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Autore: QueensOfFandom94    02/04/2019    1 recensioni
Dean Winchester è un detective della polizia di New York, che malgrado le privazioni a cui l'ha vita l'ha sottoposto fin da piccolo può dirsi felice: ha un lavoro che lo riempie di soddisfazioni, e un fratello minore che è tutta la sua vita.
Ma un giorno, questi, durante una vacanza a Londra, viene rapito da alcuni trafficanti. Senza perdere tempo, il poliziotto si mette in azioni per salvare il fratello, con l'aiuto del suo migliore amico ed avvocato Castiel Novak. Tra depistaggi, poliziotti corrotti e poco consci di quanto è accaduto, Dean si ritroverà da solo contro tutti e con solo 96 ore per riprendersi il pezzo più importante del suo cuore.
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Salve. Per chi si fosse perso qualche passaggio, sono Meramadia94 e tempo fa ho perduto le credenziali del mio account e quindi ho dovuto aprirne un altro, dove pubblicherò le nuove e i continui di quelle in sospeso.... e anche le revisitazioni.
La mia prima fanfic su Supernatural era ispirata al film '' Io vi troverò'', ma quando mi sono buttata avevo appena conosciuto la serie, quindi non ero al corrente di molti personaggi e rileggendola mi sono resa conto che era un aborto. Quindi ho deciso di riscriverla completamente, salvando però alcune parti che sapevo essere piaciute, dalle recensioni ottenute.
 Per esigenze narrative ho cambiato un paio di dettagli... ad esempio, Dean ha 28 anni e Sam 18... spero che nessuno si senta offeso da questo, ma non riuscivo a combinare bene gli elementi senza questo cambio.
Detto questo... si va in scena.
 
Areoporto di New York.
Da una splendida Impala Chevrolet del '67 scesero due persone. Il primo era un trentenne, con un completo elegante, dal fisico alto e slanciato, capelli biondi, occhi verdi e un lieve accenno di barba.
L'altro era un diciottenne, occhi e capelli castani, abbigliato in jean, camicia azzurra e giacca di pail.
I fratelli Dean e Sam Winchester di Siox Falls.
- Hai il passaporto, il braccialetto per le emergenze e la busta dei medicinali?- fece Dean scaricando il trolley del fratello dal bagagliaio.
Sam sospirò con un sorrisetto.
- Dean. E' la terza volta che me lo chiedi da quando siamo usciti di casa: è tutto dove deve essere, all'infuori del tuo sistema nervoso. Calmati.-
- Lo so, hai ragione, scusami...- fece Dean cercando di sorridere - sto ancora metabolizzando che passerai tre settimane a Londra senza di me.-
- Ti chiederei di venire con me ma sai...- fece Sam con con un'espressione furbetta alludendo tacitamente al terrore che il fratello maggiore provava alla sola idea di dover mettere piede su un aereo.
- Non fare lo spiritoso con me ragazzino.- fece Dean prendendo un cellulare dalla tasca interna della giacca - Prendilo.-
- Ce l'ho già un telefono.- fece Sam.
- Si, ma questo è internazionale. Ecco le regole.- fece Dean - Ci sono tutti i miei contatti in chiamata rapida. Chiamami appena arrivi, quando sei in giro voglio sapere dove e con chi sei, e ogni sera prima di andare a dormire.-
- Si mamma....- fece Sam con un sorriso - altre raccomandazioni?-
- Divertiti.- fece Dean dando un abbraccio al fratellino.
- Ehy. Guarda che tre settimane passano alla svelta.- fece Sam.
- Lo so. Quindi sfruttale al massimo, e se trovi qualche inglesina carina....- fece Dean.
Sam non fece in tempo ( per sua fortuna, a ribattere) perchè il suo amico Brady gli stava facendo cenno di sbrigarsi.
Un ultimo abbraccio, e Sam si avviò verso il cartello '' Partenze''.
Dean però non andò via. Rimase lì, ad aspettare nell'impala, come faceva di solito la mattina quando lo accompagnava a scuola  o al pullman della gita, finchè non lo vide sparire all'orizzonte.
...
...
...
Era strano come certe cose riuscissero a provocare in lui un senso di vuoto. Quando si avvicinava la fine di un film che aveva aspettato per mesi, o di una serie televisiva che lo aveva preso in particolar modo... ma nulla era comparabile al vuoto che sentiva in quel momento.
Il suo migliore amico e compagno di college nonchè ormai accertato futuro Pubblico Ministero, Castiel Novak, intuendo i pensieri dell'amico lo raggiunse a casa, con una bottiglia di Whishy, la marca preferita dell'amico.
