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Autore: Lilifyt    31/03/2019    3 recensioni
Poco lontano dalle bianche spiagge di Selene sorgevano altri popoli e tra questi uno in particolare era legato indissolubilmente al popolo della dea Luna: il popolo del Sole. Nativi della non molto distante terra di Elios, il popolo del Sole adorava l’omonimo dio, strettamente legato alla dea del bianco astro. Leggenda voleva che i due fossero acerrimi nemici e così anche i regni da loro governati. Un giorno il Sole, iracondo per una sconfitta in battaglia, decise di mettere fine a tradimento a quella continua lotta. Si intrufolò negli appartamenti della Luna e si nascose, attendendo il momento opportuno per poterla uccidere. Quando vide la sua ombra avvicinarsi al suo nascondiglio, il dio alzò il pugnale che teneva stretto in grembo, pronto al colpo, ma qualcosa lo fermò. La Luna cominciò a cantare. Il Sole ne rimase talmente affascinato da innamorarsene solo dalla voce. Vinto dalla curiosità di vedere come fosse fatta quella dolce creatura, uscì dal suo nascondiglio, trovandosi davanti la gloriosa bellezza della Luna, non facendo altro che perdere ancora di più la testa per lei. La dea, dal canto suo, dopo lo spavento iniziale, iniziò a discorrere con l’intruso, innamorandosi dell’accortezza e dell’intelligenza.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Altri, Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Moonlight

 

Una tempesta si abbatteva feroce sull'isola di Selene. Terribili lampi squarciavano e fendevano l'aria, costringendo tutti gli abitanti a chiudersi forzatamente nelle proprie abitazioni e a non uscirne per nessun motivo. Era notte inoltrata e solo in una delle tante casupole adagiate sugli alberi si accese improvvisamente una luce. Vi provenivano urla strazianti e questo spinse i vicini ad affacciarsi preoccupati. Qualcuno chiamò un medico e il capo villaggio. Le nascite erano ricorrenze molto importanti per il popolo della Luna.

Una giovane donna fu trasportata d'urgenza vicino alla Fonte della vita. La luce dorata del grande fiume illuminava a giorno tutta la sala.

I medici aiutarono a spogliare velocemente la partoriente, completamente bagnata sia di sudore sia di pioggia. Perdeva sangue. Troppo sangue.

Coloro che la soccorrevano si guardarono preoccupati, mentre l’assistevano per l'immersione nelle splendenti acque. Il marito, nel frattempo, era arrivato. I lunghi capelli dorati aderivano perfettamente al suo corpo. La sua attenzione era tutta centrata sulla donna.

Quando della giovane non si vide più neanche un candido capello, tutti gli occhi si alzarono in simultanea verso il foro presente al centro della stanza, che lasciava ampia visione del cielo, attendendo con ansia l'esito.

Ma non appena le nuvole si diradarono, la volta celeste apparve spenta di ogni suo colore.

"NO!" proruppe la voce dell’uomo e subito, senza spogliarsi delle sue vesti, si tuffò nel torrente alla ricerca dell'amata.

Il capo villaggio si guardava intorno allarmato, non sapendo cosa fare. I minuti passavano e i due innamorati immersi ancora non facevano ritorno.

La spenta notte incombeva minacciosa sull'isola, quando finalmente una chioma bionda fece il suo ritorno dagli abissi. Stringeva in braccio un bambino con i capelli corvini, marchio indelebile della sua natura. Della giovane donna non se ne ebbe più alcuna traccia.

 

 


 

 

Passarono diversi anni e il figlio dell'eclissi crebbe nel sospetto generale. Per un popolo adorante l'astro bianco, era inevitabile guardare con preoccupazione quel bimbo nato senza di esso. I suoi capelli scuri ricordavano continuamente l'assenza di benedizione, ma a Baekhyun, questo era il suo nome, sembrava non importare. Passava spensierato le sue giornate, come un qualunque bambino di otto anni, tra un gioco nel bosco e la lettura di un libro.

Gli capitava spesso di sentirsi solo. Pochi suoi coetanei gli si avvicinavano, timorosi della sua particolarità e del suo gelo. Infatti, il corvino sembrava possedere una temperatura corporea costantemente sotto la norma. Inizialmente tutti se ne erano allarmati, ma quando si accorsero che era una condizione permanente, se ne fecero una ragione.

Lui e suo padre si erano ritirati dalla città poco dopo la sua nascita ed ora vivevano a terra, in una lieta baita nei campi, nei pressi del mare. Verso est si estendeva una fitta foresta, con alberi talmente alti da non vederne la cima. Era sempre buio al suo interno. Kyungsoo e Luhan non facevano altro che raccontare a Baekhyun un sacco di storie su quel posto. Erano gli unici due bambini che si erano fatti ammaliare da quel fanciullo allegro e particolare tanto da farci amicizia. Erano diversi in tutto: Kyungsoo era una Luna Calante, simbolo di saggezza e rinnovo, e aveva i capelli neri con una larga ciocca bianca sulla destra. Luhan, invece, era una Luna Piena, simbolo di estrema benevolenza e fonte di mille capacità, caratterizzato dalla chioma completamente bianca. Quando i tre erano in compagnia, si divertivano un mondo a fare il bagno nella distesa azzurra che si trovava vicino casa del corvino, oppure a curiosare nella grande libreria nell’albero maestro. Altre volte ancora si attardavano nei pressi del ruscello dorato e ne contemplavano l’incredibile fauna. C’erano tantissime varietà di farfalle notturne iridescenti e lucciole a perdita d’occhio. Quando il buio calava le dature si aprivano e risplendevano del loro rosso acceso, e lo stesso avveniva per la nicotiana e la bella di notte. I tronchi degli alberi, illuminati dai raggi lunari, si riempivano di magici ghirigori d’argento e la natura intera sembrava cantare una soave melodia alla dea delle candide luci. Era in quei momenti che i piccini adoravano raccontarsi storie. Alcune erano fantasiose e parlavano di luoghi lontani, altre si rifacevano a miti o avvenimenti realmente accaduti, altre volte ancora si soffermavano invece a fantasticare sulla cupa selva che neanche al calar del sole s’illuminava.

“Oggi Jisoo mi ha raccontato una leggenda” esordì una sera Luhan, mentre erano sdraiati a contemplare la volta celeste. Gli altri due si girarono incuriositi.

“Dice che la foresta è dimora di un Senza Benedizione, come te, Baek. Egli, però, voleva a tutti i costi impadronirsi della luce della Dea per poter essere un Luna Piena. Così si inoltrò nella foresta più luminosa e sacra e cercò di assorbirne tutto il potere. Quando la Luna lo venne a sapere lo trasformò in un Buco nero che-”

“Cos’è un Buco nero?” chiese curioso Baekhyun, inclinando dolcemente di lato la testa e guardando il suo amico Soo, certo che lui avrebbe risposto senz’arroganza.

“Sono chiamati anche Mangiatori di luce” spiegò lui dopo poco, sistemandosi i tondi occhiali sul naso. “Sono creature deformi che per vivere devono cibarsi di luce, ma al contempo non possono essere esposti a questa perché ne rimarrebbero bruciati. È una delle peggiori punizioni che gli dei amanti abbiano mai congeniato” concluse, per poi riconcentrarsi sul compagno dai capelli bianchi.

