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Autore: Nena_Kurata    30/03/2019    1 recensioni
La normale vita di una ragazza adolescente, Serena, che, in un noioso sabato pomeriggio di solitudine, decide di uscire a farsi due passi...leggendo...mentre cammina. Si scontrerà con un tipo parecchio arrogante e strafottente, odioso. Le loro vite si intersecheranno sempre di più, tutto a causa di una serie di (s)fortunati eventi!
" < AHI! >
…come ci sono finita per terra? Non ero in piedi un attimo fa? Oddio e il manga? E se si è rovinato?
Fortunatamente è accanto alla mia mano che mi accorgo essere leggermente graffiata.
Sospiro di sollievo. Alzo gli occhi e la prima cosa che penso è “ perchè il protagonista maschile del fumetto è vivo?”
Un tizio alquanto perplesso mi scruta curioso e arrabbiato allo stesso tempo. Ops.
Probabilmente si aspetta delle scuse. "
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok sono stata invitata.
Di persona.
Non vedo l’ora!!!
Ma c’è un problema….ci sono DEI problemi. Primo fra tutti, ovviamente: come mi vesto?
Mi hanno detto che casa del Nati è in campagna e che la festa sarà all’aperto ed essendo di sera potrebbe raffrescare, quindi meglio portarsi una giacca leggera o un copri spalle.
Essendo fuori suppongo che ci sia erba, sassolini, buche, radici sporgenti….capito, niente tacchi. Uffa peccato, mi slanciano. Bhe, più di quanto non lo sia già, ma sarebbe stato un punto a mio favore.
Quindi devo andare sul pratico, anche perché voglio essere libera di muovermi senza preoccupazioni, ergo: niente vestiti.
Uffa…devo scegliere: figa ma impalata o un po’ più casual ma libera?
Sportiva e libera. Si direi di si. Sono più io così. Però sempre con classe.
Scelgo quindi un paio di pantaloni palazzo bordeaux a vita alta lunghi fino alla caviglia che hanno in vita una fusciacca da legare in un bel fiocco. Sotto un body nero, super aderente, a collo alto, smanicato e  con un bello scollo profondo sulla schiena. Scarpe basse chiuse e stringate, eleganti ma non troppo. Un po’ vagamente maschile come stile ma ci sta, mi piace. Serve però una collana o degli accessori.
Mmmh vediamo…questa grigio metallizzato ci starebbe bene. Anzi!
Mi raccolgo i capelli in uno chignon morbido con qualche ciocca che cade ai lati del viso e mi metto un paio di grandi orecchini a cerchio argentati. Aggiungo poi solo qualche bracciale sempre a cerchio.
Tento poi di nuovo uno smokey eyes, devo cercare il video tutorial più semplice che riesco a trovare. Si lo so, sono testarda. Ma magari questa volta mi viene bene, chissà.
Bene un problema risolto.
Secondo problema, come ci arrivo? Non vorrei dover guidare io. Ora che sono finalmente patentata (siiii posso guidare!!!) le ragazze mi usano come autista designato quando usciamo a ballare o per una festa, visto che di solito non bevo spesso. Sarà così anche stavolta me lo sento. Non è giusto. Soprattutto quando io guido e loro si addormentano tutte, e dico tutte, senza nemmeno farmi un po’ di compagnia. Ingrate. Ma non ci distraiamo e arriviamo al problema principale.
Regalo.
È un compleanno e quindi come tale i festeggiati si aspettano dei regali. Ho già messo la mia quota per il regalo di gruppo e quindi potrei ritenermi altamente soddisfatta, ma non so, vorrei regalargli qualcosa di più…più…mio.
Non saprei nemmeno cosa, e la festa è stasera…ho solo oggi pomeriggio.
Cosa posso prendergli?
 
Paola mi pianta una gomitata nel costato.
< Sere la prof ti sta chiamando! >
< eh? Cosa? >
< Serena, siamo ancora su questo pianeta? > mi rimprovera la prof di italiano.
< si certo, scusi… >
Mi sono dimenticata che sono ancora in classe e mi sono persa nelle mie riflessioni, che sono sicuramente più importanti di….di cos’è che stiamo parlando di preciso?
< bene, allora mi diresti di cosa stiamo parlando? >
Ecco appunto.
