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Autore: rocchi68    07/04/2019    3 recensioni
Chris McLean avrebbe preferito essere ovunque tranne che in quel posto.
Non c'era niente di peggio, se non che era rimasto solo con la sua tristezza.
E si era chiesto perchè dovesse toccare proprio a lui.
Lui che aveva umiliato e mortificato chiunque avesse incrociato il suo sguardo, ora doveva caricarsi di una delicatezza oltre che insolita, assai particolare.
Ma per una volta poteva valerne la pena, giusto?
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chris McLean
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Pioveva di brutto.
E dalla sua veranda, Chris McLean rifletteva su quella giornata che, a tutti gli effetti, era considerabile come tempo perso.
Gli pareva noioso leggere un libro, accendere la televisione o riguardare i vecchi articoli di giornale che lo riguardavano. Era una di quelle grigie mattine che gli ricordava di quanto fosse triste non avere troppi amici in giro per il mondo.
Un boato in lontananza lasciava presagire a un prossimo bagliore, quindi a un altro tuono, e così via chissà per quante ore.
Ma quella pioggia che scendeva era come se stesse accompagnando qualcosa.
Il telefono alla sua sinistra iniziò a squillare e subito afferrò la cornetta, maledicendo chiunque potesse rovinare quel momento di pace interiore.
 
Giorni prima era come se il cielo stesse piangendo e ora, a distanza di quattro giorni, era come se con il suo Sole stesse esultando.
Odiava partecipare a simili eventi e con un così grosso nutrito pubblico si sentiva fuoriposto in maniera allucinante.
Lui che era il narcisista per eccellenza, quello che aveva fatto ammattire centinaia o migliaia di campeggiatori, era in piedi, vestito di nero con un garofano rosso appoggiato sul taschino e con l’aria stanca e abbattuta.
Davanti a sé era stesa quell’orribile tavola di legno massiccio e dietro fiori con tanto di foto e ricordi.
Doveva prendere parola.
Perché proprio lui?
Lui non conosceva nessuno così bene da permettersi un discorso carico di gentilezza. Perché non c’era suo fratello? Perché non c’era un Don qualunque che era seduto in terza fila vicino a Carrie e Max?
Perché a lui quell’ingrato compito?
Con un nodo in gola e rialzando lo sguardo ferito e stanco, tossicchiò diverse volte, quasi volesse zittire più la voce interiore che quella dei bisbigli provenienti dalle varie file.
Quelle parole appena mormorate erano di sicuro molto più azzeccate di quel discorsetto che si era preparato e che aveva scritto su carta.
Ma quell’amico meritava davvero un foglio simile?
Meritava gli elogi, ma non scritti e battuti a pc come se non contasse nulla o come se fosse tutto di poco conto e senza note positive .
Preso il foglio lo osservò, lo accartocciò e lo rimise nella stanca dei suoi pantaloni.
Rialzò nuovamente lo sguardo e osservò chi era giunto, anche da molto lontano, per quell’oretta che Chris avrebbe preferito passare altrove.
Vedeva ragazzi felici, innamorati, seduti vicini a farsi forza e a cercare una ragione in tutto questo.
E se nemmeno lui che aveva raggiunto i 50 anni da un pezzo e che aveva una certa esperienza alle spalle riusciva a trovare un senso a quella situazione, ecco che nessuno ci sarebbe riuscito mai.
“…soffocato da un’aringa.”
“Ma sta bene, vero?”
“Mi spiace signor McLean.”
A quel punto la piovosa giornata era diventata un Inferno.
 
“Buon…buongiorno. Scusate, ma io non ho so cosa dire in certe occasioni, perché ho sempre cercato…di evitarle.” Esordì, inspirando profondamente, mentre i suoi vecchi ragazzi lo fissavano intensamente.
“Sarebbe superfluo decantare…le lodi di quest’uomo. Sapete? Prima di entrare mi sono chiesto perché proprio lui. Per quanto Chef fosse particolare…beh lui non era…non era mai stato una persona così cattiva. Era un duro che aveva patito la sofferenza della guerra e che…non so come spiegarlo, ma che cercava del buono…ovunque. Chi può vedere del buono in una persona come me? Uno che manipola gli altri e che cerca milioni di modi per…umiliarti, come…ma esiste un qualcuno che possa starti vicino, nonostante questo? E Chef c’è sempre stato.” Borbottò, allontanando momentaneamente il microfono per asciugarsi gli occhi e per riguardare la platea.
Poteva ricordare quanto quei reality fossero stati distruttivi in termini fisici, ma anche quanto avessero avuto la forza di unire e di far innamorare alcuni ragazzi.
Dal marcio profondo che veniva dal suo cuore, alcuni avevano trovato l’amore.
Doveva parlare di Duncan che sorreggeva Courtney?
Oppure di Gwen che aveva concesso una seconda occasione a Trent?
E Scott con Dawn, Mike con Zoey e quella stalker di Sierra con Cody?
E se quel momento fosse solo un piano malvagio, orribilmente malvagio ideato in collaborazione tra Alejandro e Heather con assistenza di Max e Scarlett?
Difficile che potessero spingersi a tanto, anche perché Chef, seppur fosse morto, aveva come un’aura d’indistruttibile e sarebbe stato un secondo vederlo sbucare all’improvviso, per dare schiaffi a destra e a manca.
A pensare a quell’immagine Chris sorrise debolmente e riavvicinò il microfono.
“In questi pochi secondi mi sono immaginato Chef…il vecchio burbero Chef che se ne sta in Paradiso a cucinare uno schifoso hamburger su un barbecue scassato. Qualche angelo corre e lui che racconta…racconta la sua vita. Ma sapete una cosa? Per quanto fossero terribili, vorrei una dozzina di quegli hamburger qui davanti a me così…così avrei la certezza che Chef è ancora qui con noi. Lui non era…non era una spalla, un confidente o un semplice amico del sabato sera…è sempre stato il fratello che non ho mai avuto e che cucinava degli hamburger davvero speciali per me. Ho capito solo ora che la ricerca dei soldi è stata una grave perdita di tempo. È frustrante non poter…barattare tutto per riavere indietro tutta la mia felicità.” Soffiò, staccandosi dall’altare e permettendo al prete di proseguire con il resto della messa.
 
