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Autore: Kira Nikolaevic    12/04/2019    0 recensioni
Tutto ciò che Brylee Aelin Black vuole, è scoprire chi è e chi fossero i suoi genitori.
Sarà l'addozione da parte dei Malfoy ad aiutarla o l'arrivo della sua lettera per Hogwarts?
se vi va, scopritelo assieme a lei, rivivendo, per l'ennesima volta, o forse la prima, un'avventura di sette anni ad Hogwarts, vista dagli occhi di una Serpeverde.
Ebbene sì, gente! Purtroppo per voi, non sono ancora morta e sono tornata con un'altra nuova ff, su cui "lavoro" da anni. (Quindi, sì. Questa la finisco. Poco ma sicuro ;D)
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Voldemort
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Triangolo, Violenza | Contesto: Più contesti
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Chapter Three
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Diagon Alley

Era passato poco meno di un mese da quando Brylee aveva iniziato a vivere nel maniero dei Malfoy; in quelle poche settimane, Draco le aveva insegnato tutto quello che sapeva, partendo dal Quidditch e quindi da come volare su un manico di scopa, per arrivare a fatti importanti della storia della magia, Brylee venne quindi a sapere di questo famoso bambino sopravvissuto e che sconfisse inspiegabilmente l’Oscuro Signore. Lei, in cambio gli mostrò cosa aveva imparato all’orfanotrofio, o meglio alla Royal Ballet School. Insomma, in poco più di tre settimane Brylee recuperò le lacune di undici anni su quel nuovo mondo e sulla sua casata, ma, come Draco, aveva ancora tanto da imparare.
I due ragazzini, per quanto all’inizio a stento sopportassero la presenza l’uno dell’altra, legarono molto in tempo relativamente breve.
Ed ecco che giunse il giorno in cui dovevano andare a comprare il necessario per la scuola. In mattinata si ritrovarono tutti davanti al grande camino presente nella sala da pranzo.
“Non dobbiamo andare a prendere l’occorrente per la scuola? Che ci facciamo tutti riuniti davanti al camino?” chiese Brylee, non riuscendo a capire la situazione. Narcissa e Draco nascosero un sorriso davanti alla domanda stupita della rossa, solo Lucius rispose, con fare irritato.
“Per Merlino, ragazza! Un mese che sei in questa casa ma non sono ancora riuscito a toglierti questa tua insopportabile mentalità babbana!” disse per poi continuare con fare altezzoso “useremo la metro polvere, mi sembra ovvio!”. Narcissa le sorrise con gentilezza mentre iniziò a spiegarle come funzionava: bastava entrare nel camino con in mano una manciata di questa polvere e pronunciare distintamente il nome del luogo in cui voleva trasportarsi, in questo caso, il Paiolo Magico. Una volta raggiunto il camino di quello che a Brylee si presentò come un pub, i quattro percorsero il locale da una parte all’altra, Lucius e Narcissa davanti e Draco e Brylee dietro, per sbucare da una porticina di legno che dava su un piccolo spiazzo delimitato da un muro in mattoni. Lucius toccò due mattoni col suo bastone da passeggio e lentamente ogni mattone iniziò a girare su se stesso per aprire un arco che dava su una strada affollata. Brylee si stupì subito del fatto di non trovarsi più davanti ad una qualche strada nascosta di Londra, bensì davanti ad una via frequentata da soli maghi. La cosa meravigliò non poco la ragazzina, che appena varcata l’apertura del muro, iniziò a divorare con gli occhi tutto ciò che le passava sotto lo sguardo.
“Suggerisco di passare prima a prendere gli ingredienti base per pozioni, così Draco e Brylee possono andare a prendersi bacchette e divise, per fare più in fretta, che ne dici, caro?” chiese Narcissa al marito, il quale acconsentì, lasciando una manciata di Galeoni ad ognuno dei due ragazzini.
“Solo quello che c’è nell’elenco, intesi, Draco?” ammonì il figlio, più pronto che mai ad andare a comprarsi subito un manico di scopa nuovo di zecca.
