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Autore: Mahlerlucia    12/04/2019    5 recensioni
[Kamisama no Uroko]
{Questa one-shot partecipa alla challenge “All monsters are human, all human are monsters” ideata dal gruppo Facebook “Boys Love – Fanfic & Fanart's World”}
Le cose sono unite da legami invisibili. Non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella.
(Galileo Galilei)
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Furry, Spoiler!
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Questa one-shot partecipa alla challenge "All monsters are human, all human are monsters Challenge " del gruppo Facebook

Boys Love - Fanart & Fanfic's World




Fandom: Altri manga/anime fantasy
Manga: Kamisama no Uroko
Autrice: Meguru Hinohara
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico, Furry
Personaggi: Chiharu Izunome, Rin (drago, dio delle acque)
Tipo di coppia: Shonen-ai

Prompt utilizzato: Personaggio umanizzato





L'essenziale

 

 


C'era una volta un anziano contadino preoccupato per le condizioni in cui versava il suo raccolto a causa della siccità.
Un giorno l'uomo incontrò un serpente bianco e, quasi per gioco, gli fece una proposta:

Se riuscirai a portare un po' di pioggia nelle vicinanze, ti darò in sposa mia figlia.”

In un battito di ciglia, il serpente si tramutò in un enorme drago d'argento e riuscì a provocare un violento temporale capace di rinfrescare l'intero villaggio.
Quella stessa sera, il drago comparve al cospetto dell'umile abitazione del contadino.

Come mi avevi promesso, sono venuto a prendere mia moglie”, disse.

L'uomo mantenne la parola data e, seppur a malincuore, consegnò sua figlia a quel generoso essere mitologico.
Ottenuta la sua ricompensa, il drago caricò la ragazza sulla sua schiena e volò via, nell'oscurità.



Qual è il finale di questa storia?

 

***

 

Mentre il mondo cade a pezzi
Mi allontano dagli eccessi e dalle cattive abitudini
Tornerò all’origine...

 

Tornare alle origini non è stata di certo la migliore idea che la tua mente potesse partorire, ma non hai potuto fare altrimenti. Da tempo, oramai, avvertivi la necessità di comprendere cosa stesse accadendo nel profondo della tua anima. Dinnanzi alla blanda osservazione altrui, sembrava che tu stessi vivendo il periodo più fortunato della tua vita, tra fama improvvisa, richieste di ogni genere e riconoscimenti letterari.
Difatti, il tuo romanzo sta ottenendo un successo che non avresti mai immaginato, ma che non riesci a considerare come totalmente meritato. Hai ottenuto il primo posto alla centoquattordicesima edizione del premio letterario nazionale nella categoria 'miglior scrittore esordiente dell'anno'. I giornali e le televisioni mostravano continuamente il tuo volto, ma senza mai sottolineare quanto i suoi tratti apparissero sempre più spenti ed accondiscendenti.
Le recensioni alla tua prima opera su carta non si sprecavano e si dividevano equamente tra pareri positivi ed opinioni neutre o ipercritiche. Ma eri arrivato ad un punto tale che nemmeno t'importava più di tanto leggerle, dato che molte di esse si basavano su meri gusti personali e non sulla reale qualità del testo o della trama.
Con il passare delle settimane, la definizione di Sensei stava cominciando a diventare un fardello sempre più difficile da sostenere sulle tue giovani e fragili spalle.

Tsukasa e Yuri sono rimasti gli stessi amici di un tempo. Nonostante avessi continuato a mantenere vivi i contatti con loro durante la tua permanenza nella capitale nipponica, ti erano davvero mancati da morire.
In fondo, avevi condiviso i tuoi giochi e i tuoi infiniti spazi verdi con loro per anni. I vostri migliori anni.
Ma ora che gli eventi principali delle vostre vite hanno fatto il loro naturale corso, le cose sono decisamente cambiate.
Tsukasa ha ottenuto un buon posto di lavoro presso il municipio. Non che ci volesse molto, a detta sua. In un piccolo paese di montagna, la cui popolazione era composta prevalentemente da ultrasessantenni, non c'è molta possibilità di restare senza un impiego che richiedesse prontezza, dinamicità e disponibilità continua.
Yuri è tutt'ora una meravigliosa madre ed una moglie nostalgica ed apprensiva. Kouta era appena un infante l'ultima volta che l'avevi visto, prima di partire per Tokyo per intraprendere gli studi universitari. Ora frequenta l'ultimo anno di scuola primaria ed è già in grado di muoversi per le strade del piccolo villaggio in completa autonomia. Anche lui, nonostante la tenera età, cerca di fare quel che può per stare vicino alla sua adorata Kaa-san, dilaniata dall'assenza di un padre perennemente fuori sede per lavoro.

