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Autore: little_psycho    28/03/2019    1 recensioni
[The Umbrella Academy]
| una flash (si fa per dire) per ogni amore di Klaus |
If I die young ~ Si morde le labbra per non urlare, il sapore ferroso del sangue che si mischia a quello della paura.
«Vieni qua.» Mormora Ben, spalancando quanto può le braccia nello spazio angusto.

[Klaus/Ben]
Stuck in the middle ~ «Quando sarai morto non sarò gentile, allora.»
L’altro sospira e borbotta, quasi inudibile:«Non mi aspetterei niente di diverso.»

[Klaus/Five]
This is war ~ Nessuno manda un medico in prima linea.
[Klaus/Dave]
Extraordinary girl ~ «Sembra sempre come se si stesse per spezzare.» Commenta Five, col suo tono aspro e poco accondiscendente.
[Klaus/Vanya]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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If I die young
«Lo devo fare per forza?»
Sembra così piccolo e fragile, con la voce ridotta ad un pigolio.
 E lui vorrebbe fare tante cose, davvero. Ma è uno scricciolo di quattordici anni che la notte si sveglia urlando contro i morti e può solo stringere i pugni.
Sente lo sguardo malevolo di Five che gli pizzica la nuca e il suo ghigno impertinente.
Stronzi” ha il tempo di pensare, prima che Ben entri in quella stanza.
Esce e il sangue gli insozza i vestiti.
“Perché? Cosa abbiamo fatto di male?”
Una lacrima rotola sulla guancia.
 
 
«Vorrei toccarti.» Balbetta, troppo strafatto per articolare bene le parole.
«Mi manchi!» Declama alzandosi in piedi.
Pessima idea.
La testa gira e Ben lo prenderebbe al volo, forse, in un altro mondo.
Adesso è lì che lo guarda con disapprovazione, le braccia incrociate al petto e la giacca di pelle, ma fa così caldo.
Però a lui cosa interessa, no? È andato.
Non gli riguarda più nulla: né il caldo, né le lezioni di pilates o i calendari con i cuccioli.
(Cosa piace poi, alla gente normale? A quella che cammina per strada senza sentire delle anime in pena?)
Gli piacevano i waffle, vero? E a Diego i pancake, ma ormai entrambi erano troppo lontani per essere raggiunti.
«Ricomponiti, idiota.»
Parla a voce bassa e coincisa, fuma di rabbia.
«Ho bisogno di te.»
La sua invece è rotta, e sta di nuovo per mettersi a piangere.
Anche i suoi occhi luccicano e quasi ringhia.
«Lo so.»
 
«Pensi che sia debole?» Chiede piano, stretti sotto una coperta con gli aliti che si mischiano.
«Chi te l’ha detto, papà? Lascialo perd-»
«Non lo negare.» Lo interrompe, ancora scosso per i brividi.
«Non devi temere i morti, Numero Quattro. Non possono farti niente.»
Si morde le labbra per non urlare, il sapore ferroso del sangue che si mischia a quello della paura.
«Vieni qua.» Mormora Ben, spalancando quanto può le braccia nello spazio angusto.
Si aggrappa a lui ed è scosso dai singhiozzi, così debole, così emotivo, con mani scheletriche impresse a fuoco negli occhi e delle voci graffianti che chiedono pietà.
Lo stringe forte e sente sulle guance dell’altro le sue stesse lacrime.
 
Ben nasconde cicatrici e demoni sotto i vestiti, cose che solo Klaus e suo padre hanno mai visto, e adesso sembra tranquillo in una maniera che gli fa stringere il cuore, perché c’è voluta la morte per farlo stare bene.
«Sei contento, vero?» Gli sputa addosso rabbioso, in un vicolo sporco e deserto sotto le luci fioche di un vecchio lampione. «Di essere morto.»
L’altro non risponde e lui colpisce forte in muro davanti a sé.
«Come?»
«Klaus…»
«Non ti importava di me? Non ne valeva la pena vivere per me?»
Ben prende un respiro profondo, ed è così ridicolo, perché a lui l’aria nei polmoni non serve più a niente, che quasi gli viene da ridere.
«Solo che… è davvero bello. Niente papà, niente poteri, nessuno da ferire. Mi sento libero.»
«Non è vero. Se lo fossi non ti troveresti qui. C’è qualcosa che…»
Annaspa in cerca delle parole giuste e Ben fa un sorriso stanco, con i denti luccicanti nel buio.
«Tu, ovviamente. Non potrei mai lasciarti da solo.»