< ehm… >
< dell’incontro tra Dante e Beatrice > mi sussurra la mia compagna di banco. Santa Paola!
< dell’incontro tra Dante e Beatrice >
< mh…ok > la prof mi guarda poco convinta ma riprende a spiegare. Menomale non ha voluto infierire. Forse avrei potuto chiedere consiglio a lei su cosa regalare a Riccardo…meglio di no, vero?
Devo informarmi meglio sui suoi gusti. Magari dopo chiedo a Fiore di indagare.
 
Musica.
A Riccardo piace la musica. Era una cosa talmente ovvia che non ci ho pensato. Suona il basso ogni tanto in un gruppo che ha formato con i suoi amici.
Quindi un cd potrebbe essere una buona scelta. Peccato che non so ne che tipo di musica gli piaccia, ne quali cd abbia già. Uffa. Scartato.
Qualcosa per la moto? Pensa Serena, pensa, dai!
Dei guanti? In moto fa freddo…ma siamo a maggio, scema.
…un…casco?.........................ma sei seria?!
Un portachiavi?
Mh. Un portachiavi…
Si! L’ultima volta non ne aveva uno alle chiavi della moto! Certo è una cosa piccola ma il regalo figo già lo faccio con gli altri, questo è in più. Si ci sta.
Bene oggi pomeriggio subito dopo pranzo vado alla ricerca, adesso è meglio che mi concentri sulla lezione…
Driiinn!
Bhe come non detto…
 
Sono le 18.00 e sono appena rientrata in casa, leggermente in ritardo sulla mia tabella di marcia, ma sono soddisfatta.
L’ho trovato.
Un portachiavi relativamente semplice. Forse senza relativamente; è semplice, ma è stato l’unico che mi abbia convinto al cento per cento.
L’ho scovato nella bancarella di un artigiano al centro commerciale, oggi doveva esserci qualche evento…
Comunque. Ha un anello in acciaio nero con attaccato un piccolo cinturino di pelle blu scura che si può volendo attaccare ai passanti dei pantaloni o a uno zaino…
E mi piace proprio perché è semplice e poi il blu della pelle è molto molto simile al blu dei suoi occhi.
Un po’ patetico vero?
Come quando, alle elementari, il celeste era diventato il mio colore preferito perché era il colore degli occhi del bambino che mi piaceva allora. Cioè, il celeste è tutt’ora il mio colore preferito, ma per altri motivi. È il colore del cielo e del mare calmo e poco profondo. Adoro il mare. Forse è anche per questo che gli occhi di Riccardo hanno così effetto su di me. È un mare diverso, profondo e pieno di significati nascosti.
Fossi capace di fare immersioni subacquee magari potrei capirne qualcuno. Purtroppo, nonostante me la cavi discretamente a nuotare, trattenere il fiato non è proprio il mio forte. No, direi di no.
In ogni caso, ho un’ora e mezzo per docciarmi, asciugarmi i capelli, acconciarli, truccarmi e vestirmi.
Menomale che ho già scelto cosa mettere.
Ah e ovviamente indovinate chi guida? Io. Certo.
Quindi devo pure passare a prendere una paio di persone. Menomale niente tacchi, faccio schifo a guidare con i tacchi…è difficile!
Ho pure trovato un tutorial per il make-up che promette un risultato miracoloso in poco tempo….chissà se è vero.
Ok.
3…2…1…pronti? Via!
 
Sono le 19.30 e per una volta nella vita, sono in orario.
Mi concedo un secondo per assaporare la sensazione di pace e tranquillità che deriva dal fatto che non devo correre come una forsennata.
Tre parole magiche.
Io. Ti. Amo.
No. Certo sarebbero fantastiche anche quelle…più che fantastiche. Ma vuoi mettere? Per una ritardataria cronica è la sensazione più giusta che si possa provare. Si perché per una volta ce l’hai fatta, hai battuto il tempo, non devi correre per recuperare, e di conseguenza sudare, hai fatto tutto quello che dovevi e come lo volevi senza accontentarti, hai battuto i pregiudizi dei tuoi amici che di solito ti dicono di trovarsi ad un certo orario quando poi l’appuntamento in realtà è 15 minuti dopo. Così di sicuro arrivi in orario…bhe si spera.
Tre parole.
Sono. In. Orario.
Che frase mistica.
