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Autore: imoto    10/04/2019    1 recensioni
8.5 milioni di abitanti sparsi su 785 km quadrati: questa è New York.
Non sorprende che chi fugge dal passato decida di ricominciare proprio da qui. A sorprendere è, invece, l'incredibile storia di come otto ragazzi si sono trovati contro ogni statistica e previsione.
Ma forse non è così tanto sorprendente. Anche le norne a volte tessono arazzi meravigliosi, no?
Genere: Angst, Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Loki, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Ginnungagap

Centocinquanta é un numero come un altro. 
È alto? 
È basso? 
Dipende molto dai nostri parametri di riferimento.
Centocinquanta persone possono essere tante se le compariamo a coloro con cui intratteniamo un rapporto su base giornaliera.
Centocinquanta persone possono essere poche se le compariamo a coloro con cui abbiamo intrattenuto una rapporto nel corso della nostra vita.
Centocinquanta è il numero massimo di persone di cui il nostro cervello può mantenere una memoria attiva. 
Se si tiene conto di questa basilare verità si comprende perché sia cosí facile scomparire in una città come New York, tanto meglio se uno si impegna per farlo. 
Con 8.5 milioni di abitanti farsi inghiottire dalla Grande Mela non era poi così difficile.


«Nooiaaa~»
Natasha ignoró il lamento del bambino accasciato sul tavolo della cucina preferendo iniziare a svuotare le buste della spesa per cucinare la cena.
«Posso alzarmi Natasha?»
L'adolescente sollevò un sopracciglio:
«Cos'hai fatto?»
«Assolutamente nulla!»
«Ha scarabocchiato sui libri di Bruce rendendoli praticamente illeggibili. Natasha»
«Steve» un lieve cenno della testa e un sorriso caloroso accompagnarono il suo ingresso in cucina.
«Non sono scarabocchi! Sono appunti!» ribatté il bambino saltandando giú dalla sedia. Troppo lento e prevedibile perché finí direttamente in braccio al biondo.
«Mettimi giú!»
Steve si ritrovò con un'anguilla tra le braccia, Tony si dimenava come se avesse il diavolo in corpo e senza dargli tempo di fare qualunque cosa gli sfuggì dalle braccia correndo in salotto. Natasha sbuffó finendo di vuotare la bottiglia d'acqua dentro la pentola e accendendo il piccolo fornello da campo.
«Vado al parco a riempire le bottiglie, Bucky e Thor dovrebbero finire di lavorare tra poco, io mi porto dietro Loki. Clint é scomparso di nuovo, presumo tu non ne sappia nulla?»
«Mh»
Steve sospirò prendendole la bottiglia di plastica vuota dalle mani mettendola nel sacchetto della spesa insieme alle altre prima di uscire dalla cucina. 
Aveva appena tagliato un paio di pomodori quando Bruce si affacció allo stipite.
«Ti serve una mano?»
Distrattamente sentì Loki uscire insieme a Steve accompagnati dal fastidioso cigolio e fruscio della porta vecchia
«Tieni d'occhio Tony, assicurati che non faccia esplodere niente»
«Era un esperimento! Era tutto perfettamente calcolato!»
«Anche mandare a fuoco il tavolo?»
il piccolo genio borbottó qualcosa tornando da dove era venuto e l'altro bambino lo seguì velocemente.
Il tempo necessario a finire di tagliare i pomodori e l'acqua aveva giá iniziato a bollire. Natasha aprí un pacco di pasta rovescandolo completamente dentro la pentola. Non era abbastanza per tutti e avrebbe dovuto cuocere anche l'altro, ma il fornello era uno solo e due chili di pasta erano troppi per qualsiasi pentola. Si accasció sulla sedia riposandosi un attimo.

La cosiddetta cucina era in realtà una stanza quasi totalmente spoglia, eccezzione fatta per un tavolo traballante, tre sedie spaiate e il piccolo fornello elettrico che funzionava grazie alla batteria di un'auto. Se Natasha poteva avere più di qualche fondato dubbio su dove Bucky avesse trovato la batteria non era lo stesso per come fosse possibile che il fornello funzionasse. Era stato Tony a sistemarlo, complice l'aiuto di Loki, che davvero non voleva che l'intero palazzo saltasse in aria perchè il mocciosetto si era distratto. Nell'angolo in fondo a destra, proprio sotto la finestra il cui unico scopo pareva quello di creare spifferi, si trovavano una decina di bottiglie di plastica di ogni forma e colore piene d'acqua. Almeno due volte a settimana uno di loro riempiva una busta con le bottiglie vuote e camminava fino al parco del quartiere vicino riempiendole, gratis, dalle fontanelle.

