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Autore: ineedofthem    11/04/2019    4 recensioni
Anita, un metro e sessanta di dolcezza e allegria, è una specializzanda in pediatria. Adora il suo lavoro, sa che è quello che deve fare perché ci crede da sempre e, spinta dalla passione per questo lavoro, comincia a passare le sue giornate in ospedale.
Qui conosce Lucia: una bambina rimasta orfana, con una grave disfunzione cardiaca, ricoverata nel reparto di pediatria.
Anita sente di provare per lei un affetto profondo e il loro diventa un rapporto viscerale.
Tutto procede bene, finché non arriva lui: Luca Franzese, il nuovo cardiochirurgo dell'ospedale, e Anita capisce che la sua vita non sarà più la stessa. Riconoscerebbe quella zazzera di capelli castani e quei lucenti occhi verdi tra mille. Sa che il ritorno in città del ragazzo porterà solo guai per lei. Il rapporto con Lucia li accomuna entrambi e la piccola sembra l'unica in grado di sciogliere il suo sguardo da duro e quel carattere burbero che lui si porta dietro.
Anita crede di averci messo una parola fine su quel capitolo, ci ha avuto a che fare in passato e non intende ripetere lo stesso errore. Ma se Lucia ci mettesse il suo zampino, cosa potrebbe succedere?
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Ricominciare'
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Capitolo 51

RICOMINCIAMO DA QUI

 Capitolo 51

Il giorno dopo sono decisamente più tranquilla, ma, quando mi sveglio, mi rendo conto di aver tenuto stretto il pupazzetto di Lucia per tutto il tempo. Lo lascio andare, costringendomi a riporlo al suo posto.
Mi passo, quindi, una mano sugli occhi, stropicciandoli leggermente e mi viene da pensare che sia un bene oggi debba lavorare solo nel pomeriggio. Così, avrò del tempo da dedicare a me stessa e schiarirmi le idee.
Faccio una doccia, sperando di sciogliere i muscoli indolenziti sotto il getto d'acqua, e lascio che sgorga a fiotti sul mio corpo.
Non voglio pensare, non voglio pensare...
Dopo essermi asciugata i capelli e averli legati in una treccia, indosso qualcosa di sportivo. Ho deciso che andrò a camminare.
Prima di andare, però, mi metto seduta sul divano, leggendo e rispondendo ai messaggi che ho ricevuto e sorrido davanti alla premura che Luca dimostra di avere per me. Forse è vero che ogni cosa accade per un motivo. Mi viene da pensare che è stato proprio l'allontanamento di Lucia a farci riavvicinare.
Mi chiede come stia, se mi sia ripresa dal mio momento di sconforto e quando gli faccio presente che uscirò, lui si dispiace di non poter essere con me: è già al lavoro, purtroppo.
Mi chiudo così la porta alle spalle e inforco i miei auricolari, facendo in modo che le note della musica si propagano nelle mie orecchie.
Non appena sono fuori, mi permetto di respirare a pieni polmoni, portandomi una mano alla fronte per proteggermi dal sole. È una giornata molto calda, l'ideale per passare alcune ore fuori casa e lascio che il calore dei raggi solari si posino sul mio corpo, affinché possano riscaldare anche il mio cuore.

Faccio un giro su me stessa, guardandomi intorno e mi rendo conto solo in seguito che mi sia allontanata da casa e le mie gambe si siano mosse fino in centro.