Ok però adesso è meglio che vada, altrimenti tornerò di nuovo ad essere in ritardo.
 
Passo a prendere Fiore e Camilla e ci avviamo sulla superstrada con la musica a palla cantando le canzoni in inglese che passano alla radio con parole a caso, in uno slang propriamente detto “maccheronico”.
In 20 minuti siamo a destinazione. Fiore va a salutare il suo ragazzo, io rimango un po’ più indietro con Camilla.
Chiudo la macchina e lo vedo. E le sensazioni e i ricordi del nostro quasi-bacio tornano prepotenti.
< sere che hai? Sei tutta rossa… >
< uhm…no nulla > cerco di lasciar cadere il discorso, Camilla, saggiamente o fortunatamente per me, non chiede oltre e ci incamminiamo verso la veranda con il tavolo apparecchiato. La situazione è spartana e informale come mi aspettavo, menomale che non mi sono messa troppo in ghingheri, altrimenti mi sarei sentita a disagio.
“madò, che ansia!”
Si la dialettica, anche se si tratta solo di un pensiero, non è il mio forte quando sono in situazioni di scompenso emotivo come queste.
Ogni passo che faccio nella sua direzione, il mio battito accelera. E accelera, e accelera, e accelera…e si ferma.
Riccardo è di fronte a me e mi sorride contento. E io rimango imbambolata come una cretina.
< ciao! Tanti Auguri! > ah già, c’è anche Camilla. Menomale ha parlato lei al posto mio…
< si ehm…auguri… >
< venite dai, aspettiamo gli ultimi e poi iniziamo >
E sorride di nuovo. E io, di nuovo, mi sciolgo. Non sono abituata a tutti questi sorrisi da parte sua e, secondo me, nemmeno lui…siamo sicuri che non c’è il rischio che gli venga una paresi?
< ehi ci sei? >
Ehm…si…no…forse
< si ci sono > rispondo a Camilla con un sospiro…
< ah…l’amore > mi prende in giro lei ridendo e io mi risveglio dal mio stato di trance
< cosa?! No guarda che ti stai… > ma lei si è già mossa per raggiungere il gruppo.
Ora. Parliamoci chiaro.
Amore è una parola grossa. Grossa più grossa!
Non nego che il ragazzo abbia una non trascurabile influenza su di me e che tra di noi ci sia una certa attrazione, ma da qui a definirmi innamorata…
Le cose non sono iniziate nel migliore dei modi comunque: mi derideva ed era di un’antipatia leggendaria nei miei confronti.
E poi bhe dai non ci siamo mai nemmeno parlati sul serio! Nel senso, di…di…cose importanti ecco! Opinioni politiche e sociali, l’effetto serra, l’aumento della benzina e dei biglietti dei treni, problemi personali o con la presunta sorella scassacazzo a cui però vuole comunque bene…queste cose qui.
E se ve lo state chiedendo: No no, non ci ho pensato su per niente no.
Non nego che mi piaccia, perché sarebbe da stupidi, ma amore è un concetto troppo grande per questo…no?
Si. Appunto. È un’infatuazione momentanea…com’è che si dice?
Ah si: cotta adolescenziale. Ecco.
Una di quelle cose che sembrano chissà che all’inizio, ma che dopo poco vanno a perdersi e poi, per qualche scienza infusa data dall’universo, capisci, tutto ad un tratto, che l’amore della tua vita non era il tipo insieme a te mezz’ora fa. E non ti dispiace neanche troppo!
Quindi si, vedremo come andrà. Magari ci metteremo insieme e dopo qualche mese l’attrazione svanirà e lui mi lascerà perché si sarà convertito alle bionde. O io lo lascerò perché “avrò bisogno dei miei spazi”. Ci lasceremo di comune accordo? No. C’è sempre una delle due parti che vuole rompere, l’altra accetta la decisone e subisce…più o meno bene. Andremo all’università ed ognuno per se. Si sarà così.
In fondo io ho sempre aspirato a qualcuno più maturo. Si. Non più vecchio sia chiaro, ma non un ragazzino antipatico e strafottente…che però mi ha aiutato con la matematica e mi ha appena fatto dei sorrisi così luminosi che…
Dicevo, cotta adolescenziale.
Ecco, messo in chiaro questo punto possiamo andare avanti con la serata. Sono un po’ meno in ansia adesso…più o meno.