Il paese è rimasto pressoché lo stesso rispetto all'ultima volta in cui ci avevi messo piede, ben otto anni addietro. Poche automobili, tanti piccoli negozi indipendenti, villaggi costituiti da un perfetto allineamento di tradizionali nōka. Il tutto circondato da un paesaggio naturale incontaminato e da una moltitudine di creature lasciate libere lungo i sentieri che conducono alle località meno contaminate dalla pressante presenza umana.
Ricordi ogni dettaglio, ogni profumo, ogni colore. Le sfumature con le quali si dipinge il cielo nella prima parte della sera ti riconducono alla quotidianità e alla calma delle storie raccontate dalla tua dolce Baa-chan. Molte di esse erano leggende, altre erano estratti di alcune delle trame a cui stava lavorando. Tua nonna, di fatto, era una famosa ed instancabile scrittrice di racconti e romanzi di svariati generi. Nelle sue opere non mancavano mai quel pizzico d'ironia e quel tocco dato da elementi sovrannaturali che lasciavano trapelare la sua venerazione per le storie che si tramandavano di generazione in generazione. Il rumore della sua penna stilografica che scorreva liscia sulla carta, era uno di quei particolari che ti permetteva d'intuire con piacere di essere finalmente giunto a casa, al sicuro, al riparo da chi non era in grado di far altro che maltrattarti e giudicarti. Varcata la soglia della tua umile dimora, non c'erano più quegli odiosi bulli pronti a prenderti in giro per il tuo fisico esile e per la tua spinosa situazione familiare. Quei mocciosi, sovente, erano arrivati ad insinuare assurde motivazioni legate all'assenza dei tuoi genitori, pur non sapendo realmente nulla al riguardo. Ma nemmeno tu sei tutt'ora a conoscenza delle cause che hanno portato alla definitiva sparizione di coloro che ti avevano messo al mondo.
Io non ho bisogno di una famiglia, non ne ho mai avuta una e non ne ho mai sentito la necessità.

E con il passare del tempo, anche tua nonna ti aveva lasciato solo.
La vecchiaia, insieme all'artrite che l'aveva colpita negli ultimi anni di vita, se l'erano portata via in men che non si dica. Il destino era stato talmente meschino nei vostri confronti da decidere di venire a prendersela nel corso di una serata in cui tu non potevi essere al suo fianco a causa del lavoro. Un impiego per una casa editrice per il quale avevi dovuto sputare sangue, fino al momento in cui sei riuscito ad ottenere la tua rivalsa grazie alla pubblicazione della tuo primo romanzo d'autore.
Da allora, non è passato un solo giorno in cui tu non ti sia maledetto per non aver iniziato a scrivere qualcosa d'importante prima della morte della tua adorata Baa-chan. Di sicuro lei si sarebbe prestata volentieri a darti una mano elargendoti saggi consigli per permetterti di raggiungere un costante miglioramento in fase di stesura.
Chi meglio di lei poteva farlo?
Scusami nonna, so di averti lasciata sola negli anni più difficili della tua esistenza. Non me lo perdonerò mai, mai!

Il tuo ritorno al villaggio è stato considerato da tutti – te compreso – come una tranquilla pausa rigenerante, utile soprattutto per ritrovare quell'ispirazione creativa che latita da qualche tempo tra i tuoi pensieri. Uno svago da quel momento di stasi mentale nel quale stai avvertendo apertamente di essere divenuto l'ombra di te stesso, il pallido ricordo di quello che eri stato il giorno che salisti su quel treno, decidendo di lasciarti tutto alle spalle.
Un fossile che da tempo sta sostituendo la sua reale essenza umana, come oramai sei abituato a definirti.
Uno scorcio di vita nel quale la felicità pare essere diventata un'emozione effimera, se non completamente irraggiungibile.
Un lasso di tempo in cui stanno avvenendo cose neanche lontanamente immaginabili.
Draghi, spose, dèi, 'gente' dai connotati alquanto scombussolati...

