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Autore: WolfEyes    07/04/2019    1 recensioni
[Team Galaxy]
[Team Galaxy - The Far Out Adventures of Team Galaxy]
La vita prosegue tranquilla al Galaxy High, mentre i ragazzi si addestrano per diventare Space Marshals, ma un nuovo arrivo sconvolge, per certi versi in positivo e per altri in negativo, il team protagonista. Un arrivo che sembra allontanare Yoko da Josh proprio quando quest'ultimo si stava rendendo conto di amarla, mentre una notizia inaspettata costringe Brett a prendere una drastica decisione...
[Josh/Yoko centric, accenni Nuovo personaggio/Yoko, Brett/Nuovo personaggio, Josh/Nuovo personaggio, Bobby/Toby]
[Revisionata dal 14/01/2018]
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9

Pessime idee

 

 

 

Dopo quell’imbarazzante incidente, Yoko e Josh si erano ignorati per tutta la mattinata successiva, sforzandosi di non incrociare i reciproci sguardi e di non finire inavvertitamente a camminare vicini. Non che per Josh fosse già così difficile cercare di ignorare lei e Brian, ma per Yoko la questione era del tutto nuova. L’idea di allontanarsi ulteriormente dall’amico la faceva sentire in colpa, ma nel contempo non sarebbe stata capace di reggere l’imbarazzo. Tuttavia, una volta giunti nella mensa della scuola, dovettero necessariamente affrontare il faccia a faccia. O almeno sopportarlo.

«Non credevo che le lezioni della Roskoff fossero così pesanti», esordì Brian, massaggiandosi una spalla mentre, cauto, muoveva il braccio. L’unico sport in cui era solito dilettarsi era il calcio e, pertanto, non era abituato a simili allenamenti ed esercizi.

«Ti ci abituerai», intervenne il biondo, dandogli una amichevole pacca sulla spalla.

«Credimi, di solito è peggio», si sbilanciò inaspettatamente Josh, il quale di solito preferiva limitarsi a restare in silenzio quando l’intromissione in una conversazione significava rivolgere la parola a Brian. Era però doveroso ammettere che negli ultimi giorni si fosse abituato a sopportarne la presenza.

«Peggio di come è stata oggi!? Allora questa scuola non fa per me!», esclamò, atterrito.

«Rilassati», intervenne Yoko. «Come ha detto Brett, avrai il tempo di abituartici».

«Non saprei», mugugnò l’altro in risposta, masticando un boccone.

 

 

«Ragazzi! Ho bisogno di parlarvi!»

Di fronte alla porta della stanza dei due compagni, Yoko attendeva quasi trepidante. Aveva raccolto tutto il coraggio di cui era capace per affrontare nuovamente Josh, nonostante a mensa non fosse stato poi così complicato averlo accanto.

Era già passata nell’ufficio del direttore per insistere ancora sull’argomento e, nonostante sulle prime l’uomo si fosse mostrato abbastanza restio, doveva riconoscere di essere riuscita a persuaderlo in poco tempo. In fondo, al posto suo, anche lei si sarebbe preoccupata di dare un’immagine poco seria del Galaxy. Tuttavia, alla fine il direttore aveva dovuto ammettere che l’idea della giovane non fosse affatto male.

Bussò nuovamente. «Ragazzi?»

«Sì, sì, arrivo!», la voce di Brett le arrivò quasi scocciata.

Aprì la porta, stropicciandosi un occhio.

«Brett! Ti ho disturbato? Mi dispiace…», si affrettò a rispondergli, mortificata.

«Figurati. Vieni dentro», la rassicurò, aprendo di più la porta e lasciandole lo spazio per entrare.

Yoko non poté fare a meno di guardarsi attorno. «Josh non c’è?». Aveva bisogno che lì ci fossero entrambi.

«È andato a…», Brett si bloccò di colpo. Alle spalle di Yoko, sulla soglia, era appena arrivato Josh, che, dopo essersi accorto di aver dimenticato alcuni attrezzi, aveva dovuto nuovamente abbandonare la sua amata moto. Piombare in camera e trovarvi la ragazza lo sorprese.

«Yoko!»