< allora ci siamo tutti! Mangiamo? > chiede il Nati, l’altro festeggiato.
 
Ci sediamo a tavola e il mio stomaco si apre.
C’è di tutto: primi freddi, torte salate, salumi e verdure a crudo, pizza varia e carne alla brace…mi andrebbero un sacco un paio di pezzi di rostinciana (o costine di maiale che dir si voglia)…ma la dovrei mangiare con le mani. Posso permettermi di mangiare con le mani al diciottesimo del tipo che mi piace finendo con il ritrovarmi mani e bocca unte?
Mmh…ci penso mentre assaggio un po’ di cous cous e subito dopo un pezzo di pizza.
Stavolta sono stata graziata per metà: Riccardo non è seduto accanto a me, ma davanti.
Mastico un pezzo di carota mentre lo osservo, spero senza essere notata.
È rilassato, che per lui che vive perennemente sul chi va là, penso sia una cosa rara. E si sta godendo la cena.
Ha un paio di jeans un po’ sdruciti che vanno tanto di moda adesso, senza strappi evidenti però, sneakers bianche e una camicia celeste con le maniche arrotolate al gomito e i primi due bottoni aperti. Si è messo anche un cravatta non molto grande, ma abbastanza fina. Blu scuro ovviamente. Non credo proprio che sia intenzionale, ma i colori che ha addosso accentuano ancora di più le sfumature dei suoi occhi.
Come se ce ne fosse bisogno.
Come se IO ne avessi bisogno. E non fossi già andata in palla per un paio di sorrisi.
Occhi che, per inciso, adesso mi stanno guardando.
‘azz…beccata.
Distolgo subito lo sguardo se non fosse che, non so chi, mi mette davanti un vassoio di carne appena tolta dalla brace. E i miei occhi ritornano subito sul tavolo, famelici.
Si, sono particolarmente affamata quando sono nervosa.
E ritorno al mio dilemma.
Mani o non mani?
Sempre guardandomi, forse intuendo in parte il mio dubbio, lui prende una costina con le mani e gli da un morso deciso. Che mi stia sfidando a fare lo stesso?
La mia parte di brava ragazza, mini me vestita di bianco sul polso sinistro, sta legando mentalmente le mie mani alle posate, mentre quella più vera, più istintiva e incurante del giudizio altrui, mini me vestita in rosso sul destro, sta già tirando la mano verso il vassoio.
No? Si? No no…ma forse.
Ohmachissenefrega. Tutto attaccato perché rende meglio.
Prendo una rostinciana e do un morso anche io. Che buona!
Riccardo sorride e senza dire nulla va avanti a gustarsi la sua.
So che la mia immagine adesso è lontana anni luce da quella che volevo che vedesse, ma pace, la signorina che segue il galateo posso farla un’altra volta…magari ad un primo appuntamento…uno vero, tipo a cena in un locale carino…magari anche dall’atmosfera un po’ soffusa, il chiacchericcio degli altri clienti intorno a noi che svanisce non appena mi prende per mano sul tavolo…
< buona eh? >
< mh…che? >
< avevi una faccia così assorta che pensavo fosse per il cibo > sogghigna
Si, certo, come no.
< ah, eh si…eheheh beccata > che imbarazzo, ma come si fa ad essere così scemi.
Il problema è che mi distraggo facile: passa un pensiero interessante e la mia mente lo segue senza esitare e finisco a fare la figura dell’idiota imbambolata.
E la nostra brillante conversazione finisce lì.
Wow, che capacità oratorie e di intrattenimento incredibili che hai Serena, davvero, un sasso parla di più.
< proposta! > sento urlare dall’altro capo della tavolata < andiamo a farci un giro in notturna per i campi! > conclude tutto contento l’altro festeggiato.
Lorenzo Nati, Nati, Natone…MA PERCHE’!!??
< si…cioè figo…ma…non è pericoloso? sai gli animali escono la notte… > tento.
< ma vaaa, non c’è nessun problema, andremo con delle torce e poi rimarremo nelle vicinanze del podere >
Ma che palle!
Era una bella serata, perché questa proposta adesso?
In più tutti gli altri sembrano un sacco d’accordo e non vedono l’ora di andare; forse solo Fiore è un attimo un po’ più scettica come me.
< che c’è? > chiede Riccardo < paura? > e mi sfida con lo sguardo.
