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Autore: EleWar    03/04/2019    11 recensioni
Avete presente il capitolo in cui Ryo e Kaori vengono ingaggiati dal fantasma di Ami? Ricordate come era andata a finire, sul manga almeno, quando si sono risvegliati "abbracciati" sul divano? Bene, ho immaginato un finale alternativo...buona lettura!!
Ps: è la mia primissima ff, quindi, siate clementi!
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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TUTTA COLPA DEI FANTASMI
 
 
Kaori si svegliò in una stanza inondata dal sole, si tolse il braccio dalla fronte e piano piano cercò di capire dove si trovasse… di sicuro non era in camera sua.
Si sentiva strana, la testa pesante, aveva decisamente dormito troppo.
Cos’era successo la sera prima?
Sprazzi di ricordi tornarono alla sua mente: stavano seguendo un caso, uno strano caso, addirittura un fantasma di nome Ami aveva assunto Ryo per proteggere sua sorella Mami…
I fantasmi le mettevano una paura bestiale e rabbrividì al solo pensiero!!
Ed ora lei e Ryo erano a casa di Mami, avevano dormito lì quella notte, nella stessa stanza, insieme??? Lei e Ryo??? Sul divano???
Ah ecco, ora ricordava! Lei aveva rifilato a Ryo un sonnifero nel drink della sera prima, con la speranza di impedirgli di fare una visita notturna a Mami, ma evidentemente anche lui gliene aveva fatto prendere uno, di nascosto, per metterla fuori combattimento e fare i suoi porci comodi!
Che stupidi, alla fine erano entrambi crollati sul divano!
“Ma…ma…cosa?!” si chiese ancora Kaori “Cos’è questa pressione sul pett…?”.
Provò ad alzare appena la testa per controllare e …rimase di sasso!!!
Ryo, durante la notte, si era praticamente intrufolato con la testa “dentro” il suo top ed ora dormiva beato con la testa appoggiata al suo seno…nudo!!
All’improvviso si sentì avvampare e travolgere un’ondata di imbarazzo e vergogna. Subito si materializzò nelle sue mani un mega-martello con la scritta “oltraggio al pudore”: era pronta a polverizzarlo all’istante!
Quel porco, depravato, maniaco sessuale…era pure per metà steso sul suo corpo!!! Stava raccogliendo tutte le sue forze per scagliare il colpo mortale quando…immediatamente si bloccò.
Si era fermata ad osservare il viso del suo partner e ne era rimasta stupita e affascinata insieme.
Non aveva la solita faccia da maniaco con la bava alla bocca, dormiva tranquillo e sereno, sembrava un bambino indifeso.
Con la stessa velocità con cui si era materializzato, il martello scomparve dalle sue mani e Kaori fu pervasa da un senso di tenerezza, quasi un istinto materno, e un sorriso dolce si disegnò sulle sue labbra.
Non era molto frequente il vedere Ryo così rilassato e in pace, nel loro mondo fatto di violenza e pericolo, si viveva sempre all’erta, ci si doveva guardare le spalle in continuazione e lei sapeva quanto Ryo avesse sofferto in passato.
Aveva perso i genitori, lui unico sopravvissuto, in quell’incidente aereo, aveva dovuto arrangiarsi nella giungla e combattere con i guerriglieri. La sua vita non era stata per niente facile.
Così quella visione di totale abbandono le intenerì il cuore a tal punto che non poté impedirsi di sfiorargli delicatamente la fronte con la mano, di spostargli un ciuffo ribelle, fino ad affondare le mani in quella massa di capelli corvini così tanto amati. Aveva perfino dimenticato in che situazione imbarazzante si trovasse.
O meglio, non voleva pensarci: avrebbe rimandato il confronto con Ryo appena si fosse svegliato.
E poi voleva godersi quell’inaspettato momento di intimità.
Appena iniziò ad accarezzare la testa di Ryo, lui si mosse leggermente e quel movimento le provocò un brivido inatteso, che le corse giù fino al basso ventre, risvegliando uno strano desiderio.
Sentiva il calore del viso di Ryo sul suo seno, il respiro le accarezzava la pelle e per un attimo pensò, ma se ne vergognò subito un secondo dopo, che non le sarebbe dispiaciuto risvegliarsi ogni mattina così.
Era una situazione davvero imbarazzante ma allo stesso così eccitante!!
A quelle carezze Ryo iniziò a mugugnare nel sonno e Kaori pensò, improvvisamente con rabbia “Se poco poco pronuncia un qualsiasi nome, di una qualsiasi ochetta da night o anche il nome di Ami o Mami, sta volta lo polverizzo sul serio”.
Tac, ricomparve un mega-martello ad incombere sulla testa del beato dormiente.
E invece… fra quei mugugni inintelligibili, ad un certo punto, poté chiaramente udire  “Kaori, aspetta, non te ne andare…. resta ancora un altro po’ con me…” e vide la faccia di Ryo assumere un’espressione di supplica.
A quel punto il cuore di Kaori esplose d’amore e di nuovo il martellone scomparve!! Stava sognando lei!!!
E non era il solito sogno da maniaco!!!
Anche se… ad essere sinceri aveva già “percepito” che il suo amichetto laggiù era ben sveglio e felicissimo della situazione in cui si trovavano.
Però quello che era importante era che LUI stesse sognando proprio LEI e che apparentemente desiderasse averla vicino.
Era così emozionata che, istintivamente, prese con dolcezza a tirare verso di se la testa di Ryo: lo voleva ancora più vicino al suo viso.
A quella leggera pressione, Ryo ancora mezzo addormentato, rispose assecondando il movimento fino a quando inevitabilmente si svegliò.
 
