Fandom:
Kaizoku
Sentai Gokaiger
Rating: Verde
Personaggi/Pairing: GokaigerPolyShip, OT6, Gokaiger Team
Tipologia: One-shot
Genere: Sentimentale, Romantico
Avvertimenti: Polyship, OT6, Femslash, slash
Note: Missing moment
(Post-Super Sentai Strongest Battle)
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto
ciò che deriva dalla
trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi
appartengono.
…E
NOI SIAMO ANCORA QUA
"Mou,
Marvelous! Quanto ci hai messo?"
Seduta
con la schiena contro quello che restava di un muro, Luka fissava il
proprio Capitano
esasperata mentre questi ansimava dopo aver corso dal campo di
battaglia fino
alla stanza della gemma.
Marvelous
sembrava aver visto giornate migliori, era pallido in viso e aveva
varie
lesioni su gran parte della pelle visibile mentre gli abiti che
indossava
sembravano essere passati attraverso un tritacarne; ciononostante, la
sua
priorità era stata lei e non sapeva se ridere per
l’atteggiamento pateticamente
dolce del proprio capo o se commuoversi per la dedizione che aveva
dimostrato nei
propri confronti.
Dopotutto,
non solo aveva affrontato una serie pressoché infinita di
combattimenti, era
rimasto ferito, aveva rischiato la vita… E tutto per venire
in suo aiuto.
E
Luka, in fondo, lo apprezzava: da tempo, il legame che la univa ai suoi
compagni di squadra si era tramutato in qualcosa di più
profondo – e a tratti
carnale, oltre che spirituale – ma a volte faticava ancora a
comprendere cosa
spingesse una persona a correre in aiuto di un’altra, cosa
fosse talmente forte
da suscitare in qualcuno l’istinto di protezione che
Marvelous dimostrava
sempre nei confronti della ciurma.
Dolorante,
la ragazza cercò di allungarsi per massaggiarsi la gamba
ferita ma Gokai Red la
bloccò con un gesto della mano: "Ferma." disse soltanto
prima di
chinarsi per fare passare il braccio della compagna dietro il proprio
collo.
Tenendosi
in equilibrio per non cadere rovinosamente a terra, il Capitano la
sollevò con
delicatezza, attento a non peggiorarne le condizioni.
"Ti
sei ridotta male, eh, Luka?" disse lui con un sogghigno.
Lei
gli diede un pugno sulla spalla ma si appoggiò pesantemente
contro di lui:
"Un mese dentro quell'armatura e due giorni legata come un salame, non
è
stato per niente divertente." Luka trattenne un lamento di dolore
mentre
camminavano a passo il più possibile svelto attraverso le
stanze in rovina,
“Dannazione, mi sento uno straccio…”
ammise con un filo di voce.
Erano
cambiate molte cose, forse in passato non si sarebbe mai fatta vedere
così
debole ma adesso, adesso sentiva di non avere nulla da temere da
Marvelous, che
se anche si fosse mostrata fragile, nessuno si sarebbe approfittato
della
situazione.
Ansimando,
la ragazza si strinse a Gokai Red, il quale la osservò con
espressione torva;
facendo sì che il peso della compagna ricadesse per la
maggior parte sulle sue
spalle, aumentò il passo: doveva portarla al sicuro prima
possibile: "Don
non sarà affatto contento di vedere tutto questo. Ti
metterà agli arresti in
camera."
"Accidenti,
non ci avevo pensato! Come stanno gli altri?! E Ahim?!"
Agitandosi,
per poco Luka non sgusciò dalla presa del suo Capitano, che
la bloccò con una
stretta più forte.
"Stai
ferma!" nonostante la stanchezza, la voce di Marvelous era decisa:
"Ora torniamo a bordo del Galleon e raggiungiamo gli altri, stanno
tutti
bene ma gli ho ordinato di restare al sicuro mentre venivo a cercarti."
disse, girando l’ennesimo angolo.
"Non
ti sarai un po' rammollito?"
"Ti
piacerebbe. Devo ancora fartela pagare per aver disobbedito al mio
ordine di
scappare mentre trattenevo quel tizio. Perfino Joe ha tagliato la
corda."
"Ma
ti avrebbe fatto a pezzi! Ingrato!"
Battibeccando
come due bambini ma restando sempre stretti l’uno
all’altra, i due compagni
trovarono finalmente un’uscita; all’esterno, la
notte ormai era calata e la
piana rocciosa, teatro dell’ultima battaglia, era deserta e
battuta dal forte
vento.