La sento, sta montando, non riesco a resistere ad una provocazione, soprattutto se sua.
< ovviamente no > sibilo.
< bene >
< bene >
Facciamo il punto. Ho paura del buio.
Cioè, non a livelli esorbitanti, ma possiamo essere tutti d’accordo che andare a farsi una bella passeggiata nelle campagne di notte con il rischio di imbattersi in qualche animale, non è l’idea più geniale che una mente umana possa partorire, no?
Ecco. Consenso unanime di me e me.
Quindi si, ho fifa. E adesso per colpa di questo sbruffone che ho davanti, non posso nemmeno rifiutarmi…o fingere un mal di pancia improvviso o una caviglia slogata, capirebbe che è una scusa.
E come se mi avesse letto nel pensiero, l’uomo della serata sogghigna di nuovo
< non pensarci nemmeno a trovare una scusa per non venire >
Maledetto.
 
Stiamo girellando da circa una mezz’ora e io sono stata per tutto il tempo appiccicata a Camilla.
< guarda che non è il mio di braccio che dovresti stritolare > dice lei
< e quale allora? Quello di Fiore? Mi pare sia già impegnato no? > e faccio un cenno alla coppia avanti a noi: anche Fiore è rimasta appiccicata ad un braccio nel corso degli ultimi venti minuti, quello del suo ragazzo.
< ovvio che no scema, quello di Riccardo >
< non ci penso nemmeno, neanche fosse l’ultimo braccio sulla faccia della terra >
< quante storie…lui sarebbe contento > e mi guarda di sottecchi
< ma va… > e lascio cadere il discorso continuando a camminare. Ad un tratto sento un fruscio tra l’erba alta che proviene proprio dalla parte scoperta, quella dove, in caso di necessità, non ci sarebbe Camilla a farmi da scudo umano.
Non faccio in tempo ad avvisarla che…
< BOO! >
< AHHHHH! > lancio un urlo e sobbalzo, saltando quasi in collo alla povera Cami.
< ahahahahahhahahahahahh! > lo scemo integrale se la ride di cuore, mentre io cerco di recuperare il mio che mi è praticamente uscito dal petto per lo spavento.
< sapevo che ti saresti spaventata, ma non credevo così tanto! Ahahahaahah! >
E intanto anche gli altri, accortisi della scena, ridono.
Mi ha fatto fare una figura di merda colossale! Maledetto di nuovo! Lo disintegro.
< MA SEI IMPAZZITO??!! Ci potevo rimanere secca! > sbotto, lasciando Camilla che ne approfitta per andarsene più avanti.
< ahahah! Ma dai come sei esagerata, era un piccolo scherzo! >
< SCHERZO? NON SI FANNO QUESTI SCHERZI. Per poco non ho rischiato un infarto, senti qua, scemo! > e presa dalla rabbia gli prendo la mano e la appoggio sul mio petto per fargli sentire il battito, totalmente impazzito, del mio cuore, giusto sopra il seno.
Silenzio. Anche gli altri hanno smesso di ridere per un momento. Ora sghignazzano.
Lui è impietrito, io ho ancora il fumo che mi esce dalle narici. E non ho ovviamente realizzato il gesto.
Aspetta…aspetta…ancora un po’…ecco, realizzato.
Adesso il fumo esce dalle orecchie e la faccia è bordeaux quanto i pantaloni.
Ma che cazz…Mi scosto.
Gli altri riprendono a camminare come se nulla fosse e noi, dopo un attimo di esitazione, li seguiamo.
Ho provveduto a ristabilire una certa distanza di sicurezza tra me e lui e adesso non so cosa fare.
Camminiamo in silenzio ancora per un po’.
< quindi avevo ragione, hai paura > ride
Gli lancio uno sguardo astioso e non rispondo.
<…chi tace acconsente…> insinua.
Mi fermo. Si ferma. Non che sia un’insinuazione sbagliata ma è comunque altamente fastidioso, che sommato alla rabbia per lo spavento di prima, mi rende giusto un tantino irritata.
< ma cosa ne sai? stavo benissimo fino a che tu non hai voluto fare il giullare per i tuoi amici scegliendo me come vittima! > sbotto facendo un passo nella sua direzione
< io davvero non capisco perché te la prendi tanto con me! > ma perché mi piaceva ‘sto tipo? No davvero, al momento non me lo ricordo.
