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Autore: Come What Klaine    31/03/2019    4 recensioni
Isabelle sta per sposarsi con Simon, per impegni vari si rivolge a un wedding planner per organizzare il loro matrimonio. Alec, il suo testimone, aiuterà Magnus. Ma i due si conoscono già.
"Aspettate, fatemi capire...è questo il problema? Un appuntamento andato male?" chiese Isabelle, sempre più confusa.
"Oh no, l'appuntamento, anzi gli appuntamenti sono andati bene. Il problema è quando mi ha portato a casa sua. Sembrava tutto perfetto, peccato che poi è arrivata la sua ragazza"
Isabelle quasi si strozzò con la sua stessa saliva e si voltò a guardare Magnus.
"Ex ragazza" specificò lui, quasi sibilandolo fra i denti.
***
"Dovrei essere io quello offeso. Mi hai voltato le spalle, senza neanche darmi la possibilità di parlare. Ti ho persino seguito in mezzo alla strada, ma tu non ti sei mai voltato. Mi hai tagliato fuori dalla tua vita, come se non fossi mai esistito. Sì, siamo usciti poche volte, ma...pensavo che..." aggiunse, senza riuscire a completare la frase. Non si sarebbe esposto più di tanto. Non voleva mostrarsi vulnerabile di fronte a lui. "Non importa più adesso"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Izzy Lightwood, Magnus Bane, Simon Lewis
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buona sera! Questa è la prima Malec che pubblico e mi sento super emozionata *-* 
 
 
★ Iniziativa: Questa storia partecipa a “Marry me!” a cura di Fanwriter.it!
★ Numero Parole: 5,341 (1° capitolo)
★ Prompt/Traccia: 39. A è il wedding planner e B è il testimone/damigella d’onore incaricato di fare le veci degli sposi. Bisogna lavorare a stretto contatto perché il matrimonio riesca.
(Io ho deciso di aggiungere il fatto che Alec e Magnus si conoscessero già)

Trama: Isabelle sta per sposarsi con l'uomo della sua vita, Simon, ma per impegni di lavoro, non può occuparsi dell'organizzazione del matrimonio, così si rivolge a Magnus Bane, uno dei migliori wedding planner. Suo fratello Alec, nonché suo testimone, dovrà aiutare Magnus nei preparativi, essendo la persona che conosce meglio Isabelle.
Ma Alec e Magnus si conoscono già. Si sono frequentati per un breve periodo di tempo, e le cose non sono andate proprio bene fra loro.
Ci tengo a precisare: non ci sarà niente di angst.
 
La storia avrà pochi capitoli e sono già scritti, manca solo la fine praticamente, quindi non dovrei tardare con la pubblicazione. 
 
Ci tengo a ringraziare Fanwriter per quest'iniziativa, perché ho ricominciato a scrivere come non facevo da tempo ed è stato bellissimo.  
 
Vi lascio alla lettura del capitolo ^^
 
 
 
CAPITOLO 1
 
 
 
 
 
Alec stava osservando inorridito e terrificato, il tavolo cosparso di fogli vari. Sembrava che avesse davanti a sé dei fogli con formule impossibili, scritte in lingue sconosciute, ed elementi chimici per creare qualche bomba nucleare, ma in realtà erano fogli di riviste di abiti da sposa, acconciature, composizioni floreali e altre cose da matrimonio. 
"Oh andiamo, non fare così" lo riprese sua sorella Isabelle, sbattendo sul tavolo un raccoglitore. Alec aveva paura di ciò che poteva esserci dentro.
"Qui ci sono idee di colori, tessuti e abbinamenti per l'arredamento della location, che ancora non abbiamo scelto però.." spiegò la futura sposa, pronta a spargere altri fogli su quel tavolo già stracolmo, ma Alec le bloccò i polsi.
 
"Izzy, io ti adoro, lo sai, ma non ce la posso fare" ammise, guardandola dispiaciuto. "Non posso, perché non ci capisco niente e farei più casini che altro" 
 
Isabelle gli rivolse un sorriso dolce, liberandosi i polsi.
"Lo so, per questo non sarai tu ad occuparti di tutto. Mi sono rivolta ad un wedding planner, ma ho bisogno che tu supervisioni comunque il tutto" lo rassicurò.
"Gli ho già parlato in questi giorni, sai ha voluto sapere di me e Simon, e gli ho spiegato in linee generali il tipo di matrimonio che vogliamo, quindi sa già come orientarsi.
So che non ti senti proprio a tuo agio in queste cose, e vorresti trovarti a fare tutt'altro, ma ho bisogno di te, Alec. Sei il mio fratellone e mi fido di te. E poi mi conosci meglio di chiunque altro, quando io sarò occupata in ospedale, tu potrai aiutare il wedding planner. Prima di decidere qualunque cosa, voglio il tuo parere" continuò Izzy, guardandolo con occhi dolci, da sotto le lunghe ciglia. Alec sospirò rassegnato. Isabelle era il suo punto debole. Avrebbe fatto di tutto per lei. Anche lasciarsi coinvolgere dai preparativi per il matrimonio.
 
