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Autore: VenoM_S    29/03/2019    1 recensioni
Sedici piccoli Corgi ed un'estate fin troppo calda, cos'altro potrebbero fare se non decidere di passare una giornata al mare?
Genere: Avventura, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al "COWT" di Lande di Fandom
Settimana: settima
Missione: M4
Prompt: Estate
N° parole: 2140


[L'idea di scrivere della nostra squadra come corgi è partita da AlexielMihawk, e l'ho trovata perfetta per scrivere questa storia. Di solito non scrivo cosine dolcine e felici, quindi magari è venuta meno bene di quel che immaginavo, ma spero vi piaccia XD]


Summer Corgis!



Era una limpida e calda mattina d’estate quella che accolse i nostri sedici piccoli cuccioli intenti nella preparazione degli ultimi dettagli prima della partenza per la loro prossima entusiasmante avventura.

Tutto era partito alcuni giorni prima, quando nella casa dei Corgi regnava la solita pace condita da qualche abbaio, rotolate, sniffate curiose agli oggetti ed un caldo asfissiante che rendeva tutto più difficile e stancante da fare, soprattutto quando sei basso, lungo e cicciotto. Era stato a quel punto che a Venom, la piccola Cardigan dalla coda lunga ed il manto blue merle arrivata da poco nella compagnia, era venuta una brillante idea.

«Dovremmo andare al mare!» aveva detto alle altre saltellando sul posto, incredibilmente sorpresa dalla sua stessa trovata. Quella nuova prospettiva aveva scatenato cori esultanti e ululati di gioia, e da quel momento in avanti tutti gli sforzi si erano concentrati nella preparazione del viaggio e della giornata.

 

La mattina prescelta si erano alzate tutte presto, forse fin troppo, ed in breve si erano dirette verso il Miramare, un lido tranquillo e poco affollato che riusciva a far piacere l’andare in spiaggia anche alla Pembroke tricolore Shade, che non apprezzava troppo la folla.

Il lido si trovava in una buona posizione, vicino ad una piccola scogliera ed un po’ distante dagli altri stabilimenti della riviera, ed era una costruzione rettangolare dipinta d’azzurro, con il tetto piatto su cui era stata ricavata una terrazza per gli aperitivi, e la cui insegna colorata dipinta su una tavola di legno bianco spiccava sopra il grande arco che faceva da ingresso. All’interno, un piccolo bar con sedie e tavolini accoglieva i clienti, e sul muro lì di fianco era stata appesa la rastrelliera con tutte le chiavi delle cabine ordinate per numero, abbellite da un grazioso portachiavi a forma di conchiglia.

Sulla spiaggia, le file di ombrelloni a strisce gialle e blu erano disposte in linea retta e piuttosto distanziate le une dalle altre, per permettere a tutti di muoversi senza calpestarsi a vicenda. Le sei file orizzontali erano tagliate a metà dalla passerella di pietra liscia dipinta d’azzurro come la struttura principale del lido, ed oltre la sesta fila, ai lati esterni, si estendeva un’ultima linea di ombrelloni che arrivava vicino all’acqua, facendo apparire la composizione dall’alto come una strana parentesi quadra grassottella. Venom, che conosceva quel lido da tempo, aveva deciso di prenotare gli ultimi quattro ombrelloni vicino all’acqua nella fila di sinistra, così da provare a soddisfare tutte le sue compagne e poter stare più tranquille e meno nelle zone di passaggio. Appena misero le zampe sulla passerella, tra tutti i Corgi si scatenò l’eccitazione della libertà e corsero sulle loro corte e tozze zampine verso gli ombrelloni che si erano accaparrati, facendo a gara per conquistare le sdraio e i lettini.

Quasi senza aver finito di sistemare tutte le loro cose, molte di loro si diressero subito verso la riva del mare, per constatare la temperatura dell’acqua andando ad immergere i piedini anteriori tra le lente e dolci onde.

«Ma è ancora troppo fredda!» disse la Cardigan Visbs con il muso imbronciato, saltellando per tornare indietro e dando una leggera scrollata al suo lucido mantello nero con punte tigrate, guardando le altre che annuivano verso di lei.

«Dobbiamo aspettare ancora poco, poi faremo il bagno!» rispose con un sorriso e la lunga linguetta rosa da un lato Akemi, una morbida Pembroke il cui manto rosso e bianco brillava sotto la luce del sole.

