Fanfic su artisti musicali > Queen
Ricorda la storia  |      
Autore: killerqueen95    05/04/2019    3 recensioni
Mi sono sempre chiesta come sia andata tra Debbie e Roger quando lui si era appena separato da Dominique. Questa è una breve shot in cui vediamo i due innamorati scontrarsi sull'argomento.
Dalla one shot:
-Debbie- cominciò lui, facendo un altro passo verso di lei, intenzionato a prenderla tra le braccia per stringerla. Ma lei scosse la testa e fece un passo indietro -No. Ti prego rimani con me stanotte... Non andare da lei-. Il tono di lei era una supplica e questo lo fece stare ancora più male.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Debbie si lasciò andare ad un lungo gemito mentre l'uomo sotto di lei strinse i suoi fianchi con forza facendole diminuire il ritmo lentamente. Entrambi avevamo il fiatone, la forte imperlata di sudore, i capelli biondi scompigliati e gli occhi carichi di piacere. Quando il biondo lasciò andare la presa sui suoi fianchi, la ragazza sospirò poggiandogli le mani sul petto per farzi forza e buttarsi accanto a lui. Roger le cinse il corpo con un braccio, mentre con la mano libera sollevò la coperta per coprire la ragazza, poi si sporse per darle un bacio dolce sulla tempia. In tutta risposta lei si accoccolò maggiormente contro il suo petto, intrecciando le loro dita in una stretta tenera. -Ti amo- disse lui, a mezza voce come se nella stanza ci fosse un'altra persona pronta ad ascoltarli. -Ti amo anche io- rispose, girandosi per trovarsi faccia a faccia con il batterista. I loro nasi si scontrarono facendo ridacchiare entrambi, ma poi si misero a tacere con un bacio lento e languido. Debbie adorava le coccole post sesso, Roger la riempiva sempre di attenzioni e lei si sentiva come una vera principessa. L'uomo ci sapeva fare sul serio,  questo era il bello di stare con una persona più grande di te di 14 anni. Quando l'aveva confidato alle sue amiche erano rimaste sconvolte e le avevano sconsigliato di buttarsi in una relazione del genere, ma lei non aveva voluto sentire ragioni.
Quando il bacio terminò avevano nuovamente il fiatone, la mano di Roger accarezzava lentamente la schiena della ragazza spingendosi spesso a stringerle una natica per avvicinarla maggiormente  a lui. Debbie fece aderire ancora di più  i loro corpi nudi, Roger si ritrovò a trattenere il respiro mentre il seno di lei premeva contro il suo petto. Cazzo, quanto la trovava eccitante. Aveva un corpo perfetto, gambe chilometriche, un bel viso, un carattere meraviglioso e una risata assolutamente coinvolgente.
-Amore, che ore sono?- le domandò lui, ad un centimetro dalle sue labbra. A malincuore la bionda si allontanò dal suo abbraccio caldo per sporgersi sul comodino in cui si trovava la sveglia.  -20.30, Roggie- farfugliò, tornando immediatamente tra le sue braccia rassicuranti.
Roger si passò una mano sul viso e sospirò, Debbie sapeva che quello non preannunciava nulla di entusiasmante. La bionda si mordicchiò il labbro superiore,  aspettandosi la solita frase di Roger. -Devo andare, ho promesso ... - cominciò lui. -Cosa? Cosa hai promesso? A me hai promesso che stanotte saresti rimasto con me, visto che non  dormiamo insieme da quasi un mese.- sbottò lei, già sul piede di guerra.
Il batterista sospirò nuovamente, prevedeva già una discussione tosta con la giovane. Ah, questo era decisamente l'inconveniente di stare con una donna di 14 anni più piccola.