"E poi sei quello che ha più tempo a disposizione. Io faccio turni assurdi in ospedale, Clary è impegnata con la sua galleria d'arte e Jace l'aiuta, e Simon, per quanto io lo ami immensamente, non è proprio adatto ad organizzare un matrimonio, specialmente il nostro. Si farebbe prendere dal panico... Tu invece sei la persona ideale, oltre che significa tanto per me averti al mio fianco" aggiunse Izzy, sollevandosi sulle punte per dargli un bacio sulla guancia.
Alec non ebbe il tempo di replicare nulla, in quanto suonarono alla porta. "Oh, deve essere lui!" esclamò Isabelle dirigendosi ad aprire la porta.
 
"Lui chi?" chiese Alec, ma non ebbe risposta in quanto sua sorella era già sparita lungo il corridoio. Sentì il vocio farsi sempre più vicino e sospirò. Poteva farcela. Del resto doveva solo avere a che fare con una Izzy più esuberante e iperattiva del solito. 
 
Isabelle Lightwood versione sposa, era una forza inarrestabile, un uragano, e lui stava per trovarsi in mezzo a quell'uragano senza avere via d'uscita.
 
"Okay, abbiamo anche un aiutante. Forse non è proprio il massimo nei consigli di questo genere, ma è il mio fratellone, nonché testimone, e per me conta molto averlo al mio fianco" sentì dire a sua sorella e si ritrovò a sorridere. 
Ma non appena Izzy e il wedding planner entrarono nel salone, Alec era sicuro che la sua mascella fosse precipitata a terra e gli occhi gli fossero usciti dalle orbite. 
Perché accanto alla futura sposa, sempre più bello da togliere il fiato, c'era Magnus Bane.
Il suo stupore durò solo qualche secondo, dopodiché si ricompose in un lampo. 
"Che ci fai tu qui?" sputò fuori, guardandolo in cagnesco.
 
Magnus, d'altra parte, era ancora imbambolato a guardarlo. Non riusciva a credere che Alexander, quell'Alexander fosse il fratello della sua cliente. 
"Lui è il mio wedding planner" rispose prontamente Isabelle, alternando velocemente lo sguardo dall'uno all'altro, con espressione perplessa. "Ma aspettate, voi vi conoscete?" chiese, ed entrambi i ragazzi sospirarono a quella domanda.
"Sì" risposero in sincrono. Alec rispose duramente, mentre Magnus sembrava più affranto.

"Okay, adesso voi mi spiegate subito cosa diavolo è successo fra voi, e poi possiamo tornare a concentrarci sul mio matrimonio" asserì Isabelle con un tono che non ammetteva repliche, sentendosi sull'orlo di una crisi di nervi. Non poteva permettere che niente ostacolasse l'organizzazione del suo matrimonio.
Nessuno dei due ebbe il coraggio di opporsi. Isabelle indicò con un gesto della mano il divano, e tutti e tre si andarono a sedere. Alec e Magnus alle due estremità, e Izzy al centro, che continuava a guardare entrambi perplessa.

"Forza, racconta" disse Alec, guardando Magnus di traverso, con aria di sfida. 
"Io? Perché non inizi tu, mister perfettino?" ribatté il wedding planner, ricambiando il suo sguardo.

"Basta" li fermò Isabelle, prima che potessero continuare quel battibecco.
"Entrambi direte la vostra, ma uno alla volta e senza attaccarvi" li riprese la donna, sbuffando infastidita. Le sembrava di avere a che fare con i bambini dell'asilo e lei era la maestra che doveva metterli d'accordo.

"Va bene, inizio io" disse Alec, sistemandosi in modo da poter guardare sia sua sorella che Magnus, che lo guardava di rimando, in attesa di sentire cosa avesse da dire.

"Isabelle, lui è quell'uomo di cui ti ho parlato poco tempo fa. Sai, quello con cui sono quasi andato a letto, e per fortuna che non l'ho fatto altrimenti me ne sarei pentito per il resto della vita" iniziò a dire Alec, e sua sorella lo guardò scioccata. 
Magnus assunse un'espressione incredula. "Scusami? Secondo me ti penti di non averlo fatto" ribatté, incrociando le braccia al petto.
"Aspettate, fatemi capire...è questo il problema? Un appuntamento andato male?" chiese Isabelle, sempre più confusa.
"Oh no, l'appuntamento, anzi gli appuntamenti sono andati bene. Il problema è quando mi ha portato a casa sua. Sembrava tutto perfetto, peccato che poi è arrivata la sua ragazza" 

Isabelle quasi si strozzò con la sua stessa saliva e si voltò a guardare Magnus.

"Ex ragazza" specificò lui, quasi sibilandolo fra i denti.
"Non importa, sta di fatto che non mi avevi messo al corrente del fatto che vivessi con la tua ragazza" disse Alec, marcando 'la tua ragazza.'
"Ex" insistette Magnus e Alec ruotò gli occhi.
"E quella sera non doveva rientrare..." aggiunse, e quello forse peggiorò le cose.
"Oh, quindi lei era d'accordo che ti portassi a letto un uomo? Cosa? Speravate di fare una cosa a tre per rianimare il rapporto?" sbottò Alec, la rabbia che si faceva strada in lui.

