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Autore: _Blanca_    09/04/2019    2 recensioni
| Contesto → Pacifist Route | ● | Deviant!Connor + Human!OC ♡ | ● | Reporter/Detective relationship tropes |
Nova Barton è una reporter freelance nella Detroit del 2038. La metropoli sa essere un’arena ostile e Nova si arrangia come può per sbarcare il lunario. Non era certo nei suoi piani finire invischiata nelle indagini di un tenente di polizia perennemente di cattivo umore e del suo improbabile collega: un avanzatissimo modello di androide, programmato per dare la caccia ai cosiddetti devianti. Che Nova lo voglia o meno, anche lei dovrà fare i conti con le conseguenze delle proprie scelte.
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{ 06.20 capitoli revisionati » 1 – 21 }
Genere: Science-fiction, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Connor/RK800, Hank Anderson, Kara/AX400, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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 021. ALGORITHMIC ERRORS







DATA: 7 NOVEMBRE 2038
ORA: 11:35

RAVENDALE DISTRICT, WADE STREET


I muri senza finestre le si accartocciano addosso. Manca l’aria. Nova tossisce, strizza le palpebre, e tossisce ancora, fin quando la sensazione di soffocamento passa e viene sostituita da un dolore sordo che spinge contro le costole.
Strofina il dorso della mano contro la bocca. È seduta sul pavimento del bagno, davanti alla tazza del water. Ha appena vomitato la colazione.
Sopra di lei, la ventola incassata nel soffitto soffia e ronza; sotto di lei, da qualche punto della palazzina, una voce di donna dà in escandescenza mentre un uomo ride sguaiato.
Nova si rimette in piedi, barcollando appena, per fa partire l’acqua dello sciacquone. Raggiunge il lavandino, e nell'incrociare il proprio riflesso nello specchio, reprime un gemito. Sembra malata. O pronta per una festa di Halloween a tema zombie. Abbassa gli occhi sulle dita contratte sul bordo del lavabo e vede lo strato di smalto nero è scheggiato. E all'improvviso, assurdamente, pulire le unghie diventa una priorità assoluta, come se fosse tutta colpa delle unghie in disordine,  come se, se le mani tornassero ad avere un aspetto impeccabile, allora anche la testa tornerebbe a funzionare come si deve, liberandosi della dolorosa foschia che ingolfa il cervello.

Una doccia calda e gli effetti collaterali degli antidolorifici sono riusciti a far scivolare Nova in un sonno vuoto e buio come il fondo di un pozzo. Ma alle quattro in punto del pomeriggio, il telefono squilla. E Nova, stesa sul divano, tira la coperta sopra la testa rannicchiandosi in un bozzolo di plaid e arido sconforto.
Il telefono tace. Un attimo di silenzio. Parte una raffica di notifiche sonore: chiunque stia cercando di contattarla è appena passato a un’offensiva di messaggi.
Devono trascorrere cinque minuti prima che Nova trovi la forza di spostare la coperta e appoggiare i piedi scalzi sul linoleum. Passa una mano tra i capelli, scostandoli dalla faccia, mentre si allunga in avanti: il telefono è ancora dentro la borsa e la borsa è sotto al tavolono da caffè.

    2 CHIAMATE PERSE
    5 MESSAGGI RICEVUTI

Nova seleziona la chat di O-DISPATCH. 

    MA DOVE CAZZO SEI FINITA?
    TI HANNO SBATTUTA DENTRO?
    RISPONDI!
    CHE TI E' SUCCESSO?
    QUI NON SA NIENTE NESSUNO! RISPONDI!

Nova getta il telefono tra le pieghe della coperta. Preme i palmi contro la fronte. È in arrivo un mal di testa: conosce quella familiare sensazione di pressione all’altezza delle tempie.
Nell’appartamento le luci sono spente, il sole sta tramontando e dietro i vetri della finestra, mezzo palmo di neve fresca copre la balaustra della scala antincendio. La palazzina è immersa in una calma deprimente, ma giù in strada l’antifurto di un’automobile strilla come un disperato, sovrastando tutti gli altri suoni del pigro traffico.
Nova rannicchia le gambe al petto. Appoggia la guancia sana sulle braccia incrociate e sente l’umidiccio di una lacrima fresca contro la pelle nuda dell’avambraccio. Piange di rabbia. Una rabbia silenziosa che si sta espandendo, come una macchia di petrolio in mezzo mare, verso tutti e tutto. Alla cieca. È arrabbiata con Emilia, che pretende di ficcare il naso nella sua vita. È arrabbiata con quegli idioti dello Zenosyne, dal primo all’ultimo. Ed è furiosa con quegli arroganti pupazzi arroccati nella torre della Cyberlife, con i loro mostruosi androidi, con il loro schifoso denaro.
L’antifurto si è azzittito.
Nova non sa più cosa pensare. Né a cosa credere. Ma se resta chiusa in casa a non far nulla, a farsi mangiare il cervello da pensieri senza capo né coda, presto o tardi i suoi neuroni scoppieranno come popcorn in microonde. Di questo è sicura.
Si costringe ad abbandonare il divano per prendere un bicchiere d’acqua. Dopo aver chiuso con foga il rubinetto della cucina, svuota metà del bicchiere in un unico sorso e se ne resta a fissare il vetro freddo e liscio, sotto le dita, cercando di stilare mentalmente una lista di azioni concrete. Ha ancora due giorni prima di dover tornare al lavoro, e non ha intenzione di sprecarli pensando a come raccatterà la voglia di infilarsi di nuovo grembiule e cappellino e prendere ordinazioni con un sorriso stampato in faccia. Magari sono fortunata e Rodriguez mi licenzia. Una cameriera con la faccia pesta non fa bene all’immagine del locale.
In quanto alla email anonima... Nova abbandona il bicchiere dentro il lavandino e torna sul divano. Che importanza ha adesso? Senza contare che, quando ha detto a Connor di avere delle risorse, intendeva chiedere aiuto proprio a Walty per risalire al mittente della mail.
Raccatta il telefono, finito sotto il plaid, e fa appello a tutta la pazienza e la concentrazione di cui è capace in questo momento per rispondere al messaggio di Emilia. Le rifila una versione estremamente sintetica ed edulcorata degli eventi.
Poi spegne il telefono. Sfila il datapad dalla borsa. Muovendo stancamente le dita sullo schermo, allarga la finestra di connessione alla rete. Tre parole chiave — omicidio, State Street, Detroit — sputano i risultati. Nova salta da un sito di news all’altro: la notizia è stata diffusa, come c’era da aspettarsi, ma i giornali non fanno che rimpallarsi le stesse informazioni in stringati flash d’agenzia.
'Omicidio sulla State Street. Scomparsi due androidi.'
'Uomo ucciso sul posto di lavoro. La polizia sospetta degli androidi.'
'Androidi in fuga: diramato allarme della polizia per presunto omicidio.'
Vengono menzionati gli uffici dello Zenosyne ma il nome di Walty non compare da nessuna parte. In compenso ogni singolo articolo è accompagnato dalle fotografie dei due androidi: una ST400 e un WG100. Cloni perfetti di Hildy e Jimmy. Sono ricercati. Sono assassini.
Nova strofina i polpastrelli lungo la fronte. Ha l’impressione che il cranio stia per aprirsi in tante crepe, come un vaso spaccato dal freddo. Se solo ci fosse un modo per sapere cosa è successo veramente, in quella maledetta redazione. Il non sapere è atroce. Il dover dipendere dai giornali insopportabile.
Nova abbassa la mano.
Forse un modo c’è. 