In
lontananza, la sagoma rossa del Galleon riempì il cuore di
Luka la quale,
vedendola, per poco non si sentì sopraffare dal sollievo:
“Manca ancora poco.”
la rassicurò Marvelous, fermandosi un momento per riprendere
fiato, “Una volta
a bordo vedrò di cercare qualcosa per rattopparti, per ora
resisti.” le disse
con un sorriso incoraggiante.
Luka
annuì: “Sto bene, non preoccuparti.”
replicò con tono il più possibile neutro.
“Bugiarda.
A malapena muovi la gamba.”
“Lasciami
camminare e te lo dimostrerò!”
“Non
ci penso neppure, voglio andarmene al più presto da qui e
non voglio perdere
tempo inutilmente.”
In
silenzio, sia per la stanchezza di Luka che per la concentrazione di
Marvelous,
i due compagni raggiunsero la rampa di accesso del Galleon e, in pochi
minuti,
si ritrovarono nella sala comandi, dove Gokai Yellow venne poco
elegantemente
buttata sul divano: "Non muoverti, prima decolliamo e poi mi occupo di
te."; così dicendo, Gokai Red si appoggiò alla
console e premette alcuni
pulsanti.
I
motori del Galleon presero vita con un ruggito e, nonostante gli
scossoni, dopo
qualche minuto erano in volo nello spazio, diretti verso i compagni:
"Punto 4-5-9 della galassia del Leone, si sono rifugiati
lì." spiegò,
"o almeno i miei ordini erano quelli, se non hanno anche loro deciso di
disobbedire.".
"Hai
intenzione di continuare ancora per molto?"
"Non
sono delicato come Don con il disinfettante, preparati a stringere i
denti."
"Fammi
male e ti guadagni un calcio."
Marvelous
spari nel corridoio che portava alla cucina con un sogghigno e Luka ne
approfittò per chiudere gli occhi e rilassarsi, finalmente:
muovendosi con
cautela, si sdraiò, respirando a fondo.
Era
una sensazione bellissima essere di nuovo sul Galleon, sentirsi di
nuovo al
sicuro e lontano da quel pianeta di matti.
Era
bellissimo essere di nuovo liberi dal giogo di quell'armatura
senziente, poteva
nuovamente pensare con la propria testa e non avvelenata dalla malvagia
coscienza di quel popolo ormai estintosi.
Era
bellissimo pensare di poter di nuovo tornare dai propri compagni, di
lì a poco
avrebbe potuto riabbracciare Ahim e tirare le orecchie a Don, avrebbe
ricevuto
uno degli abbracci stritola-costole di Gai e un cenno silenzioso di
Joe, sollevato
per il suo ritorno.
Il
pensiero dei suoi compagni le tolse il fiato; in cuor suo, anche
l’idea di
essere confinata per un po’ in camera di Marvelous, a riposo
sotto le coperte,
magari con la compagnia di Ahim, le sembrava attraente.
"Ehi,
ti sei addormentata?"
La
mano del Capitano le sfiorò la guancia ma lei
restò con gli occhi testardamente
chiusi, beandosi della sensazione del Galleon in volo attraverso le
stelle.
Un
istante dopo, sentì le mani di Gokai Red aprirle la blusa e
indugiare sui suoi
seni scoperti, lo sentì sospirarle sulla pelle prima di
prendere un batuffolo
di tessuto per ripulirla dal sangue rappreso: accoccolata
com’era sul divano,
non si mosse, soddisfatta del trattamento di cui stava godendo il suo
corpo e
della cura che Marvelous stava avendo di lei.
Poi,
il Capitano passò alle gambe – i pantaloni vennero
abbassati e le ferite curate
efficacemente, anche se il contatto della mano di Gokai Red sulla
propria vita
la fece rabbrividire, non di disgusto o fastidio ma di piacere
– e infine al
viso.
Quando,
dopo parecchi minuti, il suo giovane Capitano terminò il
proprio lavoro, questi
le posò le labbra sulle sue, inumidite, sorridendo nel
mentre: “Ti vengo a
svegliare quando saremo arrivati. Ma non russare.”
mormorò lui, prima di
allontanarsi.
Fu
l’ultima cosa che Luka udì prima di addormentarsi,
finalmente serena.
§§§
Con
la mano di Gai stretta nella propria, Don sonnecchiava sul tronco che
fungeva
da panca del loro piccolo campo base nel cuore della foresta di quel
pianeta su
cui si erano rifugiati già da qualche settimana.
La
giornata era da poco finita, le tre lune rossastre già erano
sorte nel cielo e
Joe si era offerto di cucinare per sollevare Gokai Green da
quell’incarico e
permettergli di riposare un poco, riposo che difficilmente riusciva a
concedersi
per l’ansia.
