Questo sarà un nuovo inizio per te.- Le disse l’Imperatrice poco prima di ritornare alla villa.

Per un attimo Mira credette di aver sognato. Aveva salvato l’Imperatrice da un attentato, assistito ad una sua esecuzione e ricevuto un dono. Con tanto di pulizia del viso.

-Mira?- La chiamò qualcuno tra gli alberi.

Mira si voltò e con sorpresa trovò Kuba e Kuria. Le due erano più stupite di lei.

-L’Imperatrice? Ti ha toccata?- Le chiese Kuria sconvolta.

 

 

26 E.W./Ore 12:06/Zera

Quinto distretto/Caserma GZ

 

-Per l’ultima volta. Smettetela di TOCCARMI i capelli!-

Mira e le sue compagne erano tornate in caserma dopo aver lasciato la villa e compilato tutte le scartoffie inerenti all’attacco dei ribelli. La loro supervisore aveva voluto anche scambiare un paio di chicchere con Mira riguardo al suo incontro con l’Imperatrice. Ovviamente non sarebbe stata l’ultima con cui Mira avrebbe dovuto parlare. La notizia del suo incontro avrebbe fatto il giro del dormitorio ancora prima di pranzo e degli agenti della ZneZnaZ, la Polizia Segreta dell’Ordine. Anche loro sarebbero passati a fare quattro chicchere.

Mira però era stanca e le sue compagne non smettevano di assillarla con le domande più assurde.

-Ti ha toccata o ti ha solo sfiorata?-

-Hai davvero ucciso un ribelle che voleva aggredirla?-

-Lo smalto delle sue unghie era Nero Bash o Nero Fazk?-

Lei però aveva smesso di rispondere da almeno mezz’ora. Anche quando le vennero offerti degli zibbar per il bagno o la cena si rifiutò.

Quando finalmente Kuba, Kuria e Mahaa uscirono dal bagno, Mira restò sola con Tuh intenta a pettinarsi i capelli allo specchio sul lavandino. L’elevata era l’unica con cui Mira andava perfettamente d’accordo. Avendo fatto il sacro voto del silenzio come molte sue simili, per Tuh era impossibile porre domande assillanti o formulare frasi.

-Questo affare è fantastico.- Disse Mira grattandosi gli artigli con la paglietta metallica creata con il Multi-Gear.

Tuh però richiamò la sua attenzione con una piccola ma potente sfera magnetica diretta alla sua spalla.

-Hey?! Che ti prende?!- Le chiese Mira offesa.

-La nostra sovrana ti ha fatto un simile dono e tu lo usi in questo modo?- Le chiese Tuh con la lingua dei segni Zarnak.

-È un Multi-Gear. Serve a fare di tutto.-

-Si, ma potresti usarlo per cose più importanti?-

-Per esempio?-

-Potresti darlo a me. Io troverei sicuramente un valido utilizzo.- Scherzò Tuh sorridendo.

-Se credi che ti lascerò questo bel giocattolo perché tu possa metterlo su un altare a prendere la polvere ti sbagli di grosso sorella.-

Mira sapeva che Tuh voleva più di tutte loro quel dono. Come aspirante sacerdotessa e fervente credente della religione Zarnak, quel semplice Multi-Gear rappresentava quasi una reliquia per lei. E solo perché l’Imperatrice l’aveva toccato.

Rassegnata Tuh abbandonò il bagno. Mira invece modificò la forma del Multi-Gear ottenendo un pettine con il quale si ripettinò il ciuffo che l’Imperatrice le aveva fatto ripulendola dal sangue.

-A me sembra un corno storto.- Gesticolò Tuh poco prima di chiudersi la porta alle spalle.

-Domani sera lo avranno tutte qui dentro.-

Dopo essersi asciugata e vestita per la notte, Mira pagò l’acqua della sua vasca da bagno passando la carta identificativa sul lettore della stanza, più un paio di gocce di gel per irrigidirsi il ciuffo. Il tutto le venne a costare millecento zibbar. Dopo di che anche lei uscì per cenare.