“Già” proseguì Luhan, fintamente scocciato dall’interruzione. “Da allora si dice che vaghi ancora nella foresta e che tormenti le anime di chi vi si addentra, succhiando fino all’ultima goccia di Benedizione che la sua vittima possiede” concluse con lo sguardo luccicante, non di certo a causa dei piccoli esserini luminosi che gli volteggiavano intorno. Era fatto così: adorava le storie inquietanti e raccontarle gli faceva salire l’adrenalina a mille. Amava ancor di più vedere lo sguardo preoccupato di Kyungsoo e quello incerto di Baekhyun.

“Se stai pensando di entrare veramente nella Foresta dell’ombra, sei un pazzo. Sai perfettamente che ci è proibito! E poi è buio pesto!” protestò vivamente Soo a quello sguardo birichino dell’amico, voltandosi verso il corvino in cerca di sostegno.

“Avanti Baek! Tu non hai nulla da perdere! Non hai la Benedizione e inoltre il Buco nero era come te. Magari puoi stringere amicizia con lui” provò a persuadere quest’ultimo la Luna Piena, ma Baekhyun seguitava a guardarlo in modo torvo, le iridi celesti che sembravano ardere di luce propria.

“Non credo sia un buon piano, Lulù. Magari se ti fai venire in mente qualcosa che possa funzionare meglio, ci penserò di nuovo su” concluse, ricevendo uno sguardo rassegnato dall’avventuriero scoraggiato.

“Siete due noiosi!” protestò poco dopo, suscitando un sorriso dai suoi compagni. All’improvviso, però, le risate cessarono. In lontananza echeggiò un forte ululato in prossimità del bosco e una scura figura si avvicinò a passo svelto verso il fiume dorato.

I tre amici si nascosero immediatamente nell’erba alta e cercarono di fare meno rumore possibile. Quella che si rivelò essere una grande bestia si avvicinò all’acqua e ne bevve una grande quantità. Rivoli luccicanti gli scivolavano dalle grandi fauci, mentre il suo corpo si riempiva di antichi simboli opalescenti. I bambini la guardavano a bocca aperta, estasiati. Sebbene non fosse cosa insolita che gli abitanti della radura reagissero in maniera spettacolare al dono della Dea, vedere che una bestia dalle fattezze orripilanti come quella si decorasse di luce, aveva stupito oltre ogni modo la piccola compagnia. Erano talmente concentrati sull’enorme animale che Luhan non s’accorse di star indietreggiando finché non pestò accidentalmente un bastoncino, il quale ovviamente emise un sonoro rumore alla rottura. La belva si girò di scatto e, accortasi dei curiosi spettatori, ringhiò feroce verso di loro.

Baekhyun ebbe solo il tempo di avvertire gli altri di scappare, che la fiera gli si avventò contro. I restanti due cercarono di correre in suo aiuto, ma il corvino ad uno urlò di andare a chiamare i soccorsi e all’altro di trovare un ramo per scacciarlo.

Inchiodato a terra, il Senza Benedizione cercò in tutti i modi proteggere il volto dai lunghi artigli, ma con una sola zampata il grande animale ruppe tutte le sue difese e gli procurò una profonda ferita sul labbro. Il dolore si fece sentire quasi subito e le lacrime pizzicarono gli occhi del bambino, mentre iniziava a rassegnarsi alla forza nettamente superiore del suo avversario. Quando questo levò nuovamente le grinfie per calarle su di lui, Baekhyun cercò nuovamente di difendersi come potette, le mani sul viso e le braccia intorno alle spalle, aspettando che il colpo fosse inferto. Ma non arrivò mai.

Aprì lentamente gli occhi e rimase scioccato da quello che vide: la fiera aveva sì sferrato la sua zampa ma, non appena aveva sfiorato le sue pallide manine, si era trasformata in una solida scultura di ghiaccio.

In quel momento arrivò Luhan con un bastone, ma rimase stupefatto da quello che l’amico aveva compiuto. Il potere congelante non rientrava nelle facoltà del popolo della Luna.

“Baek, ma cosa…” rimase ancora un po’ interdetto, ma quando vide che il Senza Benedizione faticava a liberarsi dalla presa del mostro, gli si fece più appresso e lo tirò su con tutte le forze che aveva. Il corvino non ebbe neanche il tempo di dare le adeguate giustificazioni –non che le avesse- che tornò anche Kyungsoo con il gran sacerdote e il capo villaggio, nonché padre di Luhan, più qualche abitante del paese limitrofo. Alla vista della statua congelata, un lungo silenzio si instaurò tra i presenti. Il capo villaggio si avvicinò a Baekhyun per costatarne le condizioni e avvertirlo di consultare lo sciamano per la ferita sulla bocca, mentre il gran sacerdote si accostò alla bestia. Passò una mano sul suo dorso e riaccese le mille striature argentee che prima al ruscello avevano decorato il suo manto. Mormorò una strana litania e poi si rivolse alla Luna. La statua cominciò a sgretolarsi in piccoli frammenti luminosi, che si alzavano in cielo trasportati da una strana brezza. A terra rimase solo una zanna di ghiaccio, la quale emetteva una flebile luce azzurrognola. Il gran sacerdote la prese e la porse all’uccisore della creatura, poi sussurrò qualcosa al padre della Luna Piena.

“Capisco” sussurrò questo infine, guardando con sguardo indecifrabile il Senza Benedizione. Nel frattempo un mormorio bizzarro aveva conquistato l’aria e strani commenti si erano fatti vivi:

“Il Senza Benedizione porta nient’altro che sciagura”

“E’ solo un bambino, ma è riuscito a uccidere una nemesi dei boschi tutto da solo”

“Che altri poteri oscuri possederà?”

“Hai visto che occhi azzurri e pelle diafana ha? Totalmente diversi dai nostri!”

“Ho sentito dire che ha ucciso sua madre durante il parto”.

Baekhyun aveva abbassato umiliato il capo. Voleva andarsene da lì. Per sua fortuna arrivò suo padre. Parlò brevemente con le due autorità presenti e promise di ridiscuterne approfonditamente il giorno seguente. Prese con sé il corvino e lo portò via da quella calca, mentre questo faceva un rapido saluto ai suoi due amici.

Il loro viaggio verso casa fu costellato di tutto meno che di parole. Giunti nella grande distesa che precede e oscura la loro abitazione, il piccolo parlò tristemente: “Papà, perché dicono che ho ucciso la mamma?”

Suo padre non rispose, si limitò a guardare il cielo. Infine si inginocchiò e prese tra le mani il volto del figlio, asciugandogli il sangue secco dal mento e rabbrividendo alla gelida pelle del bambino.

“Ascoltami bene, Baekhyun” esordì, guardandolo fisso negli occhi. “Ti diranno che la tua è una maledizione, che sei un mostro, un matricida. Quello che conta è che tu non cominci mai a pensare seriamente che tu possa essere una di queste cose. È vero che la Dea non ha voluto farti carico dei suoi poteri, ma questo non significa che tu non sia ben voluto. Tu sarai diverso dagli altri per tante cose, i tuoi strani poteri ne sono la prova, ma non devi mai, MAI, pensare di essere indesiderato. Io ti voglio bene. Tua-” trattenne a stento un singhiozzo “tua madre ti amava con tutta se stessa. Il giorno che abbiamo saputo che saresti arrivato è stato il primo giorno più bello della mia e delle nostre vite. Il primo perché ogni giorno con te è sempre più bello del precedente. Nonostante tutto tu, Baek, sei un bambino allegro che non si è mai preoccupato della sua natura e mai lo dovrà fare. Me lo prometti? Mi prometti che lascerai che loro dicano quello che vogliono e che non gli darai conto?”