Nel frattempo, sotto gli ombrelloni le meno propense al lanciarsi subito in acqua stavano sistemando tutte le postazioni prescelte, procedendo al delicato momento dell’applicazione della crema solare. Sembra strano a dirsi, ma anche i piccoli Corgi si scottano al sole, ed una giusta protezione è sempre importante! E lo sapeva molto bene Alexiel, che sul suo pelo biondo chiaro che in alcuni punti diventava bianco stava già spalmando una generosa manciata di crema solare, prima di stendersi sul lettino a prendere il sole leggendo placidamente un libro. Avrebbe fatto il bagno, forse, ma solo dopo essersi sincerata che l’acqua fosse perfettamente pulita. Come lei, la piccola Cardigan Gala cercava come sempre di proteggere dalle scottature la pelle delicata che si trovava sotto il suo particolarissimo mantello blue merle con le estremità tigrate, ma sapeva già che anche la miglior protezione possibile non sarebbe stata sufficiente per lei. C’era poi un piccolo gruppetto di corgine che, cercando di stare il più possibile lontane dal sole, si era rifugiato sotto gli ombrelloni guardando la luce con sospetto: per prima Shika, una Cardigan tricolore contraddistinta da una mascherina di peli neri sul muso che normalmente seguiva Venom nelle sue scorrazzate, ma che in quel momento non aveva intenzione di spostarsi al sole, almeno fino a che l’acqua non fosse stata abbastanza calda da permetterle di posizionare il suo corpicino morbidoso in ammollo sulla riva come sua abitudine, poi Danza, dal manto rosso scuro e bianco, che non amava prendere il sole ed aveva già tirato fuori dalla borsa il libricino delle parole crociate e la matita e stava cercando di trovare le prime risposte di un cruciverba, Shade che non amando abbronzarsi aspettava solo di poter andare a fare snorkeling con maschera e pinne già strette tra le paffute zampine, e Steno che si trovava al momento in una situazione di stallo dato che sapeva nuotare molto bene e rifuggiva l’abbronzatura, ma si era appena rifatta la tinta verde sul ciuffo sulla fronte e lungo il dorso del suo mantello tigrato scuro e sapeva perfettamente che effetto disastroso avrebbe avuto l’acqua di mare su quel capolavoro. Infine Tabata, che tra tutte al momento era forse la più imbronciata, perché non le piacevano né il caldo né la sabbia, ed aspettando di poter entrare in acqua non poteva far altro che annoiarsi sotto l’ombrellone facendo attenzione a tenere sempre tutte e quattro le sue zampine bianche sopra il lettino, così da non sporcarle con quei fastidiosi granellini malefici.

Erano ormai quasi le nove e trenta, e la piccola schiera di cuccioli che si era radunata di fronte alla riva ormai non stava più nella pelle. C’era chi, provvisto di coda, scodinzolava senza sosta spazzando la sabbia sotto di sé e tirandola sul pelo delle altre, chi camminava avanti e indietro, chi annusava le piccole conchiglie portate dalla marea, insomma stare ferme non sembrava al momento un’opzione contemplabile per loro. Stavano tutte aspettando il momento giusto, o forse soltanto che una di loro prendesse coraggio e si buttasse per prima nell'acqua fredda. All'improvviso, come a rompere quella situazione di stallo, un turbine si lanciò a velocità sostenuta verso la riva: era la Pembroke tricolore Smile che stanca di tergiversare aveva deciso di dare una svolta decisiva alla situazione, iniziando a saltellare finché, arrivata abbastanza lontano con l'acqua che le lambiva il collo, si era tuffata di testa immergendosi del tutto e riemergendo un metro più avanti.

«Cosa aspettate! Tuffatevi!» aveva gridato alle altre, che non se l’erano lasciato ripetere due volte. Un'onda festosa di Corgi si era riversata in acqua tra schizzi, abbai, linguette che lambivano l'acqua salata e saltelli conditi da qualche esclamazione per il freddo. Persino le meno avvezze al nuoto si erano lasciate andare, e Sakurai ed Alexiel dopo qualche tempo sotto il sole si erano decise ad avvicinarsi piano all'acqua per osservarla bene, e convenendo poi con una scodinzolata che tutto fosse pulito si erano tuffate insieme iniziando a nuotare roteando le zampette paffute.

La piccola Hermes dal manto nero con punte di bianco e marrone tornò per un attimo a riva per recuperare il pallone da volley che aveva nella sacca, coinvolgendo poi nel gioco Mrs, una Cardigan tigrata rossiccia, Jaqueline dal mantello color sabbia che nonostante non sapesse nuotare bene adorava l’acqua, seguite da Danza, Tabata e Venom - che prima di entrare in acqua aveva deciso di scavare una grossa buca riempiendosi di sabbia per poi correre felice a tuffarsi per ripulirsi di tutto lo sporco - a giocare nell’acqua bassa passandosi la palla velocemente con il muso. Shade nel frattempo si era messa la maschera sugli occhi, ben legata dietro le orecchie a punta, e si era diretta verso la piccola scogliera poco distante dalla riva per andare a cercare qualche pesciolino, seguita da Gala che riusciva a nuotare bene solo sott’acqua e dalla Pembroke rossa e bianca Katiusha anch’essa già munita di maschera e pinne per fare una bella nuotata in apnea.

