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Autore: Nosense0    08/04/2019    0 recensioni
La storia che state per leggere è quella di tante ragazze e ragazzi che hanno accantonato i loro sogni e seguito una strada differente per accontentare i propri genitori, per seguire degli amici, per scegliere una facoltà che dia un posto stabile ed una buona situazione economica. "I soldi fanno la felicità" "ci sono tante cose impossibili" "la realtà non è un sogno" quante volte ce lo siamo detti? Anche la protagonista di questa Fanfiction era tra questi, poi un giorno la sua vita è di colpo cambiata: la sua strada e quella di Willy Wonka si sono intrecciate e lui le ha insegnato a credere nei propri sogni ed a vivere sul serio. Tuttavia, il famoso cioccolattiere non è qualcuno di sano e privo di problemi ed anche la ragazza dovrà aiutare lui. La loro storia d'amore sarà molto problematica e praticamente inesistente all'inizio, tant'è che sembra un amore unilaterale e spesso lei rischia di precipitare in un rapporto insano, eppure la loro sarà una relazione profonda e salvifica per entrambi
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Willy Wonka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono le 9 e 58 e sono davanti ai cancelli della fabbrica, come molte alte volte nella mia vita solo che ora è diverso: tra due minuti precisamente, varcherò i cancelli e ci sono giornalisti ovunque che mi filmano e continuano a fare domande ed io mi muovo avanti ed indietro freneticamente sfuggendogli ed ignorandoli. Ancora non ci credo a quello che sta per accadere, mi sento come in un sogno, sono estraniata dalla realtà e questo sentimento permane anche quando penso al litigio con i miei genitori: fecero un mucchio di storie quando raccontai di essere stata sorteggiata, dissero che avrei perso tempo, che dovevo pensare al mio futuro e questa era solo una distrazione. Ho provato a spiegargli che fosse qualcosa di propedeutico per la laurea, ma hanno ribattuto che il tirocinio era un metodo migliore e pronunciato le testuali parole:"Non è molto saggio andare nella fabbrica di un pazzo squilibrato" ecco come lo consideravano, ho ammutolito, altrimenti avrei iniziato ad urlare ed insultare in maniera incontrollata. Piansi molto, tra le quattro mura della mia camera, con la testa sul cuscino sentendomi sbagliata, in colpa per la scelta compiuta, stupida; mi autorimproverai fortemente, mi sentii male per aver deluso i miei genitori, spaventata che non mi avrebbero mai più parlato e sarei stata cacciata di casa ed infine fui ferita ed arrabbiata perchè ho sentito il mio cuore battere forte dopo tanto tanto tempo quando ho saputo della vincita e loro non sono riusciti ad appoggiarmi nemmeno un pò, mai nella vita si sono fermati ad ascoltarmi davvero, non hanno mai teso un mano verso la vera me, fornito un pò di coraggio ai miei sogni ed a quella me bambina che ero stata. Leggo l'orario sul telefono: 9 e 59, manca un minuto ma continuo a sentirmi distaccata dalla realtà, mentre il profumo meraviglioso del cioccolato entra nei miei polmoni, era lo stesso anche quando ero bambina, quando per la prima volta Willy Wonka fece andare le macchine ed i giorni a seguire, era lo stesso quando le ciminiere presero a funzionare benchè i cancelli restassero sempre chiusi, quando quei cinque bambini vi entrarono per il concorso dei biglietti d'oro, quando fece entrare Charlie e la sua famiglia, quando morì il padre, quando li cacciò e persino ora. È qualcosa che è rimasto costante con il tempo, come questa fabbrica che ha sempre un aspetto nuovo di zecco. Io sono mutata mille volte in questi dieci anni ed il fatto che lo scenario è sempre il medesimo mi rilassa ed al contempo mi mette malinconia poichè fa risaltare