Tokyo era diventata soffocante, aberrante, pretenziosa... praticamente invivibile per la tua salute mentale.
I colleghi ti cercavano esclusivamente per un loro personale tornaconto: per portare a termine un lavoro che autonomamente non erano in grado di svolgere o per chiederti – addirittura – di sostituirli laddove non riuscivano. Nessuno di loro aveva mai avuto tempo per sedersi a prendere un caffè assieme a te, nemmeno per cinque dannatissimi minuti. Nemmeno uno, tra loro, aveva voluto soffermarsi a constatare quanto fosse eloquente il tuo bisogno di affetto e comprensione e quanto esso trasparisse come acqua limpida dai tuoi occhi celesti, me apatici.
Non avevi potuto far altro che cercare di ritrovare la calma e la spensieratezza del passato, la saggezza e la lucidità delle parole di chi ti aveva voluto bene veramente, specie durante la tua infanzia.
Il pensiero volava inevitabilmente alla tua tutrice e a tutto quello che aveva fatto per te quando eri solamente un bambino capriccioso e ribelle; ma anche debole e terribilmente delicato.
A quei tempi non avevi ancora una chiara idea di cosa fosse un vero e proprio manoscritto, nonostante il mestiere fosse di casa. Ma la florida fantasia che traspariva dai brevi racconti che stilavi nei temi in classe – e i conseguenti ottimi risultati elogiati dai tuoi insegnati – rappresentarono un ottimo spiraglio di vocazione per la professione futura.
E tu lo avevi compreso fin da subito, Baa-chan.

 

“Vedi Chiharu... Non conoscere il finale della leggenda del drago e della sua promessa sposa, non la rende ancora più interessante ai tuoi occhi? In questo modo, puoi sempre provare ad immaginare tu stesso il loro destino.”

“Immaginarlo?! Non lo so, Baa-chan... forse la moglie avrà tagliato la testa al drago e sarà scappata via? O forse i due avranno vissuto una romantica e noiosissima storia d'amore? Chissà!”

“Già, chissà. Ma se dipendesse da te, mio piccolo Chiharu, quale genere di finale daresti alla loro storia?”

“...”

 

Perché non ti aveva mai rivelato dei suoi trascorsi con quella strana creatura che non stava facendo altro che tormentarti l'esistenza da quando l'avevi incontrarla per la prima volta in stazione?
Perché le aveva fatto una promessa del genere senza consultarti, senza mai premurarsi di domandarti se fossi d'accordo o meno?
Ma soprattutto, perché stai dando tutto questo credito alle parole di quello sconosciuto indemoniato?

 

***

 

Mentre il mondo cade a pezzi
Io compongo nuovi spazi e desideri che
Appartengono anche a te...

 

I primi raggi di sole stanno facendo capolino nella tua stanza. Stropicci gli occhi in segno di rifiuto per l'arrivo di quella nuova giornata. Urara si lamenta appena, stiracchiando le zampe e tornando subito dopo ad appallottolarsi ai tuoi piedi. Nemmeno lei vuole saperne di alzarsi e ricominciare ad affrontare il mondo.
Certo, il piccolo villaggio della tua infanzia non può essere paragonato all'immensità caotica di Tokyo, ma far ritorno alle origini ti sta portando più grattacapi di quanto potessi arrivare a pensare ancor prima di decidere di prendere il treno. La quiete a cui tanto avevi puntato, non ne vuole proprio sapere di fare la tua conoscenza. Piuttosto, aveva deciso di mandarti alcune tra le sue sostitute più indegne: l'inquietudine, la confusione ed il senso di colpa.

Come ci sei arrivato fino a questo punto?
Ancora non sapresti darti una risposta che corrisponda minimamente alla verità e ogni più piccolo sforzo che promuovi con questa finalità non fa altro che procurarti ulteriore dolore all'anima. Non è facile, per niente.
Come potevi spiegargli una cosa del genere? Con quale pretesa quello sconosciuto voleva tirare fuori dei sentimenti che ancora erano incubati dentro di te alla fase embrionale? Come si poteva essere tanto spicci ed egoisti con una persona che considerata come un proprio amico?