Così ne approfitto per salutare Sabrina e magari scambiare quattro chiacchiere con lei. Sento che ho bisogno di parlare con qualcuno perché, questa volta, purtroppo, rimanere sola con me stessa non ha fatto altro che aumentare il mio disagio.
Sabrina si dimostra sorpresa di vedermi. Mi accoglie sulla soglia di casa, con un dolcissimo sorriso ad arricciarle le labbra, stretta in una tuta un po' sformata ma che non le fa perdere assolutamente femminilità. Mi viene da pensare che sia sempre bellissima, anche così, senza un filo di trucco e con un abbigliamento prettamente semplice. E poi la maternità rende il suo viso estremamente armonioso e luminoso.
"Anita, ma che sorpresa! Vieni, entra pure!" ammette, facendomi strada nell'appartamento.
"Elisa! Corri a vedere chi è passata a trovarmi!" strepita, poi, a gran voce verso la cucina, lasciando che un'espressione divertita faccia capolino sul suo viso.
"Mia madre è qui?" le domando, corrucciando la fronte, stupita.
"Oh, sì!" replica lei, voltandosi di nuovo nella mia direzione per aprirsi in un'espressione complice.
Prima che possa dire altro, mia madre fa il suo ingresso in salotto, pulendosi le mani con uno strofinaccio.
"Tesoro..."mi saluta.
"Mamma, ma come mai sei qui?" le chiedo, curiosa.
Lei si apre in un piccolo sorriso, arrivando al nostro fianco e posando una mano sulla spalla della moglie di Marco accanto a lei.
"Ho il turno di pomeriggio a scuola, quindi sono passata a fare alcune compere in centro e mi sono fermata da Sabrina" mi fa presente, mentre lei annuisce con vigore.
"Tua madre è sempre tanto gentile. Si è anche offerta di prepararmi qualcosa per il pranzo".
Sorrido davanti al loro rapporto così unito e complice. Mia madre ha accolto anni fa, in casa nostra, Sabrina come fosse una figlia, dandole sempre la giusta considerazione e il giusto supporto. E io non posso che esserne felice.
"Ma tu cosa fai qui?"mi domanda mia mamma, tornando a porre l'attenzione su di me e avvicinandosi per stringermi in un piccolo abbraccio. "Sono contenta di vederti".
Sabrina dietro di noi mette su un'espressione intenerita alla scena, accarezzandosi la pancia.
"Ero in giro, e ne ho approfittato per passare a trovare Sabri e la mia nipotina" ammetto, chetamente.
La diretta interessata annuisce, facendomi l'occhiolino. "Hai fatto bene, e a sentire come scalcia, Agnese è contenta di avere la zia qui".
Mia madre scioglie la nostra stretta, ma senza lasciarmi completamente e si volta verso di me, accarezzandomi la guancia.
"Stai bene? Novità?" mi chiede, corrucciando la fronte. Riesco a leggere nei suoi occhi tutta la sua voglia di curiosità che preme per essere colmata.
"Eh, sì, infatti. Come va con Luca?" si intromette Sabrina, battendo le mani, eccitata.
Mi apro in una breve e leggera risata, divertita dalla sua domanda.
"Ci stiamo frequentando, va bene tra noi..."ammetto, dondolandomi sui talloni, ma lasciando che un sorriso affiori in viso.
"Caspita, questa è una notizia bomba!" commenta mia madre, battendo una mano sulla mia spalla. "Adesso capisco perché hai questa luce negli occhi..."
Abbasso lo sguardo, arrossendo in imbarazzo.
"Dai, su, adesso mi devi raccontare, non puoi dirmi una cosa del genere e pensare che non voglia sapere nulla" mi fa presente Sabrina, in finto tono minaccioso, sporgendosi verso di me.
"Ecco!" le dà manforte mia madre, puntando un dito nella mia direzione. "Poi racconterete tutto anche a me. Adesso, però, devo proprio andare" aggiunge, rammaricata.