-Ti prego non cominciare. Che avrei dovuto dire a mio figlio? No, oggi papà non ti darà il bacio della buonanotte che stia chiedendo perché deve stare con la sua ragazza? Avrei dovuto dirgli questo mentre uscivo per venire da te?- anche lui si mise immediatamente sulla difensiva, e alzando leggermente la voce per porre fine alla discussione lasciò il letto. Debbie poggiò una mano sul lato del letto vuoto che presto sarebbe diventato freddo, come tutte le notti di quel periodo. -Non tirare in ballo i tuoi figli, sai che non sono scocciata per loro.- il tono di lei era tagliente. -Vorrei solo che tu passassi una notte con me, mi manca trovarmi tra le tue braccia al mio risveglio.-.
Roger che si stava rivestendo a quelle parole si bloccò guardando la giovane con un misto di dolcezza e quasi compassione. Ogni tanto si dimenticava quanto la ragazza fosse giovane e quanto per lei fossero importanti certe piccolezze che ormai, per lui, sembravano cose normalissime. Mentre Roger la fissava con quella espressione strana, Debbie pensò di averlo convinto, ma poi lui continuò ad abbottonarsi la camicia e concluse con -Magari domani sera, Deborah- e lei sapeva che quando pronunciava il suo nome per intero la discussione poteva dirsi conclusa.
Ma Debbie non ci stava, non quella volta almeno. Erano settimane che il biondo Continuava a prometterle che avrebbe passato la notte da lei, ma ogni volta alle fine cambiava idea. I bambini stavamo male, volevano il bacio della buonanotte, poi le prove la mattina presto,  Dominique aveva bisogno di aiuto per un lavandino... e Deborah continuava a prenderla in culo e nemmeno letteralmente!
Quel giorno la bionda, decise che la conversazione non si sarebbe fermata all'affermazione del biondo. -Ho bisogno che tu rimanga con me, stanotte.-  usò il tono fermo di chi ha preso posizione e non è  incline a cambiare opinione.
-Fai sul serio? Ti stai lagnando perché vado a dare il bacio della buonanotte ai miei figli?  Smettila di fare la bambina.-.
Lei fece una smorfia -Smettila di offendermi.-.
Roger finì di allacciarsi le scarpe, la guardò con uno sguardo più scocciato, odiava quando gli faceva pressioni. Nemmeno a lui piaceva quella situazione,  ma cosa avrebbe dovuto fare? Non gli andava di deludere i bambini. Deborah si alzò dal letto, si infilò una camicia da notte e lo guardò con le braccia incrociate al petto e il piede destro che batteva sul pavimento.
-Per favore, amore, aiutami.- la supplicò Roger.
-Dormirai con lei?- domandò lei, cupa e terrorizzata dalla risposta.
Questa volta fu il turno di Roger, si mordette il labbro inferiore incapace di guardare negli occhi la ragazza. La risposta era si. Tornando a casa avrebbe diviso il letto con Dominique, ma solo perché il divano era veramente scomodo e quando svegliava aveva sempre un gran mal di schiena. Lui e Dominique non stavano più insieme, per legge erano ancora sposati, ma erano separati da tempo e Deborah lo sapeva benissimo. 
-Sai che lo farò, dormire su quel divano e come dormire sui sassi.- cercò di buttarla a mo di battuta, ma lei non rise, anzi lo guardò furibonda. -Tanto lo so che tornerete assieme, è  solo questione di tempo e sono stata stupida io  a credere il contrario.-.
Roger si sentì immediatamente punto sul vivo, non poteva credere che la ragazza avesse veramente detto una cosa del genere dopo tutto quello che lui aveva fatto per lei. La prima volta che l'aveva vista ormai erano quasi due anni, l'aveva incontrata durante un party organizzato da Freddie e pensare che nemmeno voleva andarci, era stato Brian a convincerlo per avere compagnia. Era stata la prima ragazza che aveva incontrato quella sera, Freddie gliela aveva presentata dicendogli che era una modella; Roger l'aveva squadrata da capo a piedi e poi le aveva stretto la mano. Era bellissima con quei capelli biondi e il sorriso furbo sulle labbra. Lui e Dominique erano in crisi da mesi, non facevano altro che litigare e dirsi cose orribili perfino davanti ai bambini. Quella sera in particolare era uscito di casa dopo l'ennesima scenata da parte della donna che si era messa a gridare come un'isterica, con il cuore pesante come un macigno aveva chiuso la porta di casa sentendo Felix e Rory piangere accorati. Non era quella la storia d'amore che sperava di avere quando si era innamorato della bella Dominique.
