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Autore: cin75    28/03/2019    5 recensioni
Dalla storia:
Quando si ritrovò solo con i suoi due amici forzatamente addormentati, Castiel, si avvicinò con cautela ai due letti, rimanendo nel mezzo.
“Resistete...datemi tempo per riprendere le forze. Datemi la possibilità di salvarvi. Non potete morire. Continuate a lottare...Non posso fallire con...con voi. Non posso!!” ripeteva come una preghiera.
Genere: Angst, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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La lotta contro quel mostro mai visto fu davvero dura. Come Sam e Dean e Castiel non avevano messo in conto. Avevano fatto le loro ricerche , ma questa volta , qualcosa evidentemente nella “tradizione” riportata nei libri degli Umanisti, non era stata riportata. Come quella specie di onda d’urto che l’essere soprannaturale usava per difendersi.
I due fratelli erano decisamente conciati male, ma anche l’angelo non era messo bene. Parte della sua forza l’aveva utilizzata per proteggere i due amici da un paio di attacchi del mostro. E come i due cacciatori, era decisamente allo stremo.

Quindi dovevano concludere quella caccia , il prima possibile o si sarebbe messa davvero male per loro. 

Comunque sia, i tre, riuscirono ad accerchiare la creatura. Castiel aveva la sua lama angelica. Sam e Dean erano pronti con le due spade che avevano recuperato – o meglio, rubate - da un facoltoso collezionista. Erano, infatti, forgiate in acciaio puro e placate in rodio.
La bestia ringhiò, pronta ad attaccare i due umani e sibilando malignamente all’angelo, appena alle sue spalle.
Sam e Dean scattarono. Un passo, un altro e poi si bloccarono poichè quello che fece il mostro li colse di sorpresa. Sbattè con forza e violenza le mani al pavimento, ringhiando con ferocia. I tre, percepirono così, l’onda d’urto che si stava per scagliare contro di loro e in quel momento, Castiel, lasciò la sua posizione per raggiungere i due cacciatori.
“Le spade!!! Lanciatele!!!!!” urlò Castiel, intimando così ai due fratelli di scagliarle verso l’essere soprannaturale. I due lo videro correre verso di loro , sentendo sempre di più il terreno sotto i piedi tremare come un terremoto che si avvicinava sempre più. “State giù!!!” gridò poi ai due nell’esatto momento in cui le due spade raggiunsero il torace del mostro e Castiel, con un movimento rapido il più possibile, data la forza che gli rimaneva, lo colpì in pieno petto anche lui.
Fecero tutto nella speranza di smorzare quell’energia sempre più forte, ma purtroppo non ci riuscirono e una potente onda d’urto li colpì in pieno mentre il mostro rendeva l’anima al Purgatorio ringhiando di feroce rabbia.
I tre furono sbalzati via, lontano da quella sorta di punto zero.
Sam volò letteralmente contro una parete di cemento colpendola con il viso e il torace. Finì al pavimento gemendo dolorosamente, afflosciandosi e perdendo immediatamente i sensi.
Dean impattò con forza contro un pilastro portante del magazzino, grugnendo, nello sbattere la testa contro uno spigolo della trave. Anche lui , finì privo di sensi.
Castiel, al centro tra i due, finì contro un’inferriata. Scivolò verso il suolo quasi con lentezza tanto che , per un momento, non seppe dire se era il trench a frenare la sua caduta o ciò che era rimasto delle sue povere ali.
Una volta seduto a terra, si ritrovò a chiudere gli occhi e respirare affaticato. Cercò di recuperare lucidità, di fare ricorso a quelle poche forze che sentiva. Guardò le sue mani. Le aprì e le strinse. Fissò le sue gambe. Le mosse. Era come se si stesse assicurando che tutto funzionasse. Quando ne fu certo, anche se a fatica, si tirò su.
Doveva raggiungere Sam e Dean, soprattutto perché li vedeva ancora riversi a terra e privi di sensi. Pensò, che evidentemente, nonostante avesse cercato di proteggerli mettendosi tra loro e l’onda d’urto, la sua forza angelica, benchè debole, avesse potuto proteggerli. Ma forse non….
Li raggiunse velocemente.
Il primo fu Dean, più vicino a lui. Il maggiore aveva una ferita aperta al cranio, perdeva sangue e respirava appena. L’angelo lo richiamò, inutilmente. Provò a curare la sua ferita. Fu inutile anche questo, poichè troppo provato e sfinito dallo scontro.
“Maledizione!!” si ritrovò ad imprecare l’angelo.
Corse allora verso Sam, sperando in meglio, ma quando lo raggiunse, si rese conto che anche Sam era messo male. Una rossa e già gonfia ecchimosi campeggiava sulla fronte del giovane amico, che, a differenza del fratello sembrava rantolare. Castiel gli scoprì il petto aprendogli la camicia e potè constatare un vistoso ematoma che arrossava parte del torace. Anche con lui provò la sua magia guaritrice. Anche con lui, fallì e frustrandosene rabbiosamente.

