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Autore: Yumeji    12/04/2019    1 recensioni
Questa long-fic è pensata come una raccolta di one-shot (più o meno lunghe) demenziali e senza ordine cronologico sulla famiglia Todoroki, ambientati in un FutureAU. Gli eventi saranno per la maggior parte no-sense, sul genere di My Hero Academia SMASH!, non è quindi da prendere sul serio, e seguirà la teoria per cui Dabi è Touya Todoroki
[Coppie: TodoBaku - HawksEndeavour - DabiTomura - FuyumiTensei - NatsuoAlone]
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Dabi, Endeavor, Hawks, Katsuki Bakugou, Shouto Todoroki
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nb: Gli eventi di questo capitolo avvengono cronologicamente prima del precedente.



La giornata era iniziata in maniera pessima per Todoroki, e si trattava di un eufemismo, poiché era troppo educato per ammettere come quella fosse una vera e propria "giornata di merda". Un senso di disagio lo colpì nell'avvertire risuonare ben chiara nella propria mente la voce di chi sapeva non si sarebbe vergognato per nulla a definirla in quel modo, urlandolo con ogni probabilità ad alto volume. Non era però un buon momento per pensare a quel individuo dal carattere aggressivo e difficile. Tra le mani stringeva una questione ben più complicata da gestire, al punto da rischiare che anche sull'altra parte della sua chioma cominciassero a spuntare dei capelli bianchi.
Una cartolina. Quel giorno nella cassetta della posta della famiglia Todoroki aveva trovato, assieme a bollette e pubblicità varie, anche una cartolina. Era strano, poiché non era capodanno, né erano nelle vicinanze di qualche altra festività che potesse giustificare l'arrivo di una cartolina. E il pensiero di un loro possibile conoscente che, in vacanza, avesse voluto spedirgliela per raccontare del viaggio gli pareva una possibilità troppo anacronistica. Se non si contava qualche anziano del secolo precedente, forse era rimasto lui l'unica persona al mondo che ancora preferiva avere una corrispondenza cartacea, scrivendo lettere su lettere, piuttosto che inviare delle e-mail. La stessa persona a cui aveva pensato un attimo prima gliene faceva spesso una colpa, rimproverandolo che la deforestazione era ancora un problema grave nella loro società e, vista la penuria di alberi, avrebbe almeno dovuto usare carta riciclata per le proprie missive. Todoroki si era dimostrato però in possesso di un sospettabile, ma ben nascosto, lato snob a riguardo. Non accettava di scrivere su carta di bassa qualità, sopratutto se pensava a chi inviava le proprie lettere, non voleva si potesse pensare che tenesse in scarsa considerazione il ricevente della missiva. La carta doveva essere di alta qualità, spessa, quasi un cartoncino e doveva essere adatta anche per gli acquerelli. Non che lui avesse mai usato degli acquerelli, ma gli piaceva l'idea di avere anche una simile possibilità, se avesse avuto voglia di applicarsi.
Stava di nuovo vagheggiando! Si rese conto, quasi accartocciando le bollette nel pugno mentre nell'altra mano teneva ancora la cartolina, lo sguardo a leggere e rileggere le frasi scritte a mano in un'elegante calligrafia. Purtroppo, era come pensava: era l'invito ad un matrimonio.
Per un momento sperò con tutto il cuore che si trattasse di un qualche amico di Touya, ma a conti fatti i suoi conoscenti degli ultimi dieci anni erano solo villan. E un villan che cercava di sopravvivere lontano dagli occhi degli heros di certo non avrebbe spedito un invito matrimoniale, con tanto di indirizzo, alla residenza dell'attuale number one, amicizia con Dabi o meno.
Doveva pure escludere i colleghi di suoi padre, essendo per la maggior parte "uomini di una certa età" già sposati e con tanto di prole.
Non c'erano altre possibilità doveva trattarsi di un SUO conoscente, probabilmente un ex-compagno di scuola. Ben sapeva a cosa quel lieto evento avrebbe portato per lui, un discorso che temeva e aveva sempre evitato come la peste.
"E tu Shouto, quando ti sposi?" sta volta era la voce di sua madre a riempirgli la testa, provocandogli un brivido di freddo lungo la spina dorsale e portandolo a chiedersi quale fosse il modo migliore di liberarsi di quel invito. Poteva ridurlo in cenere?