Ti metti a sedere su quello scomodo materasso e afferri un lembo della coperta con entrambi le mani. Non ti rendi nemmeno conto di quanto forte tu stia stringendo. Le tue nocche, oramai divenute bianche, arrivano improvvisamente ad inumidirsi.
Calde lacrime di rammarico stanno solcando le tue guance, passando persino lì, dove solo poche ore prima colava una gran quantità di sangue. Di quella ferita non era rimasta più alcuna traccia. Così come dell'enorme graffio che aveva permeato sulla tua schiena.
Rin aveva fatto sparire ogni traccia dell'aggressione che avevi subito il giorno prima. Era riuscito a cancellare i segni fisici di quel vostro difficile rapporto, ma non di certo quello che ne era conseguito all'interno dei vostri cuori in tumulto.
 

“Chiharu-dono, va tutto bene. Non ti devi preoccupare per me.”


No, non è assolutamente così! Non può essere così! Non dopo quello che ti ho fatto...
Esserti sentito respinto aveva avuto il potere di risvegliare in te vecchi dispiaceri e, allo stesso tempo, di portarti verso nuove consapevolezze alle quali non pensavi di poter arrivare così repentinamente.
La solitudine con la quale avevi convissuto per interi decenni, ora, sembra essere diventata la tua peggiore nemica. La giusta ricompensa per la freddezza che avevi dimostrato nei suoi confronti.
Avresti potuto provare a dire qualcosa dinnanzi alla pretenziosa domanda di quella volpe indemoniata, tentare di giustificare i tuoi sentimenti, per quanto essi siano ancora acerbi ed ignoti al tuo stesso cuore.
Ma allora perché? Per quale motivo senti la tua anima dilaniarsi sempre più? Perché la distanza che Rin ha posto tra di voi risulta essere così dolorosa?

 

“Rin-sama, perché non hai subito preso questo umano e non lo hai sacrificato a dovere portandolo nella tua dimora?”

“Chiharu-dono non deve sacrificarsi per me! Lui, per me, è la persona più importante al mondo. Voglio amarlo ed essere amato a mia volta, come è giusto che avvenga all'interno di un matrimonio felice. È proprio per questo che sono disposto ad aspettare la sua volontà.”

“La sua volontà? Un matrimonio felice? Sei sano Rin-san? Questo umano non verrà mai al centro della sorgente insieme a te. Non riuscirà mai a ricambiare i tuoi sentimenti! Ma non te ne accorgi? Gli umani crescono nella paura e tendono a scappare via. È sempre stato così! E questo succede perché tu non sei uno di loro, tu sei un dio! Con i tuoi poteri susciti in loro brividi e sdegno! Ti basterebbe sfiorarlo per lasciargli immediatamente brutti segni e ferite importanti. Considerando tutto questo, saresti davvero in grado di amarlo?! Non diciamo sciocchezze! Più che amarlo finirai per ucciderlo...”

“Se sei suo amico non dovresti dire queste cose, Tenko! Io non ho mai provato né paura e tanto meno il desiderio di fuggire lontano da Rin! Non spetta a te prendere decisioni sui desideri altrui...”

“Umano, mi stai dicendo che tu ami Rin-sama?”

“... Eh?”

“Non importa quanto sarà disposto a corteggiarti. Non contano le tenerezze che metterà in pratica per cercare di conquistarti o le dolci parole che ti dirà: Rin-sama non è un essere umano come lo sei tu! Secondo la leggenda del drago e della sua sposa, il suo compito sarebbe stato quello che di sottrarti alla tua vita umana per portarti con lui nelle profondità della sorgente in cui vive. Se davvero non hai paura di lui e non ha intenzione di scappare, saresti disposto ad accettare un sacrificio di questo genere per lui? Lasceresti l'esistenza mortale a cui sei abituato per amore di Rin-sama, fino a seguirlo nelle profondità delle acque di cui lui solo è il dio indiscusso?”

“Io... Io...”

“Come pensavo! Non puoi!”

