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Autore: crazy lion    28/03/2019    4 recensioni
Attenzione! Spoiler per la presenza nella storia di fatti raccontati nel libro di Dianna De La Garza "Falling With Wings: A Mother's Story", non ancora tradotto in italiano.
Quello natalizio dovrebbe essere un periodo pieno di gioia, nel quale la felicità è presente in ogni angolo della propria città e dell'anima di ognuno. Dovrebbe, appunto, perché non è così per tutti e di certo non per Demi, che in queste tre storie vivrà tre avventure molto simili ad incubi. Le feste e l'affetto di amici e familiari non possono scacciare i suoi demoni interiori. La calda luce riuscirà a riscaldare il suo personale e freddo inverno?
Disclaimer: con questi miei scritti, pubblicati senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo. Vale anche per gli altri personaggi famosi presenti.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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CALDA LUCE E FREDDO INVERNO

 
 
DEDICA
 
Questa serie di storie è dedicata alla mia amica Emmastory, una persona speciale che sa ascoltarmi, capirmi, farmi ridere e starmi accanto nei momenti belli come in quelli difficili.
È stata lei a passarmi dei prompt che aveva trovato su Facebook. Io li ho letti, ne ho scelti alcuni, li ho un po’ modificati dato che si poteva e ho scritto. Forse, se non fosse stato per Emmastory questa raccolta non ci sarebbe.
Un grazie grandissimo anche per l’aiuto che mi dà nel tradurre in inglese le mie FanFiction.

 
 
NOTA INIZIALE:
questa e le altre due storie che compongono la seguente raccolta hanno come fili conduttori il fandom di Demi Lovato, con lei come protagonista, e il periodo di Natale. Le prime due sono l’una il seguito dell’altra, mentre la terza è ambientata molti anni prima.
Il titolo si riferisce al fatto che nel complesso le storie avranno sia momenti sereni e spensierati, a volte anche divertenti (calda luce), sia altri più difficili e drammatici (freddo inverno). Ho voluto affrontare cose che alcuni personaggi, Demi e sua madre, hanno vissuto veramente, tematiche delicate sulle quali mi sono documentata molto bene.

 
 