 
 
Stuck in the middle
Luther è il cocco di papà, Diego quello di mamma, Ben è quello figo, Allison è troppo complicata per lui, Vanya è quella dolce e quasi invisibile.
E poi c’è Five, che è troppo impertinente per essere il preferito ma abbastanza potente da non essere disprezzato.
Ma è irrequieto e con la lingua lunga. Ha sempre qualcosa da dire contro tutti.
«Conosco un ottimo posto dove puoi ficcarti questi consigli del cazzo.» Sbotta una volta Ben, e Klaus non può trattenersi dallo sghignazzare.
È appena tornato dall’Inferno, letteralmente, e il suo amico gli stringe una spalla, confortante.
Five lo guarda irritato e contrae la mascella.
«Che c’è, zombie, non ti è ancora passata la voglia di ridere?»
 
Per lui la normalità ha tutto un altro significato rispetto a quello convenzionale, eppure l’idea di Five che sia stato sputato via da un portale blu e che in realtà abbia 58 anni ed indossi ancora quegli osceni pantaloncini, beh, è piuttosto impossibile.
Lui si comporta tranquillamente, come se tredici anni prima non fosse veramente scappato di casa per non tornare più, e non degna le ceneri del vecchio di un secondo sguardo.
Luther lo guarda come se fosse il Messia mentre cerca spasmodicamente del caffè.
«Lo sai che a papà non piaceva.»
Si gira e osserva Allison come se la vedesse per la prima volta, uno sguardo vuoto, e all’improvviso sembra che un vetro lo separi dalla realtà.
E Klaus capisce che qualcosa di è rotto, forse per sempre.
 
Una cordiale signora gli sta chiedendo informazioni su come raggiungere un benzinaio.
E potrebbe anche essere lecito, ma ha del sangue rappreso sulla fronte e si trova sulla soglia della sua camera, e lui non sa proprio come dirle che probabilmente ha avuto un incidente, sulla strada per il benzinaio.
Quindi si inventa delle indicazioni e la vede dissolversi.
«Perché sei così gentile con loro?»
Five spunta da dietro l’angolo del corridoio e Klaus si sente un topo in gabbia.
«Perché sono persone!»
«Morte.»
«Quando sarai morto non sarò gentile, allora.»
L’altro sospira e borbotta, quasi inudibile:«Non mi aspetterei niente di diverso.»
 
«Vuoi parlarne?»
Lo chiede in tono del tutto casuale, ed è la cosa più gentile che abbia mai fatto per lui in tutta la sua vita.
Sospira e si chiede cosa mostrino i suoi occhi, se la solitudine che prova sia lontanamente simile a quella di Five.
«Oh no, sto alla grande.»
L’altro sembra voler dire qualcosa, apre la bocca e poi la richiude, allunga la mano per stringergli il braccio, ma si ferma a metà strada e la fa ricadere lungo il fianco.  
Klaus si morde il labbro e non si volta indietro.
 