No! Non è così... ti sbagli. Tu non sai nulla di noi. Taci e ringrazia che ti abbia già perdonato per quello che mi hai fatto e, soprattutto, per il male che stai facendo a Rin!

 

Il ricordo di quelle parole, di quelle domande dirette quanto indelicate, s'insinua tra i tuoi pensieri con la stessa delicatezza con la quale un martello pneumatico si prepara a perforare il solido asfalto di una strada cittadina dissestata.
Non era mai stato facile per nessuno leggere all'interno di quella matassa aggrovigliata che sono i tuoi sentimenti, nemmeno per te. Sei sempre stato capace di affezionarti alle persone con una facilità disarmante; la stessa che poi mettevi in pratica ogniqualvolta le tue aspettative verso gli altri venivano puntualmente deluse.
Ma ora è diverso. Non sono gli altri ad aver sbagliato nei tuoi riguardi. Sei tu. L'unico colpevole, l'unico Giuda in grado di prendersi gioco della creatura più pura ed innocente che avessi mai avuto la fortuna di conoscere. E non riesci a perdonartelo, così come non hai la forza necessaria per poterti liberare da quel tormento interiore che pensi di esserti sinceramente meritato. Ad ognuno la sua condanna, com'è giusto che sia.

Prima mi abbracci, poi mi rigetti in quel modo. Perché? Cosa vuoi da me, Rin-san?
Non hai ancora il coraggio di alzarti dal caldo e confortevole rifugio in cui si è tramutato il tuo letto. Come il più vile tra i vigliacchi.
Non riesci ancora a dare una spiegazione accettabile alla tua attuale reazione. Riconosci solo che tutta questa dannata situazione ti sta destabilizzando completamente, come una foglia secca in preda ad un'imprevedibile tempesta.
Rimugini sulle parole che non hai avuto il coraggio di tirar fuori di fronte all'arrogante insistenza di Tenko.
E pensare che quella volpe si vantava di essere persino suo amico. Come minimo, gli mancano le basi fondamentali per poter comprendere appieno il concetto di amicizia e rispetto reciproco.
Ma tutto ciò non ti permette di esularti dalla tua abbondante porzione di responsabilità. Avresti potuto difenderlo, dire la tua... o, quantomeno, provare a dare una risposta di senso compiuto. Non tanto per dimostrare a quell'odioso animale di essere in grado di tenergli testa. Di questo t'importava ben poco. Avresti dovuto farlo per lui, solo ed esclusivamente per lui! Per rispetto nei confronti della sua lealtà e dell'affetto che ti ha dimostrato sin dal vostro primo incontro. Un disastro ultraterreno capace di mettere – finalmente – un po' di brio nella tua tenue esistenza.
Perché Rin rappresenta esattamente quella tempesta necessaria dopo un lungo periodo d'effimera quiete che si stava portando via ogni grammo della tua spensieratezza e della tua vitalità. Acqua fresca sulla tua terribile siccità interiore.
Persino la tua dolce Baa-chan se n'era resa conto anni addietro, quando non eri nient'altro che un infante soppresso dall'irriverenza altrui.
 

“... Se dipendesse da te, mio piccolo Chiharu, quale genere di finale daresti alla loro storia?”
 

Alla 'nostra' storia, semmai.
Baa-chan, hai qualche suggerimento da lassù?

 

***

 

Sostengono gli eroi
“Se il gioco si fa duro, è da giocare”...

 

Affrontare la questione con Inarigami ti aveva fatto solamente bene. Quell'arzilla vecchietta ha un modo di vedere il mondo decisamente colorito, soprattutto se si considerano gli anni che si porta sulle spalle. Sembra non volersi rassegnare mai alle superflue difficoltà della vita, specie se queste riguardavano le debolezze degli esseri umani.

 

“Inarigami-sama, non sembra anche a te che Rin-san mi stia totalmente evitando? Sarà sicuramente arrabbiato con me perché non ho saputo rispondere alla domanda posta da Tenko...”

“Oh, sono terribilmente dispiaciuta del fatto che una delle mie volpi abbia causato una rottura così importante tra te e il dio dell'acqua. Non è di certo facile poter contestare a parole dirette come quelle pronunciate da quella lingua biforcuta di Tenko.”

“Sì, ma mi spiace comunque averlo ferito in quel modo.”

