Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |       
Autore: lmpaoli94    31/03/2019    0 recensioni
Dal primo giorno mi ero innamorato di lei.
Il suo profumo, i suoi modi di fare, le sue carezze mi avevano fatto perdere la testa.
Ero profondamente cambiato.
Non riuscivo a togliermi dalla testa il suo dolce viso da ragazzina innocente.
Una volta che mi avvicinai per baciare le sue dolci labbra, caddi in un vortice d’eccitazione e di bramosia senza fine.
Ormai ero finito.
Lei mi avrebbe ucciso… con i suoi sentimenti oscuri, rovinandomi per sempre la vita.
Almeno fino a quando non ritornai in me rendendomi conto che stavo sbagliando tutto.
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
< Gabriele, che cosa ti prende? > mi domandò la mia ragazza cercando di riportarmi alla realtà.
< Niente. Stavo pensando, Anna. >
< A cosa? >
< A nulla di particolare. >
< Perché non mi vuoi dire che cosa alberga nella tua mente? >
< Perché non sarebbe importante. >
< Questo lascialo decidere a me… >
< Anna, ti prego. Lascia perdere > risposi scocciato.
< Scusa se continuo a pensare a te. >
< Non importa. Davvero. >
< Ok, va bene… Che cosa ti andrebbe di fare prima che tu vada via con tua madre? >
< Potrei rimanere accanto a te per farti qualche carezza. >
< Ottima idea. Lo sai quanto mi piacciono i tuoi tocchi. >
Anche se eravamo soli, con la mia fidanzata mi potevo permettere di baciarla, spogliarla e farci l’amore.
Ma in quel frangente non avevo voglia di fare niente di tutto ciò.
Il viso della mia collega di lavoro mi avevano tolto la lucidità necessaria.
“Veronica… perché mi fai questo?”
Capendo che non mi stavo comportando come un uomo voglioso di fare sesso, la mia fidanzata se ne accorse immediatamente.
< Che cosa stai facendo? >
< Ti sto facendo le carezze come piacciono a te. >
< Le carezze? In altre occasioni mi saresti saltato addosso. >
< Lo so, ma ho paura di non fare in tempo > mentii.
< Il tempo lo troveresti comunque. >
< Vuoi mettermi alla prova? >
< Perché no? Potrebbe essere divertente. >
< Ok, come vuoi tu. >
Ma appena incominciai a baciarla con passione, il mio cellulare cominciò a squillare insistentemente.
< E’ tua madre. >
Una volta preso in mano, risposi.
< Pronto? >
< Sono arrivata. >
< Ok vengo > riagganciai.
“Le conversazioni di mia madre… Molto brevi e coincise.”
Dopo essere saltato giù dal letto, presi le mie cose.
< Gabriele, ma quando ci rivedremo? >
< Penso il prossimo lunedì. Prima non posso a causa degli impegni di lavoro… Comunque ti faccio sapere. >
< Ok, ciao amore. Fai ammodo > mi salutò la mia ragazza dandomi un bacio.
< Lo stesso vale per te. >
< Spero che tu sia stato bene. >
< Come al solito, tesoro. Con te sto sempre bene. >
< Sono contenta di sentirtelo dire. Anch’io sto sempre bene con te. Quando non ci sei, mi manchi tanto. >
< Adesso però devo andare altrimenti mia madre mi brontola che la faccio sempre aspettare. >
< Ok. A presto, tesoro. Ti amo tanto. >
< Anch’io > dissi infine dandogli un ultimo saluto prima che potesse richiudere la porta della sua casa.
 
 
Mi sentivo come un verme.
Lei che mi ama tanto mentre io penso ad un’altra.
Ma non potevo farci niente.
Dopo essere fidanzato con la solita donna da più di sette anni, ti viene d’istinto pensare a qualcun’altra.
“Se non avessi mai incontrato quella ragazzina… A quest’ora sarei sempre con la mia amata Anna…”
Appena mi allontanai da casa della mia fidanzata, ringraziai mia madre per essere stata al gioco.
< Gabriele che cos’hai in mente di fare? >
< Ti spiegherò poi. Adesso devo andare da una mia amica. >
< Non è che vuoi tradire Anna, vero? >
Ma a questa domanda non risposi, limitandomi a cambiare discorso.
< Rispondimi subito! >
< Non lo so, mamma. Ci devo pensare. Io non la amo come un tempo. >
< Gabriele, ti avverto: non farla soffrire altrimenti ne dovrai rispondere a me. Sono stata chiaro? >
< In questa storia non farò soffrire nessuno. Te lo prometto. >
< Voglio sperarlo. Quando torni a casa? >
< Stasera sul tardi. Non mi aspettare, ok? >
< Va bene. Ciao > disse infine mia madre riagganciando la chiamata.
“Penserò più tardi alle intenzioni di mia madre. Adesso devo andare da lei. Non ce la faccio più ad aspettare.”
Dopo essermi allontanato dalla casa della mia fidanzata, mi diressi casa della mia amica che mi stava aspettando.
Fortuna per me, non abitavano molto distanti.
“Eccoci. Sono arrivato”
Dopo avergli detto che ero giunto, mi aprì il cancello della sua casa per farmi entrare.
