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Autore: LadyBlueSky    09/04/2019    2 recensioni
Sette istanti già accaduti. Sette emozioni già provate. Sette istanti pronti a ricapitare. Sette emozioni destinate a ripresentarsi. Perché a volte, per riconoscersi, basta seguire le Sensazioni.
Genere: Avventura, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg, Tikki
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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1. Al volo.

 

Il giorno dopo, alzandosi dal letto, Marinette si sentiva ancora frastornata dalla sequenza di eventi accaduti e dalla fastidiosa sensazione che le faceva formicolare la spalla. Sapeva che la ferita era scomparsa, guarita dal suo stesso potere; sapeva anche che Tikki aveva ragione quando le diceva che era tutto psicosomatico, solamente un brutto scherzo del suo cervello così confuso. Detto questo, di andare a scuola e trovarsi faccia a faccia con Adrien, la ragazza non aveva assolutamente voglia. Gli aveva lanciato una sorta di sfida, il giorno prima, e conosceva abbastanza bene Chat Noir da sapere che, fosse stato anche solo per orgoglio, l’avrebbe accettata. Il problema era che forse, sotto sotto, l’idea di essere scoperta la terrorizzava.

 

Il giorno dopo, alzandosi dal letto, Adrien si sentiva addosso cento anni di più e anche cento chili di più. Gli eventi accaduti gli avevano letteralmente tolto il sonno, ed oltre ad aver capito che come detective faceva proprio schifo gli avevano regalato due occhiaie spaventose e una sonnolenza che lo faceva assomigliare più ad uno zombie che ad un modello. Sarebbe stato felice suo padre!

La sfida lanciatagli da Ladybug aveva deciso di accettarla, ma questo non gli aveva tolto la sottile ma pressante sensazione di paura mista a eccitazione. Tantomeno gli aveva dato spunto alcuno su un punto di partenza. Plagg, alle sue spalle, non poté che chiedersi quanto imbecilli si poteva essere.

 

Quando la campanella suonò decretando l’inizio delle lezioni Marinette la ringraziò in silenzio: ancora un terzo grado di Alya e sarebbe scattata.

Quando la campanella suonò decretando l’inizio delle lezioni Adrien la ringraziò in silenzio: ancora un terzo grado di Nino e sarebbe esploso.

Erano arrivati a scuola quasi in contemporanea, una con lo sguardo perso chissà dove e l’altro con l’aria afflitta di chi si sta avviando al patibolo. Alya, da brava giornalista ficcanaso, aveva fatto uno più uno e iniziato un interrogatorio degno dei servizi segreti alla sua migliore amica; Nino, poco lontano da loro, aveva fatto lo stesso con Adrien.

“Non ho dormito bene stanotte.” Lo dissero in contemporanea agli amici, inconsapevoli, ma l’udito dei loro kwami era più fine del loro, ed entrambi non poterono che ridacchiare.

Salendo le scale, la voglia ai minimi storici, Marinette non fece caso alla ressa di studenti che, invece di camminare come tutti, correvano spintonandosi; quando la gomitata di uno di loro la raggiunse non era pronta, e il suo già precario equilibrio si arrese definitivamente facendola sbilanciare indietro. Il suo cervello elaborò il dolore che ne sarebbe seguito prima ancora che lei toccasse il duro e freddo pavimento. Pavimento che, però, non sfiorò nemmeno.

Adrien aveva avuto sì e no un nanosecondo per accorgersi di quanto stava accadendo, ma nella frazione di secondo che servì al suo cervello per elaborare la sequenza il suo corpo era già scattato, repentino, come spinto da una molla. Un attimo prima stava chiedendo silenziosamente pietà a Nino per l’interrogatorio, quello dopo Marinette stava cadendo indietro; quello ancora successivo era addosso a lui, schiacciata contro il suo petto con la schiena, una sua mano a stringerle la vita e l’altra saldamente ancorata al passamano per sorreggere entrambi.

Il primo brivido che li colse fu violento, ma ancora sopportabile. Il secondo, quando lei si voltò e i loro occhi s’incrociarono e scontrarono, tolse quasi loro il fiato.

Adrien rinsaldò la presa sulla vita di lei senza nemmeno essere conscio delle proprie azioni, la mente lontana, persa nel ricordo di un evento accaduto nemmeno tanto tempo prima quando, dopo quello che poteva solo che definirsi un salto della fede giù da un grattacielo per sfuggire al suo autista akumizzato, Ladybug lo aveva salvato dal trasformarsi in una brodaglia sull’asfalto. Il quel preciso istante i loro sguardi si erano allacciati – quello di lei fiero, sicuro; quello di lui sorpreso, sconcertato – e il mondo era parso fermarsi.

Ora, con Marinette tra le proprie braccia e i suoi occhi così vicini, il ragazzo provò la medesima sensazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolino dell’Autrice:

CoffCoff… Ehm… Ok, ci ho messo qualcosa come 3 mesi ad aggiornare praticamente. In caso ve lo stiate chiedendo sì, sappiate che me ne vergogno un sacco. Purtroppo con il lavoro e l’università il tempo per aggiornare regolarmente purtroppo il più delle volte manca (diciamo pure che il tempo sta giocando a nascondino con me xD). Detto questo ora sono un paio di giorni in ferie, quindi conto di riuscire a editare decentemente quanto già scritto per avere almeno tutto pronto e poter usare quei dieci minuti di aria quantomeno per postare (incrocio le dita!).

Scuse e giustificazioni a parte (ops) iniziamo ad entrare nel vivo delle “Sensazioni”. Il nostro prosciutto biondo preferito è e rimane un prosciutto, ma forse qualcosa piano piano inizia ad entrargli in quella bella testolina dorata; Marinette esita, si preoccupa, non dorme e si sbatterebbe anche la testa sul primo muro a portata se solo servisse davvero a qualcosa; Alya e Nino fanno la parte degli agenti della CIA in quanto a interrogatorio; Tikki e Plagg per il momento si tengono a distanza, dato che quanto avevano da dire l’hanno detto del prologo. Inutile: trovo questo nutrito gruppo di personaggi così variegato estremamente divertente.

Incrocio le dita e spero che la mia intenzione di essere un po’ più regolare nell’aggiornare vada a buon fine, vita quotidiana permettendo ovvio.

Mi ritaglio quest’ultimo angolino per ringraziare di cuore MadameMilly e Princess_Shiho per i commenti che mi avete lasciato. Vi ringrazio di cuore e mi scuso se non sono riuscita a rispondervi personalmente come invece mi sarebbe piaciuto. Grazie davvero!

Alla prossima.

 

LadyBlueSky

  
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