I GATTI E L'ALBERO DI NATALE
 
"Allora," chiese Andrew, "mi aiuti a fare l'albero?"
"Certo!" esclamò la ragazza, balzando in piedi gioiosa.
Erano seduti sul divano ed era la Vigilia. Erano Soli: i genitori del ragazzo erano usciti a prendere gli ultimi regali e la sorella Carlie era fuori con le amiche.
"Perfetto, vado a prendere l'occorrente."
Detto questo si diresse in cantina.
Demi sospirò. Lei ed Andrew erano amici da sempre e avere sei anni di differenza non era stato un problema, nemmeno quando erano piccoli. Adesso la ragazza aveva diciannove anni, era uscita dalla clinica poco meno di un anno prima e beh, le difficoltà non erano mancate. Da quando era fuori dalla Timberline Knolls Demi non nascondeva più i suoi problemi. Con il migliore amico non l'aveva mai fatto e anzi, era stato a lui che a dodici anni aveva detto, disperata, di essere autolesionista e l'aveva pregato di non raccontare nulla. Andrew l'aveva ascoltata, e non si sarebbe mai pentito abbastanza della sua scelta. Comunque, da tempo la famiglia di Demi sapeva che non stava bene, e Dianna spesso le aveva chiesto di mostrarle le braccia durante tutti quei mesi. Aveva quindi visto altre cicatrici, segno che l'aveva fatto ancora, e anche i suoi problemi con il cibo non erano finiti. L'anoressia e la bulimia la perseguitavano, anche se il suo rapporto con il cibo e il suo corpo migliorava di giorno in giorno. Ci voleva tempo, dicevano la psicologa, la psichiatra e il dietologo che la seguivano.
"Eccomi!"
Il ragazzo ritornò con uno scatolone che aprì e tirò fuori i vari pezzi dell'albero, poi andò a prenderne un secondo che conteneva le decorazioni. Non era sola in quella battaglia quotidiana, pensò Demi, la battaglia più difficile che avesse mai combattuto: quella contro la se stessa che vomitava dopo essersi abbuffata, o che non mangiava e prendeva dei lassativi, o che contava le calorie, seguiva diete assurde, si pesava Dio solo sapeva quante volte al giorno e faceva ore ed ore di attività fisica. Quella che si odiava, che odiava il suo corpo. Quella era la se stessa che non voleva più essere. C'era la sua famiglia con lei, e c'era Andrew. Seguendo i consigli del dietologo, della psichiatra e della psicologa, che la aiutavano quando aveva dei crolli, non voleva mangiare o si riempiva fino a scoppiare, si sentiva meglio. Aveva passato il Natale precedente in clinica, questo doveva essere diverso. Perciò lasciò da parte quei tristi pensieri e cercò di concentrarsi sul presente, sul qui ed ora, come stava imparando a fare.
“Ehi, Dem?”
La voce di Andrew la distrasse.
“Sì, ci sono. Scusa.”
“Lo so a cosa stai pensando” le disse l’amico prendendola per mano. “E so che spesso stai ancora male, anche se non posso immaginarlo non avendolo provato. Ma va già meglio, mi sembra.”
“Sì, è così” rispose la ragazza, con voce rotta.
“Ce la farai, okay? Con calma, giorno per giorno, un passo alla volta. Non sei sola.”
“Lo so.”
“Vieni qui.”
La strinse e lei ebbe un singulto, poi scoppiò a piangere. Aveva paura di avere una ricaduta, del futuro, di mille cose, e il dolore che provava era troppo forte per poter essere tenuto dentro. Non lo voleva più nascondere. Andrew le accarezzò la schiena facendo piccoli circoli con le dita, sperando di rilassarla. Funzionò, perché poco dopo la ragazza smise di piangere e si calmò, riprendendo a respirare normalmente. Gli sorrise appena.
“Grazie.”
“Non dirlo neanche, lo faccio con il cuore, lo sai. Te la senti? Se vuoi non…”
“No” lo interruppe. “Facciamolo. Passiamo un bel pomeriggio insieme.”
Aveva bisogno di non pensare a brutte cose, alla paura del futuro, di trascorrere un pomeriggio natalizio normale.
"Benissimo, allora iniziamo!"
Demi aiutò Andrew a montare l'albero e, quando fu pronto, i due cominciarono ad appendere le lucine.
"È grandissimo, sarà meraviglioso" disse il ragazzo. La guardò negli occhi e i loro sguardi si incontrarono, verde nel marrone. "Stai bene?"
"Sì" rispose Demi e gli sorrise.
Era sincera e lui lo capì.
"Sarà un Natale bellissimo, promesso" la rassicurò.
"Lo spero."
Gli occhi dell’amico erano bellissimi, si ritrovò a pensare Demi. Chissà perché ci rifletteva proprio ora. Forse, semplicemente, aveva bisogno di farlo su qualcosa che non riguardasse lei stessa. Andrew era oggettivamente un bel ragazzo. Alto e magro ma non troppo, si teneva sempre in ordine, si vestiva in modo semplice - in quel momento indossava una tuta da ginnastica blu -, e ciò li accomunava, perché anche Demi era così. Amava dare valore alle cose e non vantarsi della propria celebrità, perciò preferiva, tra le altre cose, non portare abiti firmati. Ma al di là di questo, quel che la colpiva dell’amico era il suo sorriso, sincero e dolcissimo, che ogni volta le scaldava il cuore.
Andrew sapeva quanto Demi si sentisse fragile e insicura e non poteva immaginare cosa stesse passando, ma aveva intenzione di aiutarla a distrarsi un po'. Ci sarebbe sempre stato per lei, nei momenti belli in cui fare qualcosa per stare meglio, come in quelli brutti nei quali piangere e sfogarsi. Se Demi non se la fosse sentita di addobbare l'albero con lui, l'avrebbe capito e avrebbe lasciato stare. Ma era d'accordo e ciò significava che voleva fare qualcos'altro per stare meglio. Era un altro, un ennesimo passo avanti. La ammirava per la sua forza. Aveva sofferto e spesso lo faceva ancora, ma non mollava, non si arrendeva mai. E poi era sempre stato così fra loro e avrebbe continuato ad esserlo per l'eternità, perché l'amicizia è questo: è rispetto, è comprensione, è affetto.
“Iniziamo?” le domandò.
“Sì, sono pronta!”
Dopo aver sistemato le luci cominciarono ad appendere i nastri argentati, e fu allora che arrivarono Jack e Chloe, i due bellissimi gatti di Andrew. Erano gemelli ed entrambi grigi. Avevano poco più di tre anni e fin da piccoli si aggiravano per la casa comportandosi come se ne fossero i padroni, come fa ogni gatto che si rispetti.
"Ciao, piccolini!" li salutò il ragazzo, avvicinandosi a loro e accarezzando il loro pelo morbido.