Riflettè per un attimo.
Ritornò da Dean e frugando tra le tasche del giacchetto dell’amico , tirò fuori le chiavi dell’Impala.
“So che mi ucciderai quando ti rimetterai, ma ora ho bisogno della tua macchina!!” sussurrò Castiel, poggiandogli una mano sulla spalla. “Resisti! Non mollare. Non morire!”. Poi spostò lo sguardo sul minore comunque incosciente. “Sam…Continua a combattere. …..Resistete!!” e corse fuori da quel magazzino.
Meno di dieci minuti dopo, i due fratelli , a forza di braccia – braccia angeliche – venivano messi in macchina da Castiel, il quale, si diresse velocemente verso il primo Pronto soccorso che avrebbe trovare lungo la via.

Quando arrivò nel parcheggio assegnato alle sole ambulanze, Castiel inchiodò. Scese dalla macchina lanciando uno sguardo veloce ai due fratelli ancora svenuti. Entrò di corsa nell’astanteria e richiamò con urgenza l’attenzione del medico di turno e degli infermieri che erano lì vicino.
“I miei amici sono stati aggrediti. Sono in macchina, qui fuori….e hanno bisogno urgente di aiuto.” spiegò in breve.
Chiunque fosse di turno accorse a quel richiamo e si catapultò fuori portando anche le barelle. Si affiancarono alla macchina e tirarono fuori i due ragazzi. Prelevarono prima Dean data la perdita di sangue che vedevano provenire dalla testa. Gli applicarono un bendaggio sterile e non appena fu disteso sulla lettiga gli misero tutte le flebo del caso.
“Trauma cranico con ferita esposta….” dichiarò il medico. “...pressione instabile. Emorragia persistente , subito in sala 4 e chiamate il neurochirurgo reperibile. Questo ragazzo va operato immediatamente.” disse mentre gli infermieri portavano via Dean. Castiel lo guardò sparire dietro le vetrate automatiche del pronto soccorso e poi ritornò ad occuparsi di Sam.
Vide il medico dare indicazione ad altri due infermieri su come tirarlo fuori poiché aveva già visto la ferita sul torace e alla fronte.
“Fate piano. Probabile danno allo scatola sternale e di sicuro una grave contusione polmonare lato destro.” fece mentre gli auscultava il cuore e il respiro. “Emorragia in atto. Anche lui va operato immediatamente. Allertate chirurgia generale e allestite sala 2. Arrivo fra 5 minuti.” e lasciò che gli altri due infermieri portassero via anche Sam sotto lo sguardo allarmato dell’angelo.