Il corvino aveva capito poco del discorso del padre, ma il messaggio gli era comunque arrivato forte e chiaro. Con un grande sorriso sulle labbra sfregiate e una ritrovata energia, Baekhyun annuì vigorosamente con il capo.

 

 


 

 

Molti cicli lunari si susseguirono e ben presto il giovane Senza Benedizione divenne un adolescente scaltro e sornione, dalla battuta facile e sfrontatezza da vendere. Da qualche anno, il padre gli aveva concesso di frequentare liberamente il paese e di imparare qualche arte magica che potesse limitare e controllare il suo potere. In poco tempo apprese l’arte della levitazione: se ne andava in giro svolazzando per tutto il villaggio, facendo tante marachelle insieme ai suoi inseparabili compagni. Inoltre, la zanna della nemesi dei boschi era diventata una pratica collana che utilizzava come catalizzatore. Aveva dimostrato da subito grandi capacità magiche e per questo gli riuscì facile e intuitivo convogliare il suo potere in un unico punto, la collana, e poi da lì rilasciarlo. Ormai discorreva con il suo insegnate come se fossero di pari grado, lasciando sempre di stucco tutti. Aveva acquisito anche un’eccellente abilità con l’arco, arma prediletta dalla sua gente perché donata dalla dea stessa ai suoi devoti.

Gli altri abitanti si erano abituati alla presenza del corvino, seppure qualcuno covava ancora delle incertezze sulla sua figura. Tra i suoi coetanei era guardato con gran sospetto e diffidenza, ma lui aveva i suoi amici e questo gli bastava.

All’età di quindici anni, però, si verificarono alcuni avvenimenti che lo cambiarono per sempre.

Venne a sapere, infatti, di una strana usanza di cui aveva sentito parlare raramente, abitando fuori dal centro, e che lo aveva incuriosito parecchio.

Poco lontano dalle bianche spiagge di Selene sorgevano altri popoli e tra questi uno in particolare era legato indissolubilmente al popolo della dea Luna: il popolo del Sole. Nativi della non molto distante terra di Elios, il popolo del Sole adorava l’omonimo dio, strettamente legato alla dea del bianco astro. Leggenda voleva che i due fossero acerrimi nemici e così anche i regni da loro governati. Nessuno dei due aveva mai incontrato l’altro e mai si erano parlati, ma i loro predecessori si affrontavano da tempo immemore per motivi che ormai tutti avevano dimenticato. Un giorno il Sole, iracondo per una sconfitta in battaglia, decise di mettere fine a tradimento a quella continua lotta. Si intrufolò negli appartamenti della Luna e si nascose, attendendo il momento opportuno per poterla uccidere. Quando vide la sua ombra avvicinarsi al suo nascondiglio, il dio alzò il pugnale che teneva stretto in grembo, pronto al colpo, ma qualcosa lo fermò. La Luna cominciò a cantare. Il Sole ne rimase talmente affascinato da innamorarsene solo dalla voce. Vinto dalla curiosità di vedere come fosse fatta quella dolce creatura, uscì dal suo nascondiglio, trovandosi davanti la gloriosa bellezza della Luna, non facendo altro che perdere ancora di più la testa per lei. La dea, dal canto suo, dopo lo spavento iniziale, iniziò a discorrere con l’intruso, ammirandone l’accortezza e l’intelligenza. Poco dopo se ne innamorò a sua volta. Quando entrambi si resero conto dei loro reciproci sentimenti, decisero di comune accordo di porre fine alla superflua guerra e fare in modo che anche i loro due popoli smettessero di odiarsi. Per evitare per sempre un qualsivoglia conflitto, gli dei concatenarono i destini delle due etnie, rendendoli inscindibili: ogni dimorante di Elios era destinato ad un ed uno solo dimorante di Selene, per l’eternità. Così facendo, i due dei diedero inizio a una lunga tradizione che si perpetrava ancora dopo lungo tempo.

Questa storia venne raccontata a Baekhyun e i suoi amici dal bibliotecario, che abitava nel grande albero maestro, sede per altro della stessa libreria, in occasione di un arrivo prossimo di una presunta delegazione di Elios a Selene. L’anziano bibliotecario aveva detto di non sapere la ragione di quella visita e ai fanciulli importò ben poco, troppo presi dalla nuova scoperta.

“Come si incontrano le due anime destinate?” chiese curioso Kyungsoo, rinforcando gli occhialoni sul naso. L’uomo più grande, un Gibbosa Crescente, caratterizzato dai capelli per due terzi bianchi e per il rimanente un terzo neri verso sinistra e un’innata memoria, prese un profondo respiro e si accarezzò la folta e lunga barba grigia. “E’ un rituale molto particolare a cui solo i partecipanti e pochi altri possono assistere. Ricordo ancora come se fosse ieri quando vi ho partecipato” si perse in lontani ricordi l’anziano. I ragazzi gli si strinsero attorno, Luhan sedendosi a mezz’aria vicino alla testa dell’uomo, Kyungsoo spalmandosi sul banco dove erano riuniti e Baekhyun saltandoci a sedere sopra e togliendosi faretra e arco per stare più comodo.

“Si dispongono di spalle i discendenti del Sole da un lato della Fonte della vita, in ordine casuale. Poi entrano bendati i discendenti della Luna. Ora… non so ben descrivervi quello che avviene dopo. E’ come se…” lasciò a mezz’aria la frase e prolungando l’ammirazione e la curiosità dei suoi spettatori “come se ci fosse qualcosa che attira, qualcosa che spinge a camminare fino a farti posizionare perfettamente davanti a un Benedetto dal Sole. Allora vengono rimosse le bende e ai due futuri amanti è concesso di vedersi per la prima volta. Poi-”

“Mastro libraio! È richiesta urgentemente la tua presenza nella sala dorata” entrò defilato un sacerdote dai lunghi capelli bianchi. Un Luna Piena. Solo i Luna Piena avevano l’onore di farsi portatori della voce della dea.

“Arrivo subito” lo rassicurò il Gibbosa Crescente, per poi voltarsi desolato verso i ragazzini che lo guardavano tristi. “E’ lì che hai incontrato tua moglie?” chiese Baekhyun, mentre l’uomo raccoglieva il necessario per poi andarsene. A quella domanda si fermò e guardò tristemente il Senza Benedizione: “Già”

“Wow” esclamò sorpreso Luhan. “E state insieme da allora?” chiese il Luna Piena.

“E’ morta qualche anno fa” disse tristemente il bibliotecario, mentre sorrideva mesto e si voltava a prendere la sua mantella, essendo arrivato da qualche settimana il vento freddo dell’ovest, che aveva imbiancato di candida neve le prima verdi praterie di Selene. Kyungsoo e Baekhyun tirarono chi uno scappellotto e chi una gomitata all’amico indelicato, per poi riportare l’attenzione al Gibbosa Crescente che aveva ripreso a parlare: “Questa è la doppia faccia dell’essere legati a qualcuno per l’eternità: una volta che lo perdi, l’hai perso per sempre” sussurrò mesto. Infine salutò allegramente i baldi fanciulli e uscì dall’immensa libreria.

Alla sera, quando i tre si separarono, Baekhyun si attardò tra i bianchi campi a pensare alla strana tradizione. Si interrogò a lungo su come dovesse essere stare per sempre con una persona, esserne legati indissolubilmente. Si risolse che era un amore molto superficiale, quello che nasceva solo per pura predestinazione. E se la persona con cui fosse capitato non gli fosse piaciuta? E se si fossero trovati in disaccordo su tutto?