- Passeranno in fretta. Sono solo tre settimane.- rincarò Castiel.
- Lo so. Ma sembra che sia già via da un'eternità.- fece Dean - accidenti. E' diventato grande e non me ne sono nemmeno accorto. Mi pare ieri che gli reggevo il sellino della bici per non falo cadere....  adesso invece....-
- Prendila come un allenamento.- fece Castiel - dall'anno prossimo andrà al college, potreste vedervi solo durante le vacanze o qualche altra occasione fortuita... e tu potresti approfittarne.-
- In che senso?-
- Dean, posso capire che per te sia stato complicato tirarlo su da solo dopo la scomparsa dei tuoi... e che da quando... si, insomma, lo sai, gli hai dedicato tutte le tue energie.... ma la verità è che presto sarà pronto a volare da solo. Cogli l'occasione per iniziare a pensare a divertirti un po'.
Che so.... potresti iniziare ad uscire con qualcuno. Le proposte non ti mancano.-
- Mi stai facendo delle avances?- scherzò Dean.
Castiel diventò rosso come un pomodoro maturo - Ma no, era per dire. Insomma.... pensaci. Fallo anche per Sam. Non desidera altro che vederti felice. Con una vita tua, una famiglia tua...-
- Ma io sono felice.- fece Dean.
- Dean, ti prego, non sei mai stato bravo in due cose: a raccontare balle e fingere che non ti importi di qualcosa.- fece Castiel - Senti, stavo pensando di prendermi qualche giorno di ferie e di andare per un po' nella casa dei miei genitori, negli Hamptons... vieni con me.-
- Veramente avrei un caso di cui occuparmi...-
- Può aspettare.- fece Castiel - E' un'occasione che potrebbe non ricapitarti tanto presto.
Pensaci.- fece l'avvocato per poi guardare l'orologio - Scusa, ma ora devo proprio scappare. Tra quarantacinque minuti devo essere in tribunale.
...
...
...
Mentre a Londra era  giorno, a New York si  era fatta notte fonda, ma Dean ancora non riusciva a prendere sonno. Era in poltrona a sorseggiare distrattamente un drink. Con un occhio guardava la tv, con l'altro teneva d'occhio il cellulare, sperando di vedere la chiamata di Sam in arrivo.
Ad un certo punto non resistette più e chiamò l'aereoporto per farsi dire quanto mancava all'arrivo.
'' Il volo 288 è arrivato a Londra,  Areoporto di Hatreow, alle 8.00 a.m ora locale''
Il che voleva dire che Sam era arrivato già da un po', ma non lo aveva ancora chiamato.
'' Iniziamo male Sammy...''- fece Dean selezionando il numero del fratello -'' proprio male''
Ancora Dean non poteva saperlo, ma quella telefonata gli avrebbe sconvolto la vita, più di quanto non lo fosse già.
...
...
...
Nel frattempo, mentre sistemava i vestiti in una delle stanze vuote dell'intero quinto piano del palazzo in cui alloggiavano, Sam era angosciato.
Dopo un volo molto tranquillo, reso ancora più piacevole dalla presenza di una bellissima ragazza, sul metro e sessanta,  bruna, occhi castani.... una studentessa che stava tornando dall'Erasmus a New York.
Avevano fatto amicizia, e lei li aveva invitati ad una festa del campus, per quella sera.
Ma all'arrivo, Sam aveva avuto una bruttissima sorpresa.
- Ma... tuo cugino?- fece Sam notando che l'appartamento era vuoto.
- Lui? Passa l'estate a Madrid, così ne approfitta per conoscere i genitori della sua fidanzata.- fece Brady aprendo il freezer - Oh, e bravo mi primo.... il frigo è vuoto, ma le birre ci sono.- e nel dir così ne offrì una all'amico che lo guardava tra il perplesso, il confuso e l'arrabbiato - che c'è?-
- E me lo domandi pure?- fece Sam - Avevo detto a Dean che sarebbe stato qui.... quando scoprirà che gli ho mentito mi farà fuori.-
- Basterà non dirglielo.-
- Non posso mentirgli.-
- Certo che puoi.- fece Brady - mettiamola così: se tuo fratello ti scopre, discuterete della questione davanti ad un hamburger extra farcito ed una birra.
Mentre SE MIO padre mi scopre... prima mi riporta a casa, e poi mi prende a cinghiate. E poi vedila così. Ti sto facendo un favore, lancio la prima pietra per farti liberare dal controllo ossessivo di tuo fratello.''