Kaori si bloccò, con ancora le mani ai lati del viso di Ryo.
Lui dal canto suo sbatté più volte gli occhi per svegliarsi dal tutto e quando si trovò a guardare la sua partner da così vicino, dal basso verso l’alto, non ci mise molto a capire in che posizione si trovassero.
Entrambi tacevano e trattenevano il fiato, sembrava che il tempo si fosse fermato. Kaori aspettava la reazione di Ryo: se l’avesse presa in giro o peggio avesse fatto il maniaco, lo avrebbe ucciso all’istante.
Mentre lui si aspettava l’inevitabile epilogo, con la sua socia che avrebbe scaricato su di lui tutta la vergogna e l’imbarazzo che stava vivendo a causa sua, e con lui che sarebbe finito spiaccicato sul muro o incastrato nel pavimento sotto l’ennesimo martello.
Erano in una situazione di stallo.
Le guance di Kaori erano di un bel rosso porpora ma a Ryo non era mai sembrata così bella.
L’espressione di Ryo passò lentamente da terrorizzata a dolce e appassionata, il suo sguardo divenne intenso e penetrante e ormai senza più difese disse:
“Kaori, se questo è un sogno, ti prego non venire a svegliarmi…”.
A quelle parole Kaori si sciolse letteralmente e, ricominciando a respirare, con il più bel sorriso che Ryo le avesse mai visto, riprese con dolcezza e fermezza, a tirare a sé la testa del suo amato Ryo, fino a quando furono uno di fronte all’altra.
Le loro bocche ora erano vicinissime e lei infine rispose:
“No, non è un sogno, sono qui con te” e lo baciò.
 