La loro squadra ospitava anche Bivif, una giovane inserviente assegnata alla loro caserma. Appartenendo alla seconda casta, Bivif 2/12/228 non era una privilegiata nella società Zarnak. Non aveva ricevuto un’istruzione pari a quella di Mira, ne altrettanti privilegi. Tutto ciò che sapeva era un pizzico di cultura generale e fare le pulizie. Bastava anche solo guardarla per capire che non apparteneva all'alite dell’Impero. Coda corta, statura minuta, prestazione fisica scarsa e specialmente pelle grigio chiara. Praticamente l’esatto opposto di un soldato delle forze speciali. Ed essendo nata anche lei in orfanotrofio le sue caratteristiche fisiche l’avevano condannata alla penultima delle caste. Un destino abbastanza comune per tutti coloro che prima di nascere venivano abbandonati dai loro genitori per le più svariate ragioni.

Da quando però alcune ragazze delle altre squadre avevano iniziato a maltrattarla Mira e le sue compagne le avevano permesso di vivere e mangiare da loro. In cambio preparava loro la cena e puliva scrupolosamente la camerata.

-Pasticcio con pezzi di shunk da 5/6/7.- Annunciò Bivif.

Quella delle razioni era una delle leggi più importanti e al tempo stesso criticate della società Zarnak. Per evitare carestie o altri tipi di crisi l’Ordine aveva imposto da decenni una legge che dava ad ogni casta accesso ad un determinato tipo di piatti. A prescindere dal denaro nessuno poteva comprare piatti riservati a caste superiori. Alcuni vedevano questo come un atto di discriminazione, mentre altri lo consideravano uno tra i più importanti fondamenti dell’Impero.

-Salviamo un branco di ricconi da dei terroristi e i capi ci rifilano questo schifo.- Si lamentò Mahaa.

Le 5/6/7 erano razioni riservate alla quinta casta e a quelle superiori, il cui gusto in una scala sempre da uno a dieci aveva ricevuto un voto pari a sei e di cui i valori nutrizionali valevano sette. In pratica una cena nutriente ma non troppo gustosa.

-Il cibo non va giudicato. Va gustato.- Gesticolò Tuh recitando un messaggio propagandistico dell’Ordine.

-Fingo di non aver capito.- Le rispose Mahaa.

-Mi dispiace ma a parte un pasticcio non c’erano altre opzioni valide.- Si scusò Bivif. -Domani ci arrivano altre razioni. Se trovo la carne per la quinta casta vi preparerò uno spezzatino.-

Non a tutte loro piaceva quello che di solito veniva fornito dalle alte sfere. Anche Mira si sarebbe aspettata una cena più consistente. Ma come a tutte loro era stato insegnato fin dai primi giorni in orfanotrofio, bisognava mangiare e basta.

Quando tutti i piatti furono riempiti, le sei ragazze unirono le mani formando il simbolo della loro religione.

-Lode a voi nostri antenati. Voi che avete eretto l’Impero e che ci avete dato l’Ordine.- Pregò Mira a voce alta. -Voi che ogni giorno ci guidate e ci proteggete. Voi che ogni sera accogliete i nostri camerati caduti in battaglia. Lode a voi nostri antenati.-

-Lode agli antenati.- Ripeterono le altre in coro.

Terminata la preghiera le ragazze presero ognuna una bustina dal cestino degli aromi in centro al tavolo. Gli aromi erano delle sostanze con le quali chiunque poteva insaporire e condire i propri piatti. Un gentile omaggio dell’Ordine per placare gli animi delle caste più basse.