I mici miagolarono in risposta e Jack gli leccò la mano, mentre Chloe non riservò la stessa gentilezza a Demi e anzi, girò il musetto dall'altra parte quando lei le fece una carezza.
"Ma tu guarda, che antipatica! Allora non mi vuoi bene, eh? Eh?" le chiese,  scherzando e grattandole le orecchie.
Quella gattina era più indipendente e meno coccolona del fratello, ma sapeva comunque amare chi le dava affetto e attenzioni.
I gatti si avvicinarono allo scatolone con le decorazioni e ci guardarono dentro incuriositi.
"Preparati," disse Andrew a Demi sospirando e passandosi una mano tra i capelli castani, "adesso inizierà il casino."
Dopo poco non riuscì più a rimanere serio e rise sommessamente; Demi si unì a lui perché sapeva quel che sarebbe accaduto. Tutti e due però volevano godersi lo spettacolo, se così si poteva definire.
Jack mise una zampa dentro il contenitore muovendo le palline, mentre Chloe pareva più interessata agli ultimi nastri rimasti e a quelli già appesi all'albero. Anzi, soprattutto ai secondi, visto che cominciò a spostarli e nemmeno troppo delicatamente. Il rumore che producevano e la luce del sole che batteva loro contro la attiravano, tanto che non riusciva a smettere di guardarne i riflessi. Pareva incantata, in estasi, e Andrew e Demi sorrisero nell'osservarla. Tuttavia, quando diede una zampata più vigorosa ai nastri, il padrone la sgridò.
"No!" esclamò, perentorio. "Non si fa."
La gattina non poteva capire, ovviamente, ma in qualche modo bisognava insegnarle che certe cose si possono fare e altre no. Quando Chloe, non ascoltando, mosse ancora i nastri, Demi batté forte le mani per mandarla via, ma lei non aveva paura e rimase ferma dov'era. Nel momento in cui i due amici iniziarono ad appendere le palline successe il finimondo. I gatti le muovevano facendole dondolare pericolosamente e non si limitavano a farlo con quelle più grandi appese ai rami più bassi, ma anche con le medie e le piccole, quindi spiccavano dei grandi salti per raggiungerle.
"Non si può lavorare così!"
Demi era esasperata. Lavoravano molto più lentamente da quando i gatti erano entrati in salotto. Non solo facevano cadere le palline e muovevano i nastri, ma tiravano anche i fili delle lucette e poi toccavano con le zampe tutte le decorazioni ancora nella scatola ed entravano dentro di essa, chissà perché, poi. Era bello averli lì, Demi adorava i gatti in generale e quelli di Andrew in particolare e avrebbe tanto voluto averne uno, un giorno. Tuttavia con quei due un lavoro piuttosto semplice sembrava difficile e ci voleva molto più tempo per concluderlo.
Una volta terminato, l'albero era bellissimo proprio come aveva detto Andrew, che lasciò alla sua amica l'onore di mettere la punta a la stella. Demi salì su una sedia per riuscirci e alla fine i due batterono le mani, congratulandosi con loro stessi per il risultato ottenuto. I più felici però parevano Jack e Chloe che, mentre i due umani erano seduti sul divano a guardare la televisione, presero a rincorrersi e a farsi gli agguati, preferendo come nascondiglio l'albero. Cercarono di arrampicarvisi in mezzo, ma erano grandi e troppo pesanti quindi, quando si resero conto che i rami iniziavano a piegarsi troppo, lasciarono perdere. Allora ci andarono sotto e continuarono a mordersi e a graffiarsi per giocare e non con l’intento di farsi male.
"Sai," disse Demi ad Andrew, "mi ricordo che qualche anno fa ci andavano proprio dentro."
"È vero. Erano piccoli, avevano pochi mesi ed era il primo Natale che passavano con noi da quando li avevo trovati su quella strada. E una volta, mentre pranzavamo, io, Carlie e i miei genitori abbiamo sentito un rumore provenire dall'albero, I rami si muovevano."
Scoppiarono a ridere entrambi. Era bello ridere davvero, pensò Demi, senza fingere, senza sentire sempre un peso al cuore. Andrew era l'unico con il quale, anche negli anni più bui, aveva riso veramente. Ma adesso che stava meglio, si godeva quei momenti ancora di più.
"E…" disse fra le risate, "e poi che… che è successo? Ti prego, raccontamelo di nuovo!"
"Abbiamo guardato e ci siamo accorti che Jack e Chloe erano andati dentro l'albero ed erano lì, sdraiati tra i rami, come se quello fosse il posto più comodo del mondo. L'hanno fatto tantissime volte quell'anno e non sono serviti i nostri mille rimproveri."
Risero ancora di cuore, piegandosi in due e persero addirittura il fiato. Quando si ripresero, i due giovani si presero le mani e poco dopo un forte abbraccio li unì. Era una stretta piena di amore perché sì, l'amicizia è una forma di amore in un certo senso e loro ci credevano nel profondo. Quel momento dolce, però, fu interrotto dal cadere di altre tre palline, ma prima che Andrew potesse alzarsi e sgridare per bene i mici - anche se gli dispiaceva farlo -, si aggiunse un altro suono, più fragoroso e intenso. Uno dei due, non era chiaro chi, aveva fatto cadere l'albero. Le palline erano rimbalzate in ogni lato della stanza, alcuni nastri si erano staccati e anche delle luci. Andrew e Demi si chiesero con lo sguardo:
"Ed ora che facciamo?"
Avevano lavorato tanto e non era servito.
Il ragazzo avrebbe voluto urlare, ma non se la sentiva perché non voleva rattristare l'amica. Lei era sempre stata in disaccordo quando lui aveva sgridato i gatti. Tuttavia batté un piede a terra e i due, un po' per paura e un po' perché avevano capito di aver fatto qualcosa di sbagliato, pensarono bene di correre via.
"E adesso?" chiese Andrew.
"E adesso," gli rispose Demi, "anche se siamo stanchi rifacciamo tutto. D'altra parte, una cosa del genere può accadere quando si hanno gatti e si fa l'albero di Natale."
Per nulla scoraggiati, i due lavorarono gomito a gomito e dopo un po' tutto era di nuovo a posto. I gatti ritornarono, nel frattempo, ma dopo aver giocato un po' andarono sul divano, pensando che era più bello ricevere coccole che giocare. A quello avrebbero comunque rimediato più tardi, perché per i gatti le palline sono un'attrazione troppo forte.
Nonostante qualche piccolo inconveniente, Andrew e Demi avevano passato un bel pomeriggio, anche grazie alla presenza di Jack e Chloe che, seppur combina guai, avevano rallegrato loro la giornata.
 