“Aaah! Non sarà di certo facile rimettere le cose a posto, ma io sono fatta così e sostengo che a tutto ci può essere un rimedio! Pensa ragazzo, il dio dell'acqua è nato da una piccola leggenda contadina tramandata oralmente di generazione in generazione e necessita di avere continuamente contatto con gli esseri umani. Ha trovato in te la sua sposa, senza considerare il fatto che tu in realtà sia un ragazzo. Noi non badiamo a questi dettagli quando ci sono di mezzo i sentimenti!”

“Eh?”


“Per quanto tu possa rigettare la sua richiesta di vivere per sempre insieme, Rin-san resterà per sempre legato a te. Non trovi che continuare a fare tutta questa opposizione sia doloroso anche per te?”

“Io... Io, non lo so. Cosa gli succederà se io dovessi rifiutare il suo corteggiamento definitivamente?”

“Beh... Probabilmente andrebbe in cerca di un'altra papabile moglie. Lo deve fare per poter sopravvivere. È questo il senso della sua esistenza: amare ed essere amato! Niente di più e niente di meno.”

 

Non puoi far altro che andare a cercarlo di persona per parlargli apertamente.
Percorri due volte la strada che collega la tua abitazione al centro del villaggio; lo cerchi nei suoi luoghi natali, ma senza successo alcuno.
Solamente quando ritorni a casa, i guaiti di Urara riescono a farti finalmente intuire la presenza di qualcuno sul tetto della tua tradizionale abitazione. Il suo kimono color glicine è diventato il suo segno distintivo, assieme a quei folti e morbidi capelli bianchi che avevi anche avuto il piacere di poter lavare con le tue stesse mani.
I suoi occhi, di un giallo-verde acceso, fissavano il cielo limpido di quella tarda mattinata d'inizio primavera, totalmente avvolti dalla nostalgia più funesta e dai pensieri più contorti. Ogni rimasuglio della sua intraprendenza e della sua spontaneità sembra essere sparito insieme alle sue tenaci speranze. E tutto a causa di quello che era accaduto il giorno prima alla fonte.
Cosa ne sarà di te ora? Cosa ne sarà di me, senza te?

Nonostante la tua palese acrofobia, decidi di raggiungerlo con l'aiuto di una vecchia scala di legno utilizzata dagli operai inviati da Inarigami per aiutarti a sistemare quello che era rimasto del tuo appartamento.
Lo chiami a gran voce e per qualche istante riesci persino a non dare peso all'incredibile altezza che sei riuscito a raggiungere.
Rin ti accoglie con un sorriso caldo, generoso e, allo stesso tempo, carico di dolore e rammarico. Ti aiuta a cercare il tuo precario equilibrio su quelle tegole traballanti e ti invita a sederti proprio lì, accanto a lui.
Rimanete in silenzio per istanti che appaiono molto più lunghi rispetto a quelli che sono nella realtà. In quell'imbarazzante frangente tenti più volte di avviare una conversazione, in modo da poter trovare il prima possibile le parole più idonee per cercare di giustificare il tuo brusco comportamento.

Senti le sue dita curiosare tra la stoffa del colletto della tua camicia e sobbalzi, sorpreso al culmine dell'ennesima crisi esistenziale. Ti volti e ti ritrovi a tu per tu con il suo candido viso illuminato da uno splendido – e sincero – sorriso di conforto. Ti mostra un fragile oggetto racchiuso tra il lieve contatto del suo pollice con il suo indice, cercando di motivare quel contatto che, inaspettatamente, aveva provocato un brivido freddo lungo la tua schiena. Di riflesso, porti una mano nel punto esatto in cui la sue dite dinoccolate hanno appena frugato, nel tentativo di recuperare il calore di quel flebile e fugace tocco che non ti saresti di certo aspettato in quella circostanza tanto confusa e delicata. Ma ti aveva fatto piacere; un incredibile ed immediato impulso di gioia.

 

“... Cosa gli succederà se io dovessi rifiutare il suo corteggiamento definitivamente?”

“Beh... Probabilmente andrebbe in cerca di un'altra papabile moglie...”