Annuisco, avvicinandomi per abbracciarla ancora e prometterle che la terrò aggiornata, poi le si avvicina per salutare Sabrina e lasciarle una carezza sulla pancia.
"Poi vi vorrò tutti a cena da me, mi raccomando! Quindi sbrigatevi a ufficializzare!" mi fa presente, voltandosi indietro, mentre cammina verso l'uscita. Quando si è chiusa la porta alle spalle, scoppiamo entrambe a ridere, complici.
"Sediamoci, su!" mi fa notare Sabrina, indicandomi il divano dietro di me. "Ti posso offrire qualcosa?"
"No, Sabri. Sono a posto cosi, grazie" declino, ma ringraziandola con lo sguardo.
Lei sbuffa contrariata, prendendo poi posto al mio fianco.
"Allora..." proferisce in un sussurro. "Adesso che siamo solo io e te, posso chiedertelo. Come stai?"
Mi muovo sul posto un po' a disagio, prendendo un respiro profondo.
"L'altro giorno è venuta Lucia in ospedale" le confesso, giocherellando con le dita, distrattamente.
Sabrina sbarra gli occhi e le labbra, in un'espressione sorpresa, puntando il mio sguardo con insistenza sulla mia figura. "Ma che bello! Come sta?" mi domanda.
Abbasso lo sguardo, aprendomi in un sorriso al ricordo dell'emozione provata quel giorno.
"Lei sta bene, è stata affidata a quella coppia che conobbi e tu pensa cosa ha combinato la furbetta! Ha finto un malore pur di venirci a trovare, incredibile!" ammetto, aprendomi in una risata divertita.
Mi rendo conto che Sabrina abbia seguito il mio racconto, attenta, con un sorriso dolce sulle labbra, di cui però adesso ogni ombra sembra essere scomparsa.
"E come ti è sembrata?" mi chiede in un tono estremamente serio, lanciandomi un'occhiata di sbieco. "Pensi che stia bene con quella famiglia?"
Sussulto lievemente alla sua domanda, sentendomi colta alla sprovvista.
"Io...sì, credo di sì. I Cattaneo sono delle brave persone, le vogliono un gran bene, sono stati tanto comprensivi con lei..."
Lei nota la mia titubanza e si premura di prendere le mie mani tra le sue.
"Non lo metto in dubbio, Anita. Ma che Lucia abbia architettato tutto questo, non ti ha fatto pensare?"
Aggrotto la fronte, aprendomi in un'espressione interrogativa. "Voleva venire a trovarci, ha detto che le mancavano..." ammetto in un sussurro.
"Infatti" concorda con me. "Ma dati i trascorsi e la sua voglia di una famiglia al vostro fianco..." mi fa notare.
Improvvisamente capisco cosa lei stia cercando di dirmi e mi ritrovo a essere spaventata al pensiero. Perché Sabrina rischia di far venire a galla quello che ho provato a sopprimere.
"No!" esclamo, con troppa foga e facendola sussultare. "Non dirlo. Lo sai che non è possibile!"
Sabrina arriccia le labbra in una smorfia, indispettita. "Lo sai meglio di me, Anita, Lucia stravede per voi due, e in casi delicati come questi, sarebbe sempre bene agire per il benessere del minore. Adesso che tu e Luca state insieme..." tenta di dissuadermi.
"Noi non stiamo insieme, non ancora almeno..." mormoro, mordendomi il labbro inferiore.
Lei rinsalda la presa sulle mie mani, accarezzandone il dorso. "Ma tu lo vuoi, no?"
"Certo!"
"Bene" mi sorride lei, cercando di spazzare via qualsiasi dissapore. "Tutto è possibile, Anita, ma tu pensa a quello che ho detto, ok?"
"Ok"
Quando vado via da casa sua, mi rendo conto di avere più dubbi di prima, e mi viene da pensare che, adesso, l'unica certezza che ho, sia di voler stare con Luca.