La ragazza sobbalzò nel sentirsi chiamare dalla voce del giovane proveniente proprio da dietro di sé. Si voltò di scatto e se lo trovò più vicino di quanto credesse, incrociò i suoi occhi e il cuore che iniziò a martellarle nel petto la fece sentire più a disagio che mai. Che fosse per l’azzurro dei suoi occhi o per l’imbarazzo dovuto all’incidente, non avrebbe potuto dirlo.

«Come mai qui?».

La domanda dell’amico la riscosse. «Oh, bene! Avevo bisogno di tutti e due!».

Josh allora si arrese, chiudendo la porta della stanza e andando a sedersi stancamente sul bordo del proprio letto, imitato da Brett, mentre Yoko prendeva posto alla scrivania del moro.

«Vi comunico in anteprima una buona, buonissima notizia!», esordì la giovane, raggiante, di fronte ad un pubblico che però la guardava scettico.

«Andiamo, cosa sono quelle facce?», si incupì poi.

«Non so quanto credere che si tratti di una così buona notizia, Yoko», si lasciò andare ad un commento un po’ pessimistico il biondino.

«Onestamente nemmeno io, ma ammetto di essere un po’ curioso», osservò invece il più grande, mentre Fluffy si sedeva sul tappeto ai piedi del letto pronto ad ascoltare la notizia della sua amica.

«Vi si deve sempre trascinare, non vi fidate nemmeno un po’? Vi farò ricredere!», riprese fiduciosa. «Dunque! Ho tartassato per un po’ tuo padre, Josh, ma alla fine ha ceduto. In effetti non lo biasimo, ma fortunatamente ha deciso di darci il via libera», iniziò a spiegare.

«In realtà non ci sarebbe da stupirsi», la interruppe Josh. «Mio padre fa tanto il sostenuto, ma in verità ti adora. Potresti anche proporgli di dimettersi e potrebbe quasi darti ascolto, non mi meraviglia se alla fine cede e dà il via alle tue proposte».

La giovane si stupì di quell’intervento. Era vero, alla fine le sue proposte venivano accettate, ma sentirsi dire che il direttore l’adorava le faceva uno strano effetto. Il padre di Josh aveva una buona opinione di lei, e non seppe se si sentì avvampare perché di fatto poteva dirsene lusingata o se a farle fremere le mani fosse la parentela con l’amico.

«Beh, quindi?», esordì Brett, incitandola a continuare.

«Quindi», riprese lei, sulle prime appena titubante. «Avevo questa idea da tempo, ma effettivamente il programma di orientamento per i nuovi studenti mi ha dato una motivazione in più», fece una pausa a effetto. «Per questa domenica il direttore Kirkpatrik ci ha permesso di organizzare una festa in piscina!», esordì, alzandosi in piedi per l’entusiasmo.

Brett e Fluffy si scambiarono un’occhiata e imitarono immediatamente il comportamento raggiante dell’amica. «Davvero? È una grande idea!», esclamò il biondo, gli occhi che brillavano.

«Trovi? E voi che non vi fidavate di me».

«Certo, tutto molto bello, ma, ah-ah, io me ne starò volentieri a casa, grazie», esordì Josh, che al contrario degli altri era praticamente sbiancato.

«Josh, ma che dici?», lo ammonì il più piccolo.

«Non starete parlando seriamente, mi auguro! Io odio dovermi immergere completamente nell’acqua, lo sapete benissimo, e non potete davvero sperare che sarò dei vostri!», esclamò, in un tono che non ammetteva repliche, mentre lo sguardo sembrava per lo più terrorizzato.

L’incidente che aveva avuto da bambino lo aveva traumatizzato e lo segnava tuttora. Deglutì a vuoto al pensiero dell’imbarazzo che aveva provato quel giorno.

«Andiamo, Josh!», cercò di farlo desistere Yoko, con scarso successo.

Probabilmente Yoko era proprio l’unica, in realtà, ad avere una chance di fargli cambiare idea.

«Non essere infantile, dopotutto tu stesso avevi superato questa paura, ricordi? Per salvarci in quella missione ti sei buttato in acqua…», gli fece notare Brett.

«Certo, perché si trattava di salvare voi, non di trascorrere una giornata a mollo», ribatté il moro.

«Nemmeno in questo caso, infatti. Puoi rimanere ad abbronzarti a bordo piscina», gli suggerì di nuovo il biondo.

«Brett ha ragione, Josh! Non fare l’asociale, sarà una giornata divertente e ci saranno sicuramente tutti», lo sostenne Yoko. «E poi, che i nuovi arrivati si iscrivano o meno, sarebbe bello farli sentire inseriti, non trovate?»