"No, ma come ti salta in mente? Se solo tu mi avessi lasciato spiegare, avresti capito" cercò di dire Magnus, ma Alec sbuffò.
"Ascolta, non mi interessa. Non c'era comunque niente fra noi, ci siamo visti solo poche volte" borbottò, e l'attimo dopo sentì il gomito di Isabelle colpirgli le costole.

"Ahi, che vuoi?" le disse, massaggiandosi la parte lesa. 
"Modera le parole" lo riprese lei, facendo un piccolo cenno con la testa per indicare Magnus. 
"Ma è la verità. Siamo usciti insieme quante volte? Sei, sette?" replicò, convinto di avere ragione. Per un breve attimo gli sembrò quasi che Magnus ci fosse rimasto male a sentire quelle parole, ma quella sensazione svanì immediatamente. 

"Magnus, tu vuoi dire qualcosa?" gli chiese Isabelle, e Alec si buttò indietro sul divano, poggiandosi allo schienale.
"Non vuoi neanche guardarmi?" domandò Magnus, indietreggiando col busto per poter guardare oltre Isabelle e fissare Alec.
"No" rispose il maggiore dei Lightwood, incrociando le braccia al petto.
Isabelle sospirò, cercando di recuperare tutta la calma possibile, ma quello non le impedì di incenerire Alec con lo sguardo.

"Va bene. Vuoi sapere perché, nonostante ci fossimo lasciati già da un po', vivevamo ancora insieme? Quella casa era nostra, nel senso che eravamo co-proprietari e stavamo ancora decidendo cosa dovessimo fare. Se doveva prenderla uno di noi due o venderla, e nessuno dei due aveva un altro posto dove stare. Ma non ci vedevamo mai, neanche per i pasti, ognuno stava per i fatti suoi" spiegò Magnus, con un'apatia nella voce che fece stringere il cuore di Isabelle, che si ritrovò ad allungare una mano per prendere la sua.
Alec osservò il gesto completamente attonito. Se quel Magnus pensava di corrompere sua sorella e portarla dalla sua parte, si sbagliava di grosso.
"Oh, quindi avete trasformato la casa in un bed and breakfast" commentò sarcasticamente.

"Alec" lo rimproverò Izzy, dandogli un pugno sulla gamba.
"Ahi, ma si può sapere perché continui a colpirmi? Guarda che la vittima qua, sono io" le fece notare, indicandosi in modo ovvio.
"No, sei uno stupido. Entrambi lo siete" rispose, guardandoli con disappunto, nonostante tenesse ancora Magnus per mano.
"Alec, tu hai sbagliato a giungere a conclusioni affrettate. E tu Magnus, avresti dovuto avvisare Alec della situazione" spiegò Isabelle, in poche e semplici parole, nella speranza che quei due si rendessero conto di quanto fossero stati idioti.

"Conclusioni affrettate? Cosa avresti pensato tu?" ribatté Alec, che proprio non voleva mollare. Isabelle si chiese perchè dovesse essere così dannatamente testardo.
"Se magari lo avessi lasciato spiegare, avresti capito le sue ragioni. Hai idea di come debba essere stato per lui?" chiese lei, indicando Magnus, che stava stranamente in silenzio.

"Cosa? Farsi beccare dalla sua ragazza con le mani dentro i pantaloni di un altro?" domandò retoricamente, sollevandosi per guardare Magnus e lanciargli un'occhiataccia, ma si fermò quando lo vide con le spalle ricurve, lo sguardo basso e le labbra contratte in una smorfia.
"No, Alexander. Come ti sentiresti a vedere tutto ciò che stavi costruendo con la persona che amavi, andare in mille pezzi, senza poter fare nulla per fermare quel disastro?" disse Magnus, finalmente riprendendo l'uso della parola. 

Isabelle strinse un po' di più la sua mano e fulminò Alec con lo sguardo. Quest'ultimo pensò saggiamente di non replicare più nulla.

"Hai parlato al passato..." non poté evitare di notare e Magnus sospirò.
"Sì, genio, al passato perché è finita. Così come era finita quando siamo usciti insieme" 

Alec si ritrasse di nuovo nel suo angolino di divano, distogliendo lo sguardo da Magnus. Lo metteva a disagio, e lo faceva sentire in colpa pure ad essere arrabbiato con lui. Ma Alec ne aveva tutto il diritto, no? O almeno, questo pensava lui.

"Ma tu chiaramente vedi  tutto bianco o nero, non lasci neanche spiegare. C'è solo la tua versione, esiste solo il tuo pensiero" continuò Magnus, guardandolo oltre la spalla di Isabelle. 
"Dovrei essere io quello offeso. Mi hai voltato le spalle, senza neanche darmi la possibilità di parlare. Ti ho persino seguito in mezzo alla strada, ma tu non ti sei mai voltato. Mi hai tagliato fuori dalla tua vita, come se non fossi mai esistito. Sì, siamo usciti poche volte, ma...pensavo che..." aggiunse, senza riuscire a completare la frase. Non si sarebbe esposto più di tanto. Non voleva mostrarsi vulnerabile di fronte a lui. "Non importa più adesso"

Per un po' i tre stettero in silenzio, Magnus e Alec fissavano dritti davanti a loro, con le braccia incrociate al petto e le gambe accavallate, mentre Isabelle lanciava sguardi di disappunto ad entrambi, ma una parte di lei quasi rise a vederli nella stessa identica posizione, e con la stessa espressione nervosa sul volto. 

