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Autore: Nosense0    04/04/2019    1 recensioni
La storia che state per leggere è quella di tante ragazze e ragazzi che hanno accantonato i loro sogni e seguito una strada differente per accontentare i propri genitori, per seguire degli amici, per scegliere una facoltà che dia un posto stabile ed una buona situazione economica. "I soldi fanno la felicità" "ci sono tante cose impossibili" "la realtà non è un sogno" quante volte ce lo siamo detti? Anche la protagonista di questa Fanfiction era tra questi, poi un giorno la sua vita è di colpo cambiata: la sua strada e quella di Willy Wonka si sono intrecciate e lui le ha insegnato a credere nei propri sogni ed a vivere sul serio. Tuttavia, il famoso cioccolattiere non è qualcuno di sano e privo di problemi ed anche la ragazza dovrà aiutare lui. La loro storia d'amore sarà molto problematica e praticamente inesistente all'inizio, tant'è che sembra un amore unilaterale e spesso lei rischia di precipitare in un rapporto insano, eppure la loro sarà una relazione profonda e salvifica per entrambi
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Willy Wonka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono oramai ad un passo dalla realizzazione del sogno dei miei: che prenda una laurea in una materia scientifica, cosa che mi consente la vita stabile economicamente che loro non hanno mai avuto. Ho scelto Chimica, poichè non è tra le laure più difficili nè nei test d'ingresso e nè come esami ed al contempo garantisce comunque lavori molto ben pagati. L'altra opzione era biologia, ma ho letto che la richiesta lavorativa era minore. Personalmente, avrei preferito una materia umanistica, lettere o filosofia, il mio desiderio era quello di diventare una scrittrice, oppure di fare pasticceria artistica, ma la vita non è un sogno, sarebbe pura follia scegliere strada simile, naturalmente non è questa la ragione per cui sono preoccupata, è la notizia appena giuntami: per completare i cfu necessari ho solo due scelte: fare tutoraggio o tirocinio. 'Cosa c'è di strano?' penserete. Inefetti nulla, tutto ok per le persone normali, peccato che non lo sono affatto ed ho un carattere estremamente timido che mi mette in seria agitazione. Mi sto sforzando di ripetermi che ho superato sfide peggiori per giungere fin qui, eppure, non riesco a convincermi che non è questa la cosa peggiore. Mentre sbuffo, prendo il telefono e mi metto a girare sui social, poi il mio occhio si sofferma su una notizia: si parla di Willy Wonka. Leggo l'articolo con la speranza di novità positive rispetto a questo personaggio che tanto ammiro, ma non è così: un suo ultimo prodotto è risultato dannoso, per cui, rischia di non vendere più se non trova un chimico che gli analizzi tutti i dolci e garantisca la bontà del prodotto. I problemi sono due: data la fama di cui gode, nessuno accetterebbe mai di mettere piede nella sua fabbrica ed il cioccolatiere essendo terribilmente diffidente nei confronti delle persone non farebbe mai accostare persona alcuna. Addirittura, ha cacciato brutalmente quel bambino, Charlie, e la sua famiglia, poichè aveva iniziato a nutrire sospetti e non lo riteneva più così idoneo allo spirito necessario per gestire una fabbrica di tale portata. Il tutto dopo che gli giunse notizia che suo padre, con cui si era finalmente riconciliato fosse morto. È stato il dolore che ha accentuato i suoi problemi psichici e per la medesima ragione è successo anche ciò che ho appena letto e vi sono lunghi perieodi in cui non esce nulla dalla sua fabbrica. Stare da solo gli farà ancora più male, mi sembra di percepire la sua sofferenza e vorrei tanto abbracciarlo ed aiutarlo, ma non posso farlo e comunque, non ne sarei mai in grado di tendergli una mano dato che neppure io sono sana. La fabbrica ed il suo proprietario mi hanno accompagnato fin dall'infanzia; avevo solo otto anni quando aprì un negozio ed io avrei voluto trascorrerci ore, assaggiando tutti i suoi dolci strabilianti e stando in sua compagnia. Iniziai a coltivare l'aspirazione di approfondire quel campo, Wonka Shop era il luogo dei sogni, sembrava