Quella sera osservò Debbie ballare e scherzare, sembrava che niente potesse metterla di malumore. Poi avevano chiacchierato per ore intere, seduti su uno dei divani a casa di Freddie, lei si era buttata accanto a lui esclamando un "Ma che faccia seria signor Taylor". Poi tutto era venuto da sé,  le battute, interessi in comune, la maturità della giovane ... e dopo qualche drink di troppo lui provò anche a baciarla, ma Deborah si scostò gentilmente e, con altrettante gentilezza, scosse la testa e sorridendo disse -Non sono una di quelle. Sei sposato e per quanto tu sia dannatamente affascinante, attraente, intelligente e simpatico, io non voglio fare l'amante di nessuno-. Il biondo sospirò alle sue parole e si maledisse, aveva dannatamente ragione e sentì uno stupido. -Mi dispiace, non volevo insinuare niente...-.
E tutto cominciò così, per poi continuare in altri incontri durante party, concerti, o semplicemente uscite innocenti. Fino ad arrivare poi ad un altro tentativo da parte di Roger di baciarla, ma anche quella volta lei si ritrasse. Per un periodo lei non si fece più vedere, il batterista arrivò al punto di credere che non l'avrebbe più vista e che aveva combinato davvero un gran casino. Nel frattempo le cose a casa andavano sempre peggio, ormai nemmeno parlava più con Dominique, proprio per evitare qualsiasi tipo di disputa. Era stanco di gridare, di litigare, di doverle dire di smettere di comportarsi da pazza e di vedere i suoi bambini piangere. Non ne poteva più. Con Debbie aveva riscoperto la serenità, in lei aveva visto un rapporto sano. Così, compiendo un salto nel buio, si decise a dire a Dominique che voleva separarsi e che tra loro due era definitivamente finita. Non era sicuro che Deborah ricambiasse i suoi sentimenti, ma la cosa di cui era certo è  che l'unico modo per scoprirlo era non stare più con sua moglie. Per giorni invano cercò di contattare la ragazza, ma non rispondeva mai alle sue chiamate, fino a quando, durante delle prove, non si presentò in studio per riportare al cantante una sciarpa. Roger stava registrando un pezzo di batteria, ma appena la vide dietro il vetro lanciò in aria le bacchette e lasciò la sala correndo per bloccarla. 
-L'ho lasciata!- esclamò, con il fiatone e tenendosi una mano sul petto. Debbie parve non afferrare bene il concetto. -Ho lasciato Dominique. - concluse.
Lei rimase un secondo attonita -Oh, mi dispiace- balbettò.  Il batterista scosse la testa leggermente esasperato -Hai detto che non eri una di quelle e che ero sposato, ma l'ho lasciata, capisci cosa intendo?-.
Debbie si morse il labbro inferiore, sembrava indecisa su cosa dire e Roger si chiese se davvero per quei mesi si era fatto viaggi mentali così grandi da credere che lei avesse interesse per lui. Ma poi ogni dubbio venne cancellato dalla risposta della giovane. -Allora ci vediamo domani, solito posto?- lo disse facendo un bel sorriso, poi senza aspettare una risposta da parte del biondo se ne andò dallo studio.
Roger, fumante di rabbia ripensò a quello che le aveva dimostrato per poter stare con lei, al fatto che aveva lasciato Dominique senza battere ciglio e ora lei insinuava che si sarebbe ripreso suo moglie dopo che avevano anche avviato le pratiche per il divorzio.  Era furibondo e si sentiva tradito dalla sua insinuazione.