Il Senza Benedizione scosse la testa, amareggiato. No, quel tipo di legame non faceva per lui. Eppure…

Eppure non poteva fare a meno di fantasticare su quella particolare leggenda. L’essere destinato a qualcuno lo affascinava e intrigava, e poi questo fantomatico popolo del Sole gli era proprio entrato in testa. Non riusciva a non domandarsi costantemente che tipo di aspetto avessero. Anche il loro colore di capelli cambiava in base a quale fase lunare corrispondeva la loro nascita? Erano bassi? Alti? Deformi? Parlavano la loro lingua? Avevano i loro stessi poteri? Magari erano abili addestratori di magiche creature. Forse cavalcavano le nemesi dei boschi. E i loro occhi? Se erano progenie dell’astro rosso, certamente avevano dei poteri infuocati. Che lanciassero raggi dalle orbite? O magari erano degli esseri brutti e tarchiati.

Il corvino rabbrividì, ma poi si sciolse in una solare risata, mentre si alzava in aria per percorrere gli ultimi metri che lo separavano dalla sua abitazione, danzando con le lucciole e ansioso di conoscere quella famosa delegazione in arrivo.

Varcando la porta, subito un profumino speziato gli solleticò il naso e il sorriso del canuto padre lo accolse. “Ecco qua il mio ragazzo preferito! Giornata proficua quella di oggi?” gli chiese raggiante, per poi servire due piatti di zuppa bollente sulla tavola imbandita. Il ragazzo si tolse le armi di dosso e la mantella e poi si accomodò felicemente per la cena. Padre e figlio chiacchierarono del più e del meno sulla lunga giornata trascorsa. Giunto il momento di sparecchiare, Baekhyun si offrì di aiutare il genitore, ma nel trasportare le stoviglie inciampò su qualcosa e riuscì a evitare di capitombolare al suolo solo perché si ricordò di saper volare. Per una persona sbadata come lui, era una mano santa conoscere quell’arte.

L’operazione aveva comunque fatto spostare dell’aria, che era andata a disturbare un foglio che prima si trovava su di un mobile antistante la cucina e che ora giaceva a terra. Lo raccolse, mentre con l’altra mano teneva le scodelle in bilico, e rimase stregato da ciò che vi era disegnato sopra. Era una donna bellissima: accesi occhi gialli e lineamenti delicati. Pelle olivastra e lunghi e incantevoli capelli bianchi. Una Luna Piena.

Il corvino rimase per un tempo imprecisato a contemplare quel pezzo di carta, tanto che suo padre gli fu accanto per accertarsi che stesse bene. Quando però vide quello che il ragazzo stringeva, si irrigidì sul posto. “Quella è tua madre” gli rispose prima ancora che il giovane ponesse la domanda. “Il disegno l’ho fatto io. Molto tempo fa. Era incinta di te e lo avevamo appena scoperto” continuò con malinconia, prendendo i piatti dalle mani del figlio e portandoli in cucina.

Baekhyun osservò suo padre e poi tornò sul ritratto. Aveva sempre saputo che i suoi genitori si amavano molto e quella era solo l’ennesima prova. Ad un tratto una strana considerazione si fece largo nella sua mente. Se sua madre era una Luna piena e il rituale per la scelta del partner esisteva da molto tempo, questo significava…

“Tu sei un discendente del Sole!” fu velocemente accanto a suo padre, entusiasta. L’uomo si girò di scatto a quell’affermazione, guardando a occhi spalancati il ragazzo. “C-Cosa?” balbettò sconnessamente. Baekhyun parve non farci caso. “Il vecchio mastro libraio ci ha raccontato della leggenda e della cerimonia! Wow! Non avevo mai realizzato che tu non eri di qui. Non hai mai fatto nulla di insolito rispetto agli altri abitanti e i tuoi capelli- MA CERTO I TUOI CAPELLI. Pensavo fosse solo una mia impressione, ma i tuoi non erano bianchi, ma biondi! Così come quelli del panettiere e della signora della frutta. E anche dei contadini. Cavolo, come ho fatto a non accorgermene prima!” sproloquiava il corvino, mentre il padre aveva posato tutte le vettovaglie a loro posto e ora guardava grave il figlio.

“Baekhyun” lo richiamò all’ordine. Questi si zittì, ma il suo sguardo scintillava di curiosità e di eccitazione. Non andava affatto bene. “Non te ne sei mai accorto, perché man mano che viviamo sotto un altro dio tendiamo a uniformarci a lui. Così succede per il popolo del Sole nella terra della Luna e ugualmente accade al popolo della Luna nella terra del Sole” gli spiegò brevemente il riscoperto ex abitante di Elios, mantenendo un tono indecifrabile. “Una volta che il rituale di riconoscimento termina, le coppie devono decidere dove stabilirsi promettendo di abbandonare totalmente la terra da cui provengono in caso di trasferimento”. Le labbra dell’eclissi si aprirono a formare una piccola o.

“Perciò tu hai abbandonato la tua terra per vivere qui con la mamma?” chiese poco dopo.

“Già” fu la laconica risposta che ricevette.

“E non fu difficile lasciare tutto per venire qui? Quando parteciperò al rituale non so davvero cosa-” il giovane non ebbe tempo di continuare la frase che rapido il padre si girò verso di lui e gli afferrò saldamente le spalle. “Tu non parteciperai al rituale, né incontrerai mai un Benedetto del sole che non sia già abitante di qui, sono stato chiaro?” sibilò minaccioso, con uno sguardo di fuoco. In fin dei conti forse Baekhyun non si era del tutto sbagliato sui poteri dell’altro popolo.

“P-Perché?” riuscì a chiedere debolmente il corvino, guardando con delusione l’uomo che gli si trovava davanti.

“Perché te lo dico io!” si impose ancora suo padre, rinvigorendo di più la sua presa, che iniziava a farsi dolorosa. “Non voglio che tu provi che cosa significa perdere la persona amata. Si crea come una voragine che ti inghiotte a poco a poco e non ti lascia vivere. E poi…” l’uomo sembrava voler dire qualcos’altro, ma all’ultimo rinunciò all’impresa.

“E poi?” domandò esitante Baekhyun. Alla reticenza del genitore, una lampadina si accese nella mente del fanciullo: “E non vuoi che io me ne vada, lasciandoti”. Il padre continuava a non rispondere, ma ormai il corvino era sempre più radicato nella sua idea e si liberò velocemente dalle braccia che lo tenevano fermo. “Sai che qui non sono ben voluto e sei convinto che ti lascerò. Ma padre vedi io non-” cercava di rassicurare il suo tutore, ma questo lo interruppe bruscamente. “Tu non sai cosa si prova! Anche io dicevo le stesse identiche cose, ma alla fine eccomi qui! Tu non lo sai Baekhyun e ti assicuro che non lo proverai mai. Nessuno dovrebbe soffrire in maniera così logorante. Hai avuto abbastanza disgrazie per una vita sola” anche se inizialmente aveva urlato, la sua voce si chetò e si ridusse a un sussurrò implorante “non meriti di soffrire ancora”.

Nel corvino quelle parole accesero qualcosa. Una rabbia che neanche lui sapeva di avere.

“Mi consideri una disgrazia allora” sussurrò velenoso.