Una volta che mi ritrovai dinanzi al suo portone, sentii le mie gambe vibrare dall’emozione, e quando finalmente aprì, la mia eccitazione nel vederla vestita in quel modo provocante aumentò sempre di più.
< Finalmente sei arrivato. Ti stavo aspettando. >
< Gabriele, che cosa ti prende? > mi domandò la mia ragazza cercando di riportarmi alla realtà.
< Niente. Stavo pensando, Anna. >
< A cosa? >
< A nulla di particolare. >
< Perché non mi vuoi dire che cosa alberga nella tua mente? >
< Perché non sarebbe importante. >
< Questo lascialo decidere a me… >
< Anna, ti prego. Lascia perdere > risposi scocciato.
< Scusa se continuo a pensare a te. >
< Non importa. Davvero. >
< Ok, va bene… Che cosa ti andrebbe di fare prima che tu vada via con tua madre? >
< Potrei rimanere accanto a te per farti qualche carezza. >
< Ottima idea. Lo sai quanto mi piacciono i tuoi tocchi. >
Anche se eravamo soli, con la mia fidanzata mi potevo permettere di baciarla, spogliarla e farci l’amore.
Ma in quel frangente non avevo voglia di fare niente di tutto ciò.
Il viso della mia collega di lavoro mi avevano tolto la lucidità necessaria.
“Veronica… perché mi fai questo?”
Capendo che non mi stavo comportando come un uomo voglioso di fare sesso, la mia fidanzata se ne accorse immediatamente.
< Che cosa stai facendo? >
< Ti sto facendo le carezze come piacciono a te. >
< Le carezze? In altre occasioni mi saresti saltato addosso. >
< Lo so, ma ho paura di non fare in tempo > mentii.
< Il tempo lo troveresti comunque. >
< Vuoi mettermi alla prova? >
< Perché no? Potrebbe essere divertente. >
< Ok, come vuoi tu. >
Ma appena incominciai a baciarla con passione, il mio cellulare cominciò a squillare insistentemente.
< E’ tua madre. >
Una volta preso in mano, risposi.
< Pronto? >
< Sono arrivata. >
< Ok vengo > riagganciai.
“Le conversazioni di mia madre… Molto brevi e coincise.”
Dopo essere saltato giù dal letto, presi le mie cose.
< Gabriele, ma quando ci rivedremo? >
< Penso il prossimo lunedì. Prima non posso a causa degli impegni di lavoro… Comunque ti faccio sapere. >
< Ok, ciao amore. Fai ammodo > mi salutò la mia ragazza dandomi un bacio.
< Lo stesso vale per te. >
< Spero che tu sia stato bene. >
< Come al solito, tesoro. Con te sto sempre bene. >
< Sono contenta di sentirtelo dire. Anch’io sto sempre bene con te. Quando non ci sei, mi manchi tanto. >
< Adesso però devo andare altrimenti mia madre mi brontola che la faccio sempre aspettare. >
< Ok. A presto, tesoro. Ti amo tanto. >
< Anch’io > dissi infine dandogli un ultimo saluto prima che potesse richiudere la porta della sua casa.
 
 
Mi sentivo come un verme.
Lei che mi ama tanto mentre io penso ad un’altra.
Ma non potevo farci niente.
Dopo essere fidanzato con la solita donna da più di sette anni, ti viene d’istinto pensare a qualcun’altra.
“Se non avessi mai incontrato quella ragazzina… A quest’ora sarei sempre con la mia amata Anna…”
Appena mi allontanai da casa della mia fidanzata, ringraziai mia madre per essere stata al gioco.
< Gabriele che cos’hai in mente di fare? >
< Ti spiegherò poi. Adesso devo andare da una mia amica. >
< Non è che vuoi tradire Anna, vero? >
Ma a questa domanda non risposi, limitandomi a cambiare discorso.
< Rispondimi subito! >
< Non lo so, mamma. Ci devo pensare. Io non la amo come un tempo. >
< Gabriele, ti avverto: non farla soffrire altrimenti ne dovrai rispondere a me. Sono stata chiaro? >
< In questa storia non farò soffrire nessuno. Te lo prometto. >
< Voglio sperarlo. Quando torni a casa? >
< Stasera sul tardi. Non mi aspettare, ok? >
< Va bene. Ciao > disse infine mia madre riagganciando la chiamata.
“Penserò più tardi alle intenzioni di mia madre. Adesso devo andare da lei. Non ce la faccio più ad aspettare.”
Dopo essermi allontanato dalla casa della mia fidanzata, mi diressi casa della mia amica che mi stava aspettando.
Fortuna per me, non abitavano molto distanti.
“Eccoci. Sono arrivato”
Dopo avergli detto che ero giunto, mi aprì il cancello della sua casa per farmi entrare.
Una volta che mi ritrovai dinanzi al suo portone, sentii le mie gambe vibrare dall’emozione, e quando finalmente aprì, la mia eccitazione nel vederla vestita in quel modo provocante aumentò sempre di più.
< Finalmente sei arrivato. Ti stavo aspettando. >
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: lmpaoli94