Peccato solo che i nomi dei due prossimi novelli sposi fossero: Nemuri Kayama e Iida Tenya, il quale, oltre ad essere un suo buon amico era pure il fratello minore del marito di sua sorella Fuyumi. Non aveva modo di tenerlo nascosto, neppure distruggendo l'invito! Ma sopratutto: Tenya con la professoressa Midnight!?! Sul serio? Non se lo aspettava. Certo, sapeva che anche l'amico aveva accettato di insegnare alla Yuuei, mantenendo in contemporanea il suo lavoro da hero professionista, ma non si sarebbe mai immaginato che... Anzi, a rifletterci, in realtà non era poi tanto stupefacente visto quando Iida amava quella scuola. Fidanzarsi con una sua ex-professoressa era qualcosa che ci si sarebbe potuti aspettare da lui.
Todoroki sbuffò, accennando un sorriso nel rileggere la cartolina, non poteva non essere almeno un po' felice per l'amico. Per quanto quell'invito gli avrebbe portato non poche seccature, era comunque lieto per le sue future nozze.
- Ehi, Shouto! - una voce squillante lo colse d'improvviso alle spalle facendolo sussultare dalla sorpresa, portandolo a seguire uno sciocco istinto momentaneo per il cui si infilò la cartolina sotto la maglia per nasconderla. Dalla strada la figura minuta di Hawks e delle sue vistose ali si avvicinava, sbracciandosi per salutarlo.
- Signor Hawks - lo salutò di rimando con un leggero cenno del capo, tendeva ad avere un comportamento scostante con quel uomo, nonostante per lui non provasse alcuna antipatia particolare. Si trattava solo di un amico di suo padre che molto, ma davvero molto spesso veniva a trovarlo. Shouto non aveva nulla contro di lui, ma visto il numero esagerato di volte in cui si era trovato ad affrontarlo appena sveglio al mattino, ancora prima del caffè, sentiva un poco invaso il proprio spazio personale.
- Ugh... che accoglienza gelida - finse di rabbrividire il prohero per nulla turbato, il fare superficiale e giocoso, sapeva essere colpa di Enji se il più piccolo dei Todoroki lo trattava con tale freddezza. Infondo non aveva mai chiarito la sua posizione, sfruttando sino all'eccesso la scusa del figlio villan agli arresti domiciliari per giustificava le sue visite. Come se già la presenza di due hero in casa non fosse abbastanza e avessero bisogno della sua assistenza.
Hawks si chiedeva quanto ancora Enji avrebbe voluto andare avanti con una simile storia. I suoi figli non erano certo tanto ingenui da non capire la reale natura della loro relazione. Dabi aveva mangiato la foglia ben prima del suo arresto e ora taceva solo perché divertito dal fatto che i suoi fratelli non sospettassero nulla. Si pregustava il momento in cui l'avrebbero capito. Dovevano davvero annoiarlo molto agli arresti domiciliari.
- Al momento mio padre non c'è, ma se vuole può entrare ad aspettarlo - ne ignorò il commento Shouto, invitandolo a seguirlo, precedendolo al cancelletto che portava al vialetto d'ingresso a villa Todoroki, tenendolo aperto per lui.
- Grazie per l'invito! - chiocciò Hawks, divertito infondo dai suoi modi statici ma cordiali. - Arrivata qualche lettera interessante? - domandò tanto per fare conversazione mentre attraversavano il giardino. L'erba era umida di pioggia ed entrambi, per non inzaccherarsi le scarpe, camminavano lungo le mattonelle che formavano lo stretto sentiero sino all'ingresso della villa in stile giapponese.
- N-nulla - mentì precipitoso, sentendosi subito un idiota per averlo fatto, sapendo che comunque non avrebbe potuto nasconderlo a lungo, una sensazione di acido a risalirgli la gola.
"Che pessimo bugiardo" sorrise fra se e se Hawks, le braccia incrociate dietro alla testa, non aveva idea di cosa volesse nascondergli, ma non avrebbe indagato. Cercava di non farsi odiare più di quanto non fosse necessario dai figli del suo attuale amante. Già Dabi doveva detestarlo al quanto, essendo lui la causa principale per il suo arresto.