Arrivo nel pomeriggio al lavoro e avverto da subito il desiderio di vederlo, ma Luca è impegnato e mi ritrovo a dover desistere dalla mia voglia di correre da lui. Così raggiungo il mio spogliatoio, intenzionata a cambiarmi e assolvere le mie manzioni. Da quando Visconti ci ha riunito nel suo studio, l'attenzione su di me sembra essere calata inesorabilmente. Forse, mi viene da pensare, hanno trovato qualcun altro da bersagliare. E, quando entro nello spogliatoio, ci pensa Arianna a mettermi al corrente di cosa sta succedendo.
"Ehi" la saluto, mentre si allaccia le scarpe.
Nella stanza sono rimaste solo alcune delle nostre colleghe, che si voltano curiose verso di noi, con lo scopo di origliare la nostra conversazione. "Ciao, Anita" replica lei con un sorrisone, saltando in piedi.
Mi ritrovo ad ammirare la sua esuberanza, perché Arianna sprizza sempre gioia da tutti i pori; è solare, divertente, non si prende mai sul serio e ogni volta che lei mi è accanto, vorrei mi regalasse un briciolo della sua spensieratezza.
Dopo esserci strette in un piccolo abbraccio, ci dirigiamo entrambe ai nostri armadietti, dove mi premuro di riporre i miei effetti, indossando il mio camice.
"Sai..."proferisce lei, appoggiandosi al suo armadietto, mentre mi sistemo le pieghe della mia divisa.
"Credo proprio che quel discorso ci volesse. Giorgio si è innemicato parecchia gente qui dentro per il suo sentirsi potente e importante. Ma non credo che adesso avrà vita facile" mi confessa con una certa soddisfazione nello sguardo.
Mi volto nella sua direzione, corrucciando la fronte.
Arianna sbuffa una risatina, roteando gli occhi al cielo. "Menomale che ci sono io a metterti al corrente di tutto, Anita" mi prende in giro, colpendomi scherzosamente alla spalla.
"Comunque" aggiunge, quando le poche ragazze rimaste, escono dallo spogliatoio e possiamo parlare liberamente. "Giorgio non se la sta passando bene, pare che si stiano rivalendo su di lui. Gli sta bene!"
Dopo quello che mi ha fatto, la paura che mi provocava la sua sola vicinanza, mi ritrovo ad arricciare le labbra in una smorfia. Nonostante mi venga pensare che Giorgio si meriti davvero tutto questo, perché le vessazioni nei suoi confronti sono la causa dei suoi comportamenti, sento che non possa gioirne. Perché ho subito sulla mia pelle cosa significa essere derisa e insultata e non augurerei a nessuno di patire lo stesso trattamento, anche se si tratta del mio peggior nemico. Non è questa la punizione che si merita e soprattutto questo va solo ad alimentare un forte clima di astio.
Arianna deve accorgersi che sia contrariata perché torna a parlarmi con tono serioso.
"Non fare quella faccia, Anita. Giorgio, dopo quello che ti ha fatto passare, non si merita la tua compassione" mi reguardisce. Poi, richiude l'anta del suo armadietto, dietro di sé, facendomi intendere che non sia intenzionata a continuare l'argomento.
"La mia non è compassione" le faccio notare, indispettita, voltandomi nella sua direzione,"ma mi hanno insegnato che non devi fare agli altri, quello che non vorresti fosse fatto a te"
Poi, senza aspettare una sua risposta, esco dallo spogliatoio.

