Non era mai più risuccesso che lui e Cheelai facessero insieme..quello che avevano fatto quella notte.

Lui l'avrebbe tanto desiderato, ma lei sembrava indisposta, un pò fredda, e scontrosa ultimamente.

Aveva fatto qualcosa di male? Non voleva far arrabbiare quella donnina per cui provava tantissime emozioni diverse.
Quell'essere così meraviglioso.

Erano passate quasi tre settimane e i dialoghi con la ragazza si erano rarefatti.

Un giorno decise di affrontarla e di chiedere se ci fosse qualcosa che non andasse.

Passava molte ore da sola a pensare ed a fissare il vuoto.

Si teneva sempre la pancia con le mani.

Forse stava male.

C'era davvero il pericolo che stesse male.

E lui ci stava pensando solo ora.

Quel giorno in cui decise di avvicinarsi lei era seduta con una tazza di cioccolata calda in mano davanti ad un precipizio, da sola.

Lemo era andato a farsi un giro.


Broly preparò un attimo il discorso.

O almeno ci provò. E il suo cervello non produsse niente.

Sapeva solo come avrebbe cominciato la conversazione.

Andò da lei, più o meno deciso.


".."

Cheelai si era accorta della sua presenza.
Difficile non sentire i suoi passi.

"Ch-Cheelai"chiamò lui.
"Te-tesoro"

Tesoro? Come lo chiamava sempre lei.

Cheelai sorrise sotto i baffi, ma poi tornò alle sue preoccupazioni.

Broly si sedette accanto a lei preparandosi a parlare. Non sapeva parlare.

"Sei arrabbiata con me?"

Domanda di un bambino alla mamma col broncio.

"Io..non proprio"

Come confondere un uomo già abbastanza confuso di suo.

"Sono più arrabbiata con me stessa"

Bingo. Ecco che l'ultimo neurone maschile si suicida.

"Cosa vuoi dire?"

"Oh niente"

Come parlare di aria con il vento.

"St-stai male?"chiese.
"Ti vedo sempre che ti tieni la pancia con le mani"

Cheelai si voltò verso il sayan. Lo guardò negli occhi ed era sinceramente preoccupato, seppur solo un filo.

Che avesse davvero capito cosa stesse succedendo?

"Hai mal di pancia? Forse ti è venuta un'intossicazione alimentare?"

Eh no, non aveva collegato "bambini" con "tenersi la pancia" con "notte di fuoco insieme". Vane speranze.
Ma dopotutto non era colpa sua.

"Per ora no"

Broly si mise a pensare.

"E allora perché ti tieni la pancia?"pensò. Ma non lo disse.

Si avvicinò con il naso alla pancia di Cheelai, per esaminarla come un esperto dottore.

La toccò con un dito, per poi toccarla di nuovo, più forte.
Cheelai si infastidì.

"Stai attento!!"esclamò stizzita, per poi alzarsi di colpo, brandendosi il grembo.

"Non..non fare così, mi fai male"

Era tutto molto strano.

Durante quella notte le aveva toccato tutto il corpo in modi diversi e molto fantasiosi, e ora si lamentava perché le stava sfiorando la pancia.

In realtà non le aveva fatto davvero male.

Ma non si sapeva mai fin dove poteva arrivare la forza di Broly. Chi lo sa se quei colpetti non facessero male al bambino.

Ebbene Cheelai era incinta, ma non estremamente entusiasta di esserlo.

Seppur le venisse quasi spontaneo preoccuparsi per quella cosina minuscola dentro di sé.

"Io..devo dirti una cosa, Broly"

"Dimmi"disse, finalmente speranzoso di ricevere informazioni vere e utili.

"Io..diventerò presto mamma"

Il cuore di Broly si riempì di gioia.

Allora era vero. Era successo.

Sarebbe diventato padre come pensava.

Un padre come suo padre.

Un sorriso si aprì sul suo volto.

"Vieni qui. Non sei felice?"le chiese, fuori di sé dalla gioia.

Cheelai si avvicinò, e lui la abbracciò.

Lei rispose fredda all'abbraccio.

"Amore mio, grazie"le disse lasciando scendere una lacrima sulla sua guancia.

Quella reazione era del tutto spontanea e non da lui. Ma andava bene così.

Cheelai scoppiò in un pianto.

"Broly, non ti merito"disse, coprendosi gli occhi con le mani, per poi saltargli addosso, e stringergli il collo.

"E nemmeno questo bambino merita una madre come me"

Broly era confuso.

"Una madre come te? Sarai la migliore madre che potrebbe volere"

"La migliore...? Oh Broly. Tu non lo sai"disse lei, staccandosi dal suo abbraccio.

"La mia razza spesso abbandona i propri piccoli, perché essi sono capaci di arrangiarsi da soli alla nascita. Ma questo piccolo..forse non lo sarà, e io non so se sono capace di fare la mamma sayan"

Broly rimuginò su quell'espressione. Mamma sayan. Rimuginò sulla sua infanzia senza mamma.

Rimuginò su molte cose.
Pensò a suo padre Paragas.

Pensò a sé stesso. Lui non vedeva l'ora di fare il padre, come il suo.

E conosceva Cheelai. Era un essere affettuoso e dolce.

Forse non aveva nessun istinto genitoriale.

Ma nemmeno i padri sayan dovrebbero averlo.
Eppure eccolo lì, lui. Cresciuto dal suo.

Eccolo lì, pronto a ripercorrere le sue stesse orme.

Guardava Cheelai e vedeva una madre certamente meravigliosa.

Ma qualunque problema ci fosse stato, lui non l'avrebbe abbandonata, né lei né il piccolo.

"Bene. Tu sarai la prima madre presente della tua specie" disse lui, deciso.


Situazione bizzarra. Un padre che vuole fare il padre ed una madre titubante.

"Vorrei, ma.."disse lei, guardandosi la pancia.

Dopotutto però aveva detto che "spesso" le madri della sua specie abbandonavano i figli.

C'erano state delle (rare) matte che avevano cresciuto i figli. Ebbene chissà. Magari lei era una di quelle matte.

Ci sperava e sperandoci, guardava quel pancino con più dolcezza nel cuore e quella dolcezza cresceva l'amore che aveva per lui..o lei.

"Bene. Allora comincia a scegliere un nome"

Broly si fece serio.

"Pensavo fosse chiaro che si sarebbe chiamato Paragas"

Cheelai assunse l'espressione da mamma gorilla a cui vogliono rifilare un nome schifosissimo per il proprio bambino.

"Dovrai prima passare sul mio cadavere"