< che ci posso fare? È divertente vederti arrabbiata > sorride
Divertente?!
< DIVERTENTE? Mi spiace caro, ma ho di meglio da fare che passare il mio tempo a intrattenere te > e mi incammino per raggiungere gli altri. Faccio in tempo a fare solo un passo che Riccardo mi blocca prendendomi per mano.
< senti… > comincia, che voglia scusarsi? Anche se fosse, adesso non mi va di starlo a sentire.
< cosa c’è ancora? Guarda che non mi va proprio di starti a sentire. Sei arrogante, antipatico, strafottente e odioso. Non fai che farmi fare figure di merda e prendermi per il culo! >
< posso? >
< cos..? >
Mi bacia.
Non ho fatto in tempo nemmeno a capire che mi sono ritrovata le sue labbra sulle mie.
Sono un sasso. Completamente spiazzata e paralizzata. La sua mano ancora mi tiene per il polso, si avvicina a me e mi accarezza il viso con la mano libera. Parte dall’orecchio e traccia un disegno impercettibile seguendo la linea della mascella.
E io mi sciolgo.
Chiudo gli occhi e rispondo al bacio. È dolce, casto e tanto tanto morbido. Mi lascia il polso e mi abbraccia.
Le mie di braccia invece, sono come inanimate, non riesco a muoverle e pertanto rimangono stese lungo i miei fianchi. E anche se fuori il mio corpo sembra morto, giuro che dentro di me sono vivissima. Ho un miscuglio di emozioni talmente confuso che non riesco a capire cosa sia cosa. Paura, rabbia, gioia, imbarazzo, dubbio, sorpresa…alimentano tutte un fuoco enorme che nasce dallo stomaco e mi brucia ovunque. Ho caldissimo.
Decido che non posso rimanere immobile e quindi tento di muovere un braccio per andare ad accarezzargli il viso e affondare finalmente le mie dita in quei capelli nerissimi che sembrano tanto morbidi.
La punta dell’indice ha sfiorato la sua guancia che…
< RAGAZZII!! >
Ci blocchiamo. Da lontano il resto del gruppo ci sta chiamando. Riccardo si stacca da me, sul volto un’espressione di sorpresa misto dubbio. La mia mano è rimasta a mezz’aria. Si scosta del tutto e mi lascia. Vedo che gli altri stanno tornando indietro.
< sarà meglio andargli in contro > e se ne va verso il gruppo.
E io rimango lì. Ancora scossa e spiazzata e confusa ed emozionata.
Poi mi ricordo che un cinghiale potrebbe decidere di saltare fuori dal fosso e farmi fuori, allora mi affretto verso gli altri.
 
Uff…che serata.
Sono circa le due e mi sono appena buttata sul letto.
Che serata. Emozionarsi tanto è una faticaccia, ti stanca di più di un’ora di palestra.
Dopo  “il fatto” io e Riccardo non ci siamo più parlati per tutta la sera, né guardati. Nessuno scherzo, nessuna battutina, nessun sogghigno, niente. Io sono rimasta praticamente sempre con le ragazze che, tornando in macchina verso casa, hanno cominciato a farmi il terzo grado, ma quando me ne sono uscita con “ la piantate di rompermi i coglioni? Non sono affari vostri!”, hanno capito che non era aria e hanno lasciato perdere il discorso.
Mi ha baciata.
E io ho ricambiato.
E allora poi perché siamo finiti così?
Controllo il telefono per vedere se, per qualche congiunzione astrale, lui mi abbia scritto un messaggio. Nulla.
Sarò sincera, mi aspettavo qualcosa e quindi un po’ delusa lo sono.
Mi sfioro le labbra con le dita: è stata una cosa bellissima. Non avevo mai provato tante emozioni tutte in una volta come questa sera.
Chiudo gli occhi per riportare alla mente le sensazioni: le sue labbra delicate sulle mie, la sua mano calda sul mio viso, il suo abbraccio, quella sensazione alla bocca dello stomaco…vorrei rifarlo.
Apro gli occhi: si ma…e adesso che si fa?




Ciao a tutti!
Dopo un pò di assenza, sono tornata! Sorry >.<
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere nelle recensioni!
Alla prossima :)
Nena
   
 
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