I minuti si tramutarono in mezz’ora, e poi in un ora, e le nostre Corgi sembravano non averne mai abbastanza. Ogni tanto un cucciolo usciva dall’acqua per rilassarsi un po’ al sole, chiacchierare con chi era rimasto sotto l’ombrellone e mangiare qualcosa, oppure avvicinarsi al piccolo bar del lido per bere qualcosa di rinfrescante, come Smile che tra un bagno e l’altro aveva deciso di concedersi un po’ di tè al limone seduta sui tavolini insieme a Mrs.

 

Nel primo pomeriggio, quando ancora molte di loro erano intente a sonnecchiare all’ombra per smaltire il pranzo, un trio di Corgi composto dalle avventuriere degli abissi Shade, Gala e Katiusha emerse dall’acqua correndo verso il gruppo, lanciando maschere e pinne in giro e sollevando nuvolette d’acqua salata dal pelo mentre si scrollavano. Sembravano avere qualcosa di importantissimo da raccontare, perché iniziarono a parlarsi una sopra l’altra saltellando.  

«Un polpo, abbiamo visto un polpo!»

«Era proprio tra gli scogli»

«E nuotava!»

«E aveva otto tentacoli lunghi lunghi con tante ventosine appiccicose!»

«Ed era tutto marrone con gli occhi gialli»

«No non era marrone, era color sabbia e ricoperto di anelli scuri, me lo ricordo!»

«Ti confondi, quello è stato dopo che ci ha viste, tu volevi toccarlo e lui si è spaventato, perciò ha cambiato colore»

«Nuotava in mezzo agli scogli, un polpo!»

Sembrava impossibile contenere quel fiume di parole e guiaiti d’eccitazione, che non fecero altro che agitare tutte le loro compagne che vollero sapere per filo e per segno dove avessero visto quella molliccia creatura e chi delle tre avesse avuto l’ardire di cercare di toccarla, senza paura della sua consistenza gelatinosa e un po’ schifosa. Le tre divennero quindi le piccole eroine del pomeriggio, che continuò tra bagni, passeggiate lungo la spiaggia, castelli di sabbia e giochi.

 

La giornata si avviava verso la fine più rapidamente di quanto le nostre piccole Corgi volessero accettare, con il sole che ormai iniziava a tramontare dipingendo il mare d’arancione. Erano tutte asciutte ormai, chi distesa sul lettino, chi su un asciugamano a terra e chi, come Venom, non riusciva a smettere di giocare con la sabbia grazie alla scusa della doccia da fare prima di tornare a casa.

«È stata davvero una bella giornata» aveva detto Alexiel, il musino appoggiato sulle zampe anteriori mentre si godeva gli ultimi raggi del sole.

«Sì, ci siamo divertite» avevano aggiunto in coro Shade, Gala e Katiusha ripensando al grosso polpo avvistato nel pomeriggio tra gli scogli.

«Magari potremmo rifarlo tra qualche tempo!» continuò Smile che seguiva i discorsi delle altre con un orecchio, mentre dall’altro ascoltava la musica con una cuffietta bianca.

Anche le altre dimostrarono di aver gradito, persino chi non amava fare il bagno e che aveva trovato in quella giornata alternativa una scusa per rilassarsi e non pensare alla stanchezza accumulata nelle ultime settimane.

Erano tutte intente a chiacchierare tra loro quando Tabata, puntando il naso alla destra del gruppo, disse una sola parola.

«Gatto!»

Tutte si voltarono di scatto drizzando le orecchie, ed effettivamente, di fianco ad un ombrellone delle file di mezzo, si stava aggirando circospetto un gatto grigio con riflessi bluastri, che inondato dagli ultimi raggi del sole sembrava risplendere come una piccola stella. Sembrava non essersi ancora accorto di quella schiera di cuccioli allegri, ed affondava i suoi piccoli piedi rotondi nella sabbia lentamente, cercando forse qualche avanzo di merenda lasciato incustodito dai bagnanti. In un attimo, si ritrovò accerchiato da sedici piccoli musi gongolanti, con le lingue di fuori e le code che scondizolavano all’impazzata - o, per quelli sprovvisti di coda, i culini morbidosi che si muovevano a destra e a sinistra spostando anche le zampe posteriori con quei movimenti bruschi - e subito inarcò la schiena alzando il pelo e soffiando tutta la sua sorpresa, spiccando poi un salto per superare quel muro peloso per poi mettersi a correre lungo la spiaggia. Le nostre cucciole non aspettavano altro, e si lanciarono all’inseguimento con la brezza che accarezzava loro il pelo e le piccole onde che si infrangevano sui piedini paffuti che affondavano nella sabbia, sapendo perfettamente che non sarebbero state in grado di raggiungere ed afferrare quel gatto troppo agile per i loro culini cicciotti e le loro zampette corte, ma provando un irrefrenabile gioia nella corsa al tramonto in compagnia di tutta la banda, assaporando ancora per qualche minuto la libertà che quella breve gita estiva aveva concesso loro, prima del ritorno a casa.

 
  
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