"Adesso, io non so se voi vorrete chiarire la situazione per i fatti vostri, o se volete restare nella vostra cocciutaggine, ma dovete mettere tutto da parte. Ho bisogno di entrambi, e se non riuscirete ad andare d'accordo, non importa quanto fondamentali voi siate per me, vi taglio fuori. Tu- si voltò verso Magnus e gli puntò un dito contro- tu verrai licenziato, e tu- si voltò verso Alec- non sarai più il mio testimone" li minacciò Isabelle. "Sono stata chiara?" sibilò fra i denti, e fece quasi paura. Soprattutto perché non appena quei due risposero 'Sì', lei sorrise felice, come se non fosse successo nulla, alzandosi dal divano per ritornare al tavolo stracolmo di fogli.

"Forza, abbiamo un matrimonio da organizzare" 

Alec e Magnus si guardarono per un fugace secondo, quasi con aria di sfida, ma c'era anche un velato dispiacere nello sguardo di entrambi, che però ignorarono. Magnus fu il primo ad alzarsi dal divano e raggiungere Isabelle.

"Io resto qua, tanto non ci capirei lo stesso niente" borbottò Alec, stendendo le gambe lungo il divano. Isabelle ruotò gli occhi e sospirò. "Come vuoi"

"Allora cara, a cosa stavi pensando?" le chiese Magnus, dando un'occhiata alle idee di Izzy.
"Come ti ho già accennato in questi giorni, voglio un matrimonio da favola. Però tipo favola moderna, niente a che fare con quei matrimoni troppo pomposi. Deve essere tutto da togliere il fiato. Non voglio tralasciare neanche il più piccolo dettaglio" spiegò la futura sposa, con gli occhi che le brillavano dalla gioia, e Magnus le sorrise.
"Io ho segnato qualche location che potremmo andare a vedere. Sono le più adatte al tipo di matrimonio che vuoi. Ce ne sono di spaziose, regali, all'aperto, con piscina e fontane, e anche a più piani. Ovviamente, possiamo aggiungerne altre alla lista" 
Isabelle annuì. "Perfetto, puoi contattarle per fare un tour di ognuna. Voglio vederle tutte prima di decidere" 
"Passiamo all'abito. Ne hai già provato qualcuno? Hai un modello in mente?"
"No, non ancora. E no, non proprio...sono indecisa, ci sono tanti modelli bellissimi ma devo vedere quale starebbe meglio su di me"
"L'abito, bè, puoi permetterti quello che vuoi,tesoro. Hai una corporatura perfetta per qualunque stile tu decida di indossare" le disse sinceramente e Izzy sorrise, per poi sospirare.
 "Sono a zero praticamente, ci sono così tante cose da organizzare, mancano cinque mesi al matrimonio e non so da dove iniziare prima" disse, passandosi frustrata una mano fra i capelli. 
"Tranquilla, cara, ci sono qui io. Andiamo per step, c'è tempo, e piano piano penseremo a tutto. " la rassicurò Magnus e Izzy gli sorrise.
"Sarei persa senza di te" gli disse, e sentirono un colpo di tosse infastidito arrivare dall'altra parte del salone. Isabelle ruotò gli occhi e sbuffò esasperata, mentre Magnus si morse il labbro per non ridere.

Isabelle si voltò verso suo fratello, che stava facendo finta di giocare con il cellulare, e richiamò la sua attenzione schiarendosi la voce.
"Alec, perché non vai a fare il caffè così da offrirlo al nostro ospite?" propose lei, e più che una proposta sembrava un comando.
"E' casa tua, è il tuo ospite" ribatté Alec, scrollando le spalle con indifferenza.
Izzy si mise pericolosamente le mani ai fianchi e Alec seppe di non avere altra scelta.
"Okay, sto andando" si arrese, alzandosi dal divano con uno sbuffo.

"Dovrei fidarmi di quello che mi da?" sussurrò Magnus a Isabelle, non appena Alec passò per andare in cucina.
"Per quanto vorrei avvelenarti, non posso farlo. Andrei in prigione e non posso essere presente al matrimonio della mia sorellina se sono dietro le sbarre" replicò prontamente Alec, sorridendogli innocentemente.
"Wow, ci stavi seriamente pensando" commentò Magnus, portandosi teatralmente una mano sul cuore. 
"Piano andato in fumo. Come tutto il resto" borbottò, sparendo dentro la cucina.

Non appena fu lontano dalla vista dei due, si ritrovò a sospirare. Tutto quello era un casino. Fra tutti i wedding planner presenti a New York, sua sorella doveva proprio affidarsi a Magnus? Non poteva farcela, ma doveva. Lo doveva a Isabelle, per lei avrebbe fatto davvero di tutto, persino sopportare la presenza di Magnus.
Accese la macchinetta del caffè e, mentre aspettava che riscaldasse l'acqua, preparò le tazzine e lo zucchero. Inserì la cialda nella macchinetta e l'odore di caffè lo riportò al giorno in cui aveva incontrato Magnus.
 