Senza
Marvelous e con Luka dispersa chissà dove, il Primo
Ufficiale sapeva che
toccava a lui mantenere la pace e l’ordine
nell’equipaggio, ma un ruolo simile
avrebbe funzionato soltanto se il rapporto che legava i membri della
ciurma non
fosse stato così profondo e intimo; se non fossero stati
tutti più simili ad
amanti abbandonati che a pirati spaziali uniti solo dalla sete di
ricchezze,
forse avrebbe funzionato.
Ahim
sorseggiava una tazza di tè dal proprio servizio, scaricato
dal Galleon e tenuto
da conto di modo che non venisse rotto o scheggiato nella natura
selvaggia, e
osservava con espressione intenerita i due compagni che sonnecchiavano
con le
teste a toccarsi, sentendo una sensazione di vuoto al pensiero dei due
assenti,
soprattutto al pensiero di Luka da sola, forse ferita, in mano a un
nemico
sconosciuto.
Certo,
Marvelous aveva assicurato a tutti loro che sarebbe tornato con lei,
non
importava quanto tempo ci sarebbe voluto, però non poteva
farci niente: non
poteva sopportare di perdere qualcun altro di caro come era accaduto
con la sua
famiglia, non osava pensare all’eventualità
– seppur remota – di poter perdere
uno dei suoi compagni, di quei compagni che tenevano in mano il suo
cuore e con
cui potevano giocare a piacimento.
Joe
spostò lo sguardo su di lei e, senza dire niente,
posò il coltello con cui
stava affettando le verdure sul piano da lavoro e la raggiunse a larghi
passi.
Non
era da lui spendere troppe parole, di solito lasciava che fosse una
pacca sulla
spalla o uno sguardo intenso a parlare per sé, ma Ahim
sentiva che stavolta
Gokai Blue aveva davvero bisogno di aiuto, di uno di loro; con un
fluido
movimento di fianchi, la giovane ragazza gli fece spazio per poi
offrirgli una
tazza di tè, versandogliela con cura: “Bevi
finché è caldo, Joe-san.” disse lei
con tono affettuoso.
Il
Primo Ufficiale prese tra le mani l’oggetto in porcellana,
maneggiandolo con
qualche difficoltà, ma riuscendo a portarselo alle labbra
senza incidenti; in
silenzio, godendo della reciproca presenza, i due restarono a osservare
la
notte sopra di loro, scambiandosi piccole parole sussurrate a fior di
labbra o
semplici gesti che volevano dire molto di più.
Una
volta di più, Joe si chiese cosa avesse fatto per meritarsi
quella piccola
gioia che erano i suoi compagni.
All’improvviso,
si alzò un forte vento, raffiche che facevano volare tutto
attorno a loro e che
svegliarono anche Don e Gai, i quali caddero all’indietro
lamentandosi per l’impatto
con il suolo. Joe si alzò mentre Ahim correva a soccorrerli:
il Primo Ufficiale
aveva estratto la spada e la pistola e le teneva in pugno, pronto a
usarle per
proteggere sé stesso e gli altri, pronto a combattere contro
chiunque per
assicurare il loro benessere. Mentre Gokai Pink aiutava nella
preservazione
della loro attrezzatura, da dietro le cime degli alberi, apparve
un’ombra
enorme, un’ombra che Joe, nell’oscurità
della notte, non riconobbe subito.
Fu
Gai a farlo.
E
lo fece gridando a squarciagola mentre la luce del fuoco ne illuminava
lo
scafo: “È il Galleon! Marvelous-san è
tornato!”
§§§
Quando
Luka si svegliò, fu per un bacio rubato.
Gokai
Yellow aveva sentito le labbra di Gokai Red posarsi sulle sue ma,
immersa com’era
negli incubi, non le riconobbe come un gesto di affetto e amore ma come
una
minaccia, spingendola quindi a colpire il proprio Capitano con un pugno
prima
di scattare in piedi, ansimando.
Ma
tutto ciò che vide fu la figura a terra di Marvelous che si
massaggiava la
mascella con un sorriso divertito: “Direi che sono riuscito a
prenderti di
sorpresa, stavolta.” esclamò lui mentre si alzava
in piedi.
Imbarazzata,
Luka voltò lo sguardo, concentrandosi sul muro dietro il
divano: “Sei un
idiota. Avrei potuto davvero farti male.”
“Stiamo
atterrando, ho identificato il segnale del Mobirate di Joe ma non
rispondono
alla chiamata. Stanno bene,” la prevenne lui, alzando la
mano: “Ho eseguito una
scansione e li ho trovati subito, Joe avrà lasciato il
Mobirate nella tenda.”