 
“Propongo di partire dalle cose più noiose” propose Brylee non appena si furono congedati dagli adulti.
“Concordo” rispose saccente Draco. Mentre si incamminavano alla ricerca del negozio per poter comprare l’uniforme.
“Penso sia quello, Dra – disse Brylee dopo qualche minuto di camminata lungo la via, indicando l’insegna di un negozio “Madama McClan- abiti per tutte le occasioni, dice” continuò leggendo quanto scritto sopra la targa di legno. Draco annuì per poi incamminarsi verso l’entrata del negozio, seguito dalla cugina. Varcata la porta del locale, venne loro incontro una strega robusta, sorridente e vestita di color malva da  capo a piedi.
“Buongiorno, siamo qui per-“ iniziò a dire Brylee.
“Hogwarts, cari?” la interruppe l’altra strega. I due annuirono all’unisono. “Seguitemi, ho di qua tutto ciò che serve” disse facendo strada ai due giovani verso il retro del negozio. Li fece montare su due sgabelli e assieme ad un’altra strega, infilarono loro una tunica nera per la testa. Dopodiché iniziarono a prendere le misure per gli orli, puntando il tutto con degli spilli. Brylee finì prima di Draco, con le misure, dato che la tunica che aveva addosso le stava quasi a pennello ed era solo da accorciare sull’orlo e sulle maniche.
“Ecco fatto, cara.” Annunciò tutta sorridente Madama McClan, mentre l’aiutava a scendere dallo sgabello.
“Grazie – disse la ragazzina una volta pagato il tutto- io vado a prendere i libri di testo, Dra. Ci vediamo dopo qui fuori, va bene?” continuò rivolta al biondo.
“Hm-mh” confermò l’altro.
Mentre usciva dal negozio, Brylee per poco non andò a sbattere contro un ragazzino mingherlino, dai capelli mori e l’aria nervosa. Borbottò uno “Scusami”, andando dritta alla porta in vetro del negozio accanto, Il Ghirigoro. Una volta dentro non riuscì a credere ai suoi occhi per la quantità di libri presenti lì dentro. Ce n’erano talmente tanti da toccare anche il soffitto in certi punti, le librerie a muro erano stracolme e anche quelle arrivavano a sfiorare il soffitto. La rossa non poté astenersi dal girare su se stessa per una visuale a tutto tondo della libreria. Come andò avanti intravide la zia, intenta a guardare e comprare i libri di testo. Brylee fece per raggiungerla, ma la sua attenzione fu attirata da un libro sulla vita del grande mago Merlino. Letto quel nome, la ragazzina si ricordò delle parole della madre scritte sulla lettera all’orfanotrofio: se sua madre era della stirpe di Merlino, voleva dire che lo era anche lei. Leggendo di re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda, da bambina, Brylee aveva sempre sentito un certo legame col mago in questione. L’immagine sulla copertina di quel libro era proprio un ritratto di Merlino, e questo, quando la vide, le fece un cenno col capo a mo di saluto. Era esterrefatta, quasi incantata. Venne riscossa dai suoi pensieri dalla mano che la zia le aveva posato sulla spalla per attirare la sua attenzione.
“Va tutto bene, tesoro?” le chiese preoccupata. Quando vide il libro che aveva attirato l’attenzione della nipote, sorrise. “Vai pure, i tuoi libri li abbiamo già presi noi assieme a quelli di Draco” le disse, porgendole poi il libro che aveva attirato tanto la sua attenzione. “Se vuoi, questo lo puoi prendere” continuò la donna sorridendole.
Una volta fuori dal Ghirigoro col suo libro tra le mani, Brylee trovò Draco che l’aspettava appoggiato ad un muro lì vicino.
“Tutto questo tempo per un solo libro, Black?” la canzonò il biondo.
“Chiudi il becco, Malfoy” lo apostrofò lei ridendo. Capitava spesso che si chiamassero a quel modo per scherzare. “Non ti devo nessuna spiegazione, cugino – sentenziò la rossa calcando sull’ultima parola- Piuttosto, dove andiamo ora?” continuò.