Erano appena le otto del mattino, quando Alec entrò al 'Rise-coffee- and shine', la sua caffetteria preferita. Era sabato, quindi quella mattina il locale non era molto affollato. C'era solo qualche persona seduta ai tavolini, e solo tre persone in fila alla cassa. Alec si mise in coda, reprimendo uno sbadiglio. 
Salutò Lydia con un gesto della mano e la ragazza gli sorrise, indicandogli il suo solito tavolino all'angolo del locale, già riservato per lui.

Nel frattempo, era quasi arrivato il suo turno per ordinare e pagare. Davanti a lui c'era un uomo, poco più basso di lui, con un ciuffo di capelli perfettamente tirato indietro in un'onda, con delle striature rosse sulle punte. Indossava dei pantaloni bordeaux, con sopra una camicia nera, dal colletto glitterato, che fasciava perfettamente il suo busto, dal quale si poteva vedere la forma definita delle sue spalle. Alec si ritrovò a guardarlo un po' più del previsto, e pensò a  come fosse possibile essere impeccabile già alle otto di mattina. Quell'uomo doveva avere sicuramente qualche potere, perché non era umanamente possibile. 

"Un caffè macchiato, super zuccherato e con una spolverata di cacao amaro" ordinò, tirando fuori il bancomat per pagare. 
"Mi spiace, ma la macchinetta del pos non funziona. Solo contanti oggi" gli disse Lydia.
"Non ho soldi addosso. Non ho avuto ancora il tempo di andare a prelevare" ribatté Magnus, cercando di non risultare disperato come si sentiva. Niente poteva mettersi fra lui e il suo caffè. Aveva bisogno della caffeina per poter affrontare la giornata.
"Mi dispiace davvero tanto, ma non posso darle nulla, senza aver prima pagato. E' la procedura, non dipende da me. Batto lo scontrino e deve esserci l'incasso" si giustificò Lydia, guardandolo dispiaciuta. Magnus pensò che era inutile fare una scenata, quindi annuì e stava per andarsene, quando Alec si intromise.

"Lydia, ci penso io" disse, avvicinandosi alla cassa per poter pagare. "E per me fai il solito, grazie" aggiunse, strizzandole l'occhio. 
"Subito" disse lei con un sorriso, passando l'ordine all'altra banconista.

Magnus si voltò verso Alec e, non appena lo fece, Alec sentì le gambe tremare. Quell'uomo era bello da togliere il fiato. Il suo viso dai tratti asiatici, era perfettamente scolpito. Il castano scuro dei suoi occhi era messo in risalto da un velo di matita nera all'interno della rima inferiore, rendendo il suo sguardo più profondo. Alec sentì il respiro bloccarsi in un punto fra petto e gola, soprattutto quando abbassò di poco lo sguardo e puntò gli occhi su quella porzione di pelle lasciata scoperta dalla camicia, ma adornata da delle lunghe collane in acciaio con ciondoli di forma varia.

"Non so chi tu sia, ma mi hai appena salvato. Grazie..." disse l'uomo, lasciando cadere la frase, in un invito a dirgli il suo nome.
"Alec"
"Magnus" si presentò, porgendogli la mano, adornata da bracciali e anelli. Alec la strinse e gli sorrise.

"Addirittura salvato la vita?" scherzò Alec, mentre allentavano la presa delle loro mani. 
"Oh sì. La mia e quella di chiunque mi avrebbe rivolto la parola prima che assumessi la mia dose di caffè" rispose Magnus, e Alec ridacchiò per poi mettere su un'espressione seria.
"Mh, non hai ancora preso il caffè, ma stai parlando con me. Devo forse preoccuparmi?" chiese, fingendosi spaventato. Magnus lo guardò interdetto per un secondo, dopodiché scosse la testa divertito. 
"No, assolutamente. Ripeto, sei il mio salvatore" lo rassicurò con un sorriso, che Alec ricambiò.

"E poi, non so cosa nascondi dentro quel grande borsone. Potresti avere qualche arma segreta e farmi fuori" aggiunse Magnus, indicando il borsone ai piedi di Alec.
"Oh, questo... Mi spiace deluderti, ma sono solo cose da palestra"

Magnus assunse un'espressione scettica. "Cosa ti porta ad andare in palestra con la mattinata?" chiese, come se il solo pensiero di fare una cosa simile, lo spaventasse.
"Bè, ci lavoro. Sono un istruttore di fitness" spiegò Alec, con un piccolo sorriso.
Magnus non potè fermare quell' 'Ah' strozzato dallo scappare dalle sue labbra.
"Questo spiega tante cose" mormorò, facendo scorrere  quasi languidamente lo sguardo lungo tutto il suo corpo. Alec arrossì leggermente e sorrise impacciato, schiarendosi la voce.