Era stato straziante vedere l’amico passare per un’ultima volta davanti al suo sguardo.
Era come se gli sbeffeggiasse quell’unica vittoria personale dove lui aveva superato e staccato il biglietto del Paradiso con grande vantaggio.
Sentire il prete con le sue solite manfrine e con le sue frasi fatte, riguardo a un posto migliore e la sua protezione dal cielo, erano davvero fuoriposto.
Ma Chris aveva seguito quelle parole con malcelato interesse.
Di sicuro le conosceva già e non serviva un funerale per rinnovare quelle frasi che erano stampate nella sua testa.
Il cimitero, luogo dove Chef avrebbe riposato ancora a lungo prima che qualcuno lo raggiungesse ovunque fosse, era a poca distanza e il corteo prevedeva tutti quelli che erano presenti in chiesa.
Alcuni non avevano partecipato perché non avevano saputo della notizia per tempo, altri avevano una quantità esorbitante d’impegni, ma quello che sconvolse Chris fu che tutti avevano una borsetta di plastica tra le mani.
Lui stesso, una volta che la bara fu calata e sommersa di terra, con la lapide a ripotare la nascita e la morte di quel buon Diavolo, aveva appoggiato sulla piastra un piccolo pensiero per l’amico.
“Quando ho vinto il primo premio per la terza stagione…beh il merito era anche tuo.” Ammise, accarezzando la foto che ritraeva l’amico di mille discussioni e bevute.
“Me la restituirai non appena mi offrirai uno di quegli hamburger…tanto per rimborso.” Sibilò con un sorrisetto che era quanto di più forzato potesse esistere.
Credeva di essere l’unico e invece anche i suoi vecchi ragazzi avevano sfilato davanti a quella lapide.
Duncan aveva appoggiato il suo vecchio coltellino smussato, quello che Chef aveva usato per limarsi le unghie durante la prima stagione, mentre Gwen si liberava del suo vecchio diario sgualcito, ormai inutile per i suoi segreti.
Heather aveva pensato a una lozione miracolosa per la ricrescita dei suoi capelli, Owen una ciotola che aveva custodito della seconda stagione e che confermava quanto apprezzasse il suo buon cibo, Lindsay il suo rossetto preferito, Beth il suo vecchio apparecchio, Courtney una richiesta bocciata dai suoi avvocati e Izzy una pistola ad acqua come quella usata per confrontarsi e che confermava come fossero dei rivali d’alto livello.
Poi vi erano stati tutti gli altri.
Scott e Dawn avevano appoggiato una ghirlanda di fiori e il coltellino con dente di Zanna che il primo aveva recuperato tempo addietro, Brick il suo fischietto, Lightning un tubetto delle sue vitamine che rendevano il fisico perfetto e Zoey un ritratto del vecchio Chef.
Tutti avevano portato un qualcosa che potesse omaggiare quel burbero cuoco che aveva allietato, seppur negativamente, i loro pranzi e le loro cene.
Ognuno poi, salutato con un’ultima preghiera, era ritornato verso la propria chiesa, lasciando la lapide triste e sola a svettare su tutte le altre.
 
Dall’ombra era facile osservarli.
E nessuno avrebbe avuto qualcosa da ridire se lui non si era presentato per tempo.
Fu quando tutti sparirono dalle vicinanze di quella lapide che uscì allo scoperto e fissò la foto del suo vecchio mentore.
Inginocchiatosi, appoggiò un piccolo contenitore e poi una rosa rossa.
Raccoltosi in preghiera, restò lì per qualche minuto e si rialzò, abbozzando un sorriso.
“Grazie Chef per avermi fatto diventare un uomo.” Borbottò emozionato, appoggiando una mano sulla lapide così come se fosse la sua spalla.
Lui aveva fatto lo stesso quando era più giovane e inesperto e doveva badare ancora a sua madre.
Era stata proprio quella donna a pretendere che ponesse ai piedi del vecchio maestro un regalo speciale e segreto.
“Cerca soltanto di non abusare di quelle spezie, Maestro Chef.” Seguitò, allontanandosi e voltandosi un’ultima volta per salutare l’uomo che l’aveva fatto crescere e che gli aveva migliorato la vita.




Angolo autore:

Finalmente una storia che mi soddisfa.

Ryuk: Ma che...

Che vuoi?

Ryuk: Povero Chef.

Sì lo so che non lo meritava, però a qualcuno doveva pur toccare.
Chi mettevo altrimenti? Chris? Tutti lo odiano.
Potevo mettere un ragazzo dei reality? Bene o male li apprezzo quasi tutti.
Don mi sta discretamente simpatico.

Ryuk: Ma con questa storia deprimi i lettori.

Ma che deprimi e deprimi?
A proposito...quesito molto semplice. Qualcuno di voi ha capito chi è l'ultima persona che fa visita alla lapide di Chef?
Detto questo vi saluto.

Ryuk: Io mi scuso per questa storia triste, non è da noi.

Non è da te, semmai.
Comunque in futuro usciranno storie un po' più allegre.
Non che non mi piaccia scrivere cose simili, ma talvolta mi viene il magone pure a me.
Alla prossima!
   
 
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