-Che hai detto?- sputò fuori lui,  tremante per la rabbia e facendo un passo avanti nella direzione della ragazza. -Mi hai sentita- replicò lei, per nulla intimorita. -Come puoi anche solo pensare una cosa del genere, Deborah?  Io l'ho lasciata perché mi sono innamorato di te. E tu ora vieni a dirmi che ho intenzione di riprendermela! Sei assurda, stai facendo tutta questa sceneggiata perché i miei figli hanno bisogno di me, ti rendi contro ?! Cazzo.  Cresci un po'.- detto questo,  il batterista si voltò per andarsene, ma il tono autoritario di lei lo bloccò.
-Non voltarmi le spalle, Roger Taylor. Io non ho ancora finito di parlare. Io non faccio nessuna sceneggiata, ma è  da quasi un mese che non dormi con me, io voglio stare con te! Voglio trovarti qui la mattina, fare colazione con te, aspettarti la sera per cenare insieme! Io voglio vivere con te, ma tu scappi sempre. Ti rendi conto che tu ora dormirai nello stesso letto con lei?! Ma non lo vedi che questo mi ferisce?- gridò piangendo.
Roger rimase paralizzato, l'ultima frase gli rimbombava nella testa.
Ma non lo vedi che questo mi ferisce?
Fu come ricevete un pugno allo stomaco, ma ormai aveva promesso ai bambini che sarebbe tornato a casa. Roger lanciò uno sguardo  alla ragazza, non batteva più il piede a terra, ma aveva ancora le braccia incrociate al petto e il viso inondato dalla lacrime. Adesso lo vedeva che la stava ferendo e, ferendo lei, feriva anche se stesso. Dannazione, pensò volendosi prendere a schiaffi.
-Debbie- cominciò lui, facendo un altro passo verso di lei, intenzionato a prenderla tra le braccia per stringerla. Ma lei scosse la testa e fece un passo indietro -No. Ti prego rimani con me stanotte... Non andare da lei-.  Il tono di lei era una supplica e questo lo fece stare ancora più male. Gli occhioni affogati nelle lacrime di lei erano pugnalate dritte al cuore.
-Amore ...- sussurrò lui, con un tono dolce come se potesse aiutare a lenire il dolore della ragazza. -Roggie, ti supplico stai con me-. Si sentiva un verme, era un uomo disgustoso che stava riducendo la sua donna a doverlo supplicare per passare del tempo con lei. Quando si era innamorato di Debbie, non era così che avrebbe voluto trattarla.  Si era ripromesso che l'avrebbe fatta stare bene, ma ora lei stava soffrendo, aveva fallito un'altra volta.
Raccogliendo tutto il coraggio di questo mondo, sapendo quanto male avrebbe causato, alla fine scelse i suoi figli. -Tornerò domani qui, a casa nostra- disse. Vide il cuore di lei spaccarsi in tanti piccoli pezzi, attraverso quegli occhi sofferenti. Era a pezzi e l'aveva ridotta così proprio lui.
Passandosi una mano sul viso bagnato cercò di ricomporsi -Casa nostra?- cominciò lei, poi scosse la testa con forza -Casa è  quel posto in cui vivi, dormi, il luogo  in cui hai  i tuoi vestiti nell'armadio.- Deborah spalancò l'armadio con un gesto secco -Qui non  ci sono i tuoi vestiti-. L'anta dell'armadio sbattè forte contro il muro, rimasero in silenzio entrambi con il fiato sospeso. -Se tu ora esci da questa casa, non scomodarti a tornare domani- Debbie non lasciò il tempo per una risposta, prima di crollare completamente corse nel suo bagno e girò la chiave per poi scivolare lungo la parete scossa dai singhiozzi.
Roger rimase immobile. Osservò il letto sfatto con le lenzuola stropicciate Dove avevano fatto l'amore tante di quelle volte da non poterle più contare. Guardò l'anta dell'armadio spalancata, era lì che lo fissava per ricordargli quanto male avesse fatto alla sua ragazza. Poi pensò ai suoi bambini, allo sguardo speranzoso che avevano dopo che lui aveva promesso loro di tornare per il bacio della buonanotte, non poteva deluderli.  Uscì dalla casa con il cuore pesante quanto un  macigno e con la consapevolezza di aver ferito una persona che non se lo meritava affatto, sapendo che aveva appena mandato a monte la sua relazione.