- Quanto ci hai messo, ti eri perso? - li accolse la voce contrariata di Touya, il quale non aveva poi molto da fare rinchiuso lì dentro, e infastidire un po' il fratello minore era uno dei suoi pochi piaceri. - Ah, c'è anche il pennuto - la sua espressione si fece se possibile ancora più sprezzante nel trovarli all'ingresso mentre Hawks si toglieva le scarpe.
- Perché tutto questo interesse per la posta? Aspettavi forse una lettera da qualche amico di penna? - ribatte alla sua accoglienza Hawks, il tono scherzoso ma lo sguardo serio, non privo di un certo astio. Con lui si trattava di un'antipatia reciproca e ben giustificata, sul petto teneva ancora la cicatrice di una larga ustione con il suo nome scritto sopra.
- Tsk - schioccò lui la lingua senza rispondere, voltandogli le spalle per tornare in soggiorno, la cavigliera attorno alla gamba destra a mantenere fissa la sua luce rossa, segnalandone il suo funzionamento e bloccandone il quirk. Hawks aveva la sensazione costante che, senza di essa, ad ogni loro incontro l'altro avrebbe provato a bruciarlo sino alle ossa, arresti domiciliari o meno. - Stupido pollo teriyaki - sentì l'insulto che gli rivolse borbottando a mezza voce, e non ebbe più alcun dubbio che lo volesse cotto a puntino.
- Se si vuole intanto accomodare, signor Hawks - Shouto decise di soprassedere il comportamento del fratello, mantenendosi cordiale nei confronti del proprio ospite così come sua sorella gli aveva insegnato. Non riusciva però ad evitarsi una certa freddezza nei modi, data sia dal fatto che non sapeva bene come comportarsi con l'hero, sia dal nervosismo dovuto alla cartolina che, ad ogni passo, rischiava di scivolargli fuori dal bordo dei pantaloni. - Mio padre era uscito per delle commissioni, ma dovrebbe tornare fra poco -
- Arrivano anche Fuyumi e Natsuo - si intromise Dabi dal salotto in stile occidentale, seduto scomposto sul divano a fingere di prestare attenzione al televisore acceso, limitandosi a saltare da un canale all'altro. Evitava di rivolgergli lo sguardo, così da non vedere ancora quella faccia da gallina che gli dava tanto su i nervi.
- A-arriva la sorellona? - squittì in maniera piuttosto infantile Shouto, dimenticandosi per il momento di Hawks per gettarsi contro la seduta dove prendeva posto il fratello. - Quando? Cioè, perché?.. Anzi, come lo sai?! - fece agitato, un repentino cambio di atteggiamento tale che persino Touya ne sembrò sorpreso, al punto da guardarlo stranito.
- Ha chiamato poco fa mentre eri fuori - alzò le spalle lui perdendo subito interesse, tornando a fingersi interessato a qualche programmo televisivo di cui avrebbe voluto incenerire tutti i partecipanti. Gli pareva gliene avesse parlato Toga una volta. - Natsuo è tornato prima dal suo weekend in montagna e ha chiamato Fuyumi per farsi andare a prendere in stazione -
- E' stato scaricato un'altra volta? - si crucciò un poco Shouto, senza però esserne davvero toccato, non era una novità.
- Probabile - lo aveva dato per scontato, senza chiedere alla sorella i dettagli, conscio della fortuna che Natsuo aveva nelle relazioni.
- Caffè? - domandò nel mentre Hawks dalla cucina, la quale era l'unica altra stanza dell'abitazione, assieme al salotto con cui era comunicante, in stile occidentale. Si sentiva ormai di casa lì dentro e, essendo stato abbandonato all'ingresso, non si era fatto scrupoli a fare i propri comodi, sapendo dove tenevano il caffè istantaneo.
- No - risposero all'unisono i due giovani Todoroki, senza prestargli davvero attenzione,
- Quindi sarà in lacrime - continuò Shouto, avvertendo una vaga ansia stringergli la bocca dello stomaco. Quando aveva il cuore spezzato di norma Natsuo affrontava la situazione prendendosi un certo periodo di lutto da trascorre lì. Ciò per la maggior parte era dovuto al fatto che tendeva ad invitare le ragazze con cui aveva un rapporto a convivere nel suo misero appartamento da neolaureato appena assunto. Non avendo cuore o abbastanza spina dorsale per cacciarle, se ne tornava alla casa di famiglia per un po' per dare alla ragazza di turno abbastanza tempo per cercarsi un'altra sistemazione ed andarsene.