Josh fissava i volti dei due, che si erano fatti speranzosi, e il muso del piccolo Fluffy, che con le zampe anteriori si era puntellato al bordo del letto. Si ritrovò a maledire sé stesso e il suo lato compassionevole, ma l’idea che nel comprendere i nuovi arrivati fosse incluso anche Brian gli fece serrare i pugni per la rabbia ed assumere una strana smorfia. Soprattutto se si figurava una Yoko in bikini proprio accanto a quel tizio…

«Devo pensarci, ok?», cedette infine, consapevole che quel categorico rifiuto che aveva ostentato fosse già andato a farsi benedire.

«Grande!», aveva gridato Yoko prima di gettargli le braccia al collo. «Josh è dei nostri!»

«Ehi, non ho detto questo!», tentò di difendersi il moro, cercando di contenere l’imbarazzo per il gesto spontaneo della giovane.

«Ma in realtà sarà un sì», commentò anche Brett.

«Oh andiamo!»

Josh pareva quasi sconsolato, mentre anche Fluffy saltava sul letto e gli si strusciava contro.

«Che ne dite allora se domani, dopo le lezioni, andiamo a fare un po’ di shopping? Non so voi, ma a me farebbe comodo un costume… E poi si potrebbero prendere palloni gonfiabili e altre cose», si mise a rimuginare Yoko, scostandosi da Josh, con la mente già proiettata alla domenica.

Alla parola costume, Josh rabbrividì impercettibilmente, mentre era un’altra la parola che aveva fatto gelare il sangue nelle vene di Brett.

«Ragazzi…», intervenne, con tono serio. «Dovrei… Ecco… In verità, c’è una cosa che devo dirvi…», tentennò, con lo sguardo basso.

Pensare a cosa avrebbero potuto fare il giorno seguente lo aveva inevitabilmente riportato alla realtà dei fatti, al momento che aveva temuto più di tutti. Aveva dormito male tutta notte, con il ricorrente incubo di vedere i suoi amici voltargli le spalle o arrabbiarsi con lui. Come avrebbero reagito?

«Che cos’è successo, Brett?», domandò Josh poco dopo, con aria seria e pacata, intuendo che si trattasse di qualcosa di grave.

Anche Yoko si ricompose, spostando lo sguardo su entrambi i compagni senza riuscire a nascondere una certa preoccupazione.

«È da quando sono arrivati i nuovi studenti che… Che il direttore Kirkpatrik mi ha informato di una cosa», ammise, conscio del fatto che fosse trascorsa più di una settimana dal loro arrivo. Brett prese un profondo respiro, guardando per un attimo le espressioni serie dei compagni di fronte a lui. Un tale ritardo aggravava sicuramente la sua posizione, ne era consapevole, e non poté che sentirsi in colpa di fronte a quelle espressioni preoccupate.

«Si tratta di… Di una proposta di una nuova scuola. Una scuola davvero prestigiosa, la Moon Academy, che come immaginerete si trova sulla Luna», spiegò, prendendo tempo. «E… Arriverà addirittura una sorta di tutor, proprio domani, per aiutarmi…»

«Aiutarti a fare che…?», intervenne Josh, alzando un sopracciglio, senza capire esattamente dove volesse arrivare il giovane, oppure temendo già il possibile scenario, come una sorta di presentimento.

«Aiutarmi a scegliere se… Se iscrivermi alla Moon Academy, l’anno prossimo, e non terminare qui al Galaxy il mio percorso di studi», sentenziò.

Josh trattenne il fiato e fu sicuro che anche Yoko, accanto a lui, aveva reagito allo stesso modo. Anche il piccolo Fluffy si era irrigidito, accanto al padrone.

«Ma… Brett…», aveva provato a dire la ragazza, ma lo stupore era ancora troppo. Deglutì a vuoto al pensiero che l’amico, potenzialmente, non avrebbe continuato con loro i suoi studi. Si sarebbe dovuto trasferire, non sarebbe più stato in squadra con loro. Era un’ipotesi che l’aveva spiazzata.

«Perché non ci hai detto niente, Brett?», gli domandò Josh. Non c’era alcuna ombra di accusa nella sua voce, tutt’al più il dispiacere di non averlo potuto aiutare, di non aver permesso all’amico di condividere quel peso con lui.