"Tu invece, di cosa ti occupi? Sono solo le otto del mattino e  sembri appena uscito da una rivista di moda" disse Alec, mordendosi subito dopo l'interno delle guance. Che figuraccia. Ma cosa stava dicendo? Aveva bisogno della caffeina per connettere quei due neuroni che aveva. Jace aveva ragione quando glielo faceva notare.
"Sì, in effetti vivo dentro Vogue. Mi hai beccato" sussurrò Magnus, come se stesse svelando un segreto e Alec scoppiò a ridere.
"Comunque, faccio un lavoro molto rischioso. Sono sempre a contatto con le creature più pericolose del mondo" disse con tono serio.
Alec aggrottò le sopracciglia in un'espressione confusa, non capendo se l'altro lo stesse prendendo in giro.
"Faccio il wedding planner, quindi ho a che fare con le spose" spiegò Magnus, venendo interrotto da Lydia, che porse loro i caffè ordinati.

"Grazie" dissero in sincrono, e lei gli sorrise. 

"Quindi, lavoro molto pericoloso, eh?" chiese Alec, prendendo un sorso del suo caffè.
"Moltissimo. Dovrebbero mettere 'wedding planner' come uno dei lavori più pericolosi al mondo" rispose Magnus, imprecando quando il suo cellulare segnalò l'arrivo di vari messaggi.

"Qualche sposa starà dando di matto" spiegò, ruotando gli occhi. "Non fraintendermi, amo il lavoro che faccio, è solo che occorre una pazienza infinita per stare dietro a tutto" 

"Fortuna che non dovrò passarci mai" borbottò Alec, e all'espressione interrogativa di Magnus, sospirò.
"Non mi sposerò mai. Non con una donna, almeno" chiarì e Magnus gli sorrise.
"Non credere che gli sposi siano meno complicati. Ho organizzato diversi matrimoni fra due uomini, e credimi si impazzisce lo stesso. Ma il peggio arriva quando sono due donne a sposarsi. Il delirio più assoluto" raccontò Magnus, sospirando all'ennesimo messaggio.

"Scusami, non vorrei essere scortese, ma devo proprio andare" si scusò, e Alec fece un piccolo gesto con la testa.
"Certo, capisco, anzi scusami per le chiacchiere"
"Ma di cosa? Ho praticamente parlato solo io" gli fece notare Magnus, ridacchiando, per poi tornare serio. "Però sai, potremmo rimediare a questo. Che ne dici di rivederci? Così posso essere io a offrirti un caffè stavolta, o un drink se preferisci" propose Magnus con fare casuale, e Alec sorrise, annuendo contento.
"Mi farebbe davvero piacere" ammise sinceramente, prendendogli il cellulare dalle mani per lasciargli il suo numero.

"Allora, ci sentiamo" disse Magnus, non accennando a muoversi per andarsene. Sarebbe rimasto volentieri a parlare con quel giovane e bellissimo uomo di fronte a lui.

"Certo, hai il mio numero, quindi usalo"

'Bravo Alec, continua a fare la figura dell'idiota.' Si disse mentalmente, maledicendosi in tutte le lingue che conosceva e inventando insulti in quelle che invece non sapeva.

"Ne farò buon uso, promesso" ammiccò Magnus, facendogli l'occhiolino, per poi dirigersi verso l'uscita della caffetteria. Alec lo guardò andare via con un sorriso, arrossendo quando incrociò lo sguardo curioso e stranamente soddisfatto di Lydia.

"Sono 8 dollari e 50" disse la ragazza alla cliente di fronte a lei. "Bancomat?" le chiese, porgendole la macchinetta del pos.
Alec la guardò confusamente. "Ma...non avevi detto che non funzionava?" le chiese, osservando perplesso la signora che completava l'operazione di pagamento senza alcun problema.
Lydia si strinse nelle spalle, fingendo indifferenza. "L'ho detto? Bè, deve essersi aggiustata. Una buona giornata, signora" 

Alec si avvicinò alla cassa, non distogliendo lo sguardo da lei.
"Lydia..." le disse con tono fermo, intimandola a parlare.
"Non smettevi di fissarlo, sinceramente mi sentivo in imbarazzo per te" asserì lei, come se quella fosse una risposta più che sufficiente. Non lo era, ma Alec riuscì comunque a capire.
"Tu...l'hai fatto di proposito. Sapevi che mi sarei proposto di offrirgli il caffè..." disse, e non seppe se sentirsi lusingato oppure offeso dalla cosa.

"Mi ringrazierai, Alec" concluse lei con un sorriso, tornando a servire i clienti.

Alec scosse la testa, ancora incredulo. Ma la vibrazione del cellulare nella sua tasca lo riportò alla realtà. Lo tirò fuori e aprì il messaggio arrivato da un numero sconosciuto.
'Ben quattro vite sono state risparmiate grazie al tuo gesto. Loro sono ancora vive e io ho evitato la prigione. Una buona giornata, Alexander.
-Magnus, o meglio conosciuto come l'uomo appena uscito da una rivista di moda :p
Alec scoppiò a ridere, ricevendo delle occhiate perplesse, dopodichè sollevò lo sguardo verso Lydia. Forse l'avrebbe ringraziata per davvero, ma non glielo avrebbe fatto sapere. Non ancora almeno.

