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Autore: inzaghina    04/04/2019    6 recensioni
Per tutta la vita Remus Lupin si è negato la possibilità di amare, convinto di portare un fardello troppo pesante per aspettarsi che qualcun altro lo condividesse con lui. Ninfadora Tonks ci mette mesi adinfrangere il muro che Remus ha costruito negli anni, facendo finalmente trovare a Remus una felicità mai immaginata prima. Ma la felicità è un’arma a doppio taglio, perché una volta che l’hai raggiunta sei costretto a fare di tutto per preservarla. A volte però questo non è sufficiente.
[Storia partecipante al contest Nella mia libreria indetto da blackjessamine sul forum efp.]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Questa storia partecipa al contest “Nella mia libreria” indetto da Blackjessamine sul forum di Efp; il pacchetto scelto è: D. Grossman con prompt “Che tu sia per me il coltello" e personaggio a scelta tra Remus Lupin e il Barone Sanguinario.



Lacerante felicità
 
 
 

Con un movimento elegante della bacchetta, Kingsley deviò l’incantesimo diretto a Remus da un ghignante Dolohov. Osservandolo indietreggiare per raggiungere un gruppo di Mangiamorte, il licantropo rivolse un cenno all’amico, che gli strizzò l’occhio in maniera noncurante.
Erano passate poche ore da quando l’Auror l’aveva accolto alla Testa di Porco con l’espressione risoluta e le iridi che riflettevano la combattività presente nello sguardo, solitamente placido, del Malandrino. 
“Grazie” Remus sorrise all’altro, prima di essere distratto da un profumo familiare. L’odore della polvere, misto a quello ferroso del sangue, non nascondeva quello dolce e delicato che l’uomo percepiva; lo stesso che sentiva quando stringeva il figlio, cullandolo e raccontandogli dei desideri che avrebbe potuto esaudire crescendo, proprio come aveva fatto prima di raggiungere Hogwarts.
 
“Mamma sarebbe orgogliosissima se diventassi Auror” mormorò Remus con serietà, mentre le palpebre di Teddy si facevano pesanti.
“Sarò orgogliosa di lui in ogni caso” dichiarò Dora raggiungendoli, mentre Remus risistemava Teddy nel lettino.
I neogenitori rimasero in un silenzio ovattato, inspirando il profumo inebriante del loro bambino. “Promettimi che farai del tuo meglio per assicurare un futuro migliore a Teddy.”
 “Certo, Remus.”
“Promettilo!”
“Lo prometto” lo placò lei, mettendosi in punta di piedi per abbracciarlo.
Remus s’impresse quella sensazione di pace e l’aroma della moglie nella mente, aggrappandovisi come un uomo avvinghiato ad un salvagente nella tempesta.
Non poteva perderli.
 
“Hai infranto la promessa!”
“Nient’affatto” dichiarò Tonks, affiancandolo.
“Faccio del mio meglio per assicurare un futuro migliore a Teddy.”
“Ha bisogno di sua madre…” le ricordò.
 
Era lui quello sacrificabile.
 
“Abbiamo l’obbligo di combattere per un avvenire in cui potrà vantarsi del grand’uomo che è suo padre!”
La risposta non stupì Remus, era solo grazie alla caparbietà della moglie che aveva, finalmente, trovato la felicità.
“Stai attenta” si raccomandò, prima d’incontrare nuovamente gli occhi di pece di Dolohov.
“Anche tu.”
 
*
 
Battersi accanto a Dora, ammirandone la tenacia, era l’emblema di quello per cui stava lottando. Evocò un sortilegio Scudo, colpendo successivamente Dolohov con un Diffindo. Doveva continuare, nonostante la preoccupazione per la sorte della moglie gli lacerasse l’anima. Bellatrix era un’avversaria temibile e Dora, anche se un’ottima duellante, era fuori forma.
Fu una risata delirante a spingere Remus a voltarsi, ritrovandosi impotente davanti alle urla di disperazione provocate dalla Cruciatus. Una sofferenza mai provata prima afflisse l’uomo, alla vista della moglie scossa dagli spasmi dolorosi, tramutandosi in una distrazione fatale.
Avrebbe dovuto rimanere concentrato, ma i tormenti di Dora erano i suoi ed i loro destini s’intrecciarono tragicamente, tra le mura della scuola che aveva tanto amato.
 
*
 
Due lampi di luce verde emersero quasi contemporaneamente dalle bacchette sguainate dei Mangiamorte.
Remus tentò di proteggere Dora con uno Scudo, inutilmente. L’idea che quel sorriso radioso non avrebbe più illuminato il suo viso era più intollerabile della morte stessa. Il pensiero che avrebbe trovato la morte per aver scelto di combattere con lui lo angustiava.
Guardandola stramazzare al suolo, si maledisse per aver ceduto all’amore di quella ragazza goffa ed allegra.
 
Era solo colpa sua.

 


Nota dell'autrice:
Buon pomeriggio a tutti!
Adorando alla follia il personaggio di Remus non ho saputo resistere all’idea di scrivere una storia di cui lui fosse il protagonista. Sappiamo poco o nulla dei momenti finali dell’ultimo Malandrino e questo mi ha lasciato campo libero sull’utilizzo del meraviglioso pacchetto di Grossman; Harry lo incontra solamente dopo essersi sacrificato ed ha appena il tempo per struggersi con lui all’idea di Teddy, diventato orfano proprio come Harry stesso. Sono convinta che Remus abbia fatto il possibile per proteggere Dora, non perché non la riteneva in grado di badare a se stessa, sia ben chiaro, ma perché era convinto che almeno lei potesse e dovesse salvarsi, per tornare da Teddy. Ho cercando di incentrare la storia sui due lati della felicità faticosamente raggiunta Remus, inserendo uno dei pochi momenti di tenerezza vissuti a tre, abbinato al senso di colpa che ha per anni tormentato il licantropo. Per una volta sono piuttosto soddisfatta del titolo, che come sempre ho fatto fatica a scegliere, la felicità di Remus è lacerante, perché gli ha fatto vivere momenti di gioia mai nemmeno immaginati prima, ma ha anche squarciato la sua anima, convincendolo di essere stato la causa della morte di Tonks.
Spero che la storia vi sia piaciuta e che vogliate farmi avere un parere.

 
   
 
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