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Autore: Chris_88    09/04/2019    1 recensioni
[QUARTA CLASSIFICATA al contest Expecto Patronum]
Dal testo: "Tutto è così schifosamente ovvio, chi mai avrebbe potuto scegliere la scheletrica e minuta Petunia Evans?"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Petunia Dursley, Vernon Dursley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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«Expecto Patronum»

Una cerva argentea apparve in casa.
Lei spiegò che si poteva evocare pensando a qualcosa di felice.
Cosa applaudono quei due?
Che fenomeno da baraccone. Che ridicola sceneggiata.
Salgo in camera, voglio lasciarmi alle spalle questo grottesco giubilo.
Le mani chiudono la serratura di ottone, mi lascio cadere sul letto con un tonfo sordo.
Mi guardo le dita: sono esattamente come le sue.
Perché è toccato a lei?
Perché non a me?
Siamo cresciute nella stessa casa, con gli stessi genitori e le medesime regole.
Tutto è così schifosamente ovvio, chi mai avrebbe potuto scegliere la scheletrica e minuta Petunia Evans?
Come sei brava, Lily! La scuola è bella? Ti trovi bene coi tuoi compagni?
Nessuno che chiedesse a me come sia la mia scuola, la mia vita.
Del resto, che notizie interessanti avrei mai potuto dare io? Una babbana, così mi chiamava mia sorella da cinque anni, come se avesse dimenticato che lei sia sangue del mio sangue.
Chiusa in questa stanza tirata a lucido perché ho un disturbo ossessivo compulsivo che, però, nessuno ha notato, non posso che tornare con la mente a quel dannato giorno.

Un gufo marrone era planato nel nostro salotto con una busta assicurata al becco.
Urlai, ma nessuno oltre a me sembrò sconvolto da quell'irruzione.
In fondo sapevamo che questo momento sarebbe arrivato.

“Lily Evans” e altre generalità per collocarla erano scritte con un’elegante calligrafia.

Chi poteva scrivere ad un’undicenne? Utilizzando un uccellaccio del malaugurio, poi!
Mi allontanai, avvampando di rabbia e vergogna, mentre i miei abbracciavano Lily per la gioia di avere una figlia prodigio pronta per frequentare una Scuola di Magia.
Almeno poteva passare del tempo con quel sudicio amico, Severus Piton.
Corsi in camera e chiusi l’uscio alle spalle lasciandomi cadere a terra mentre calde lacrime rigavano il mio viso.
Ribollivo di una gelosia che mai avevo provato in soli tredici anni.
Rabbiosa, andai alla scrivania; avevo sbirciato un nome sulla lettera di mia sorella, Silente: scribacchiai quel nome, implorandolo di prendermi a scuola.
Asciugai gli occhi e scesi di corsa in salotto.
Mamma, papà e la prediletta erano troppo intenti a fare congetture sulla nuova avventura che non si accorsero di me che infilavo la lettera bagnata di lacrime nel becco del gufo, facendolo volare via stizzito.
Due giorni dopo tornò: la busta stavolta era per me, c’era scritto il mio nome e “camera da letto rosa”.
Il cuore batteva così forte che pensai di avere un infarto.
Con le mani tremanti la scartai: un tuffo al cuore mi colpì come un’onda, mi sentivo soffocare… non riuscivo a tornare a galla.

“Mi duole informarla che non può accedere ai corsi della nostra Scuola in quanto non possiede caratteristiche magiche. Albus Silente”

Accartocciai la missiva e la lanciai dritta nel secchio.

Ogni estate Lily tornava, esibendo nuovi incantesimi: stavolta ostentò la sua cerva.
Distesa sul letto, mossi la mano a mo’ di bacchetta, sussurrando quella stupida formula.
L’unica cosa che uscì, però, fu una calda e salata lacrima.
   
 
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