Dapprima il bacio fu di una tenerezza sconvolgente e a Ryo parve di volare: la sua Kaori aveva preso l’iniziativa e lui non voleva più negarsi la felicità.
Poi entrambi si fusero sulle labbra dell’altro in un vortice di passione, desiderio e amore.
Si erano trovati finalmente e non c’era più spazio per timori o dubbi.
Ryo era praticamente imprigionato da Kaori nel suo top ormai sformato, ma non avrebbe scambiato quella dolce prigione con nient’altro al mondo.
La sua pelle era così morbida e vellutata, sentiva i suoi seni premere sul proprio petto e non vedeva l’ora di potersi togliere la maglietta per sentirli sulla pelle nuda. Era così eccitante averla sotto di sé, fra le sue braccia, in quel momento avrebbe potuto anche morire.
Se fosse entrato uno di quei killer da quattro soldi e avesse provato ad ucciderlo, che facesse pure, niente lo avrebbe allontanato da quel paradiso.
Kaori era al settimo cielo, aveva Ryo tutto per sé: era lei che desiderava, che baciava con ardore e con amore, sì, ora poteva sentirlo tutto il suo amore, finalmente scopriva i suoi sentimenti.
Non avrebbe mai immaginato che stare fra le sue braccia sarebbe stato così travolgente, si era sempre dovuta accontentare delle briciole, ma ora sentiva che finalmente lui la riconosceva come la sua donna, che voleva stare con lei. L’atmosfera si stava facendo rovente ed entrambi vivevano solo per l’altro, tutto il resto non contava.
Ad un certo punto però Kaori, staccandosi a malincuore dalle dolci labbra di Ryo disse, con un filo di voce:
“Ryo… fai l’amore con me”
guardandolo con quei suoi occhioni nocciola pieni d’amore e il cuore di Ryo perse un battito.
Non era una preghiera o una richiesta, era una semplice affermazione.
Lei voleva semplicemente dirgli che era pronta e che lo desiderava.
Ma quelle parole per Ryo volevano dire molto di più, perché infine si sentiva degno di lei, lui che non osava toccarla né indulgere in strane fantasie perché lei era troppo pura per lui, troppo angelica per essere insozzata dalle mani grondanti sangue di un assassino come lui.
Ryo si commosse quasi fino alle lacrime e sussurrò un sì impercettibile, prima di riprendere possesso delle sue labbra di fragola con rinnovato amore.
Le avrebbe dimostrato quanto l’amava, quanto fosse importante per lui: lei era tutta la sua vita.
Ad un tratto però, sentirono bussare con insistenza alla porta, e un secondo prima che irrompesse nella stanza Mami, Ryo e Kaori si erano già staccati alla velocità della luce.
E anzi Kaori aveva anche fatto in tempo a sprofondare Ryo sotto un mega-martello con la scritta “Super-imbarazzo”.
In fondo erano lì per lavoro e dovevano recitare la parte di fratello e sorella per giunta.
E comunque essere sorpresi in atteggiamenti inequivocabili era troppo per chiunque, molto di più per la nostra pudica Kaori.
Mami, una volta dentro, chiese:
“C-che succede? Signor Saeba? Signorina Kaori?”
Mentre Kaori al riparo di un tavolino rovesciato brandiva una grossa croce a mo’ di esorcismo.
Era terrorizzata dal fantasma di Ami e quella situazione non le piaceva per niente, tanto più che spesso Ami possedeva il corpo di Mami per comunicare con loro e, non ultimo, flirtare con Ryo.
“Tu… sei Mami, vero?!” le chiese Kaori.
E lei: “Eh? be’ sì, ma…”.
Così, ridacchiando nervosa Kaori aggiunse:
“Ah, meno male! Allora tutto bene!Oh oh oh”, mettendo via la croce.
Mami però non era tranquilla, sentiva che nell’aria c’era una strana tensione e riprese:
“Ma piuttosto, cos’è stato tutto quel rumore?!”
E Kaori: “Rumore?!Quale rumore? Non l’avrai sognato? ah ah ah…”
Così prima di andarsene:
“Va bene…ero venuta a dirvi che è pronta la colazione”
“Bene, grazie, fra poco arriviamo”.
 
Appena Mami fu uscita dalla stanza, Kaori raggiunse di corsa, dietro il divano, un Ryo devastato dalla forza del suo ultimo martello.
Si chinò verso di lui e premurosa gli disse:
“Ryo,  scu-scusa… amore ti ho fatto troppo male?Non volevo!”.
Ma lui stentava a riprendersi e ripeteva:
“Mi ha chiamato ‘amore’, mi ha chiamato ‘amore’” con aria ebete.
Non si riusciva a capire se fosse ancora stravolto dalla botta o dall’atteggiamento di Kaori.
Lei infatti, sempre più preoccupata, cercava di rimetterlo in piedi prodigandogli tenere carezze, abbracciandolo e sussurrandogli paroline dolci.
Ma Ryo rimaneva con un sorriso stranito sul viso e l’aria un po’ sognante.
Fino a quando Kaori lo baciò di nuovo sulle labbra, un bacio leggero e pieno di tenerezza, prima di lasciarlo col dire che andava a farsi una doccia e che dovevano sbrigarsi che la colazione li aspettava.
A quel tocco così amorevole Ryo si sentì leggero come una piuma.
E quando Kaori, un secondo prima di scomparire in bagno, tornò indietro e gli sussurrò all’orecchio:
“… alla fine del caso… promesso?”
facendogli l’occhiolino, seppe di essere perduto.
Era totalmente in balia di quella donna e del suo amore, era irrimediabilmente innamorato e…al diavolo tutto!
Accada quel che accada, lui aveva deciso che voleva stare con lei punto e basta!
Solo che, grattandosi la testa sospirò:
“….ora la vedo dura…aspettare fino alla fine del caso… ufff”.



Ringrazio le mie tutor d'eccellenza Naco e MaryFangirl
   
 
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