"Grazie Lydia un corno" borbottò Alec al nulla, mentre sistemava le tazzine col caffè su un vassoio.

"Ce ne hai messo di tempo. Non è che l'hai avvelenato veramente?" gli chiese Isabelle, guardandolo sospettosa, una volta che tornò nel salone.
Alec finse una risata, per poi fare una smorfia.
"Mi sono solo distratto" 
"Da cosa?" gli chiese Magnus, mentre versava lo zucchero nel caffè.
"Non sono affari tuoi" sibilò Alec, girandosi per tornare sul divano, ma Izzy gli bloccò i polsi.

"Per favore, puoi essere presente?" gli chiese, quasi implorandolo con lo sguardo.
"Sono qui" rispose Alec, sebbene sapesse a cosa si riferisse sua sorella.
"Con il corpo forse, ma ho bisogno che tu ci sia al 100%. Quindi, se ne hai bisogno, vai a prendere un po' d'aria e schiarisciti le idee. Dopodiché, torni qui pronto a dare il meglio di te, okay?" gli suggerì, sorridendogli incoraggiante. Alec sospirò e annuì, abbassandosi per baciarle una guancia. 

Non appena uscì di casa, Isabelle si rivolse verso Magnus, guardandolo dispiaciuta.

"Ti prego di scusarlo, sono davvero mortificata. Alec di solito non è così..." cercò di giustificarsi, ma Magnus la fermò.

"Isabelle, cara, non ti preoccupare. Non puoi controllare le azioni di tuo fratello. C'è solo stata un po' di tensione fra noi, niente di che" la rassicurò, sperando di lasciar cadere la conversazione, ma lo lesse negli occhi di lei che la cosa non era finita lì.

"Sai, Alec non mi ha raccontato quello che è successo fra voi. Sapevo solo che vi frequentavate, e quando gli ho chiesto spiegazioni sul perché non vi vedeste più, lui non è sceso nei particolari. Comunque voglio solo dirti che Alec è un tipo piuttosto diffidente, è raro che lui si fidi di qualcuno..ma di te si fidava. Si stava lasciando andare, e forse per questo l'ha preso così male il fatto che gli hai tenuto nascosta una parte della tua vita. Se ti stava permettendo di entrare attraverso la sua corazza, significava qualcosa, Magnus...e sono sicura che sia ancora così. Ma è troppo cocciuto per rendersene conto" disse Izzy, sorridendogli incoraggiante.
"Dove vuoi arrivare, Isabelle?" le chiese Magnus, e quando le labbra rosse di lei tremarono nel tentativo di non sorridere ancora di più, sospirò.
"Non rinunciare a lui" rispose diretta, guardandolo con i suoi grandi occhi da cerbiatta. 
"Io credo che chiarendo, potreste riprendere la vostra conoscenza" aggiunse, stringendosi nelle spalle. 
"Vedremo" mormorò Magnus, per poi concentrare la sua attenzione alla marea di fogli davanti a lui.
Non era la risposta che sperava Izzy, ma era pur sempre qualcosa. 

"Per la cronaca, e spero che anche quell'idiota di tuo fratello lo capisca, non avrei mai iniziato un qualcosa con lui se fossi stato preso da un'altra persona" chiarì Magnus, alzando lo sguardo verso Isabelle, che gli sorrise annuendo, come a dirgli 'Lo so'. 
Tutto sarebbe andato per il meglio, ne era sicura.
 
***
 
Tutto stava andando disastrosamente male. Il salone era diventato un campo minato di fogli di riviste e appunti, e Isabelle si sentiva sul punto di esplodere.
Alec se ne stava in un angolo, osservando il tutto con fare perplesso, mentre Magnus tentava invano di rassicurare la sposa e mettere in ordine quel casino. Fortuna che non erano nel suo ufficio. Magnus aveva pensato bene quando aveva proposto ad Izzy di vedersi prima a casa sua, almeno per il tempo di decidere su che strada indirizzare il matrimonio. 

"Mi sto lasciando prendere troppo la mano, vero?" chiese Izzy, guardandosi intorno pensierosa.
"No, cara è del tutto normale..." provò a rassicurarla Magnus, con le sopracciglia aggrottate in un cipiglio. Non ne era sicuro neanche lui.
"Sì" rispose invece Alec, in modo diretto.
"Insomma, è davvero necessario tutto questo?" chiese, indicando con un gesto della mano il casino che li circondava.
"Quando penserai al tuo matrimonio, ricorderai solo le emozioni che hai provato a realizzare il tuo sogno di sposare l'amore della tua vita, non ricorderai la distribuzione dei fiori o com'era piegato il tovagliolo" continuò Alec, guardandola negli occhi per infonderle un po' di sicurezza. Izzy prese un respiro profondo e fece un piccolo cenno con la testa.

"Lo so, so che sarà perfetto solo per il fatto che sposerò Simon, e non importa tutto il resto, ma voglio che anche l'estetica sia perfetta. Voglio che tutto di quel giorno sia perfetto" disse, stavolta con più calma, ma decisa del suo pensiero.