“No, no, no, NO, non è quello che sto dicendo” si mise una mano sulla fronte l’uomo.

“E invece è proprio quello che stai insinuando” ribollì il Senza Benedizione, mentre si scagliava contro il genitore in ripetuti spintoni. “Mi hai sempre detto di non considerarmi un mostro, di essere come tutti gli altri, ma in fondo non ci credevi neanche tu” continuò con gli improperi, mentre suo padre non diceva niente. “Io sono solo un errore mal riuscito” aggiunse in successione.

“Basta!” ringhiò il genitore, intimandogli di finirla lì.

“Mia madre ha preferito morire che crescermi!” non arrestò le grida il giovane.

“HO DETTO BASTA!” urlò a quel punto l’ex abitante di Elios, lasciandosi sfuggire uno schiaffo che colorò subito di rosso vivo la diafana pelle di suo figlio. Non appena la sua mano entrò in contatto con l’epidermide perennemente gelata di Baekhyun, però, l’uomo si sentì immediatamente in colpa per il suo gesto.

Il fanciullo si era zittito bruscamente e aveva gli occhi coperti dai capelli neri. Senza aggiungere altro, lesto si precipitò fuori dalla porta. All’esterno infuriava una tempesta di neve.

Nulla più importava. Corse, e quando si accorse che i suoi stivali, troppo leggeri, si erano intrisi completamente d’acqua, iniziò a volicchiare, per quanto il vento glielo permettesse. Sentiva suo padre chiamarlo e tentare di raggiungerlo. Corse e volò ancora più veloce. Non prestava neanche più attenzione a dove stava andando. I suoi occhi guardavano, ma non vedevano. La sua mente era da tutt’altra parte.

Ritornò in sé solo quando l’unico rumore udibile fu il ruggito del vento e il silenzio della neve. Alzò lo sguardo sopra di sé e la sola cosa che riconobbe furono i tronchi alti e neri della Foresta dell’ombra che lo circondavano per intero e a perdita d’occhio. Rabbrividì. Era talmente buio da non riuscire a distinguere dove finissero gli alberi ed iniziasse il cielo torbido. Si ricordò di alcuni trucchi di magia che aveva imparato e prese tra le mani la sua fidata collana. “Lumen” sussurrò vicino alla zanna della nemesi dei boschi, che si illuminò di una luce azzurrognola che rischiarò la nebbiolina circostante. E ora? Baekhyun era completamente smarrito. Aveva risolto solo uno dei suoi principali problemi, ma adesso come faceva a tornare indietro?

Mentre si girava intorno nel panico più totale, una forza sconosciuta si impossessò dei suoi piedi. Cominciò a muoversi in una direzione ben precisa, non sapendo cosa vi avrebbe trovato, né cosa lo stesse spingendo a proseguire. Sentiva solo un gran bisogno di andare. Dopo svariati minuti di camminata nella neve alta e vergine, giunse in una piccola spianata, dove al centro torreggiava una roccia dalle dimensioni notevoli.  Vi si avvicinò guardingo e vi si sedette sopra. Certo, forse non era il luogo ideale per stazionare, dal momento che da quella posizione era piuttosto esposto ad eventuali attacchi di belve, ma in quel momento gli interessava poco. Non appena si appoggiò sul freddo masso, tutte le sue membra cedettero per la stanchezza. Un senso di vuoto lo pervase e le lacrime gli sgorgarono insolenti dai dotti. Nitide, scesero giù sulle guance cristallizzandosi al contatto sia della gelida notte sia per la pelle glaciale del corvino stesso. Si sentì investito da una valanga di emozioni che non riusciva più a gestire. Pianse tutto ciò che aveva dentro ed era rimasto inespresso per lungo tempo. I suoi gemiti si levarono alti, rischiando seriamente di farsi scoprire da qualche bestia selvaggia. Chissà, magari il Buco nero esisteva davvero e lui lo stava attirando dritto verso di sé.

Che venga, che mi prosciughi, che mi liberi finalmente da questo maledetto peso! Pensava, mentre il suo singhiozzo si prolungava disperato.

Avvertiva ormai il viso ricoperto di rivoli ghiacciati, quando sentì qualcosa muoversi nella buia foresta.

“Chi c’è?” urlò a pieni polmoni, la voce rotta dal burrascoso pianto. Nessuno rispose. Rimanendo in allerta, Baekhyun si alzò in piedi e guardò con maggiore accuratezza il luogo da dove veniva il rumore incriminato. Poco dopo, si udì un tonfo e passi concitati che si avvicinavano a lui. Qualche secondo e la sagoma di un uomo sbucò dalla fitta e buia vegetazione, intimandogli di scappare. Sporgendo la testa, il corvino non ebbe alcuna difficoltà a riconoscere la sagoma di una nemesi del bosco. Odiava quegli animali!

Diede tempo allo sconosciuto di ripararsi sull’altura e poi sussurrò “Defensio” al suo catalizzatore, che non aveva ancora smesso di emanare luce. Immediatamente, una cupola iridescente si materializzò intorno alla grande roccia e bloccò, con incredibile tempismo, l’avanzata della terribile fiera. Questa continuava a ringhiare a muoversi guardinga intorno alla protezione. Ogni tanto provava a penetrarla, ma otteneva solo il misero effetto di rimbalzare indietro con il muso dolorante.

Dopo essersi assicurato che la loro difesa fosse solida, il corvino si rivolse verso la figura avvolta in un mantello che aveva fatto il suo brusco ingresso e che ora si teneva l’ansante petto con una mano, nel tentativo disperato di riprendere fiato. “Glacies” sussurrò ancora il Senza Benedizione e, prima che il nuovo arrivato potesse dire qualunque cosa, si ritrovò una sfera luminosa tra le mani del suo ‘salvatore’ pronta a esplodergli in faccia.

“Ehi, calma, non c’è bisogno di essere così aggressivi” cercò di allontanarsi il più possibile l’incappucciato.

“Chi sei e come sei giunto qui?” gli chiese glaciale il corvino, continuando a puntargli il suo colpo di ghiaccio davanti agli occhi.

Il misterioso sconosciuto si decise finalmente a togliersi il cappuccio che gli oscurava completamente il viso. Quello che c’era sotto lasciò il Senza Benedizione completamente senza parole. Davanti a lui stazionava un ragazzo, più alto di uno o due centimetri, i lineamenti paffuti ed al tempo stesso delineati, tipici di un adolescente, e la carnagione bronzea. Dovevano avere su per giù la stessa età, dunque. Ma ciò che lasciò veramente sbalordito l’abitante dell’isola di Selene furono tre tratti in particolare: la chioma arancio e due splendidi occhi ambra erano peculiari, certamente, ma niente attrasse Baekhyun quanto due buffissime orecchie a sventola leggermente a punta. Si imbambolò a fissarle e, quando lo strano ragazzo se ne accorse, arrossì vistosamente, coprendosele. “EHI!” protestò infatti. A disagio, il corvino bofonchiò una scusa veloce, per poi ripetere nuovamente la sua domanda, questa volta con più curiosità che severità nella voce.

“Mi chiamo Chanyeol e, come puoi facilmente intuire dai miei capelli e dai miei occhi, non sono di qui” si presentò velocemente, accomodandosi meglio sul loro riparo d’emergenza, mentre l’animale che lo inseguiva non accennava a cedere.

“Davvero?” obiettò spiritoso Baekhyun “Con quelle orecchie ti avevo scambiato per un troll”.

