Anime & Manga > Lady Oscar
Ricorda la storia  |      
Autore: reesejordan    05/04/2019    9 recensioni
Un beve racconto che prende spunto da un altro "Il mio raggio do sole". Sono molti gli uomini che amano Oscar. Lei è legata in un modo indissolubile ad André, ma l'amore ha diversi modi per manifestarsi e altri sono rimasti incantata da lei. Perché quando una strega entra nella tua vita, è difficile non rimanere vittime di un suo incantesimo.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
- Maledetta strega!

Le due parole dei miei compagni erano azzeccate. Eravamo sfiniti dall'allenamento. Ecco cos'era. Una dannatissima strega. Le ragioni per cui la chiamavamo strega erano tante. E non perché fosse brutta. Odiavamo la sua autorità. Odiavamo la precisione e la dedizione con cui faceva il suo lavoro. Odiavamo il suo titolo. Odiavamo il fatto che era una donna. 

Come soldati non eravamo abituati a obbedire a nessuno. Siamo figli del popolo e non militari. La nostra esperienza è nelle strade di Parigi, dove si deve mostrare che si è forti a pugni e parole. Potevamo accettare le richieste di una madre che ci domandasse aiuto. Accettavamo le parole di una ragazza che ci dicesse di fare attenzione. Non potevamo accettare una nobildonna dai lunghi capelli biondi, la pelle di porcellana, ordinarci di sparare, di rincorrere i criminali.

Prima di lei, c'era De Gouffre. Certo, con lui, facevamo quello che volevamo. Io ero diventato esperto a vendere fucili e coperte. Ogni tanto qualcuno mi chiedeva una giacca della divisa e io la "dimenticavo" nel turno di giorno, quando faceva caldo. Al suo posto avevo dei soldi in tasca per bere del vino nei giorni di libertà, per visitare Arlette, la mia tentatrice preferita e per poter sfamare la mia amatissima madre e la mia dolcissima Diane. Il problema era che De Gouffre era un nobile e un porco. Tutti i nobili sono porci. Ma lui lo era di più. Una volta quando Diane era venuta a portarmi la biancheria pulita e rammendata, le aveva chiesto di presentarsi nel suo ufficio. Il suo non era l'esempio del perfetto militare. Non sembrava una caserma e il suo ufficio era una bettola. Beveva come una spugna il vecchio comandante sporcaccione. Si faceva le donne nella stanza accanto al suo ufficio. E voleva la mia Diane. Quando i miei compagni mi hanno detto che cosa le aveva chiesto sono corso da lui e l'ho picchiato a sangue. Diane urlava di smetterla perché sarei finito impiccato, ma davanti ai miei occhi c'erano solo le mani grosse, sporche di quel nobilastro sui seni della mia sorellina e la sua bocca sudicia e puzzolente sul suo collo. Dalle mie mani schizzava rabbia. Dal volto del porco, sangue. Alcuni miei compagni, sentendo il baccano sono venuti a controllare cosa stesse succedendo. Ce ne sono voluti cinque per staccarmi da De Gouffre. Ho persino preso calci e botte da Jacques, alto più di me, con un pugno d'acciaio. Il suo intervento mi ha fermato, altrimenti avrei ammazzato quel comandante corrotto e indegno di essere chiamato uomo. Poteva fare i suoi comodi con chi voleva, ma non con la piccola Diane. Sono finito nella cella d'isolamento per una settimana. Non m'importava. La mia sorellina è un bene troppo prezioso. 

Poi è arrivata lei. Con un giorno d'anticipo. Ci ha fatti prendere un colpo. Dovevamo ripulire le camerate dalle bottiglie di vino, dai soldi delle scommesse e dalle carte da gioco. Un corpo alto, snello asciutto, chiuso in una divisa stretta e immacolata con medaglie che De Gouffre non aveva mai visto e non lo avrebbe fatto, visto che è sparito dopo che l'hanno trovato a intrattenersi con la favorita del Generale Supremo Bouillé. Non che mi impressionavo facilmente, ma devo ammettere che ne ero affascinato. Sapeva il fatto suo. Voce soda. Occhi di ghiaccio. Dietro a quello sguardo rigido, tagliente c'era una donna determinata. Sotto a quell'uniforme maschile c'era un fisico bello, armonioso. Lo immaginavo e lo facevo mio. Già. Altro che strega cattiva. Diventava nella mia testa un'ammaliatrice e mi perdevo a pensare alla sua pelle sotto la mia bocca, il suo corpo sotto al mio, sopra il mio. Non la volevo come comandante. La volevo come donna. Non volevo i suoi ordini in caserma. Li volevo in camera da letto. E le avrei obbedito da bravo soldato e uomo devoto fino all'ultimo respiro. Quell'affanno che sentivo uscire dalla sua bocca nella mia fantasia. Quel gemito che mi diceva che era sopraffatta dal piacere che le avevo regalato. Quel sospitro che mi faceva capire che era mia. 