tutti i cambiamenti che ho attraversato. Delle volte fingo di essere ancora quella bambina, piena di sogni ed aspirazioni, poi ritorno alla realtà e sento come un rumore di vetri rotti e sprofondo in quella che è diventata ora la mia vita: grigia e spenta. Ed allora, desidero forte scavalcare i cancelli, entrare, stringere Willy Wonka, vivere con lui e lasciarmi il mondo alle spalle, restare tra mille colori, odori sapori che rendono il mondo un bel posto, per di più accanto alla persona per cui ho una cotta e che ammiro. Guardo l'ora: 9:00, ci siamo. Sento un cigolio, i cancelli si stanno aprendo, trasalisco, poi entro e li vedo richiudersi alle mie spalle, facendo indietreggiare a forza tutti i giornalisti che erano avanzati per entrare di seguito a me. Cammino verso la struttura a passo lento e regolare, mi avvicino e salgo le scale. Vedo la porta schiudersi lentamente, titubante la spingo per entrare chiedendo 'permesso', mi guardò intorno mentre un caldo soffocante mi avvolge, poi d'improvviso sento la porta sbattere, mi volto di scatto e vedo Willy Wonka. È proprio davanti a me e mi perdo nel suo vestito rosso/viola, nel suo enorme capello a cilindro del medesimo colore, nei capelli lischi castani ed a caschetto, fisso le sue labbra sottili e bellissime, il suo naso e soprattutto i suoi occhi, quei bellissimi occhi viola penetranti che fin da piccola mi hanno affascinato. Continuo a fissarlo mentre il cuore mi sta esplodendo in petto, sudo freddo e sento una strana senzazione agitarsi nello stomaco. È dannatamente stupendo, non riesco a staccargli gli occhi di dosso, l'attrazzione mi avvampa come una fiamma ed è accompagnata da determinate voglie. D'improvviso la sua voce mi distoglie dai miei pensieri:"Ehi, dorme in piedi? È la quinta volta che le ripeto le medesime parole e lei continua a fissarmi senza rispondere" mi scuso farfugliando:"Scusi, mi ero ... ehm, distratta ... ripeta per favore!" mi sforzo di ascoltare le sue parole e non imbambolarmi di nuovo "Non ho intenzione di avere ospiti tra i piedi, potenziali spie, dunque fingeremo che tu venga ad analizzare i dolci, ma in realtà non metterai mai più piede qui. Non ti ho sorteggiata, ho cercato ogni nome presente sulla lista su internet e quando mi sono imbattuta in te, vedendo le foto di quando eri bambina mi sei tornata in mente: venivi sempre nel mio negozio, ma eri tranquilla, non hai mai proferito una parola di troppo o compiuto una monelleria, sei decisamente la persona meno fastidiosa, che può sbrigare come ho detto questa facenda" provai un tuffo al cuore, poi l'usuale rumore di vetri rotti che rimbombava in me ogni volta che ero ferita. Non so quanto avevo ricominciato a provare emozioni, probabilmente vedendolo, ma non ne sono certa, so solo che ho voglia di piangere. "Ehm ... in realtà, temo non sia possibile ... vogliono controllare le mie analisi, che ... porti un pezzo di campione per ... ecco farlo analizzare ad altri e vedere se ho commesso errori" ho la voce tremolante e quella acuta e furiosa del Signor Wonka mi fa sobbalzare e scendere le lacrime "Mi sta dicendo che dobbiamo davvero fare questa pagliacciata?? Per cosa??? Per un tizio che stava male di suo ed ha dato la colpa ai miei dolci? Sono indignato, io ho da fare!! Questo è un complotto, un complotto per rubare le mie ricette, io ho buttato il sangue e voi li vorreste spacciare per vostri così, senza il minimo sforzo??? Io non lo accetto, non lo accetto!!" provo dispiacere per lo stato in cui è: ha il volto contratto e sta perdendo il controllo, non sopporto di vederlo in questo stato ma non riesco a muovermi dal muro, sono soffocata da catene invisibili. Ad un certo punto riesco a dire qualcosa:"Io ... no, non ... ho queste intenzioni ... l'ho sempre