"E lo sarà" si intromise Magnus, lanciando un'ultima occhiata ad Alec, che quest'ultimo non riuscì a decifrare. "Adesso cerchiamo di mettere un po' di ordine. In questa stanza e soprattutto nella tua mente" 
Isabelle ridacchiò, asciugandosi le due lacrime che si erano accumulate nei suoi occhi per il nervosismo.
"Andrà bene" disse, provando ad auto-convincersi.
"Andrà alla perfezione" la corresse Magnus, sorridendole incoraggiante.
 
Pazientemente, tutti e tre ordinarono i vari fogli sparsi, sistemandoli nei raccoglitori o in piccole pile, divisi per categorie. 
Una volta sistemati, i tre si sedettero intorno al tavolo con un sospiro.

"Adesso, pensiamo ad un tema specifico per il tuo matrimonio. Con favola moderna cosa intendi? Un qualcosa alla Cenerentola dei giorni nostri? Vuoi che sia principesco, o punti a qualcosa di più semplice?" chiese Magnus.
"Non proprio. Voglio qualcosa di attuale, ma allo stesso tempo raffinato e da togliere il fiato. Niente carrozze o cose del genere"
Magnus annuì. "Niente carrozze, chiaro. Idee per la location? Come ho già detto, ho segnato delle possibili scelte, ma più dettagli mi dai, meglio è" 
"Sulla location non ho preferenze. L'unica cosa è che ci sposeremo ad ottobre e il tempo magari non permette di sposarsi all'esterno" spiegò Izzy, osservando di sottecchi Alec, che stava ascoltando il tutto in silenzio, sfogliando delle riviste con espressione concentrata. Ad Isabelle venne da ridere, ma sentì una sensazione di calore avvolgerle il cuore al vedere suo fratello così disponibile per lei. Istintivamente, allungò una mano e afferrò la sua. Alec, stupito dal gesto improvviso, sollevò la testa e la guardò, ma lei scrollò le spalle e gli sorrise. Lui ricambiò e strinse la sua mano, intrecciando le loro dita. Magnus distolse lo sguardo, schiarendosi la voce. 

"Il periodo autunnale ha i colori più belli. Possiamo sbizzarrirci" fece notare, prendendo la pila di fogli contenenti tutti i possibili colori.
"Se pensi che il rosso o l'arancione siano troppo forti, possiamo puntare a qualcosa di più tenue come un marroncino chiaro o beige, o un rosa cipria" aggiunse poi, ma Izzy scosse la testa.
"Il rosso va benissimo, mi piace. Basta che non sia troppo sgargiante. Possiamo abbinarlo ad un colore più chiaro, così da creare un po' di contrasto" propose e Magnus sorrise al suo entusiasmo.

"Vuoi che i testimoni abbino qualcosa che richiami questo colore?" chiese il wedding planner, che lanciò un'occhiata ad Alec. Quest'ultimo assunse quasi un'espressione terrorizzata. "Devo vestirmi di rosso?" domandò, e Isabelle scoppiò a ridere. "No, sciocco"
"Basta anche solo un accessorio che richiami il colore. La cravatta, le scarpe, o qualunque cosa. Basta anche solo un fiore all'occhiello dello stesso colore del bouquet della sposa" rispose Magnus, sistemando i fogli con le nuance autunnali sul tavolo.

"Sta succedendo davvero" affermò Isabelle, guardando il tutto con espressione sognante, ma anche spaventata. 
"Sto davvero per sposarmi" continuò a dire, come se non ci credesse. Il cuore le batteva forte e sentì lo stomaco contorcersi per l'ansia.
Alec le sorrise, accarezzandole la mano con fare rassicurante. 

"Tesoro, è ancora presto per farsi venire le crisi pre-matrimoniali. Aspetta un po', quando mancheranno pochi giorni al matrimonio e non saprai cosa fare prima" le disse Magnus, e la serietà del suo tono di voce fece restare i Lightwood perplessi.
"Davvero incoraggiante" borbottò Alec, guardandolo con fare accusatorio.
"Ma è la verità. Però puoi stare tranquilla, perché penseremo a tutto" 

Izzy sospirò e annuì. "Posso farcela"
"Possiamo farcela. Ce la faremo" la corresse Magnus, allungando una mano al centro del tavolo. Isabelle stese il braccio per poggiare la mano sulla sua, rendendosi conto solo dopo averle unite, che era quella che Alec stava stringendo fra le dita. Quest'ultimo provò a ritirare la mano, ma la presa di Izzy era forte  così come lo era anche la voglia di sentire, seppur in modo quasi impercettebile, le dita di Magnus che sfioravano le sue.









Spoiler del secondo capitolo:

"Se magari non avessi fatto lo stupido" gli fece notare, prendendo la sua caviglia fra le mani.
"Se magari tu non avessi minacciato di lasciarmi qui" ribattè prontamente il wedding planner. 

"Questo è il karma, Magnus Bane" disse, stringendo e girando la caviglia fra le dita .Magnus balzò in aria, cacciando un urletto, e provò a ritirare la gamba, ma Alec la stava tenendo saldamente.

"Lo hai fatto di proposito" borbottò offeso Magnus, notando l'espressione fin troppo soddisfatta dell'altro.
 
  
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