Quando sei un minorenne in fuga scopri quanto i soldi siano una priorità. 
Vivere in una palazzina abbandonata ti da una grossa serie di vantaggi: niente adulti a ficcare il naso, nessun contratto d'affitto, niente bollette, in generale pare una grande idea e per esperienza personale ogniuno di loro poteva confermare. Ma uno dei lati negativi di vivere in una palazzina abbandonata e, in teoria, sul punto di essere demolita è che tutte le piccole comodità come acqua corrente, luce, gas e riscaldamento non esistono. 
Grazie al cielo chiunque vivesse qui prima di loro aveva avuto la pensata che spostre un intero bagno poteva essere un lavoraccio quindi almeno da quel punto di vista avevano ancora un gabinetto, un lavandino e una vasca da bagno! Ma senza l'acqua corrente avevano dovuto adattarsi non poco. 
La stanza rinominata camera da letto era proprio accanto al bagno, piccola e con una sola finestra ben sigillata con lo scotch per evitare spifferi. Il letto era formato da tre materassi stesi per terra coperti con un lenzuolo, da un piumone pesante e un paio di cuscini troppo colorati dalle forme improbabili.
Il salotto, che fungeva anche da ingresso, era la stanza più grande della casa. Un vecchio tappeto era stato steso per terra e da dove era seduta poteva facilmente vedere Tony e Bruce seduti su di esso, un libro aperto tra di loro, discutere animatamente su un qualche argomento che, Natasha ne era sicura, i bambini della loro età non dovrebbero essere in grado di capire. Altri libri dai titoli più disparati erano impilati contro il muro opposto alla camera da letto e al bagno. Tra le due finestre era stata messa una vecchia libreria che fungeva da armadio guardaroba, come dimostravano magliette e pantaloni impilati disordinatamente sugli scaffali.

Si alzò dalla sedia prendendo lo scolapasta e la seconda pentola poggiata accanto al fornello, poggiò tutto sul tavolo prima di togliere la pasta dal fuoco e rovesciarla nello scolapasta posato sopra alla pentola vuota. Recuperata la pasta cotta, tornò a metterla nella pentola ormai svuotata unendoci i pomodori, svuotò il secondo pacco di pasta nell'acqua ancora calda e tornò a metterla sul fuoco a cuocere. 

«È pronta la prima pentola»

Non dovette neanche alzare la voce, il chiacchericcio dei due bambini cessò immediatamente e Tony fu il primo ad arrivare in cucina. Si arrampicò sulla sedia mentre gli posava il piatto davanti. Bruce arrivò subito dopo prendendo possesso dell'altra sedia rimasta e Natasha non ebbe nemmeno bisogno di girarsi per sapere che il libro aperto sul tappeto poco prima era ora posizionato ordinatamente sulla pila. 
Si riempì uno dei piatti di plastica e alla luce del tramonto newyorkese iniziarono a mangiare.

La porta d'ingresso cigoló poco dopo quando i primi ragazzi rientrarono.
«Natasha! Bambini! Siamo tornati, abbiamo incontrato Steve e mio fratello nel parco e vi avvisano che torneranno a breve!»
«Motivo in più per sbrigarsi a mangiare, Thor» affermò Clint con già un piatto pieno di pasta tra le mani «Ammesso che tu non voglia stare a digiuno. Pasta e pomodori?»
Natasha alzò un sopracciglio 
«Non ti piace per caso? Penso che cambierai i tuoi gusti per stasera, ammesso che tu non voglia stare a digiuno» lo scimmiottò. Clint borbottò sottovoce infilandosi una forchettata di maccheroni in bocca. 
«Non comportarti maleducatamente. Se ogniuno di noi mangerà la sua porzione sono più che certo che ci sarà abbastanza cibo per tutti questa sera»
«Abbastanza? Solamente per sfamare te e Steve bisognerebbe svuotare un supermercato!»
«Tony...» lo riprese Bruce lasciando la sedia per avviarsi in salotto
«Sí, Brucie-bear?»
Il bambino arrossi fino alla punta delle orecchie sotto il ghigno del piccolo genio ancora seduto sulla sedia.
«Non mi chiamare così» borbottó sorpassando velocemente Thor, la cui grassa risata riecheggiava nell'appartamento.
«Posso mangiare anche per te quindi?»
Il biondo afferrò con uno scatto quasi animalesco il polso dell'adolescente che si stava avvicinando alla pentola.
«Come dicevo prima: sono sicuro che ci sarà abbastanza cibo per tutti questa sera se ogniuno di noi mangerà la sua porzione»
«Cosa c'è di cosí divertente, Bucky?»
Steve poggiò la busta con le bottiglie piene nell'angolo della cucina prima di avvolgere un braccio attorno alle spalle del moro che aveva assistito alla scena.
«Thor! Spostati dalla porta imbecille, intralci il passaggio!»
Il biondo accennò una scusa lasciando passare il fratello e lasciò andare il ragazzo tornando in salotto. 
Clint afferrò al volo lo scolapasta seguendo Natasha e la pentola piena d'acqua bollente in bagno.
Loki mise ordinatamente a posto le bottiglie d'acqua nel loro angolo e, afferrato un piatto di plastica come tutti, si diresse in salotto. Il gruppo si sedette in cerchio sul tappeto, alcuni con i piatti pieni dopo aver svuotato la pentola in cucina, altri con i piatti vuoti ad aspettare che i due adolescenti finissero di scolare la pasta nella vasca in bagno, coscienti che l'acqua glutinata, ma calda, li avrebbe attesi per lavarsi dopo cena.
Steve e Bucky stavano condividendo il piatto di pasta, mentre Loki aveva direttamente optato per prenderlo dalle mani del fratello iniziando a mangiare quando Clint uscì dal bagno con la pentola piena. Natasha ci buttò dentro i pochi pomodori rimasti prima di riempire un'altra pentola d'acqua da riscaldare sul fuoco per il bagno.