Guidò fino alla casa con le lacrime agli occhi. La sua decisione era giusta, i figli prima di tutto, ma capiva la frustrazione di Debbie, il suo dolore, purtroppo aveva sbottato in un momento sbagliato. Parcheggiò l'auto che ancora aveva gli occhi rossi, si passò una mano sul viso cercando di riprendersi e di non sembrare triste davanti ai bambini, ma il dolore era veramente tanto. In casa l'aria era pesante esattamente come quando era uscito, Dominique si stava facendo la sua tisana per dormire meglio mentre Felix  e Rory lo aspettavano per la buonanotte. I bambini erano entrambi impazienti e quando arrivò nelle loro camere vide nei loro occhi che un po' avevano dubitato del padre, ma quando lo videro entrare fu una festa. Rimboccò le coperte a Felix e gli raccontò una favola, poi lo baciò sulla fronte e gli diede la buonanotte. Fece lo stesso con la piccola Rory che, quel giorno, aveva colto per lui un margherita che aveva tenuto tra le mani per tutto il tempo. Il fiore era rovinato, ma lo aiutò  a riacquistare un po' del buon umore perduto.
Si fece una doccia rapida per poi tornare nella sua camera da letto. Dominique indossava una camicia di seta rosa e si trovava già sotto le coperte, Roger si guardò intorno  e l'idea di stare nel letto con lei non lo allettava per niente, ma l'idea del divano era ancora peggio. Facendosi violenza il batterista si sdraiò, Dominique rotolò verso di lui facendolo irrigidire immediatamente. 
-Che fai Dom?- chiese lui, freddo aspro, senza nemmeno guardarla. -Mi dispiace per questo pomeriggio Roger, ti ho detto cose orribili che non ti meritavi - ammise lei, con un tono abbastanza malinconico. -Non ti preoccupare, grazie per le scuse. Ora vorrei dormire. Buonanotte Dominique.- .
La donna non sembrò perdersi animo, si avvicinò ancora di più al batterista poggiandogli un mano sul bicipite, Roger scansò immediatamente il suo gesto come se si fosse appena scottato. Dominique non si lasciò intimidire dal suo gesto e si avvicinò ancora di più a lui, mettendogli una mano sulla guancia si sporse verso le sue labbra intenzionata a baciarlo; Roger scatto in piedi come se sul materasso ci fosse stata una molla. –Ma che diavolo fai?- urlò, sconvolto.
-Io … io, ho parlato con i bambini, Rog- balbettò lei, con il labbro inferiore tremolante. –E quindi?- la incalzò il batterista –Cha cazzo avevi intenzione di fare?- continuò, sempre a voce molto alta.  –Loro vogliono che noi torniamo insieme, vogliono di nuovo una famiglia unita- piagnucolò lei.
Roger scoppiò a ridere, Dominique non gli era mai sembrata così patetica, scosse la testa –Tu vuoi i miei soldi, mia cara. Ti sei finalmente fatta i conti e hai capito quanti soldi perderai- ridacchiò. Dominique impallidì in un secondo, poi agitata cercò di parlare, ma il biondo era troppo furioso per lasciarla anche solo spiegare. –Sta zitta. Ma poi cosa credevi di fare? Lo sai che sto con Deborah Leng, lo sai da un anno buono ormai … e non fare quella faccia sconvolta, Dom, li leggi anche tu i giornali.-.