 

Ripensi alle terribili parole della dea delle volpi e non puoi far altro che distogliere il tuo sguardo dalle sue iridi chiare e splendenti. Nascondi il viso tra le ginocchia e cerchi di scacciare quel dubbio che, prepotentemente, si sta facendo largo nella tua mente. Ora non ti è davvero più possibile negarlo, soprattutto a te stesso: Rin-san è molto importante per te, probabilmente nella stessa maniera in cui tu lo sei per lui.
Troverà altrove la sua dolce metà... E sarà giusto così? È questo che vuoi, Chiharu?

“Scusami, dovrei togliermi il vezzo di toccarti in questa maniera così confidenziale. Ti ha dato fastidio, non è così?”

Le sue parole fanno scattare la tua tardiva reazione portandoti ad afferrarlo in malo modo per il maemigoro del suo kimono. Punti i tuoi occhi celesti nelle sue iridi di un colore quasi irreale, cercando di scovare ogni suo più recondito dettaglio interno. Non riesci più a sostenere l'idea che lui possa avercela con te, men che meno la convinzione di considerarsi poco più di un semplice fastidio dal quale desideri liberarti quanto prima.

“No, non è così! Non mi ha dato fastidio! Ti sbagli!”

Rin sgrana i suoi enormi occhi gravidi di sbigottimento. Di certo non si aspettava una reazione tanto concitata e sofferta da parte tua. Ti basta un attimo per percepire il suo desiderio di scoprire fino a che punto tu sia in grado di spingerti verso di lui, senza però forzarti a fare nulla che tu non voglia veramente.
Sta continuano a proteggerti, implicitamente, come solo lui sa fare.
Realizzi di aver forse esagerato distogliendo lo sguardo e staccando le tue dita nervose dalla pesante stoffa del suo impeccabile abito tradizionale. La fortuna vuole che tu non abbia uno specchio a disposizione per poter constatare con i tuoi occhi quanto tu ti sia lasciato vincere da quell'incredibile senso d'imbarazzo, tingendoti le guance di un rosso acceso.

“Voglio dire... Non andartene, per favore! C'è un posto di cui mi ha parlato Inarigami-sama e... Vorrei poterlo visitare insieme a te, se ti va...”

L'espressione di mero stupore che hai visto comparire sul viso del dio delle acque è stata più eloquente di qualsiasi risposta vocale di tipo affermativo. E in un attimo il tuo cuore si è riempito di gioia e di meritato sollievo.

 

***

 

 

E nel silenzio mio
Annullo ogni tuo singolo dolore

Per apprezzare quello che
Non ho saputo scegliere...

 

Le principali strade del villaggio limitrofo sono totalmente illuminate a festa. Ovunque vi giriate sono presenti luci, festoni, chōchin , bancherelle, piccoli chioschi di ogni genere e, soprattutto, tantissima gente.
Rin si comporta esattamente come un bambino di pochi anni all'interno di uno dei parchi divertimenti più rinomati al mondo. Ogni cosa ai suoi occhi appare come sfolgorante, sensazionale, mai vista o provata prima.
Per lui, che inizialmente non aveva idea di cosa fosse un comunissimo katsu sando, quella festività nipponica altro non è che un meraviglioso paese dei balocchi dentro il quale poteva perdersi per non tornare mai più alla tediosa realtà di tutti i giorni.

“È da un sacco di tempo che non partecipo ad un festival 'umano'!”

“Sono contento che ti piaccia!”

“Ah... Chiharu-dono, non ti dà noia stare in mezzo ad una folla così gremita?”

La sua premura. La costanza con la quale si è sempre mostrato attento e generoso nei tuoi riguardi. Quegli occhi che vegliano su di te, come una sorta di rifugio immaginario nel quale puoi sempre sentirti al sicuro.
Sorridi, abbassando leggermente lo sguardo.

“Va tutto bene, non ti preoccupare. Ora andiamo!”

 

… E torno a te,
che sei per me l’essenziale










 


 

Angolo dell'autrice

 

Ringrazio anticipatamente tutti coloro che avranno voglia di leggere e recensire questa mia ff. :)

Questa storia è tratta dal manga Kami-sama no Uroko di Meguru Hinohara, fortunatamente ancora in aggiornamento.
La storia è scritta al tempo presente, in seconda persona. Ma sono presenti anche molti flashback, oltre alla narrazione completa della leggenda da cui partono tutte le vicende esposte.
Il punto di vista è quello di Chiharu perché è quello su cui si basa principalmente la mangaka stessa.
In particolare, ho fatto riferimento ai capitoli dal 1° al 6°, gli unici attualmente disponibili in inglese e spagnolo.