«Com'è andata oggi?»

Dal bagno di sentivano gli schiamazzi di Tony e le, occasionali, risposte di Bruce. Thor appoggiò il piatto a terra per tirare fuori le banconote dalla tasca e immediatamente Clint allungò la forchetta per rubargli qualche macchenore, o almeno ci provò, perchè invece si ritrovò con il piatto mezzo vuoto, mentre il piatto di Loki era diventato improvvisamente pieno di nuovo.
«Bastardo...»
Il giovane si limitò a ghignare con uno sguardo innocente infilandosi una forchettata di pasta in bocca.
Natasha afferrò le banconote appoggiate per terra approfittandone per sfilare anche quelle che Clint aveva in tasca, il ragazzo impeganto com'era a mangiare e proteggere il suo piatto da ulteriori incursioni non aveva decisamente abbastanza mani per darli alla rossa da sè.
«75 dollari» annunciò dopo un conteggio veloce
«In totale?»
Bucky scrollo le spalle «Comunque pochi, Steve»
«150 circa» rispose togliendo la pentola dal fornello e dirigendosi in bagno.
«Non è poi così male»
Il moro mugnugnò qualcosa che Steve decise di prendere come un assenso.
Loki si alzò lasciando il secondo piatto ancora mezzo pieno e Clint si ci avventò sopra con un ghigno
«Qualcuno vuole altra pasta?» 
Thor sorrise al diciassettenne allungando il piatto e la pasta rimanente venne divisa tra i due biondi.

_____N/A_____
Cercerò di non essere troppo prolissa, le note autrice serviranno soprattutto come spiegazioni e/o apporfondimenti riguardanti il capitolo.
Ora qualche informazione in più sui protagonisti. Il gruppo è composto da:
-Tony (5 anni) e Bruce (7 anni) che sono i bambini
-Loki (apparenza 13 anni), Clint (apparenza 15 anni), Natasha (apparenza 16 anni), Steve e Bucky (17 anni) che sono gli adolescenti
-Thor (apparenza 19 anni) che è l'adulto di casa.
Loki, Tony e Bruce ovviamente sono i piccoli di casa e non lavorano, ma non vanno neanche a scuola. Hanno un'istruzione soprattutto da autodidatti essendo tutti e tre molto intelligenti, ma quando possono i più grandi fanno a turno per insegnarli. Clint e Natasha sono i "ladruncoli", non si fanno problemi a sfilare i portafogli dalle tasche della gente e sono quelli che hanno vissuto sulla strada più di tutti e per questo gli altri tengono in alta considerazione la loro opinone, soprattutto quella di Natasha che si occupa degli aspetti più pratici (contabilità, spesa, medicine, etc).Thor, Bucky e Steve sono i "lavoratori", cercano per quanto possibile di vivere in modo onesto saltando da un impiego in nero al'altro nel tentativo di portare a casa qualche soldo.
L'appartamento in cui vivono è, ovviamente, un vecchio appartamento abbandonato quindi niente affitto o bollette, ma anche niente utenze. La cosa del fornello elettrico penso sia possibile (l'ho vista in una serie tv una volta), ma non me ne prendo responsabilità se volete provare a riproporlo a casa! Per quanto riguarda l'acqua scaldata in pentola... funziona fidatevi, esperienza personale.

Ovviamente questo capitolo di introduzione era un po' noioso, lo so, ma serviva per introdurvi all'ambientazione e ai personaggi. Non temete che già dal prossimo capitolo entreremo nell'azione vera e propria. Vi avviso che i capitoli saranno sempre di 1500/3000 parole massimo per una questione di tempistiche (scrivo a lavoro, vedete voi...) e che cercherò di tenere gli aggiornamenti su base settimanale il Mercoledì.

ATTENZIONE: cerco anche una Beta Reader disponibile a revisionare i capitoli prima della pubblicazione. Sono richiesti solamente una buona conoscenza del lessico e della grammatica italiana. Se pensate di potercela fare fatevi sentire! In ogni caso se trovate errori, orrori, discrepanze temporali o qualsiasi altra cosa che pensate mi possa essere sfuggita non asitate a informarmi nei commenti, il vostro aiuto è fondalmentale.

Ci vediamo nella sezione commenti o, mal che vada, la prossima settimana!


  
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