Forse Brady aveva ragione.... insomma, da quando erano morti i  loro genitori, Dean gli aveva fatto da padre e da madre, e si, doveva dirlo certe volte era davvero rompiscatole.... tipo quando aveva seguito il pulmino del campeggio per assicurarsi che fosse al sicuro... però era anche vero che non gli aveva mai fatto mancare niente. E negato niente.
A cominciare da quel viaggio. Quell'anno avrebbe compiuto diciotto anni e Dean gli aveva detto di scegliere il regalo. All'inizio non sapeva bene cosa chiedere, poi il suo migliore amico gli aveva riferito di essere stato invitato da suo cugino a passare tre settimane di vacanza a Londra, dicendogli che poteva portare chi voleva.
E la decisione fu presto presa.
E dalla faccia che aveva fatto Dean quando gli aveva detto che avrebbe voluto farsi un viaggio con un amico, come regalo aveva già pensato di battere in ritirata.... ma Dean gli aveva implicitamente dato il permesso dicendo -'' Facciamo così: se riporti bei voti tutto l'anno, io ti accompagno all'aereoporto.''- un permesso implicito, che però urlava '' Sì'' nel momento stesso in cui le parole erano state pronunciate, perchè chiunque lo conosceva lo sapeva.... Samuel William Winchester, Sam per gli amici, non aveva mai avuto problemi di alcun tipo a scuola.
Unica regola, garantirgli che non sarebbero stati abbandonati a loro stessi e la presenza di un adulto.... e si sentiva malissimo all'idea che seppur inconsciamente lo aveva ingannato.
Quando vide '' Dean'' sul display del cellulare si sentì quasi mancare, ma ad ogni modo rispose.
- Ehy Dean...-
- Oh per fortuna hai risposto.- fece Dean ricominciando a respirare - Non ricordi gli accordi? Dovevi chiamarmi appena arrivato.-
- Si...- fece Sam passeggiando avanti e indietro per la stanza - scusa.... in aereoporto c'era un gran casino.-
- Va bene, ho capito.- fece Dean - com'è andato il viaggio?-
- Quello benissimo.... senti, Dean ti dovrei dire una cosa.... promettimi che non ti arrabbi.-
- L'importante è che tu non mi dica che hai messo incinta qualcuna sull'aereo, tutto il resto è superabile..- scherzò Dean.
- Peggio....- fece Sam che nel frattempo era arrossito - Il cugino di Brady è in Spagna. Ti giuro che non lo sapevo.-
- Come in Spagna?- fece Dean spiazzato.
- Lo so, anch'io l'ho appena scoperto.... ti giuro che non lo sapevo...-
- Va bene, calmati. Ti credo.- fece Dean chiedendosi per quale arcano motivo non avesse ancora chiamato i genitori di Brady per rivelare la bravata del figlio. Risposta scontata: non era giusto che anche Sam ci rimettesse per colpa di una bugia non sua. Decise quindi di tacere, almeno fino a quando non fossero tornati, ma poi nulla gli avrebbe impedito di raccontare la verità - Facciamo così: io per ora non dico niente ai genitori di Brady, ma poi... Sammy?-
Sam però non stava ascoltando. Dalla sua finestra aveva una visuale perfetta sul soggiorno e stava assistendo ad una scena terribile.
- C'è qualcuno...- fece Sam. Nel salotto c'erano due uomini che avevano aggredito Brady, il quale ora lottava disperatamente, urlando e scalciando per liberarsi dalla loro presa - Oddio, Dean, hanno preso Brady!-
- Come?- fece Dean iniziando a preoccuparsi - in che senso preso? Sammy, che sta succedendo?!?-
- Dean, l'hanno preso.- fece Sam con voce terrorizzata - l'hanno portato via.-
- Oddio mio... Sam, ascolta, adesso fai esattamente come ti dico ok?- fece Dean - dimmi dove sei adesso.-
- Nella mia camera.... vicino alla finestra.-
- Ti hanno visto?-
- No... ma io vedo loro, credo stiano venendo qui da me...- fece Sam.
- Ok, ascolta.... levati dalla finestra e infilati sotto il letto, nell'armadio, dove preferisci, ma nasconditi.- Sam, per tutta risposta s'infilò sotto il letto, che per fortuna aveva due piazze, quindi mascherava bene il suo metro e novantatre di altezza.
