Fanfic su artisti musicali > Monsta X
Segui la storia  |       
Autore: AstridDBG    31/03/2019    0 recensioni
Padre Jooheon ha un disperato bisogno di qualcuno che lo aiuti all'orfanotrofio. Finalmente arriva Suor Sanga, l'unica donna tra tanti bambini e ragazzi, ognuno a suo modo speciale.
Genere: Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il locale dove si trovava puzzava ed era buio. La persona con cui doveva incontrarsi gli aveva dato buca, per cui Minhyuk si trovava da solo seduto al bancone dietro ad un bicchiere di succo d’arancia, che avrebbe potuto essere scambiato per uno screwdriver. La mancanza di alcol non si doveva al fatto che era ancora minorenne, infatti delle volte prendeva dei drink seri, ma quella sera si aspettava che gli venisse offerto tutto, quindi non aveva portato molto, solo per sicurezza. Sapeva che non si sarebbe potuto controllare una volta iniziato a bere, quindi non voleva tentare la sorte.
«Dannazione, mi servivano quei soldi. Stronzo» borbottò sottovoce. Controllò sul telefono se qualcuno avesse risposto al suo annuncio, ma in genere sapeva di non aver fortuna con le cose dell’ultimo minuto. Un uomo lo avvicinò dopo qualche minuto, Minhyuk lo aveva visto in fondo al locale quando era entrato. Vent’anni prima doveva aver fatto conquiste con le donne, ma ormai rimaneva ben poco di quello che era un tempo.
«Ehi, bellezza, sei solo?» gli chiese l’uomo, la sua voce portava un odore di alcol che quasi diede il vomito al ragazzo.
«Per ora sì. La mia risposta potrebbe cambiare dopo un centone.»
L’uomo fu preso in contropiede, non pensando che il ragazzino volesse farsi pagare, così tanto poi.
«Smamma nonno, non ho tempo da perdere.» Per un colpo di fortuna in quel momento gli suonò il telefono, e fece intendere all’uomo che ora sarebbe andato da chi poteva pagarlo davvero.
Uscì in strada e vide che Kihyun lo stava cercando. Sicuramente aveva capito che era stato il fratello a prendergli le canne dalla scatola che teneva tra il letto e la parete. Questo era in parte uno dei motivi per cui era uscito, non voleva essere a casa quando l’avrebbe scoperto. Kihyun sembrava piccolo ma il suo pugno destro aveva fatto saltare qualche dente al teppista di turno che osava intralciargli il cammino. Hyungwon un giorno gli aveva detto che credeva che tenesse ancora i denti, come ricordo. Di certo non li conservava assieme alle canne, o Minhyuk li avrebbe trovati. Ovviamente Jooheon si sarebbe arrabbiato se si fossero picchiati tra loro, quindi Kihyun aveva trovato negli anni dei modi per fargliela pagare senza lasciare tracce visibili. Una mano sulla spalla lo fece distrarre dai suoi pensieri. Era il tizio di prima.
«Quanto per un pompino?»
 
Hyungwon stava morendo dal sonno, sebbene si fosse svegliato dal riposino pomeridiano solo poche ore prima. Il tizio accanto a lui aveva iniziato a parlare da quando si erano incontrati e non aveva nemmeno smesso per prendere fiato. Ma il continuo chiacchiericcio di questo gli permetteva di non dover pensare a cosa dire, visto che faceva tutto da solo. Non era un suo amico, ma si trovavano ogni tanto, Hyungwon aveva una particolare abilità che il tizio spesso sfruttava. Il ragazzo non era sicuro ma l’altro doveva far parte di una delle bande di criminali che controllava la zona. Hyungwon era consapevole che ciò che faceva era sbagliato, ma il brivido che sentiva ogni volta che riusciva ad aprire la serratura di una macchina era indescrivibile. Lo chiamavano Soffio di gas, perché per lui le serrature delle auto non avevano segreti. Vecchie o nuove, riusciva a non far scattare allarmi. Non sempre poi le auto venivano sapientemente riparcheggiate dai membri della banda. Era quasi sicuro che aveva favorito un’esplosione qualche mese prima. A volte invece veniva rubate cose, documenti o armi. Ogni volta che vedeva il don pensava a cosa sarebbe potuto succedere se ne fosse venuto a conoscenza. Non aveva paura della polizia o di altre forze dell’ordine, ma piuttosto di vedere un’espressione delusa sul viso di Jooheon. Sapeva che per il don, lui e i ragazzi erano più importanti di qualsiasi cosa, quindi quando gli era stato chiesto di entrare ufficialmente a far parte della banda aveva declinato, limitando la sua implicazione solo nell’apertura delle macchine. Ciò gli permetteva di mettere da parte qualche soldo, sebbene non sapesse ancora cosa fare della sua vita. Alla mattina consegnava la posta, ma non si vedeva continuare fino a quando fosse stato vecchio. Il don non gli metteva pressioni, ma prima o poi avrebbe dovuto cercare la sua strada, e sapeva che l’adulto gli sarebbe rimasto al fianco. Quella sera il lavoro era limitato, solo un paio di pezzi, tutti andati come al solito, liscissimi.
Stava tornando a casa quando ricevette un messaggio di Minhyuk che gli chiedeva se fosse già rientrato. Alla risposta negativa, gli disse di incontrarlo a qualche via di distanza da dove si trovava. Il più giovane si mise di buona lena a camminare verso l’amico, che raggiunse dopo qualche minuto. Lo trovò seduto su una gradinata che si rollava una canna, e fece solo un cenno con la testa per salutarlo.
«Rubato tante macchine?» Hyungwon si sorprese perché credeva di essere riuscito a tenerlo nascosto a tutti, ma Minhyuk era sempre stato in grado di scoprire i segreti degli altri molto facilmente. Come ci riuscisse era un mistero.
«Preso tanti cazzi?» gli rispose quindi, cercando di non sembrare troppo infastidito per la faccenda. Minhyuk accese la canna e tirò una lunga boccata. Poi la passò all’amico che fece lo stesso.
«Madonna, che cosa ci hai messo? È la roba che hai preso a Kihyun? Ha passato tutto il giorno a lamentarsi con me, come se ne sapessi qualcosa.»
«No, queste sono da parte mia, per scusarmi, ma volevo provarne un po’. Kihyun ha sempre cose scadenti, non so come faccia a farsi rifilare della merda ogni volta.»
Consumarono il resto dello spino in silenzio, finché Minhyuk si accorse che le palpebre dell’amico si stavano inesorabilmente abbassandosi.
«Forza, sveglia principessa, non ho intenzione di portare a casa il tuo culo piatto.»
«Forse è il karma, perché Kihyun usa le monete delle offerte delle candele per prendersi la roba» biascicò Hyungwon mentre trascinava i piedi verso casa.
 