 
 
NOTA:
come sa chi sta leggendo “Cuore di mamma”, Jack e Chloe sono di Andrew che però li ha trovaati alcuni anni dopo il periodo in cui questa storia si ambienta. Tuttavia, nel nuovo capitolo della long scriverò che Andrew aveva avuto loro in passato, e che dopo qualche anno non è stato più così per qualche motivo, non so ancora quale. Quando ha trovato i due piccolini ha capito che quello era una sorta di segno che gli era stato mandato affinché lui andasse avanti e si prendesse cura di qualcun altro che aveva bisogno. E la loro scomparsa è una cosa di cui non ha mai parlato perché nonostante i suoi nuovi amici pelosi pensarci gli faceva troppo male. Devo ancora decidere se scrivere che i mici sono scappati o se, insomma, non ci sono più, anche se questa sarebbe molto triste come scelta. Voi che proponete?
 
Jack e Chloe hanno lo stesso colore e il carattere identico ai miei, che infatti si comportano come loro quando in casa addobbiamo l’albero di Natale.
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
ed ecco la prima storia! Lo so che ho in corso una long, ma in questa settimana dopo il termine del corso di informatica mi sono completamente dedicata a questo progetto che avevo in mente, scrivendo molto più di quel che mi sarei aspettata, soprattutto nella terza one shot. In questa, la più leggera e divertente, abbiamo visto cosa succede quando si vuole fare l’albero di Natale e si ha un gatto in casa, anzi, in questo caso i mici erano due. Ma Demi ha anche i suoi problemi che la fanno stare male e anche se la one shot che avete appena letto non è un vero e proprio incubo come ho scritto nella trama, spero di aver fatto capire che il suo percorso per stare meglio è ancora lungo e difficile.
Mi auguro che il racconto vi sia piaciuto. La raccolta è già completa, ci vediamo quindi domani con la seconda fanfiction.
A presto!
   
 
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