E invece non lo era. Apparteneva a lui. André Grandier. Il ragazzo che mi aveva supplicato di farlo entrare tra i soldati della guardia. Sembrava un nobile anche se non lo era. Fisico forte, tratti belli, occhio ferito e coperto da capelli scuri. Un uomo che ha sofferto per amore. Come me. Li avevo visti durante la missione al Castello d'Écouen. La mia strega aveva una stanza nel palazzo. Volevo guardarla prima di andare a dormire con i miei compagni. Sono entrato nel castello con una scusa banalissima. Se qualcuno mi avesse scoperto, gli avrei detto che il Comandante mi aveva fatto chiamare. E con questo pensiero che il mio passo si è fermato di colpo. 

Il corpo atletico di Grandier la sovrastava. La spingeva contro il muro e lei non protestava. Tutt'altro. Quelle dita che di solito osservo mentre impugnano la spada, si perdevano nei folti capelli del mio compagno d'armi. Le mani di André viaggiavano su quel corpo che avevo fatto mio più volte nella testa. André lo aveva fatto suo nella realtà. Si vedeva da come la toccava e da come lei reagiva. Lei ansimava dal piacere e dal desiderio. Si sfregavano i corpi con le divise addosso e chissà quante volte lo avevano fatto pelle contro pelle, carne nella carne.

- Oh... André...

- Streghetta, mi stai facendo impazzire.

Mi aveva tolto le parole di bocca. Una gioia e un dolore allo stesso tempo. Immensi. Come lei. Non era uscito il mio nome dalle labbra della donna che sognavo di possedere. Immaginavo i suoi seni piccoli, i suoi fianchi sodi, la sua pelle profumata sotto di me. E in me impazzavano la voglia e la gelosia. Ero incantato a guardarli. Si sono baciati con foga e si sono sussurrati altre parole d'amore. Ho sentito dei passi e poi ho intravisto dall'altra parte il Colonnello d'Aguille. Sembravamo due pervertiti, ammaliati dalla scena. No, il pervertito ero io. Testa di legno li guardava tra l'imbarazzo e l'ammirazione, io invece ero eccitato. L'amico stretto nei pantaloni reclamava le attenzioni di quel corpo incantevole. Dopo altre parole d'amore, i due amanti si sono separati, spezzando l'incantesimo. Oscar è entrata nella sua stanza, d'Aguille era sparito. André si dirigeva nella mia direzione e io mi sono nascosto, sperando che l'occhio malandato del mio compagno non mi vedesse. Ero stato fortunato. Appena si è allontanato, complice il buio e la situazione che avevo appena vissuto, la mia mano è scesa a liberare il mio corpo teso. Mentre la mia mano scorreva sulla mia eccitazione, la mia mente correva a lei. Nella mia fantasia potevo stare con lei, farla mia. Io sono suo, ma lei appartiene a un altro.

Sono uscito a raggiungere i miei compagni all'aperto. Alcuni soldati giocavano a carte, gli altri si preparavano per i turni di notte. Guardavo la luna grande e brillante nel cielo e nella mente avevo lei, la mia strega. I miei compagni mi canzonavano.

- Alain, ti sei incantato davanti alla luna?

- Nelle notti così, si dice che si possono vedere le streghe volare sulle scope...

- Magari uscirà quella strega del comandante dalla sua stanza...

Ridevano sguaiati. Ho guardato André. Nessuno degli altri sapeva di loro due. Solo io e Testa di legno li avevamo visti.

- Smettetela!

La mia voce ha tuonato nella notte sopra lo scoppiettare del fuoco e gli insetti negli alberi. I soldati hanno borbottato qualcosa e hanno ripreso a giocare a carte. André mi si è avvicinato con una bottiglia in mano.

- Tieni. Questa è una pozione magica. Fa dimenticare...

- André...

- Sei sotto il mio stesso incantesimo... non sei il primo...

- Che cosa stai dicendo, André?

- In tutti questi anni, la mia streghetta ha saputo ammaliare uomini e donne...

L'ho guardato con occhi spalancati dalla sorpresa e poi in un gesto rapido, gli ho preso la bottiglia di mano, attaccandola alla bocca. Quando ho finito ci siamo guardati a lungo senza dire nulla. L'aveva capito. Mi ero invaghito della sua donna. Il mio silenzio era pieno di colpe e di mute richieste di perdono. Le sue parole hanno sciolto il dubbio che mi attanagliava tanto sul modo curioso e affascinato in cui la guardavano in molti.

- Uomini... e donne?

- Sì, Alain. La sua magia è potente. Sei stato stregato anche tu.

Non riuscivo a dirgli che aveva ragione. Ero follemente innamorato della sua donna. A testa bassa, bottiglia in mano, cadono piano due parole dalla mia bocca. La mia confessione. La mia disperazione. La mia illusione.

- Maledetta strega.
   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: reesejordan