“Ollivander?” propose Draco, indicando l’insegna che con lettere dorate recitava: “Fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C.” lesse ad alta voce Brylee. “. È davvero così vecchio?!” chiese scioccata la ragazzina. “Voglio dire. Non avrà mica duemilatrecentosettantatrè anni, vero?”
“Ovvio che no!” rispose Draco scoppiandole a ridere in faccia. “È un’attività della famiglia, scema!” continuò tenendosi la pancia per le troppe risate. Brylee, allora, scocciata dal comportamento del biondo, lo sorpassò tirandogli uno scappellotto ben assestato dietro la nuca, avviandosi verso la porta del piccolo negozio.
“Brylee! Aspettami!” la richiamò il cugino, ma lei aveva già oltrepassato la porta.
Uno scampanellio accolse l’entrata della ragazzina nell’angusto negozio. Era entrata tutta infuriata per il comportamento del cugino, ma come vide quella moltitudine di scatoline impilate ordinatamente tutte strette, si bloccò subito, restando impalata a pochi passi dall’ingresso. Una strana sensazione si fece largo in lei. Come se l’ambiente permeasse di una strana magia.
Era lì intenta a guardarsi attorno meravigliata, che Draco le finì addosso e per poco non caddero entrambi in terra. Poco dopo fece la sua entrata un uomo anziano, sulla settantina, dai capelli grigi e gli occhi argentei e vacui.
“Salve” salutò quello con voce sommessa ma profonda.
I due ragazzini sobbalzarono di poco e in brevissimo tempo si ricomposero, ricambiando il saluto quasi in contemporanea.
“Bene, bene. Chi abbiamo qui? Un signorino... Malfoy, giusto? È la copia di suo padre, ricordo perfettamente quando Lucius Malfoy venne qui per prendere la sua bacchetta: lunghezza diciotto pollici (45 cm circa), legno d’olmo, nucleo in corda di cuore di drago, rigida. Bella bacchetta, sì... e lei, signorina?” chiese Olivander alla ragazzina.
“Oh, sì. Brylee Aelin Black, signore” si presentò la rossa chinando leggermente il capo.
“Una Black, dunque... molti Black sono venuti da me per comprare le loro bacchette, suo padre chi è? Regulus Black, forse? Ha gli stessi occhi grigi del signor Regulus.” chiese curioso l’uomo dagli occhi argentati.
“Sì, signore.” Disse a mezza voce la ragazzina fissando il fabbricante di bacchette negli occhi.
“Bella bacchetta anche la sua. Non fui io a vendergliela, però. Fu una delle ultime bacchette che vendette mio padre. Lunghezza tredici pollici (33 cm), ruvida, nucleo in crine di Thestral e legno di... mogano se non ricordo male*” continuò snocciolando i dettagli della bacchetta e le sue proprietà. “Ricordate, cari ragazzi: non è il mago a scegliere la bacchetta. Non credete di essere venuti qui e di poter scegliere quella che più vi aggrada, nono. È la bacchetta a scegliere il mago, o la strega.” Aggiunse come avvertimento ai due ragazzini. “Bene. Signor Malfoy, mi dica, quale delle due braccia è dominante?” chiese mentre con un metro a nastro dalle tacche argentate iniziava a prendere le misure di Draco.
“Il destro, signore” rispose prontamente il biondo.
Quindi l’uomo iniziò a misurare la distanza spalla-dita, per poi continuare con la misura dell’avambraccio, e con misure agli occhi dei due ragazzini assurde, quali spalla-pedi, ascella-ginocchio e, infine, la circonferenza della testa. Brylee si accorse che il metro aveva continuato a prendere tutte quelle misure da solo mentre il signor Olivander era andato alla ricerca di una bacchetta per Draco.