Nel frattempo Debbie era uscita dal bagno dopo essersi fatta una lunga doccia rilassante, l’aveva chiamata Brian chiedendo di Roger e lei gli aveva chiuso la telefonata sbottando un “Fanculo a te e a Taylor”. Il telefono aveva continuato a squillare per un po’, ma poi Brian si arrese e lei si buttò sul letto sfinita. Si accasciò sul cuscino di Roger, c’era ancora il suo profumo e le lacrime non tardarono presto a scivolarle nuovamente lungo le guance. Era una situazione orribile, ma era da troppo tempo che si sentiva trascurata e messa da parte da Roger, non poteva più tenersi dentro tutto il malessere. Non era raro che si addormentasse più volte cercando la sua mano tra le coperte per poi ricordarsi che no, il batterista era tornato a casa sua e avrebbe dormito con Dominique.
Abbracciò forte il cuscino respirando il profumo dell’uomo che profumava sempre di buono, tranne quando finiva un concerto e lei lo obbligava a buttarsi in doccia immediatamente. Le venne in mente quella volta che era talmente euforico da continuare a fare avanti e indietro dal bagno alla camera raccontando quanto fosse stato emozionante il concerto, alla fine Deborah dovette spingerlo dentro la vasca e dirgli un “amore mio, tu puzzi, devi farti una doccia”. Roger l’aveva fissata per qualche istante, offeso, ma alla fine un ghignetto furbo fece capolino dalle sue labbra e con un gesto rapido attirò anche lei nella vasca per poi aprire il getto dell’acqua.
Debbie ebbe una stretta al cuore, pensare ai ricordi felici faceva male da morire.
Si stava finalmente appisolando quando sentì la porta di casa aprirsi, scattò a sedere spaventata e si guardò intorno confusa stropicciandosi un occhio. Qualcuno era entrato in casa, scese dal letto cercando di fare meno rumore possibile, si guardò intorno alla ricerca di qualcosa per difendersi. La prima cosa che trovò furono le bacchette che Roger le aveva regalato qualche settimana prima, se le rigirò tra le mani. Be, con queste potrei cavare un occhio a qualcuno, pensò, mettendosi in posizione d’attacco dietro la porta. Mentre i passi si avvicinavano sentì il cuore arrivarle dritto in gola mentre batteva all’impazzata.
Una figura emerse dall’oscurità e la ragazza scattò colpendo forte con le bacchette si sentì un –Cazzo Deb, che male, okay che sei arrabbiata, ma … - .
Deborah accese la luce. –Rog? Cosa ci fai qui?- se il tono inizialmente poteva sembrare sorpreso, si trasformò immediatamente in diffidenza.
Roger poggiò sul pavimento due enormi borsoni che sembravano sul punto di scoppiare. Guardò la ragazza e la attirò a se per i fianchi, Debbie non si divincolò, ma lo guardò poco convinta.
-Debbie, so che sei furiosa e ne hai tutte le ragioni. Non è giusto che ti lasci qui da sola. Ti amo e mi dispiace se sono stato poco bravo a dimostrartelo e se ti ho trascurata. Sono andato via di casa, li vedi questi due borsoni?  Ci sono i miei vestiti dentro e sai perché? Perché casa e quel luogo dove tieni i vestiti nell’armadio e quindi, amore, credo che dovrai fare spazio nel tuo armadio perché d’ora in avanti ci saranno anche i miei vestiti-.
Roger attese una risposta mentre osservava il viso di Deborah rimanere impassibile, poi lei si sporse lo baciò e gli disse semplicemente –Ti amo, andiamo a letto, domani sistemeremo tutto.-.
 
 
Ieri notte non riuscivo a dormire. Ho iniziato a guardare Hill House con la mia coinquilina e la notte dormo malissimo, sogno continuamente presenze e passo un sacco di tempo sveglia. Quindi ho deciso di scrivere questa cosa, premetto che ho sempre adorato Debbie quindi scrivere di lei mi piace da morire, ma era da un po’ di tempo che mi frullava questa idea quindi ho deciso di buttarmi!
Fatemi sapere cosa ne pensate, se è accettabile; siate clementi, erano le 3,30 del mattino mentre la scrivevo.
Un bacio
Killerqueen95
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Queen / Vai alla pagina dell'autore: killerqueen95