Quel presunto Chanyeol si girò indispettito verso l’altro e lo guardò allibito, allargando gli occhi già enormi in una smorfia comica, tanto da strappare un sorrisino al più basso.

“Comunque, intendevo dire: come sei giunto nella Foresta dell’ombra, Chanyeol? Non te l’hanno forse detto che è un luogo molto pericoloso?” gli chiese più pacatamente il Senza Benedizione, che si sedette a fianco dello straniero.

“Sono approdato verso sera su queste coste ed io e i miei compagni eravamo in esplorazione per farci un’idea del posto. Ci siamo messi a dare la caccia a un cervo, ma con il buio ho sbagliato a prendere la mira e la freccia è finita in questa foresta. Poco dopo è scoppiata la tormenta, quindi avevo rinunciato all’idea di andare a recuperarla, ma i miei amici non hanno fatto altro che ridere di me quando siamo tornati dal resto della delegazione. Così, qualche ora più tardi, sono sgattaiolato fuori da una delle casupole in alto e mi sono avventurato a riprendere questo maledetto affare” sbatté a terra il dardo rosso Chanyeol, attirando l’attenzione del grande animale su di sé. Il corvino sentì chiaramente il ragazzo rabbrividire.

“Appena mi sono addentrato in questa selva, ho subito avuto la sensazione che gli alberi si chiudessero dietro il mio passaggio e, recuperata l’incriminata, mi sono guardato intorno e non sapevo più come uscirne. Ho seguito i miei piedi e ad un tratto ho sentito il tuo pianto. Sai sei diverso dai tuoi conterranei, mi hai spaventato!” cercò di buttarla sul ridere il rossastro, ma ben presto si accorse di aver sortito l’effetto opposto. “Sì, lo so. Me ne rendo spesso conto” aveva infatti sussurrato Baekhyun, torturandosi le mani e inclinando il capo, lasciando che i fiocchi che si erano depositati sul suo capo scivolassero giù. Il più alto si pentì della sua osservazione e cercò di risollevare il morale all’altro, domandandosi comunque per quale assurdo motivo ci tenesse tanto a non far demoralizzare lo sconosciuto.

“Anche io tra i miei simili sono un pesce fuor d’acqua” cercò di ottenere la sua attenzione, riuscendoci velocemente. “So che è difficile crederlo per via del mio formidabile aspetto” si pavoneggiò poi, facendo alzare gli occhi al cielo al corvino, che però infine si lasciò sfuggire un risolino. “Ma anche io sono un po’ particolare” terminò, guardando a lungo l’altro.

“In che modo?” gli chiese curioso il Senza Benedizione, appoggiandosi con il gomito sul ginocchio e la guancia sulla mano. Il ragazzo dagli occhi ambrati si fece più vicino a lui e lo guardò nei suoi cerulei, dicendo: “Perché io so fare questo” e subito una vampata di calore si sprigionò dalla sua mano e sciolse parte della neve ai loro piedi. Baekhyun fece un notevole balzo indietro, portandosi un braccio davanti al volto per coprirsi dal calore. “Ops, forse ho esagerato” si grattò la nuca imbarazzato il rosso. Il corvino lo guardò stupito, tornando alla sua posizione originale esclamando solo un entusiasta “Wow!”

“Che altro sai fare? Sei un abitante di Elios, vero?” gli domandò esaltato, squadrandolo tutto emozionato. Chanyeol si rimpettì un po’, raddrizzandosi a sedere e non riuscendo a staccare lo sguardo da quell’esserino dall’apparenza eterea. Non aveva avuto il cuore di dirgli che era giunto in quello spiazzo prima di lui e, non appena si era accorto della sua presenza, si era nascosto dietro il primo albero disponibile per osservarlo, colpito dal contrasto creato da quella pelle così chiara e quella chioma così scura. Quando era scoppiato in lacrime, si era dovuto dare un forte pizzico sul braccio per impedirsi di correre da lui a consolarlo. Aveva sentito un moto interiore che lo supplicava di raggiungere quel ragazzo affranto e si era quasi spaventato dall’intensità di ciò che provava. Quando un alto gemito aveva lasciato la bocca dell’estraneo, la sua ragione stava per cedere, così decise che era giunto il momento di allontanarsi il più possibile. Aveva corso per qualche metro, ma era buio pesto e non riusciva a vedere niente. Come era prevedibile aspettarsi, era caduto, inciampando in qualcosa. Neanche a farlo apposta, quel qualcosa non era una semplice radice, come aveva precedentemente pensato il ragazzo, ma un animale di grandi dimensioni e dai denti aguzzi. In fin dei conti doveva molto a quell’essere. Grazie a lui ora poteva scorgere gli occhi più magnetici che avesse mai visto.

“Sì, vengo da Elios. Faccio parte della delegazione appena giunta. Mio padre è uno dei gran sacerdoti, per questo sono qui. Piuttosto, tu come ti chiami?” chiese, volendo scoprire di più sul piccolo sconosciuto.

“Baekhyun. Ora però non cambiare argomento, cosa sai fare oltre lanciare lingue di fuoco?” rispose sbrigativo il Senza Benedizione, troppo incuriosito dai poteri del rosso per voler sentir parlare d’altro.

“Ehm…” ci pensò su il più alto. “Vedi, ho i capelli molto più sul rosso dei miei compagni e una temperatura corporea più elevata, segno della mia ‘Benedizione’” calcò l’ultima parola l’abitante di Elios, sbattendo sovrappensiero la freccia, che ancora aveva in mano, sulla roccia.

Baekhyun fece una smorfia contrariata. “Dovresti essere grato della tua Benedizione” mormorò e infine aggiunse un: “Darei qualunque cosa per averla”.

“Oh fidati, non vorresti” scosse con forza la testa Chanyeol.

“Perché?”

“Perché è una condanna!” tornarono a guardarsi i due. “Tutti hanno alte aspettative su di me. Credono che io possa diventare un grande mentore e capo, solo perché sono nato Brillamento*. Inoltre la mia pelle incandescente non mi permette di toccare nessuno e devo costantemente portare i guanti per evitare di ustionare le persone che mi sono intorno”.

Il corvino si accorse solo in quel momento che le grandi mani dell’altro erano guantate. Ci pensò un po’ su. Alla fine l’assenza di benedizione e la presenza di questa si stava rivelando una cosa negativa su entrambe i fronti. Timidamente allungò il braccio e prese le dita coperte del più alto tra le sue, cercando di rimuovere lentamente la loro protezione.

“Sei impazzito? Ti ho appena detto che rischio di farti male!” ritrasse prontamente l’arto il rosso, guardando allarmato il più basso. Ma questo non demorse, riprese con sé la mano e la denudò del tutto. La osservò sul retro e sul fronte, dove al centro vi era una piccola e circolare cicatrice, liscia e uniforme, come quelle causate dalle scottature. Senza paura avvicinò il suo indice al palmo, sotto lo sguardo esitante di Chanyeol, che nel frattempo tentò un altro paio di volte di fuggire alla presa. Tentativi tutti sventati dal lesto corvino, che ormai era vicino allo sfiorare l’epidermide bronzea. Non appena le due pelli vennero a contatto, una fortissima scossa elettrica inondò i due corpi, costringendoli ad allontanarsi immediatamente.

“C-Cosa è stato?” chiese sconvolto il giovane abitante di Selene, che era stato sbalzato dal suo posto e ora giaceva sulla fredda neve.