- Non dirlo come se fossi tu quello che deve sopportare il piagnucoloso, sono io quello che non può uscire - si irritò Dabi piegando le labbra, o quel che ne restava, in una smorfia.
- Sei tu che sei voluto diventare un villan - replicò con espressione piatta Shouto, - Ora ne paghi le conseguenze - in parte però un po' godendo della situazione.
- "Sei tu che sei voluto diventare un villan" - lo scimmiottò Touya con voce distorta e fastidiosa, - E' così che parli, sai? - non aveva modo di replicare quando gli dicevano cose simili, poiché non poteva negare fosse vero. Lui però non si pentiva di essere diventato un villan, le uniche cose di cui si rammaricava erano l'essere stato preso e il finire ai domiciliari. Perché non lo avevano mandato in galera? Già essere nato in quella famiglia era stato un'agonia, ma costringerlo a riallacciare i rapporti e a conviverci 24 ore su 24 era una tortura bella e buona. Insomma cosa aveva fatto di male per... Gli tornarono subito alla mente una serie di motivi per cui se lo meritava, come qualche piccolo omicidio commesso qui e la.
- Siamo arrivati! - si annunciò Fuyumi spalancando la porta all'ingresso, interrompendo la discussione fra i due fratelli minori, la quale stava presto degenerando a litigio fra due bambini delle elementari sotto lo sguardo divertito di Hawks.
Nel udire la sua voce, subito i due giovani Todoroki si misero in allerta consapevoli come quello della sorella, la quale non era affatto solita ad alzare a quel modo la voce, fosse un avvertimento: "non provate a lasciare a me la patata bollente". A seguito della sua entrata però, fatto assai inconsueto, non giunse il piagnisteo inconsolabile di Natsuo.
- Dov'è? - le domandarono i due fratelli minori, ora seduti entrambi in maniera al quanto scomposta e scomoda sul divano. Per riflesso Shouto ne aveva scavalcato lo schienale, nel tentativo di nascondersi temendo di poter essere il primo bersaglio di Natsuo "cuore-infranto".
- E' questa l'accoglienza che ricevo? - incrociò le braccia al petto Fuyumi, sospirando affranta, - Credevo che almeno le buone maniere le aveste imparate -
- Da quanto tempo, Fuyumi! - la salutò cordiale Hawks, accogliendola all'ingresso porgendole una tazza di caffè appena fatto, che la giovane accolse volentieri.
"Ormai si è appropriato di questa casa!" pensarono nello stesso momento Touya e Shouto, osservando allibiti la scena. Quello non era un pollo, ma un cuculo! Se non stavano attenti si sarebbero trovati cacciati di casa senza accorgersene, e per quanto Dabi sperasse al più presto di andarsene da lì, non gli piaceva l'idea di dover trascorrere i domiciliari a casa di sua sorella o di Natsuo.
- E' un piacere rivederla signor Hawks - si prolisse anche Fuyumi nei convenevoli, essendo un'insegnate delle elementari e madre di un bambino piccolo, il poter parlare con un adulto era per lei divenuto uno svago raro quanto piacevole.
- L'hai mollato a Tensei, vero? - intuì Dabi, intromettendosi nella conversazione pur rimanendo a dovuta distanza, nel salotto, un leggero sogghigno sul viso. Nonostante non avesse una conoscenza intima del marito della sorella, non si faceva problemi a chiamarlo per nome. Il maggiore degli Iida era diventato come un fratello acquisito in quella casa, assai più ben accetto di un certo prohero alato che non aveva ancora voluto presentarsi con il proprio vero nome.
- Il significato del matrimonio è appunto quello di condividere gioie e dolori - l'espressione di Fuyumi prese una piega saggia, di chi possedeva una larga visione della vita nonostante la giovane età.
- Fuyumi? - un'altra voce fu sul punto di presentarsi all'ingresso e, ad una velocità insospettabile, la maggiore dei Todoroki si lanciò sui fratelli minori, saltando agile lo schienale del divano per nascondervisi dietro. La tazza di caffè lasciata senza tante cerimonie ad Hawks, il quale aveva dovuto afferrarla al volo con il rischio di rovesciarne il contenuto.