Il pasticcio che Bivif aveva cucinato non era poi tanto male. Tutto l’esatto opposto della sua cena. Bivif si era dovuta accontentare di un insalata pronta da 2/5/5 e una bustina di aroma all’olio vegetale. Di solito le razioni riservate alla prima e alla seconda casta erano piatti già pronti fatti con ingredienti economici, quindi la giovane inservienti era spesso costretta ad accontentarsi di quello che le capitava ad ogni pasto.

-Vuoi un po del mio?- Le chiese Kuria offrendole metà del pasticcio.

-No tranquilla. Sei tu quella che combatte. Sei tu quella che ha bisogno di energia.-

-Mangia tutto e non lasciare avanzi cuore d’oro.- Scherzò Mira intuendo che la vera intenzione di Kuria era disfarsi del pasto poco appetitoso.

La giovane furia riprese a mangiare imbronciata, ma per lo meno Mira non fu costretta a ripetersi.

Durante la cena le ragazze guardarono I. I era l’unico canale approvato dall’Ordine. Nell’arco della giornata venivano trasmessi notiziari e altri tipi di programmi ideati, sponsorizzati e naturalmente approvati dall’Ordine. Tutto l’esatto opposto della televisione Arax , le cui varietà di programmi e i loro argomenti non erano visti di buon occhio dagli Zarnak.

A quell’ora su I veniva trasmesso il notiziario serale. Il cronista stava annunciando le previsioni sui raccolti di fine anno. Poco importava a Mira e alle sue compagne. Se volevano che le loro razioni migliorassero, dovevano far carriera combattendo infinite battaglie o sposare dei maschi appartenenti a caste superiori. Così voleva la legge.

-Non prendi dell’aroma Kuba?- Chiese Bivif.

-Stasera passo.-

-Ma c’è quello all’estratto di gormen. Il tuo preferito.-

-Una mastra in palestra mi ha detto che gli aromi non sono buoni.- Spiegò Kuba a bassa voce.

-E allora a cosa servono?- Scherzò Mahaa.

-Non in quel senso. Stanno girando un sacco voci sulle fabbriche degli aromi. Tipo che il governo usa sostanze chimiche invece di prodotti agricoli.-

-In nome degli Antenati Kuba non farti neanche sentire!- Le ordinò Mira contrariata. -Vuoi che il ZneZnaZ ti scambi per una ribelle?-

-Già queste cazzate le avrà inventate qualche ribelle bastardo.- Le fece notare Mahaa.

-E poi noi non dubitiamo della qualità del nostro cibo.- Affermò Bivif spaventata. -Noi ne gustiamo ogni boccone.-

La giovane inserviente addentò una forchettata della sua insalata guardandosi attorno freneticamente. Anche le altre temevano che nella loro camerata fossero state messe delle microspie. Era così che l’Ordine aveva sventato la nascita di numerosi gruppi di ribelli.

La cena continuò in silenzio, senza che nessuno dicesse altro. Solo quando lo schermo del televisore ebbe qualche problema Kuria si offrì volontaria per assestargli un paio di colpetti.

Terminata la cena le soldatesse offrirono il loro aiuto a Bivif per sparecchiare la tavola. Dopo di che, la loro serata si concluse con una mezz’oretta passata a guardare Z-QUIZ. Una delle poche cose create dagli umani e poi impiegate su vasta scala anche dall’Impero furono i quiz televisivi. O meglio, il quiz. Z-Quiz era l’unico programma offerto da I in cui un qualsiasi cittadino dell’Impero, solitamente di bassa casta, poteva partecipare, rispondere alle domande e vincere degli zibbar .

Quella sera però le ragazze erano stanche, e il fortunato concorrente era una frana. Quando il presentatore gli chiese quale fu la prima regione dell’Impero a ribellarsi e a dichiarare la sua indipendenza non seppe neppure cosa rispondere.

-Dai. Tutte a letto ora.- Ordinò Mira.

-Ma non abbiamo neppure sentito le domande tecniche.- Protestò Kuba.