Il rosso, che si era già rialzato, si stringeva la mano con cui aveva raggiunto l’altro e teneva lo sguardo basso, i capelli ad oscurargli il volto. “Te l’avevo detto di non toccarmi. Chi mi tocca si fa solo del male” mormorò a voce molto bassa.

Baekhyun fece un gesto annoiato e lo rassicurò: “Piantala di darti le arie del ‘Bello e dannato’. Io ho una temperatura molto bassa. Non congelo nessuno con un semplice tocco solo perché mi sono esercitato molto e so controllare il mio potere. Avevo pensato che le nostre due abilità magari avrebbero potuto bilanciarsi e quindi che non sarebbe successo niente. Errore mio, perdonami” e unì a queste parole un tenero sorriso. L’abitante di Elios arrossì vistosamente e si costrinse a guardare altrove.

“Forse non era così male come piano” si ritrovò a dire il rossiccio, per poi guardarsi intorno e notare che finalmente la bestia sembrava averli lasciati in pace. “Per caso sai mica come si esce da questo posto lugubre?” interrogò il più basso. Il corvino scosse sconsolato la testa: “Mi spiace, ma a noi ci hanno sempre vietato di entrare qui. Non saprei davvero come venirne fuori”.

Chanyeol drizzò meglio le sue paraboliche ed elfiche orecchie. “Se vi è vietato, tu che ci fai qui? Non hai esattamente l’aspetto di qualcuno che infrange le regole” osservò con un ghigno birichino lo straniero, mentre notava con divertimento il cipiglio offeso dell’abitante del posto. Quest’ultimo si grattò la nuca imbarazzato e infine rispose con un semplice “E’ una lunga storia”, girandosi poi dalla parte opposta.

“Beh” esclamò il più alto con rinnovata energia, “abbiamo tempo da vendere, dal momento che non sappiamo come venire via da qui. Che ne dici se ci liberiamo di questa tua barriera per cominciare? Quella cosa non si vede più da nessuna parte” propose. Baekhyun annuì e sussurrò un flebile “Solvens”. Subito la copertura si dissolse in tanti piccoli frammenti di luce giallognola, dal soffitto fino al terreno. Una calotta di neve fresca, che si era formata sulla sommità della protezione durante tutto il periodo della chiacchierata, si riversò sui due ignari ragazzi, che si ritrovarono completamente ricoperti di bianco. Si guardarono per un breve istante con gli occhi fuori dalle orbite per la sorpresa, ma ben presto si sciolsero in una liberatoria risata, che entrambi provvidero a nascondere dietro una mano per evitare di fare troppo rumore. Chanyeol osservava l’altro con delle sensazioni strane che non sapeva spiegarsi. Era imbarazzato e impacciato e non poteva negare una certa attrazione per quel sorriso perfetto e luminoso. Lo stesso avvertiva il corvino quando sentiva quella voce profonda, forse un po’ troppo per un ragazzo tanto giovane, e vedendo quella goffaggine che lo rendeva estremamente buffo.

Dopo essersi liberati dalla coltre di soffice neve, i due si misero in viaggio per cercare un’effettiva uscita da quel labirinto oscuro e pieno di irti rami. Stranamente la foresta non faceva più paura e non sembrava più così buia. Baekhyun dubitava che la zanna di nemesi avesse aumentato la sua potenza, ma l’ambiente a loro circostante sembrava davvero risplendere di una luce nuova e più forte. Apprese tante cose dal rossiccio sull’altro popolo. Per esempio, loro non potevano volare e questo spiegava come mai a Selene ci fossero le scale per raggiungere le abitazioni sugli alti rami, anche se il popolo della Luna aveva questa capacità. Inoltre loro erano più dediti alla spada che all’arco, alla retorica piuttosto che all’alchimia, al gioco invece che allo studio, alla musica rispetto al canto. Era affascinante sentire Chanyeol parlare con quel suo vocione profondo ed entrambi non seppero mai come improvvisamente il dedalo di alberi giunse a termine.

“Guarda! Ce l’abbiamo fatta!” aveva esclamato il più alto dei due, afferrando la mano dell’altro, sovrappensiero, e portandolo finalmente nella pianura. Il corvino rimase attonito. Quel tocco non aveva nulla di normale. Brividi si erano diramati da quel punto di congiunzione e per la sorpresa Baekhyun non aveva trattenuto i suoi poteri. Ma non accadde nulla. L’arancio rimase in pelle ed ossa senza trasformarsi in una statua ghiacciata. Il suo piano in fondo aveva funzionato!

Sbucarono nella radura coperta di neve, la tormenta ormai finita, e solo allora il dimorante di Elios si rese conto di quello che aveva fatto. Aveva toccato qualcuno senza guanto. E questo non aveva preso letteralmente fuoco. O almeno, solo le guance del corvino sembravano stessero per ardere da un momento all’altro. Inoltre la sua carnagione chiara metteva ancora più in risalto quel cambiamento di colore. Il ramato non poté non accorgersi di uno strano movimento all’altezza dello stomaco. Un’ansia non ben definita, unita con qualcos’altro d’indefinito. Era come se un animale si agitasse nella sua pancia. Che avesse mangiato qualcosa di strano a cena?

“Ops, mi dispiace!” si scusò velocemente, lasciando andare celere la mano al più basso. “Figurati” sbiascicò un ancora imbarazzatissimo Senza Benedizione. “Ti sei fatto male?” gli chiese il Brillamento, senza guardarlo in volto. “Oh no, sto benone, grazie!” rispose. All’orizzonte, la luna stava cominciando a calare, segno che la notte aveva iniziato il suo decorso.

“Credo sia meglio che io vada” concesse finalmente uno sguardo all’abitante del luogo Chanyeol, accortosi dell’ora tarda. Improvvisamente una strana malinconia avvolse entrambi: si erano resi conto che stavano per lasciarsi. E ancora quelle sensazioni, così sbagliate per un estraneo. Perché? Cosa mai gli stava accadendo?

Purtroppo per quanto indesiderata da ambe le parti, una separazione era necessaria. Chissà se si sarebbero mai rivisti. “Alla prossima allora” si stava congedando con un sorriso Baekhyun, quando si sentì preso per un braccio e trattenuto dal più alto. “Possiamo rivederci? Domani, al porto alle lucerne. Prima che io parta” gli propose di slancio, senza ben riflettere né sul significato che sulle sue intenzioni. Voleva rivedere Baekhyun e solo la speranza che domani si sarebbero rincontrati poteva convincerlo a lasciare andare il più basso in quel momento. Il corvino rimase palesemente stupito dalla richiesta, ma involontariamente sorrise e annuì con convinzione. Fu così che si salutarono.

Il Brillamento si diresse verso il paese che si intravedeva al limitar dell’orizzonte, mentre invece il Senza Benedizione, accortosi di essere sbucato in una zona diversa del bosco rispetto a quella da cui era entrato, si mise in cammino per raggiungere la sua abitazione, costeggiando la foresta per orientarsi. Fu quando si accostò alla strada per casa che vide un agglomerato di persone intorno all’ingresso della selva, intento a parlottare e a guardare al suo interno. Si avvicinò a passo svelto con il cuore in gola ed una brutta sensazione che proprio non voleva lasciarlo. Giunse dagli altri abitanti e ricevette sguardi colmi di preoccupazione mista a rabbia.

“Tu sei qui?” gli chiese velenoso uno dei suoi conterranei, additandolo e fissandolo sbigottito. “Cosa succede?” chiese con apprensione il corvino, cercando in tutti modi di captare qualunque cosa potesse aiutarlo a risolvere il mistero.