Breve riassunto introduttivo alla trama di Kami-sama no Uroko:

Chiharu Izunome è un giovane scrittore alle prime armi che sta ottenendo un buon riscontro di pubblico in seguito alla pubblicazione del suo primo romanzo. Nato e cresciuto in un piccolo villaggio di montagna, non ha mai conosciuto i suoi veri genitori ed è sempre vissuto con la sua adorata nonna. È stata proprio quest'ultima ad infondergli la passione per la scrittura.
Chiharu si trasferisce a Tokyo per ultimare gli studi all'Università e per i diversi impegni lavorativi a cui l'attività di scrittore di successo lo costringe. Col passare dei mesi e degli anni, il ragazzo comincia ad avvertire un forte disagio e un continuo senso di costrizione, soprattutto in ambito lavorativo. Decide, quindi, di tornare al suo paese di origine per ritrovare l'ispirazione perduta per la stesura del nuovo manoscritto. Ed è proprio qui che accade l'imprevisto.
Chiharu incontra Rin, un ragazzo dai capelli bianchi e dagli ampi abiti tradizionali. Rin rivela di essere in attesa della sua 'sposa', ma ben presto intuirà che in realtà si tratta proprio dello stesso Chiharu. Difatti, seguendo l'antica leggenda del contadino che promette ad un serpente (in seguito divenuto un drago) la mano della sua giovane figlia in cambio di piogge utili a superare un grave periodo di siccità, la nonna di Chiharu aveva promesso la mano di suo nipote al giovane Rin, divenuto dio delle acque in seguito al favore concesso al contadino dell'antica leggenda.
In un primo momento Chiharu è totalmente incredulo e contrario a questa decisione presa da sua nonna, ma l'insistenza – mai forzata – di Rin, farà ben presto vacillare il suo fragile equilibrio emotivo.
Nello specifico, Chiharu verrà attaccato da una volpe (Tenko, amico di Rin) poiché quest'ultima non tollera il fatto che Rin stia perdendo tanto tempo dietro ad un umano che non ricambia i suoi sentimenti. Rin interverrà per proteggere Chiharu, ma i due verranno messi nuovamente alle strette dalle aspre parole della volpe. Fortuna che ci penserà la saggia Inarigami – dea protettrice delle volpi e degli esorcismi – a mettere in riga il petulante Tenko e a far ragionare Chiharu sui sentimenti che ancora non riesce a riconoscere dentro di sé.
Si attende la traduzione del settimo capitolo e la pubblicazione dell'ottavo per capire come proseguirà la trama. Diciamo che le 'anteprime' promettono mooolto bene! ;)


Piccole annotazioni:

  • La canzone che riporto in alcune parti del testo e da cui ho preso il titolo è L'essenziale di Marco Mengoni.

  • Tsukasa (maschio) e Yuri (femmina) sono due fratelli cresciuti assieme a Chiharu. Yuri ha un figlio di nome Kouta.

  • Urara (femmina) è il cane di Chiharu.

  • Kaa-san: appellativo affettuoso usato da un figlio per chiamare la propria madre.

  • Baa-chan: appellativo affettuoso usato da un/a nipote per chiamare la propria nonna.

  • Nōka: abitazione tradizionale giapponese tipica delle zone di campagna.

  • Maemigoro: pannello anteriore principale di un tradizionale Kimono.

  • Chōchin: lampada costituita da un telaio di bambù spezzato, su cui viene teso un foglio di carta di riso o della seta per proteggere la fiamma dal vento. 

  • Katsu sando: sandwich giapponese farcito con la cotoletta di maiale impanata o altre tipologie di carni.

  • Acrofobia: paura dell'altezza.

     

Ringrazio le mitiche amministratrici del gruppo Facebook 'Boys Love – Fanfic & Fanart's World' per avermi concesso la possibilità di partecipare alla loro meravigliosa challenge!  :)

A presto,

Mahlerlucia

   
 
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