È sicuro che anche Five abbia dei problemi, i tarli che divorano il cervello di tutti, ma che semplicemente li sappia nascondere meglio.
Quando lo vede furioso e triste, delle lacrime traditrici che gli annebbiano gli occhi, con l’unico pensiero che in quella casa sono davvero tutti dei piagnucoloni ed ogni cosa che ha fatto papà per temprarli li ha solo spezzati un po’ di più, Klaus è pietrificato.
Si aspetta che Five lo attacchi, che lo offenda, però non può semplicemente indossare dei paraocchi e andare dritto per la sua strada, non mentre c’è qualcosa di piccolo e prezioso da salvare.
«Secondo te sono pronto?»
Five vuole viaggiare nel tempo, vero. Five vuole spingersi al di à dei suoi limiti e anche uccidersi, pur di farlo. Five non è come lui, eppure lo sguardo tormentato che gli lancia è lo stesso che incontra tutti i giorni davanti allo specchio.
E forse ce l’avrà anche Allison, ma c’è Luther per lei, e la mamma per Diego, e Ben per lui, ma Five è tremendamente solo con la bellezza di cinque fratelli, e allora ci deve stare lui per Five.
«Tu sei sempre pronto.»
L’altro si avvicina e Klaus con la lucidità rimasta pensa che lo voglia prendere a pugni per essersene uscito con una frase così banale, ma poi le loro labbra si scontrano in modo violento e doloroso perché Five ci mette i denti, e non si sarebbe immaginato così il suo primo bacio, ma sta fermo e cerca di ricambiare, perché è la cosa giusta da fare.


 
This is war
Klaus appare dal nulla e Dave sa che c’è qualcosa di strano, ma fa finta di bersela e si comporta come se fosse davvero una nuova recluta, anche se non sa tenere un fucile in mano e si guarda intorno spaesato, come se la guerra l’avesse solo vista nei libri di storia.
Però ha degli occhi bellissimi e un sorriso incantevole, e Dave gli insegna tutto, anche se non è necessario, perché vuole proteggerlo più che può dagli orrori futuri.
 
Gli spari gli fanno fischiare le orecchie, e per i pochi secondi che si alza per usare il fucile contro i nemici, da dietro la trincea, vede qualcuno che cammina tranquillamente in mezzo al campo di battaglia, e gli ci vuole un attimo per fare mente locale che è un fantasma e che non deve perdere il controllo.
Dave ride accanto a lui per scaricare l’adrenalina e la tensione e la certezza di star per morire che li attanaglia ogni volta che scendono per combattere.
In mezzo alla polvere e al sangue, è la cosa più bella che Klaus abbia mai sentito in quel fetido tugurio.
 
Gli offre da bere, mentre sente le storie dei suoi quattro fratelli e delle sue due sorelle, di suoi padre e del suo assistente che sembra una scimmia e che ha davvero un nome buffo, ma è troppo ubriaco per ricordarselo in quel frangente.  
Il suo sguardo vaga per la sala ed è velato di tristezza, fa saluti impercettibili verso persone, forse, ma lui non riesce a vederle.
Magari Klaus è una creatura leggendaria fatta di fuoco che alla fine lo mangerà come nei racconti di sua nonna, ma a Dave non importa.
Gli afferra il braccio senza grazia né chiede il permesso, perché il giorno dopo sarebbero potuti saltare in aria come dei fuochi d’artificio, e le cose che veramente vuoi le prendi e basta, quando hai i minuti contanti.
Lo trascina sulla pista da ballo e appoggia la guancia sulla sua spalla e le mani sui suoi fianchi.
 
Ogni volta che può si gira verso Dave per assicurarsi che sia ancora vivo, e lui si alza e si abbassa come fa lui e un peso sparisce dallo stomaco.
Si stringono le mani per essere sicuri di essere ancora vivi e che quella sia la loro vita, e non quella di qualcun altro.
«Dave? Dave…»
Lo chiama e l’altro non è così idiota da non rispondere, perché sa quanto è amara la paura.
Ma non la fa, è appoggiato ai sacchi e non si alza e non emette un suono.
No, ti prego, lui no, lui no, lui no.
 
Lo bacia contro un muro, il sapore delle merda che hanno bevuto è più dolce sulle labbra di Klaus.
Lui sussurra parole sconnessa e gli tuffa la mano fra i ricci, ancora più soffici di quanto avrebbe osato sognare, le mani di Klaus che si intrufolano sotto la maglietta e lo guarda negli occhi, lucidi e con le pupille dilatate.
«Ti amo.»
È così convinto, e Dave non sa se sia tutto vero o stia parlando la fretta che ti mette la guerra – tutto quello che vuoi, ma fallo subito, avrai qualcosa per cui batterti.
 