-Oh detto a letto.- Ripete Mira senza apparire più minacciosa.

Le sue compagne avrebbero voluto protestare, ma non lo fecero. Non era la prima volta che accadeva, ma come caposquadra Mira doveva assicurare anche la salute e la piena operatività delle sue sottoposte. Tutte loro sapevano cosa poteva accadere se la direttrice della loro caserma si fosse accorta della minima mancanza di lucidità.

Dopo essersi assicurata che tutte fossero nelle rispettive stanze, Mira si recò nella sua con Bivif. Perché un’inserviente potesse dormire con una squadra invece che nella cuccetta assegnata essa doveva dormire in camera con la caposquadra, sotto stretta sorveglianza e mai nello stesso letto. Le leggi imperiali proibivano tassativamente i rapporti tra persone dello stesso sesso. Certo non c’era nulla di oltraggioso nell’offrire un pizzico di affetto ad una sorella di casta inferiore, ma la direttrice era contraria anche alla più minima dimostrazione di affatto verso le caste più basse. Ed era sempre lei a scrivere le lettere di raccomandazione per le soldatesse migliori che al termine della loro ferma nella Gioventù Zarnak passavano ai migliori corpi dell’Ordine.

Mira aveva violato quell’ultima regola due volte nelle prime notti in cui Bivif aveva trovato rifugio da loro. La paura di beccarsi una bastonata nel bel mezzo della notte da qualche soldatessa amante degli scherzi sadici le aveva reso quasi impossibile prendere sonno. Ma con il passare del tempo l’inserviente iniziò ad abituarsi alla sua nuova sistemazione e Mira fu contenta di doversi sorbire soltanto le sue preghiere serali. Cose come ricevere un’assegnazione migliore o l’approvazione dell’Ordine per il trasferimento in una di quelle belle fattorie dove molte altre sue simili lavoravano in santa pace.

Mira non amava disturbare gli Antenati con i suoi problemi, ma d’altro canto non poteva biasimare la povera Bivif. Tra proteggere l’Impero e pulire i cessi delle caserme c’era una bella differenza.

-Buon riposo Mira.- Disse Bivif coricandosi sotto la sua coperta.

-Buon riposo Bivif.-

Pur essendo molto provata per lo scontro avvenuto poche ore prima, Mira ci mise molto ad addormentarsi. Salvo inconvenienti, la mattina seguente Mira avrebbe ricevuto un’importante lettera che da molti giorni aveva atteso con ansia.

 

 

26 E.W./Ore 19:22/Zera

Quinto distretto/Caserma GZ/Mensa

 

Le soldatesse e i soldati della GZ vivevano in dormitori separati e con regole diverse, ma quella della colazione e del pranzo in comune era la stessa per tutti.

Mira stava sorseggiando il suo caffè seduta ad uno dei lunghi tavoli della mensa. Sulla sua panca c’erano altre due soldatesse della sua stessa età ma appartenenti ad altre due squadre. Tuh e Mahaa dovevano ancora arrivare, mentre Kuria e Kuba si erano recate allo spaccio per fare delle compere. Solo Bivif si trovava in mensa con Mira. Come molte altre inservienti Bivif si svegliava tutti i giorni alle sei per preparare le razioni della mensa o svolgere altre mansioni.

Dopo aver usato la tagliente punta della sua coda per aprire la busta, Mira iniziò a leggere la lettera attesa da tanto e ricevuta pochi minuti prima.

-Sottotenente Mira 5/5/5, nonostante le sue referenze e il suo encomiabile servizio, siamo spiacenti di informarla che …-

Mira non continuo al leggere. Rimise la lettera nella busta e rassegnata l’appoggio sul tavolo. Quella era la settima lettera che Mira riceveva dagli uffici dell’Ordine in richiesta di un trasferimento all’accademia per ufficiali. Certo le cose per lei non andavano male, ma aspirare ad un avanzamento di carriera non era un reato. Ormai però si era arresa. Per una della sua casta sperare di fare carriera in fretta era quasi impensabile. Avrebbe dovuto passare altri tre anni a fare la guardia del corpo, guidare la sua squadra e sperare di non fare qualche errore fatale.