Tra una nocciolina e l’altra, le mani di Hoseok si muovevano veloci sul computer, mentre modificava le ultime foto che si era fatto. Non erano le migliori con cui aveva avuto a che fare, lo ammetteva, ma erano le meno peggio. Le avrebbe pubblicate per i suoi sostenitori, come ricompensa mensile per il loro supporto. Sperava che gli altri scatti, quelli che davvero lo facevano guadagnare, sarebbero venuti bene. Li avrebbe fatti quella sera, dato che aveva la camera libera, essendo sia Hyunwoo che Hyungwon usciti. Doveva fare in fretta a posizionare le luci e il cavalletto della macchina fotografica. Gli avevano richiesto un servizio in cui indossava una divisa scolastica. Ne prese una a caso dall’armadio, e la indossò senza chiuderla, tanto se la sarebbe tolta di nuovo in pochi minuti. Il corpo glabro e solo vagamente muscoloso sembrava risplendere di luce propria grazie all’illuminazione che aveva predisposto. Le mani correvano per tutto il suo petto, mentre i click automatici della macchina scattavano, ritmicamente. Presto i vestiti scomparvero e il ragazzo restò nudo sulle lenzuola sfatte del letto. Non era meramente un fatto di soldi, sapere che ciò che faceva veniva registrato, salvato e inviato a qualcuno lo eccitava tantissimo. Le mani scesero sul suo inguine, che era già pronto a cosa sarebbe accaduto in pochi secondi. Le mani bianche era un contrasto che sarebbe risultato eccezionale in foto, anche senza l’uso di correzioni di colore. Guardò dritto nell’obiettivo della macchina e venne, la prova del suo piacere salvata come sequenza di uni e zeri. Ovviamente sarebbe solo l’originale avrebbe mostrato la sua faccia. Accettava commissioni ma a patto di tagliare la faccia. Aveva troppa paura che ciò che faceva si sarebbe ritorto contro Jooheon, e non poteva permetterlo. Quell’uomo era il padre che tutti i ragazzi non erano stati abbastanza fortunati da avere. Hoseok faceva quello che poteva per pesare il meno possibile sulle spalle del don, per questo lavorava tanto di giorno e vendeva le sue foto. Forse un giorno avrebbe smesso, non di posare, quello era un piacere di cui non credeva si sarebbe mai stancato.
 
«Fai piano che forse dormono tutti» sussurrò Minhyuk, non in modo davvero silenzioso.
Sul divano Sanga si svegliò sentendo il rumore della porta che si chiudeva, la mano scattò verso la schiena prima che potesse rendersi conto di dove si trovava. Accanto a lei c’era Jooheon, intento a leggere un libro, con il rumore della tv di sottofondo. Non poteva credere di essersi appisolata lì, col don a fianco, che mentre dormiva doveva averle messe su una leggera coperta.
«I ragazzi sono tornati. Mi sa che è meglio se vado a dormire in un letto vero» disse a Jooheon alzandosi, il quale le augurò una buona notte e tornò a immergersi nella lettura.
In corridoio si affiancò ai ragazzi e per un pezzo li accompagnò, verso le loro camere. I tre si fermarono un attimo prima di salutarsi, e Sanga tirò su col naso due volte, annusando l’aria attorno ai due. Poi li guardò, socchiudendo gli occhi e se ne andò dicendo un secco “Notte”.
«Ci ha scoperto subito. Il naso è potente in quest’uomo…» commentò Minhyuk prima di salutare l’amico e ritirarsi per la notte, fingendo di guidare una nave spaziale.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Monsta X / Vai alla pagina dell'autore: AstridDBG