che ogni cosa potesse divenire realtà e volevo poter dare vita anche io a tutto quello, un giorno. Ero già singolare: i cartoni ed i giocattoli mi lasciavano indifferente, mentre amavo udire le notizie del signor Wonka, perdermi nei sogni ispiratimi dal luogo in cui lavorava, coloravano ogni giornata, anche i momenti di tristezza; non scorazzavo in giro ovunque, come i miei coetanei, causando danni che facevano innervosire un pò troppo il cioccolatiere, ma me ne stavo in un angolino in silenzio limitandomi a scegliere i dolci e guardarlo da lontano, a causa della mia timidezza e della mia maturità precoce. Per questo, egli, mi rivolgeva spesso degli sguardi incuriositi, poi, un giorno mia madre gli disse che lo ammiravo molto e mi ringraziò dandomi dei dolci gratis e da allora, mi sorrise e salutò sempre quando mi vedeva. La grande fabbrica la apri a soli 20 anni, asistii alla cerimonia di apertura con grande piacere ed iniziai a sognare di vistarla un giorno e che qualche familiare lavorasse lì. Tuttavia, presto la vita distrusse la me bambina e la chiusura della fabbrica di Willy Wonka, sancì il distacco definitivo da quella che ero. Lo scordai, passando perieodi molto neri e difficili, tuttavia li superai ed avevo 19 anni quando iniziò a diffondersi la notizia dei biglietti d'oro, la mia prima sessione di esami era alle porte, quando risentii il nome della persona che aveva caratterizzato la mia infanzia. Una strana senzazione si fece largo nel mio petto, ripercorsi quei momenti belli passati, oramai lontani e sentii tutta la distanza con quella che ero allora. Eppure, finalmente sentivo di capirlo sul serio ed ero in grado di dare un senso alla mia ammirazione per lui: era una persona con una vita dura, era solo al mondo e le spie lo avevano costretto ad abbandonare ciò che aveva realizzato con tanta fatica; anche prima che il mondo rovinasse ogni cosa, in certi momenti il suo squardo era troppo tetro ed i suoi rimproveri troppo forti, non aveva mai goduto di un'esistenza rosea, al contrario dei dolci a cui dava vita, eppure aveva lottato con le unghie e con i denti per quello in cui credeva, dava vita ai suoi sogni e diffondeva gioia nonostante la sua vita ne fosse privo. Lo pensai sempre più spesso e la senzazione che si agitava nel mio petto non l'avevo mai provata prima di allora e più le giornate passavano e più i miei pensieri si riempivano di lui. Alla fine, passai il mio primo esame a pieni voti e questo coincise con la data in cui accolse Charlie e la sua famiglia alla fabbrica, iniziai ad informarmi su di lui come ora e a provare pulsioni totalmente diverse nei suoi confronti e per nulla adatte ad una bambina com'ero quando lo avevo conosciuto per la primissima volta, ebbene si, lo ametto:da allora ho una cotta per lui. È spesso diventato il mio rifugio dalla realtà, insieme alle mie mille fantasie su di lui, spesso, mi sono fermata un pò troppo a lungo ai cancelli della sua fabbrica, desiderando scavalcarli, raggiungerlo e stare con lui per sempre fuggendo da tutto e da tutti. Fino ad un certo punto la storia del signor Wonka sembrava andare a gonfie vele, poi sono iniziati i problemi, ed eccoco qui ora, alla notizia che determinerà la fine definitiva stavolta. È sconvolgente come continuino a crearsi parallelismi con la mia vita e quella del cioccolatiere: allo stesso modo di cui la chiusura della fabbrica di cioccolato sancì la fine dei miei sogni, questo fallimento sta sancendo l'addio definitivo alla me che sognavo di essere, a tutti i sogni che affollavano la mia mente. Ma ora non è il momento di pensarci, devo concentrarmi sul mio futuro, valutare l'opzione migliore per ottenere quanto mi serve per laurearmi. Così, prendo il telefono e contatto i miei per chiedergli consigli e mi indirizzano verso il tirocinio, dunque inizio a compilare il modulo e fare tutto ciò che occorre per accettare di fare l'attività finale della mia carriera universitaria. Compio tutto, totalmente ignara di quello che stava per succedere, della brezza che avrebbe cambiato direzione alla barca su cui stavo viaggiando.
   
 
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