Per distrarsi dall’ennesima delusione si guardò attorno alla ricerca di qualsiasi cosa potesse sembrarle interessante. Tuh si era messa in fila per ricevere la sua razione mattutina. Delle novelline appena uscite dall’accademia si dilettavano a spiare la mensa maschile nell'edifico vicino dalle vetrate rischiando di ricevere un richiamo da una delle sorveglianti o una sonora serie di bacchettate sulla coda dalla direttrice. La furia seduta alla sua destra stava studiando un libro sulle tecniche di combattimento corpo a corpo. E le due primordiali, di un anno più giovani, sedute davanti a lei stavano tirando pezzi di razione alla povera Bivif che passando li vicino con il carrello dei vassoi sporchi si era messa a fare la giocoliera cercando di non far cadere a terra i pezzi di cibo tirati dalle sue aguzzine. Per un breve attimo Mira si vide nei panni di Bivif. Esclusa e discriminata da dei simpaticoni più in alto di lei nella gerarchia dell’Impero.

Infuriata come poche volte accadeva, Mira gratto il bordo metallico del tavolo con la punta della coda, generando un lieve e acuto stridio che attirò immediatamente l’attenzione delle due primordiali. Inizialmente non capirono perché Mira lo avesse fatto. Poi, ricordandosi che il regolamento vietava tali comportamenti e che Mira era una loro superiore, smisero di tormentare Bivif e intimorite abbassarono la testa cercando di distogliere lo sguardo da quello di Mira.

L’inserviente fece un cenno di ringraziamento a Mira e senza dire una parola riprese le sue mansioni.

-Beh, per lo più la tua vita ha uno scopo.- Pensò Mira.

Poi dal nulla si udirono le porte della mensa aprirsi di colpo e sbattere contro le pareti. Tutte si voltarono di scatto temendo l’arrivo della direttrice, la quale infatti entrò in mensa, ma preceduta da un’enorme figura minacciosa. Un ufficiale della ZneZnaZ.

-Forse non mi sono spiegata bene, ma l’accesso a questa struttura è riservata alle sole donne.- Protestò la direttrice camminando a passo svelto dietro all’agente. -Le ricordo che a darmi il comando di questa caserma è stato il Generale Zunnok Scarten in persona.-

-E io le ricordo che sto eseguendo gli ordini dell’Imperatrice in persona, alla quale il Generale Zunnok Scarten risponde.-

L’ufficiale si guardò attorno irritato. La direttrice doveva averlo assillato dal suo arrivo alla caserma. Poi vide Mira in mezzo alla mensa e senza badare ulteriormente la direttrice si diresse con passo minaccioso verso la soldatessa.

-Sei tu il sottotenente Mira 5/5/5 della squadra GZ1289?- Chiese con tono più calmo ma sempre autorevole.

-Si.- Gli rispose Mira.

Udendo la conferma di Mira, le due ragazze sedute vicine a lei scivolarono silenziosamente lontano da Mira e dallo sguardo dell’ufficiale. Nessuna di loro voleva avere guai con la ZneZnaZ.

-Ieri sera hai protetto la nostra sovrana da un furioso ribelle durante un’attentato alla villa del Duca di Korna?-

-Si.-

Ovviamente la risposta di Mira generò un certo scalpore tra le ragazze in mensa, al quale la direttrice mise subito fine battendo due volte la sua famigerata bacchetta sul pavimento.

-Allora fai le valige e preparati al tuo trasferimento sottotenente.-

-Trasferimento per dove?- Chiese Mira con il cuore in gola.

-Al Palazzo Imperiale naturalmente.-

   
 
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