Dave non risponde e Klaus gli batte i pugni sul petto, un lago di sangue che si espande a vista d’occhio.
«Un medico!»
Urla e si sgola, devono sentirlo al di sopra degli spari, devono…
«Un medico!»
Qualcuno lo guarda rassegnato e ti prego, uccidimi, è tutto inutile.
Nessuno manda un medico in prima linea.
 
Extraordinary girl
Vanya non va in missione con loro e non riceve il tatuaggio, la catena che li legherà per sempre a quella casa e a quella vita.
Vanya non ha poteri e papà la guarda come se fosse un esperimento uscito male, ma nonostante ciò Klaus la invidia.  
Non è un fenomeno da baraccone, non deve sottoporsi ad allenamenti estenuanti, non è stata formata per attaccare e distruggere.
È un fiore delicato che prende pillole misteriose ed un’ombra silenziosa che scivola sul pavimento.
 
Stando alle ultime notizie, Vanya si era accasata con uno psicopatico che si era fatto dodici anni in gattabuia, cosa davvero notevole, considerando che Klaus dopo una settimana lì dentro pensava di star per passare a miglior vita per la noia.
Gli dà fastidio, e non sa perché. Forse è istinto di protezione, forse in cuor suo sa che Vanya merita di meglio.
 
«Sei pazzo.» Gli dice ridendo, quando lo vede rientrare zuppo di pioggia e con un sorriso a trentadue denti.
«Forse.» Le concede, strizzando i pantaloncini e scompigliandosi i capelli.
Vanya ha le guance rosse e il violino fra le mani, in casa sta al caldo, ma c’è qualcosa che manca.
«Vorresti essere pazza con me?» Le porge la mano nella caricatura di un vecchio gentiluomo e lei sorprendentemente annuisce e la prende, posa il violino con attenzione nella custodia e si fa condurre fuori, dove la pioggia scende sottile ma fitta.
Corrono insieme, i suoi occhi luccicano e la frangetta è umida.
 
Ha pubblicato un libro.
La prima cosa che pensa è che l’abbia fatto per irritare il vecchio, ed è esaltato.
Lo trova in libreria (uno dei pochi posti caldi e tranquilli in cui non devi pagare per entrare) e lo compra con i soldi che sarebbero dovuti essere per la prossima dose, e Ben lo guarda orgoglioso.
Ad ogni pagina sfogliata il libro diventa sempre più pesante, la solitudine che si sente attraverso le parole, gli occhi lucidi di Ben che legge al di sopra della sua  spalla, il senso di impotenza che cresce.
Era sola come un cane e nessun se n’era accorto.
 
Si esercita tutti i giorni, con la mamma seduta sulla poltrona che sorride statica e le dà dei suggerimenti ogni volta che la vede in difficoltà.
«Sembra sempre come se si stesse per spezzare.» Commenta Five, col suo tono aspro e poco accondiscendente, mentre Diego sbuffa scocciato.
Klaus invece apprezza. Ben sembra più rilassato e lui si stende accanto a lui sul divano, con gli occhi chiusi a godersi gli ultimi raggi di sole che entrano dalla finestra.
Vanya fa qualcosa e il mondo pare fermarsi.
E forse si spezzerà, prima o poi, ma sarebbe solo come l’esplosione di una supernova.
 
 
 

 
Notes
Volevo scrivere queste cosucce da un bel po’ di tempo, ma solo adesso sono riuscita a ritagliarmi un angolino per scrivere.
È la prima volta che scrivo su una serie TV, e vorrei davvero sapere il vostro parere.
Ero confusa riguardo la questione dell’incesto (se metterlo fra le avvertenze o meno), ma alla fine non sono fratelli di sangue, quindi ho sorvolato.
Sono abbastanza sicura che Klaus/Vanya sia crack!, nonostante li shippi.
Nel caso non ve ne foste accorti, il titolo è ispirato alla canzone Girls/Girls/Boys dei Panic! At the Disco, ma poi mia sorella mi ha fatto notare che ci sono solo ragazzi e una ragazza, quindi l’abbiamo cambiato per esigenze di trama.
Alla prossima
little_psycho ♥

 
   
 
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