/\\/

DATA: 7 NOVEMBRE 2038
ORA: 16:04
ZEN GARDEN


Nel Giardino tutto è pacifico. Perfetto. Irreale. Anche Amanda non è che un fantasma di codici. «Dimmi che cosa hai scoperto» richiede l’interfaccia, seduta davanti a lui.
Connor ha lasciato la presa sui remi e la barca è affidata alla docile corrente. «Ho trovato due devianti, all’Eden Club, ma...» L'androide reclina la riproduzione del proprio busto in avanti, i gomiti contro le cosce. Si torce debolmente le mani. Percepisce la delicata carezza del vento sulla pelle. Il suo supporto fisico è sulla Terza Strada, ma la stanza virtuale è così profondamente connessa al cuore dei suoi software che, se immergesse una mano nell’acqua limpida sotto di lui, il suo processore centrale si attiverebbe proprio come se i recettori dell’esoscheletro fossero entrati in contatto con una sostanza liquida nel mondo reale.
Amanda attende, quieta, avvolta dalla luce dorata del Giardino. Il colorato parasole orientale è appoggiato sulla spalla. I gioielli bianchi luccicano sul petto e sugli avambracci.  
«Ma sono riusciti a scappare» conclude Connor. Non smette di strofinare le dita in su e in giù lungo le mani.
«È un peccato» commenta Amanda. «Sembrava proprio che stessi per fermarli.»
Connor devia lo sguardo verso la riva. Un pigro frinire di insetti si leva dai canneti. Per le fronde degli alberi è stata selezionata una tavolozza di colori autunnali, ma il Giardino è ancora rigoglioso e pieno del fruscio delle foglie sui rami.
«Sembri... assente, Connor.» Amanda aggrotta la fronte. «Assente e turbato.»
Lui scuote il capo. «Pensavo di sapere cosa fare. Ma ora... so che non è così semplice.»
«Potevi colpire tranquillamente quei due devianti all’Eden Club» insiste l’interfaccia. «Perché non l’hai fatto?»
La replica di Connor viene trasmessa nella forma di un sussurro. «Non lo so...» Alza la testa. Sostiene lo sguardo calmo e al contempo indagatore di Amanda. «Non lo so.» Si rende conto della trattenuta esasperazione con cui ha pronunciato la frase. Per un istante, vorrebbe che fosse Amanda a dargli una risposta; vorrebbe che fossero loro, i suoi padroni, i suoi creatori, a dirgli cosa c’è che non funziona in lui.
L’espressione sul volto di Amanda si inasprisce lievemente.
«E riguardo all’androide militare? Sono stati i tuoi dubbi a farti cadere nella sua trappola? Eri distratto?»
«Forse...»
«Coinvolgere una giornalista è stata una decisione azzardata. Mi aspetto maggiore prudenza da te, Connor.»
«Ha ragione, Amanda. Non accadrà più.»
«Tieni quella donna fuori dalle indagini.»
Connor annuisce.
Con un istante di determinante ritardo che non può essere sfuggito ad Amanda.
«Cosa puoi dirmi dell’ultimo caso?»
«Abbiamo ristretto la ricerca alla Downtown. Il tenente Anderson è sicuro che rintracceremo i devianti entro le prossime dodici ore.»
«Devi catturare quegli androidi.» Amanda si concede una pausa calcolata. «E ricorda... se l’indagine non procede secondo i piani, potrei rimpiazzarti.»
«Io... io lo capisco» mormora Connor.
Lui ha proposto la medesima soluzione durante l'ultima conversazione. Ma ora, a venti ore e trentaquattro minuti e sette secondi di distanza, l’incontestabile razionalità dello scenario suggerito dall'interfaccia fa fremere impercettibilmente ogni circuito dell'androide.

NOTE.
La maggior parte del dialogo tra Amanda e Connor corrisponde a quello nel gioco dove, però, la scena del Giardino Zen è ambientata più avanti nella trama.
   
 
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