- Permesso? - quasi temesse di disturbare, titubante Tensei Iida fece capolino all'ingresso, lo sguardo da prima incerto a spalancarsi poi dalla sorpresa, portandolo a mostrare un genuino sorriso nel trovarsi Hawks di fronte. - Hawks! E' bello vederti in forma - lo salutò caloroso e cordiale, andandogli a stringere la mano,
- Beh, questo è reciproco - replicò sincero, ricambiando la stretta dell'ex-collega.
Purtroppo Ingenium non era mai riuscito a recuperare del tutto quella mobilità che lo aveva reso un prohero, ma grazie ai tutori alle gambe, che ben nascondeva sotto ai pantaloni, riusciva a muoversi senza impedimenti di sorta. Era stato costretto a cedere il suo nome al fratello minore, felice per lo meno di poterlo sostenere ed aiutandolo a gestire le questioni fiscali che comportavano l'essere un hero in proprio. Era passato dal lavoro sul campo a quello d'ufficio e per quanto ciò in parte lo rammaricasse, avendo cominciato a mettere su famiglia, per lui era la cosa migliore.
- Lui dov'è? - ancora più stretti e scomposti i tre Todoroki scrutavano i due vecchi conoscenti da dietro lo schienale del divano, pronti a mimetizzarsi del tutto con la tappezzeria se l'ombra del fratello mancante si fosse mostrata alla porta.
- Intendete Natsuo? - non perse il proprio sorriso alla mano Tensei, essendo già stato testimone di eventi simili e consapevole di quale comportamento avrebbero tenuto gli altri componenti delle famiglia. - Abbiamo intercettato i vostri genitori sul vialetto di casa - affermò candido, dimostrandosi ben più scaltro di quanto il suo aspetto alla mano potesse far supporre. Era riuscito a far deviare il problema Natsuo su qualcun altro, e per quanto potesse trattarsi solo di una coincidenza, i tre Todoroki lì presenti sentirono la propria ammirazione nei confronti di quell'uomo, aumentare un poco di più. Persino Dabi doveva cominciare ad ammettere che lo trovava simpatico.
Nessuno però ebbe modo di complimentarsi con lui, la tazza di caffè che Hawks ancora stringeva a scivolare d'improvviso verso il pavimento, con il rischio di frantumarsi a terra. Grazie ai propri ottimi riflessi però Tensei riuscì ad afferrarla, evitando il disastro.
- Genitori? - si trovò si trovò a ripetere Hawks, il volto a farsi pallido, un tremito alle ali mentre la gola gli si faceva d'improvviso secca. Aveva usato il plurale. Quindi non si trattava solo di Enji, giusto?
- Sì, il signor Todoroki e l'ex-signora Todoroki sono qui - annunciò ingenuo, non comprendendo la reazione del proprio collega, il quale, ad imitazione dei tre Todoroki, scatto verso il salotto e, compiuto un balzo, andò a nascondersi dietro allo schienale del divano.


- Ma vatti ad appollaiare sul tetto, uccellaccio maledet-..! - un accidentale gomitata nel pancreas fece tacere d'improvviso Touya facendogli cambiare colore, ma essendo sprovvisto di pelle su buona parte del viso, nessuno lo notò.
- Fermi, così mi schiacciate! - si lamentò invece Shouto, stretto fra i suoi consanguinei,
- Le sue ali sono piuttosto ingombranti, signor Hawks - commentò Fuyumi, nascondendo una vaga irritazione dietro ad un sorriso di circostanza,
- Abbiate pazienza, se ci stringiamo ci stiamo tutti - cercava di farsi posto il prohero, stringendosi le ginocchia al petto e facendosi ancor più piccolo della sua già bassa statura. Aveva un riso nervoso sul volto pallido e stava sudando freddo, non era ancora pronto ad affrontare l'ex-moglie abusata del suo attuale compagno.
- Sapete che non è un buon nascondiglio, vero? - li fissava intanto divertito Tensei, lo sguardo che cadeva a terra, attirato da qualcosa finito sul pavimento. - Oh, ma questo è l'invito per il matrimonio di Tenya! - esclamò chinandosi a raccoglierlo, - Vedo che non ha perso tempo a spedirli - commentò divertito, avvertendo d'improvviso un senso di gelo colpirlo, lo sguardo di Shouto, schiacciato fra Fuyumi e Dabi, a fissarlo con un vago astio e un'aria funerea.



  
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