Ma era la domanda che Brett temeva più di tutte.

«Perché… Perché avevo paura», ammise, e i suoi occhi verdi si fecero quasi lucidi, privi del coraggio di guardare in volto i propri amici. «Non volevo che… Non fraintendetemi, so che avrei dovuto parlarvene, ma…»

«Brett…», pronunciò Yoko, in un sussurro, dispiaciuta nel vederlo così scosso. Per quanto intelligente, capace e abile, era pur sempre un ragazzino di undici anni. Ed era un suo amico, un caro amico. Tese una mano verso di lui, ma non ebbe il coraggio di raggiungerlo davvero.

«Volevo prendere questa decisione da solo», confessò, alzando il capo. «Lo so che avrei potuto contare sul vostro appoggio, e mi pento di non avervene parlato, ma… Ne va del mio futuro e non volevo che le persone a me care potessero influenzarmi. Non lo sanno nemmeno i miei genitori», spiegò, con voce appena tremante.

«Brett… Brett, non dire così, non hai nessuna colpa», intervenne la ragazza, con tono accondiscendente. Non avrebbe potuto biasimare la sua scelta, per quanto la ferisse non averne saputo nulla, ed era sicura che lo stesso valesse per Josh.

La giovane si voltò verso Josh soltanto per un attimo e lo trovò con un’indecifrabile espressione intento a fissare l’amico.

«Non ce l’avete con me?», domandò il biondo, titubante.

«Certo che no!», si affrettò a rispondergli Yoko.

«Anche… Anche se potrei andar via?», proseguì, sentendo la propria voce tremare. L’ultima cosa che voleva era perdere i propri amici e pensare che potessero avercela con lui era un’idea tanto stupida quanto terrificante.

Yoko gli sorrise nel modo più dolce e rassicurante che conosceva, nonostante sentisse i propri occhi inumidirsi. «Non ce l’avremmo mai con te. È una scelta importante, non potremmo mai importi di restare solo per noi».

«Quindi era per questo… Che in tutti questi giorni eri stanco, assente e pensieroso», intervenne Josh, con tono piatto, basso, quasi roco. Mentre lui si faceva mille problemi per l’arrivo di quel Brian, Brett aveva convissuto con una simile decisione da prendere, con un tale peso addosso, che la sua causa gli sembrò la più futile. «Avrei dovuto capire che c’era qualcosa…»

«No, Josh!», esclamò il piccoletto. «Sono io che non ho mai voluto che saltasse fuori… Non volevo che vi preoccupaste e… Non volevo che trascorressimo le ultime settimane con l’idea che potessero essere le nostre ultime missioni insieme e…», la voce a quel punto gli si incrinò tanto da non poter nascondere un singhiozzo.

Josh si alzò dal letto senza dire una parola e raggiunse Brett in pochi passi. Si inginocchiò di fronte a lui per far sì che fossero quasi alla stessa altezza e lo abbracciò. Un gesto così inusuale, per lui, che lasciò Brett basito, ma poi ricambiò a sua volta l’abbraccio dell’amico.

Brett era qualcosa di petulante e fastidioso, con quell’aria da saccente che aveva certe volte, a guardarlo dall’alto in basso come se fosse così strano che lui non sapesse certe cose, e sapeva irritarlo così in fretta, soprattutto al mattino. Ma era un suo compagno di squadra e, in tutto il Galaxy, Josh non aveva un amico migliore di lui.

Yoko rischiò di scoppiare in lacrime di fronte a quella scena. Che litigassero era la norma, ma che dimostrassero il reciproco affetto era così inusuale. Sorrise, intenerita dal piccolo Brett che cercava di non lasciarsi vincere dalle lacrime e che sembrava più vulnerabile di quanto avrebbe mai voluto dare a vedere o ammettere.

Dopo qualche attimo Josh si staccò. Gli scompigliò i capelli, com’era solito fare quando lo prendeva in giro. «Fai la tua scelta, nanerottolo», gli disse semplicemente, prima di alzarsi e dirigersi verso la porta della stanza, uscendo dalla camera senza aggiungere altro.

«Josh…»

Yoko tentò di fermarlo, ma la porta si era già richiusa. Non avrebbe potuto prevedere una sua reazione, ma sapeva interpretarle.