La mia giornata lavorativa non è stata propriamente tranquilla, me ne sono resa fin da quando Visconti mi ha chiamato accanto a sé, affinché lo seguissi nel giro delle visite. Mi ha trattata come una studentessa alle prime armi, assillandomi con le sue domande riguardo alle patologie affrontate.

"Cos'è una broncopolmonite, a che età si manifesta, come si diagnostica, qual è il protocollo da praticare e così via..."
Mi sono sentita messa sotto pressione e, nonostante abbia risposto in modo esauriente a tutte le sue domande, lui non sembrava mai pienamente soddisfatto.
Quando, poi, mi ha permesso di tornare a svolgere le mie azioni quotidiane, ha messo su un sorriso impertinente.
"Complimenti, dottoressa, vedo che ha fatto i compiti" ha ammesso, come se volesse prendersi gioco di me.
Così, senza fargli notare che fossi stizzita dal suo comportamento altalenante nei miei confronti, ho replicato con un sorriso di circostanza e me ne sono andata.

"Non prendertela, tesoro" cerca di rassicurarmi Maria, al mio fianco. "Lo sai com'è fatto. Il dottor Visconti è un tipo orgoglioso, gli riesce difficile ammettere che sia soddisfatto di qualcosa o di qualcuno".

Rilascio uno sbuffo, pensierosa. "Sì, lo so, lo so. Ma dopo tutto lo sforzo e il lavoro di queste settimane, speravo di essere riuscita a riconquistare la sua fiducia, almeno un minimo. Ma ho paura non accadrà mai" le confesso, abbassando lo sguardo.
Forse non dovrei perdermi tanto d'animo, ma mi rendo conto che dopo tutto quello che è successo, vengo davvero a patti con quanto il mio rapporto con Visconti sia cambiato. E sapere di non leggere più nei suoi occhi quella sorta di stima che ero riuscita a guadagnarmi, mi rende agitata.
"Ehi" Maria appoggia le sue mani sulle mie spalle, invitandomi a portare lo sguardo su di sé, che mi sorride comprensiva. Mi viene da pensare che sia sempre dolcissima con me e non posso che sentirmi fortunata.
"Anita, le debolezze fanno parte di noi, non dovremmo vergognarci di mostrarle. Ma io lo so che sei un ottimo medico e lo sa anche lui, anche se adesso è ancora un po' risentito nei tuoi confronti". Le sue dita rinsaldano la presa su di me, prendendo ad accarezzarmi le spalle. "Non lasciare che questo ti butti giù, ok? Vedrai che i tuoi sforzi verranno ricompensati".
Le dedico un sorriso, cercando di nascondere alcune lacrime che minacciano di venire fuori, e annuisco.
"Grazie, Maria".
Lei mi fa un occhiolino, prima di tornare a camminare al mio fianco.
Senza che me ne renda conto, mentre raggiungiamo la sala comune, mi sento spintonare fortemente e la vicinanza di Maria si rivela essere proficua affinché ritrovi l'equilibrio. Sbatto gli occhi ripetutamente, mentre la mia amica continua a mantenermi accanto a sé.
"Ehi, sta più attento!" strepita Maria, alterata, verso colui che mi ha colpita.
La sorpresa invade i nostri visi, quando la persona chiamata in causa, si volta nella nostra direzione, rivelandoci lo sguardo preoccupato di Giorgio.
Il respiro mi si mozza in gola, mentre mi rendo conto che, per la prima volta, nei suoi occhi non legga altro che paura. Sembra che stia scappando da qualcosa e che sia arrabbiato con se stesso dal modo in cui le sue dita si artigliano.
Lui lascia vagare il suo sguardo su di noi, che lo osserviamo corrucciate, poi fa un passo indietro.
"Scusa..." borbotta, prima di allontanarsi, fugacemente.
E mi viene da pensare che non l'abbia fatto a posta, il suo gesto è stato davvero casuale.
Così mi volto a guardare Maria, che sembra condividere il mio stesso scetticismo ed entrambe ci lasciamo andare a una alzata di spalle.
Il bersaglio, adesso, è lui...

Mi richiudo la porta dello spogliatoio, sospirando e appoggiando una mano altezza del collo, cercando di allentare la tensione accumulata durante il giorno. Mi rendo conto che non abbia visto Arianna per l'intera giornata e un po' mi dispiace aver avuto quella sorta di battibecco con lei e che non ci sia stato il tempo di chiarirci. Ma ci penserò domani.