“Vediamo... legno di melo, lunghezza dodici pollici (30,5 cm), flessibile, nucleo in corda di cuore di drago” annunciò il fabbricante di bacchette porgendo una scatolina verde scuro a Draco di modo che lui estraesse la bacchetta, ma questa subito creò dei piccoli vortici attorno a lui ed alla cugina.
“Non ci siamo... provi quest’altra” disse l’uomo porgendogliene un’altra “legno di biancospino, lunghezza dieci pollici (25 cm), dura, nucleo di crine di unicorno.” Dichiarò l’uomo con fare orgoglioso, mentre porgeva la bacchetta al ragazzino. Non appena Draco l’agitò, quella iniziò a produrre una sommessa luce argentata dalla punta.
“Bene, bene. Sembra che abbiamo trovato la sua bacchetta. Ma attenzione, signor Malfoy, le bacchette in biancospino, oltre ad essere particolarmente versate nelle arti curative, sono altrettanto efficaci nelle maledizioni, inoltre, se vengono maneggiate nel modo sbagliato, i loro incantesimi finirebbero per ritorcersi contro chi li scaglia. Tuttavia, non mi sognerei mai di dare in mano una bacchetta simile a chi non si dimostri un mago o una strega di talento... il nucleo della sua bacchetta, rende questa ancor più contraddittoria, in quanto le bacchette con questo nucleo tendono a produrre incantesimi più stabili e siano meno soggetti a blocchi e variazioni. Le bacchette con questo tipo di nucleo, sono le più difficili da convertire alle Arti Oscure. Queste sono le bacchette più fedeli e di solito mantengono un forte attaccamento al primo proprietario, a prescindere dalle sue abilità magiche. I crini di unicorno hanno, tuttavia, signor Malfoy, alcuni svantaggi marginali: le bacchette costruite con questo materiale non sono molto potenti, certo, il tipo di legno scelto può supplire al problema. Badi bene, signor Malfoy, se trattate male, queste, tendono ad immalinconirsi, nel senso che il crine potrebbe... ecco, morire e dover essere sostituito.”spiegò serio il signor Ollivander, per poi rivolgersi all’altra sua acquirente. “Direi che possiamo passare a lei, signorina Black. Braccio dominante?” chiese mentre il metro incantato iniziava a prenderle le stesse misure che aveva preso a Draco.
“Sinistro, signore” rispose lei leggermente nervosa, insomma, non tutti i giorni si compra una bacchetta.
“Bene, bene...” borbottò tra sé e sé l’uomo mentre si avviava nel retro bottega per cercare una bacchetta che potesse scegliere la ragazzina. Tornò con una scatolina lunga e viola in mano. “Legno di ciliegio, un legno assai raro e potente, dodici pollici (29 cm), abbastanza flessibile, nucleo in corda di cuore di drago.” Annunciò con lo stesso tono solenne con cui aveva annunciato le caratteristiche delle altre bacchette che aveva descritto. Brylee provò ad agitarla, ma non successe niente.
“No. Direi proprio di no...” borbottò il signor Olivander andando a cercarne un’altra.
“Forse, questa? Legno di agrifoglio, tredici pollici (33cm), non troppo rigida, nucleo in crine di unicorno” porse la seconda bacchetta alla ragazzina, ma non appena lei la prese in mano, quella iniziò a produrre piccoli fuochi d’artificio dalla punta.
“No, non ci siamo nemmeno qui. Ma non si preoccupi. Troveremo una bacchetta anche per lei”
Dopo altre due bacchette che diedero gli stessi esiti catastrofici, l’uomo si accorse del ciondolo che Brylee portava al collo.
“Oh. Non avevo fatto caso a questo particolare...” disse, allungando le dita lunghe e bianche come a voler accarezzare il ciondolo della ragazzina. “Chi era sua madre?”chiese. Ed ecco che il cuore di Brylee mancò un altro battito.
“Nimue Rhiannon” sussurrò, incapace di usare un tono di voce più alto. Draco percepì lo stato d’animo della cugina e le afferrò la mano, che lei teneva ciondolante accanto al fianco, stringendogliela.