“Don
non ha sprecato energie nello spiegarti come far funzionare lo scanner,
vedo.”
“Era
tuo compito, ma dormivi come un sasso.”
“Marvelous,
ti consiglio di tacere oppure ti tiro un altro pugno.”
Mentre
scendevano verso terra, i compagni sulla superficie li attendevano con
spasmodica attesa: avevano trovato uno spiazzo abbastanza ampio per
tirare su
il campo base e al contempo organizzare un punto di atterraggio per il
Galleon,
in nome della comodità di avere vicino un eventuale mezzo di
fuga e al contempo
minimizzare gli spostamenti in caso, gli astri non volessero, di
qualche ferito
da caricare a bordo in fretta e furia. Con ciò in mente, i
primi giorni di
permanenza, avevano spianato il terreno nei pressi del campo,
rendendolo adatto
per l’atterraggio, organizzato le difese per poi aspettare
pazientemente per
settimane.
E
ora che l’attesa era quasi finita, a fatica riuscivano a
trattenere l’entusiasmo
e l’urgenza nei propri gesti.
Infine,
il Galleon si posò sul terreno con delicatezza e i motori
vennero spenti.
Nel
silenzio della notte, si udiva soltanto il ronzio della passerella che
scendeva
mentre la semioscurità della radura non permetteva ai
Gokaiger rimasti di
distinguere eventuali figure umane all’interno della stiva,
in attesa di
scendere.
Joe,
istintivamente, afferrò la mano di Ahim, che lo
lasciò fare con un sorriso
mentre l’altra mano libera veniva afferrata da Don, il quale
si era aggrappato
a Gai.
Con
il cuore in gola, i quattro osservarono la lenta e agonizzante discesa
della
passerella, e sentirono le gambe farsi molli nel riconoscere
finalmente, nelle
sagome che scendevano strette, Luka e Marvelous.
Nella
notte aliena, i due Gokaiger assenti sorrisero – il braccio
di Red stretto
attorno alla vita di Yellow – e li guardarono con espressione
sbruffona: “Beh,
è questa l’accoglienza?” disse la
giovane, “Vengo rapita e nessuno vuole darmi
un bacio?”
A
gettarsi su di lei, nessuno ne fu sorpreso, fu Ahim, che la
strappò dalla presa
di Marvelous per cadere entrambe a terra, braccia, gambe, capelli, ogni
parte
dei loro corpi sembrava mischiata tra baci profondi e dita intrecciate,
gambe
le une sopra le altre e corpi che si toccavano.
Più
posato, Joe avvicinò il Capitano e lo guardò
intensamente negli occhi prima di ghermirne
le labbra con fare possessivo.
Più
scostati, Gai e Don attendevano pazientemente il loro turno ma Joe,
senza
guardarsi indietro, afferrò il braccio di Green, tirando
entrambi verso di loro
per coinvolgerli nell’abbraccio; staccatosi dal Primo
Ufficiale, Marvelous
baciò prima uno e poi l’altro con urgenza prima di
venir rapito da Ahim, a
sostituirlo fu Luka, che completò il giro di saluti
passionali con i compagni.
Una
volta che tutti si furono riacclimatati con i nuovi arrivati, questi
ultimi
vennero accompagnati al campo e fatti sedere: Joe riprese a preparare
la cena
mentre Don sistemava due nuovi sacchi a pelo nella tenda principale
– non avrebbero
dormito separati quella notte, questo era sicuro – e Ahim e
Gai non lasciavano
il fianco di Marvelous e Luka, scambiando con loro chiacchiere e
battute.
Forti
della ritrovata unione, i sei passarono la cena accoccolati gli uni
agli altri,
incapaci di lasciarsi per più di qualche minuto prima di
sentirsi
inesorabilmente attirati dalla reciproca presenza.
Con
la notte che avanzava, il gruppo lasciò perdere stoviglie e
avanzi di cibo,
abbandonò l’idea di qualsivoglia veglia solitaria,
spense il fuoco e si ritirò
nella tenda, tenendo come testimone della loro unione soltanto il buio
e il
silenzio di quando in quando rotto da ansimi e lamenti.
Forse
il mattino dopo sarebbero ripartiti per le profondità dello
spazio, forse si
sarebbero concessi un altro giorno di riposo, non lo sapevano per certo.
Quello
che importava era il corpo di Luka nudo stretto contro Ahim e le
braccia
sottili di Gai avvolte attorno al corpo magro e pieno di cicatrici di
Marvelous.
Non
importava nient’altro.