Passarono alcune ore e forse per la prima volta, no! forse la seconda, furono ore lunghissime. La prima fu quando Jack collassò e rimasero ad aspettare ore fino a che quel medico non disse loro che Jack sembrava spacciato.
Ora, però, non sembravano esserci soluzioni come fu con Jack. Non poteva portare via Sam e Dean dall’ospedale. Avevano bisogno urgente di cure mediche e lui ancora non era in grado di aiutarli con la sua magia.
L’angelo faceva avanti e indietro nel corridoio, fin quando non venne raggiunto da un medico. Lo stesso che aveva preso in cui i due fratelli.
“Dottore..dottore. I miei amici? Come stanno i miei amici!?” chiese in apprensione.
“So che lei è quello che li ha portati qui, ma non c’è un famigliare con cui posso...”
Castiel aveva imparato quella regola ospedaliera e di conseguenza aveva anche dovuto imparare a mentire al momento.
“Mi ascolti dottore. Il padre è appena partito per una ...missione!” e che altro poteva dire su John, dopo il racconto di Dean?? “Loro madre è fuori città per motivi di lavoro e faticherò a rintracciarla e non c’è nessun altro al di fuori di me che possa essere considerato di ...famiglia.” fece con convinzione. “Quindi , per favore, mi dica come stanno e io non appena riuscirò a contattare almeno uno dei loro genitori, riferirò.” e fu talmente convincente che il medico se lo fece bastare.
“D’accordo.” acconsentì, quindi. “Allora ...da quello che leggo qui, sono fratelli e  Sam è il minore dei due..” fece leggendo quei dati che erano stati chiesti a Castiel mentre era in attesa di notizie.
“Sì, come sta Sam?!”
“Ha un’importante ferita contusa alla testa. Gli abbiamo fatto una TAC e risulta una frattura alla teca cranica frontale. Stiamo tenendo sotto controllo l’edema celebrale che si sta creando. Nell’eventualità, dovremo operarlo. E inoltre ha una grave contusione polmonare dovuta al forte trauma subito. Cosa...”
Ma Castiel lo anticipò. “Lo hanno sbattuto con violenza al muro!”
“Capisco!” sospirò il medico, notando anche le ferite anche presenti sul volto del suo interlocutore. Doveva essere stata davvero un’aggressione feroce. “Il chirurgo ortopedico cercherà di effettuare una manovra per permettere...” e in quel momento furono interrotti da un' infermiera.
“Dottore, il paziente è in camera!” lo avvisò e andò via. “Ma stiamo già allestendo secondo le sue indicazioni.”
“Perfetto, grazie.!” poi si rivolse a Castiel. “Venga con me, andiamo da lui!”
Castiel lo seguì e quando entrò nella stanza, deglutì preoccupato quando si ritrovò a guardare il giovane amico disteso nel letto. Sam era stato intubato. Un numero imprecisato di flebo e cavi gli erano stati applicati sia alla testa che su tutto il corpo. L’ematoma alla fronte ormai livido.
Qualcosa si fermò nel petto dell’angelo.
Era così strano vedere Sam così inerme. Sam , che nel bunker non faceva altro che girare e rigirare alla ricerca di un libro o di un artefatto o di una qualsiasi cosa potesse salvare questo mondo. E ora...ora era così...immobile e sembrava così indifeso.
“Perchè lo avete intubato?” chiese senza nemmeno rendersene conto.
“ La sua cassa toracica ha subito una forte compressione. Le costole sternali premono sui polmoni che non riescono ad espandersi a sufficienza per farlo respirare autonomamente, quindi sedarlo e intubarlo è stato indispensabile oltre che inevitabile.” spiegò mentre si avvicinava al paziente e controllava i parametri. “Ma come le ho detto, non appena sarà più stabile, il chirurgo ortopedico interverrà.”
“Ma come...sta?!”
Il medico lo guardò e poi guardò i parametri segnati in cartella. “Facciamo passare la notte e vedremo se potremo sciogliere la prognosi.” fu l’asettica risposta.
Castiel deglutì, non riuscendo a capire se quella risposta sapeva di buono o meno.
Poi i suoi pensieri andarono all’altro fratello.
“E Dean? Come sta Dean?”
Il medico lo guardò stranito. Confuso.
“Mi dispiace!” fece mesto…. 

   
 
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