Luca mi aspetta accanto all'ascensore, e improvvisamente quando i miei occhi si posano su di lui, tutte le ansie sembrano scemare. Ha il potere di farmi sentire serena con un solo sguardo.
Così corro da lui, scalpitando all'idea di averlo vicino, e Luca un po' si stupisce della smania con la quale le mie dita si artiglino al suo giubbotto, ma prende a stringermi più forte a sé, inspirando sul mio collo. Avverto ogni fibra del mio corpo sciogliersi sotto il suo tocco.
Chiudo gli occhi, inebriandomi del suo profumo e lasciando che la mancanza avvertita per tutto questo tempo, si appiani sempre di più.
Io ti stringo, Luca, e sento che non vorrei mai lasciarti...
"Ho una sorpresa per te..."mi sussurra, poi, mantenendo la sua presa salda su di me.
Mi ritrovo ad innalzare lo sguardo verso di lui, scrutandolo incuriosita.
Così lui sbuffa una risata, ritornando a guardare me e solo me.
"Sono riuscito a farti concedere il pomeriggio libero per domani" mi fa presente, arricciando le labbra in un sorriso che lascia trapelare tutta la sua eccitazione.
"Ma, ma...come sei riuscito a convincere Visconti. Lui cosa sa?" gli annuncio tutti i miei dubbi.
Luca fa scontare le nostre fronti, trovando divertente il mio sproloquiare e prende ad accarezzarmi una guancia, teneramente.
"Visconti sa tutto, Anita. Non riuscivo a nascondergli di noi, e gliene ho parlato" mormora con un certo orgoglio.
Non posso fare a meno di corrucciare la fronte, arricciando le labbra in una smorfia. Non so fino a che punto questa confessione possa essere producente, soprattutto per me.
"Pensi sia un bene lui sappia?" gli chiedo.
Luca rotea gli occhi al cielo, senza però nascondere una risatina. "Fino a quando avremmo potuto tenerlo nascosto? E poi, Alfredo si era già reso conto da tempo ci fosse qualcosa, sai?"
Annuisco, nonostante non mi senta pienamente convinta. Forse è per questo che stamattina si è comportato così con me. Luca però fa in modo che i nostri sguardi si ricontrino, cercando di infondermi una certa rassicurazione. Così, mi arrendo all'evidenza che possa avere ragione.
"E poi gliene ho parlato per un buon motivo..." aggiunge, prendendo a parlarmi con un tono basso, avvicinandosi alle mie labbra con fare suadente.
Poso lo sguardo sulla sua bocca a un palmo dalla mia e mi rendo conto che, adesso, ogni paranoia sia andata via, lasciando spazio a un'alterazione dei sensi.
"Quale motivo...?" gli chiedo, deglutendo a fatica.
Luca ridacchia, colmo di soddisfazione. "Il nostro appuntamento, no?" mi fa presente, mostrandosi fintamente allibito dalle mie parole.
Un piccolo sorriso affiora sul mio viso, mentre abbasso lo sguardo.
"Il nostro appuntamento..." sussurro, quasi come se volessi convincermene io stessa.

Non vedo l'ora...

ANGOLO AUTRICE:

Buon pomeriggio a tutti! :)
Sono stata brava, anche questa volta. Ammetto che non avessi intenzione di aggiornare, soprattutto perché fino a stamattina il capitolo non era ancora concluso. Mi rendo conto che, rispetto agli altri, sia molto più corto, ma ho voluto fosse così. E se pensate che non succeda niente di che, vi sbagliate, quello che avete letto serviva a introdurre eventi che accadranno in breve tempo. Nel prossimo, finalmente direi, leggeremo del famoso primo appuntamento e sarà quasi interamente dedicato a questo. Quindi, lascio a voi i quesiti: come pensate sarà? Dove avrà intenzione di portarla Luca? E voi siete più tipi da cose semplici ma sorprendenti o preferiti posti chic dalla cucina raffinata?
In ogni caso, il mistero sarà svelato presto. Stay tuned! Io non vedo l'ora e voi?
Intanto ci tengo a ringraziare enormemente chi segue la storia, chi recensisce, e chi l'ha inserita nelle sue liste. Mi rendete felicissima, davvero, continuate così!
Voglio informarvi che la stesura del prossimo capitolo mi porterà via un po' di tempo in più, quindi nel caso non riuscissi ad aggiornare, sapete il perché.
Vi abbraccio forte, alla prossima!

Ps. passate a leggere le altre storie della serie, se vi va ;)

  
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