«Credo che… Volesse dirti che, indipendentemente dalla scelta che farai, lui per te ci sarà sempre», spiegò la giovane, con lo sguardo ancora fisso sulla porta, prima di voltarsi a guardare il piccolo Brett che sorrideva, con le guance umide ed arrossate. Sorrise anche lei. «Vale lo stesso per me».

 

 

Attraversò i corridoi con grandi falcate.

Si era lasciato mettere da parte per troppo tempo. Aveva lasciato che, per una ragione o per l’altra, Brett restasse solo, con i suoi timori a circondarlo, mentre lui non aveva fatto che isolarsi a sua volta e riempirsi di paranoie. Aveva perso tempo. Lui e Yoko avevano perso il tempo che avrebbero potuto trascorrere con Brett.

Giunto a destinazione, non bussò nemmeno.

Vide il direttore sobbalzare sulla sedia girevole alla sua entrata improvvisa nel suo ufficio.

«Josh! Potresti almeno avere l’educazione di bussare», lo ammonì l’uomo, ma il figlio parve non sentirlo.

«Perché non mi hai detto nulla?», Josh quasi gli urlò in faccia quando si posizionò di fronte alla scrivania.

«Detto nulla riguardo a cosa?», gli domandò di rimando l’altro, alzando un sopracciglio, mentre riponeva alcuni dei fogli che aveva appena compilato.

«Di questa cosa di Brett», sentenziò il giovane, questa volta in attesa di qualcosa che fosse una risposta vera.

L’uomo sospirò pesantemente, intuendo che il piccolo Brett avesse finalmente affrontato i suoi compagni e avesse parlato loro della Moon Academy. Una situazione difficile, doveva riconoscerlo.

«Josh, calmati. Non potevo certo dirvelo io», si difese l’uomo con tono pacato. Capiva che il figlio fosse semplicemente arrabbiato e frustrato, lo vedeva nei suoi occhi.

«Quante probabilità ci sono che accetti davvero quella proposta?».

Questa volta la voce di Josh non era dura o pretenziosa.

«Non si può parlare di probabilità, Josh. Dipende da lui. Per il suo futuro, è un’opportunità che non dovrebbe lasciarsi scappare», si limitò a spiegare, sapendo che quella fosse una circostanza complicata per tutti e tre i membri del team.

Cercò gli occhi del figlio, affinché comprendesse. Si alzò dalla sedia, in modo da essere alla sua stessa altezza, e gli mise una mano sulla spalla, nel modo più comprensivo possibile. «Non lasciatevi sconfortare, Josh. Non vedo così spesso team uniti ed affiatati come il vostro. Saprete superare la lontananza».

 

 

 

Angolo dell’autrice

Che io ricordi, la Roskoff era l’insegnante di investigazione, ma non credo mancasse di fare anche qualcosa come difesa personale (la tipetta con i capelli corti e rossicci e lo sguardo abbastanza severo, in stile se mi guardi un’altra volta ti ribalto). L’incidente di Josh e la sua fobia dell’acqua sono veri, così come il fatto che si fosse tuffato in un pianeta senza terra ferma per andare a soccorrere Yoko e Brett. Qualcosa ancora me lo ricordo, dai xD E scherzi a parte, credo che Kirkpatrik fosse davvero un fan di Yoko.

Questo capitolo mi ha messo più in crisi di quanto credessi, ci ho messo davvero tanto a terminarlo… A ogni battuta mi bloccavo, sarà che il capitolo era già mezzo scritto da tempo immemore e per continuarlo mi sembrava di non trovare la giusta sintonia con tutto il resto…

Ad ogni modo, ta-daaan. I primi veri accenni di rottura, l’incubo di distruggere il team che diventa a poco a poco più concreto. Ora anche Yoko e Josh sanno cosa ha impensierito tanto il piccolo Brett, inutile dire che ci sono rimasti abbastanza male. E voi? Nonostante l’idea del piscina party, spero sia giunta anche a voi un po’ di angoscia qui, sul finale.

Spero di riuscire a scrivere presto il resto… E spero che questa cosa continui ad appassionarvi almeno un po’. Grazie a tutti quanti i lettori silenti ed anche ad Anais_Pond_Williams e MisaDom99 (spero di aver scritto bene i vostri nomi) per aver inserito questa storia nelle preferite ^^

WolfEyes

 

  
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