“La stirpe di Merlino...” mormorò l’uomo mentre con lo sguardo vagava non si sa dove.
Calò il silenzio nel piccolo negozio, fino a ché questo non venne rotto dalla voce del signor Olivander.
“Ci sono!” sembrò esultare, mentre tornava per l’ennesima volta nel retro.
“Perché no? Provi questa: legno di quercia, tredici pollici (33 cm), leggermente rigida, nucleo in piuma di fenice.” Mentre annunciava le ennesime caratteristiche, Olivander dava l’impressione di essere euforico, cosa che turbò un poco i due giovani acquirenti.
Brylee, quasi abbattuta dal non aver ancora trovato una bacchetta che volesse sceglierla, allungò la mano per prendere la bacchetta che le stava porgendo il signor Olivander. Quando le sue dita si strinsero attorno all’impugnatura decorata, Brylee sentì un calore avvolgerla dolcemente, ed infine, la bacchetta sprigionò uno zampillo di luce smeraldina.
“Ottimo, bravissima” iniziò a dire il fabbricante di bacchette. “Ottimo legno, quello di quercia. Deve sapere, signorina Black, che le bacchette di quercia, sono adattissime da avere al proprio fianco nel bene e nel male. Una bacchetta di quercia può essere considerata un’amica leale, proprio come il mago o la strega a cui è destinata. Queste bacchette scelgono un compagno forte, coraggioso e fedele, ciò che in molti non sanno è che il possessore di una bacchetta in legno di quercia ha di solito un potente intuito e spesso e volentieri, una certa affinità alla magia della Natura e alle creature e le piante che servono ad un mago per esercitare la sua magia o per svagarsi. Si dice che la bacchetta di Merlino, il suo antenato, signorina Black, fosse proprio di quercia, nonostante ciò non si possa provare, visto che non è mai stata rinvenuta la sua tomba. Secondo alcuni, ho sentito dire che egli era talmente potente da non aver bisogno di una bacchetta e che sia questo il motivo per cui non si trova la bacchetta del potente mago.” Spiegò l’uomo. “Inoltre, il nucleo in piuma di fenice, è il più raro. Le piume di fenice hanno una potenza magica molto più vasto rispetto agli altri nuclei; deve stare attenta però, le bacchette con questa tipologia di nucleo a volte agiscono per conto proprio, sono le più difficili da domare e personalizzare, e non si conquista la loro lealtà senza fatica, ma sono sicuro che lei, signorina Black, saprà domare e conquistare la fiducia della sua bacchetta in meno di quanto ci si aspetti” continuò mentre incartava singolarmente, in carta da pacchi, le scatoline delle bacchette dei due ragazzini. Una volta che ebbero pagato, i due uscirono ancora un po’ turbati dalle rivelazioni riguardo le loro bacchette.
In poco tempo si riunirono ai genitori di Draco, i quali avevano preso per entrambi il calderone in peltro, le provette in cristallo, un telescopio a testa, in argento e decorato con i vari corpi celesti e una bilancia in ottone dorato a testa, entrambe finemente decorate.
 
 
 
 
 
 
 
*mogano: non viene menzionato il legno della bacchetta di Regulus Black, a quanto so, quindi ho scelto un legno che a detta della Rowling è abbastanza potente e adatto per le trasfigurazioni.
 
 
~Angolo della miseria~
Ed eccoci giunti, finalmente, a Diagon Alley. Non so quanto possa essere stato utile inserire nei discorsi le caratteristiche vere e proprie delle bacchette di Draco e Brylee. Probabilmente vi ha solo... annoiato(?) e per questo chiedo venia U.U
Fatemi sapere, as always, cosa ne pensate e in cosa potrei migliorare la storia.
P.S.: Draco con Brylee sembra meno stronzetto figlio di papà, lo è solo, a volte, con Brylee. Eheh... appena arriviamo ad Hogwarts, verrà fuori il suo lato peggiore (forse). Per ora vi saluto, al prossimo capitolo, baci Kira
  
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