ammirata!" "Certo, non avete fatto che idolatrarmi ed ora mi rivolgete insulti di ogni tipo per una sciocchezza! Ero l'idolo ed ora mi trattatate come fossi il loro peggior nemico! Le spie si pronunciavano i miei migliori operai e poi mi rubavano le ricette! mi...?" si bloccò di colpo ed io asserii:"No, io non... io ... sono dispiaciuta per ... la notizia recente ... mi sento triste al pensiero che lei ... possa chiudere la fabbrica" sbloccai il telefono e gli mostrai le numerose foto di lui in mio possesso, le ultime erano praticamente di ieri notizia. Come mi è saltato in mente di mostrargli queste immaggini? Sono troppo personali, traspaiono i miei sentimenti e parti intime di me, spero si soffermi solo sulla sua figura, invece no, ovviamente ne esamina attentamente molte, prima di dire:"Ok faccia alla svelta, ma la tengo d'occhio, si ricordi. Intanto, si tolga pure il giubbino" faccio quanto ha detto e poi mi accingo a disporre il materiale chimico su un tavolino poco distante dall'ingresso, mentre il cioccolatiere tira fuori una caramella dalla tasca e me la poerge per esaminarla. È alla fragola, ho mangiate tante volte questo gusto e sento il lsapore in bocca mentre inizio ad eseguire l'operazione. Cerco di essere precisa e meticolosa ma sono distratta ed inoltre tremo, già sono goffa ed impacciata di mio, poi avere davanti a me Willy Wonka peggiora solo le cose e spesso sbaglio e mi tocca subire le critiche di lui:"Hmpf... questa sarebbe la famosa precisione chimica? Assurdo e poi vengono a criticare me" "Ha sbagliato ancora? Non ho tutta la giornata, se non è in grado di farlo si liquidi subito, non ho tempo da perdere!" "È sicura di essere una che si sta per laureare? Sembra che non sa dove mettere le mani" "Un'altro errore, non sbagli le analisi, non ho intenzione di chiudere i battenti per colpa sua" e simili. Finchè il coro è spezzato da una mosca bianca:"Ha la testa tra le nuvole, sembra divorata da emozioni, queste caratterstiche mi fanno capire che lei non è una chimica, come le parole che ha scritto sulle foto che mi ha mostrato" mi blocco ed iniziò a fissarlo per cercare di intendere dove vuole andare a parare "lei è una sognatrice, non si avvicina nemmeno alla fredda razionalità scientifica. I suoi occhi vagano e resta imbambolata di tanto in tanto, mentre uno scienziato è rigido e fermo e non si distoglie nemmeno un secondo dal suo operato. Inoltre, non percepisco alcuna energia, non è travolta dalla passione, non mette nulla in quello che fa, ergo, non è questa la facoltà che voleva scegliere" fa una pausa poi assume un'espressione sprezzante:"Siete tutti uguali: reputare il cicolattiere e l'artista lavori stupidi ed indecorosi ed intanto siete morti, vivete senza vivere. Cancellate i colori e rifutate la reale essenza della vita. Non fraintenda, anche lo scienzato è un lavoro importante ma è necessario palpitare mentre lo si fa sentire dentro di se lo spirito del lavoro, altrimenti per quanto possiate arrivare in alto sarete sempre bassi e deplorevoli. Non mi aspetto che mi ascolti, rida pure, si contanni ad una vita di infelicità mentre io creo sogni, diffondo energia vitale e coloro la realtà" non ribatto, come per tutte le parole offensive che mi ha rivolto ma non mi sento come se mi stesse pugnalando stavolta, bensì come se stesse esplodendo un tornado di senzazioni nel mio petto e calando la nebbia e nella mente. Proseguo l'analisi come non fossi più nel mio corpo fino alla fine in cui annuncio di aver terminato e lui afferma:"Bene, ora si tolga dai piedi" balbetto"Ehm ...dovremmo accordarci per ... il prossimo incontro" "Già non è l'ultimo. Allora dopodomani, alle 15, ora vada" mi rimetto il giubbotto ed obbedisco.
   
 
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