- Ci sono.-
- Perfetto...- fece Dean praparandosi a registrare la telefonata - Adesso devi dirmi se avete detto a qualcuno dove alloggiavate.-
- Sì.... una ragazza, Ruby.- fece Sam.  Dean si affrettò a segnare il nome della ragazza e prenotare un last minute per Londra. - era sull'aereo e ha diviso un taxi con noi....- tremò nel sentire le varie porte che venivano aperte - Dean.... stanno venendo a cercarmi....-
Dean non rispose. Si limitò ad ingoiare. Quasi certamente era questo il loro intento, e quasi certamente PURTROPPO ci sarebbero riusciti, visto che al momento non disponeva del dono dell'obiquità e non poteva andare in quella casa prima a prendere a ceffoni Brady  e poi rompere il culo a quelli che stavano covando l'idea di rapire il suo fratellino... e questo era peggio di una spada conficcata nel cuore, che sembrava essersi calcificata e che ad ogni tentativo di smuoverla l'unica cosa che guadagnava era altro dolore.
- Rimani con me, Sammy...Ora ascoltami... non posso impedirglielo... ma ti verrò a prendere, te lo prometto.-
- Come?- fece Sam coprendosi la mano con la bocca per tossire. Si vedeva che in quella casa non ci viveva nessuno da un po'... una volta aveva sentito dire '' Polvere siamo e polvere ritorneremo''... lui aveva la certezza di essere sopra ad un cadavere in quel momento.
- Sto registrando la telefonata. Quando...- dentro di sè pregò Dio di dargli la forza per dire quello che doveva. Non voleva che accadesse. Ma non poteva impedirlo -quando... quando sarai certo che...
Lascia il telefono ed osserva bene tutti i particolari che riesci a vedere... colore degli occhi, se sono alti, bassi, se hanno qualche tatuaggio... tutto quello che vedi.-
Sam ingoiò nervosamente. Sentiva la preoccupazione del fratello, così palese che gli sembrava di poterla tagliare con un coltello. Tuttavia si sforzò di sembrare ottimista - Non metterla giù dura fratellone. Magari nemmeno si sono accorti che ci sono anch'io.-
Sì, e il cane aveva mangiato i suoi compiti.
I due fratelli smisero di parlare.
Sentivano dei passi che si stavano avvicinando.
Erano loro.
Almeno in quattro, si ora Sam dalla posizione in cui si trovava riusciva a vedere almeno quattro paia di scarpe nere, lucide come specchietti retrovisori.
Erano entrati proprio lì dentro, ed avevano iniziato a parlare tra loro in una lingua che però i due Winchester non capivano.
Sam smise di respirare per l'agitazione.
Magari la scampava, magari non ci sarebbe stato bisogno che il fratello corresse a prenderlo.
Le sue speranze sembravano essersi avverate quando li vide uscire dalla stanza.
Sam tirò un sospiro di sollievo e riprese a respirare - Se ne vanno. Credo di averla...- non finì mai la frase. Si sentì afferrare per le gambe e trascinare fuori da sotto il letto.
I trenta secondi che seguirono furono i peggiori della loro vita.
Sam, per quello che stava per subire.
Dean, che era costretto ad essere il testimone uditivo di quella scena terribile. Non voleva che accadesse.
- Dean! - il grido disperato di Sam lo fece tremare nemmeno lo avessero messo sulla sedia elettrica  - Barba, tatuaggio mano destra, luna e stella, metro e ottanta...- poi per alcuni minuti più nulla.
Solo il silenzio.
Poi, finalmente - Pronto?- fece una voce maschile con accento inglese.
- Non so chi siete, non so cosa volete. Se cercate un riscatto, sappiate che non possiedo denaro...- fece Dean cercando di mantenere un tono deciso - in compenso... posso diventare il vostro peggiore incubo.-
-Chi sei, il fidanzatino?- rise la voce dall'altra parte.
Dean sorrise sarcasticamente - No. Sono il fratello maggiore. Ti offro una via di fuga: lascia andare mio fratello, esci da quella casa, e sparisci. Io mi dimenticherò di te. Non verrò a cercarti e non chiamerò le autorità britanniche.... posso essere più chiaro? Lascia stare mio fratello ed io non ti romperò il culo.-
-Indovino. Se non lo faccio mi vieni a cercare?-
- E qui ti sbagli di grosso, idiota. Io non cerco nessuno. Io caccio. E credimi se ti dico che non ti piacerebbe.-
- In tal caso ti auguro buona fortuna, caro il mio cacciatore.- fece la voce al telefono prima di distruggerlo.
Dean inspirò a fondo.
La caccia era aperta.
Non importava fin dove sarebbe dovuto andare.... quel figlio di puttana era un uomo morto.
   
 
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