Il capo villaggio prese in mano la situazione e gli si avvicinò con fare severo e indecifrabile. Aveva un insolito gelo negli occhi, oltre che un velo di tristezza. “Sei scomparso da molte ore ed eravamo tutti impazziti per la preoccupazione” cominciò a delucidare, anche se Baekhyun dubitava fortemente che tutte le persone lì provassero davvero apprensione per lui. “Tuo padre ti ha visto entrare nella foresta e non tornare, per questo è venuto a cercare aiuto da noi. I tuoi amici non si sa bene come sono riusciti ad origliare la conversazione e sono corsi qui a cercarti” continuò. A quelle parole, il Senza Benedizione alzò gli occhi e cercò in lungo e largo i suoi compagni, non trovandoli. O almeno, li trovò solo quando spostò lo sguardo verso il basso, notando subito un ragazzo riverso a terra e coperto di ferite. Trattenne a stento un conato: era Kyungsoo. Lo raggiunse e non riuscì a non piangere nel vedere il corpo segnato da graffi più o meno profondi su braccia, gambe, collo. Anche il volto era segnato da tagli orizzontali sulle guance. Con immenso terrore il corvino appoggiò l’orecchio sul petto dell’amico: il cuore batteva ancora. Solo dopo quella scoperta, si concesse di respirare di nuovo, seppure ancora molti interrogativi rimanevano irrisolti nella sua mente. “Dov’è Luhan?” domandò al padre di questo, i quali occhi si strinsero per un buon minuto. “Ancora non l’abbiamo trovato” rispose laconicamente, guardando verso l’oscuro dedalo di tronchi. “E-e mio padre?” interrogò ancora, non lasciando che i suoi pensieri processassero l’idea che il Luna Piena fosse disperso. “E’ ancora nel bosco. Quando ha saputo che questi due incoscienti si erano buttati al tuo inseguimento, si è precipitato anche lui all’ interno. È riuscito a portare qui Kyungsoo dopo una buona mezz’ora, ma dopo essere rientrato per cercare mio figlio, non è ancora tornato” raccontò il capo villaggio, irrequieto sui suoi stessi piedi.

“Perché nessuno è andato con lui per dargli una mano? Perché siete tutti qui a guardarmi in modo truce, invece di essere lì con lui?!” alzò il tono di voce con rabbia Baekhyun, rivolgendosi al suo attonito pubblico che non faceva altro che osservarlo con disprezzo. Dalla schiera si fece avanti una donna dai capelli biondi, certamente un’ex-abitante di Elios. “Non tutti siamo spregiudicati come tuo padre. È estremamente pericoloso lì dentro e c’è un motivo specifico se c’è il divieto assoluto di entrarvi. Lui ha avuto i suoi motivi per farlo, ma questo non implica che non sia rischioso. Guarda com’è ridotto questa Luna Calante. Piuttosto, è strano che tu ne sia uscito illeso. Che razza di magia hai-” ma fu interrotta al rumore di fronde vicino al limitar della Foresta dell’ombra. Tutti si misero in guardia, ma quello che ne uscì fu tutt’altro che spaventoso. Più o meno.

“LUHAN!” urlò di liberazione suo padre, correndo ad abbracciarlo, mentre il ragazzo cercò immediatamente lo sguardo del corvino. Questi gli chiese tacitamente cosa stessa accadendo, ma Luhan sembrava faticare parecchio a rispondere. Solo quando fu sciolto dalla stretta del genitore, si girò verso Baekhyun con sguardo basso e fuggiasco. Anche lui aveva evidenti ferite ed era ricoperto di macchie di sangue, ma non sembrava grave. Che il sangue non fosse il suo?

“Luhan ma cosa ti è successo, stai bene?” gli domandò il Senza Benedizione, che si allarmò ancora di più davanti alla reticenza dell’amico. “Luhan?” riprovò, ottenendo solo il far divenire lucidi gli occhi dell’interpellato. “Baek, m-mi dispiace” farfugliava tra un ansito e l’altro “Mi d-dispiace così tanto!”.

“Cosa? Dov’è mio padre?” cercò di venirne a capo Baekhyun, il cui cuore voleva a tutti i costi scappare fuori dal petto. Non ottenne una risposta, ma in compenso il compagno gli indicò con il mingherlino braccio l’interno della boscaglia.

Una quiete surreale conquistò il corpo del corvino. Lasciò cadere ogni questione e corse, corse e corse di nuovo nel bosco.

Ne uscì quando le prime luci dell’alba irradiavano gradualmente la volta celeste. La luce vinceva nuovamente sulle tenebre. La dea Luna lasciava posto a suo marito Sole e Baekhyun riemerse da quel groviglio infernale di rami. I reduci della lunga attesa lo guardavano con aspettativa, ma già da un primo sguardo ottennero ciò che volevano sapere.

Il figlio dell’eclissi stringeva forte un pezzo di carta ingiallita tra le diafane dita. Il ritratto di sua madre.

Era rimasto orfano. Ora era veramente solo.


 




*Brillamento: è un evento solare estremamente violento, in cui viene emessa una grande quantità di energia in un tempo brevissimo. Questo fenomeno ha delle conseguenze immediate sulla Terra, come interruzioni delle trasmissioni radio, tempeste magnetiche, seguite da aurore boreali.

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Salve a tutti!

Questa è la prima parte di una mia idea nata per essere una one shot e poi divenuta un capitolo fiume… come mio solito. Chi mi conosce per ‘Overdose’, la mia altra storia, non può che rimanere perplesso nel vedere quanto questo piccolo racconto sia completamente diverso. Spero tanto che vi piaccia e possa piacere, anche perché ci sono particolarmente legata. È un vero e proprio esperimento, anche per le tematiche trattate, ma che si vedranno e capiranno meglio soprattutto nella seconda parte. Come tradizione, anche questa volta il titolo è una canzone degli Exo, che capita proprio a fagiulo, come si dice dalle mie parti. Avrei davvero tanto da dire su ‘Moonlight’, ma penso di farlo alla fine della seconda parte, così da essere più chiaro a tutti. L’ottavo capitolo di ‘Overdose’ è stato messo in stand by per un po’, a causa della stesura di questa storia, ma adesso è stato ripreso ed è a più di metà. Mi spiace sempre moltissimo farvi aspettare tanto, ma ho troppe cose da fare e poco tempo, soprattutto se mi vengono lampi di ispirazione come questo che non posso non seguire.

Sono veramente curiosa di sapere cosa ne pensate. Non è la solita one shot con scena di sesso e tutta incentrata sulla coppia principale –o meglio sì, lo è, ma in modo differente-, ma più un racconto fantasy con spunti di riflessione. O almeno questo è il mio intento. Mi domando spesso se ciò che scrivo è di qualche utilità al mio lettore, quindi per questa volta, senza pretesa alcuna, ho voluto provare a fare qualcosa in più. Ma ripeto, sto solo affrettando il discorso (la storia non è stata scritta per essere divisa, quindi questo mi fa intrippare un po’ il cervello…), tutto questo succederà nella parte seconda, che conto di pubblicare la prossima settimana. Molto dipende anche dal supporto che dimostrerete.

Se siete giunti fino a qui, i miei complimenti. Sono molto logorroica, eh? Mi piace non smentirmi mai.

Spero di sentirvi numerosi nei commenti e noi ci sentiamo prossimamente,

Lilifyt <3




 


 
   
 
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