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Autore: Taila    22/07/2009    4 recensioni
Trema ed urla Ilio in questa tua ultima alba.
Piangi i tuoi morti
Recrimina le tue ricchezze
Maledici il tuo destino di miseria.
Sii felice che Ettore domatore di cavalli, il
Più grande tra i figli che avresti potuto generare,
Che tanto ti ha amato, sia morto
Prima di vederti cadere in modo tanto indegno.
Il primo raggio di sole sorge
Lambendo le ceneri della tua gloria Ilio.
Genere: Generale, Triste, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: l’ultima alba.
Autore: Taila.
Serie: Originale – Epico.
Genere: Generale, malinconico, guerra.
Tipo: One-shot, poesia.
Raiting: Giallo.
Note: Era da un po’ di tempo che stavo progettando di scrivere una fic sulla guerra di Troia. Io sono malata per la mitologia greca e, soprattutto, per l’Iliade. Qui ho deciso di descrivere l’ultima alba, appunto, della città di Troia, in una notte dove c’è ben poco di eroico, ma solo tanto sangue ed urla che si spengono nel ruggito delle fiamme, e dove il sole sorge su uno scenario di distruzione. Ho scritto questa fic di getto, praticamente si è scritta da sola. E’ la prima volta che scrivo qualcosa che non sia prosa, spero quindi che il risultato sia credibile, comunque c’è di sicuro la mia buona volontà e la voglia di divertirmi.
Ringraziamenti: Ringrazio chiunque leggerà e commenterà (inchino).
Adesso vi lascio alla lettura, alla prossima gente \^=^/


L’ultima alba.

Oh Ilio gloriosa,
Gioiello splendente tra i sassi della Troade
Prediletta dagli dei, patria di grandi guerrieri
Cosa resta di te ora?

Di te, oh Ilio, che superba ti innalzavi tra le altre città
Vantandoti che mai un piede nemico
Avrebbe varcato le tue possenti mura turrite
Che per te costruirono Poseidone scuotitore di terra
Lo splendente Apollo ed il mortale Eaco?

Cosa resta di te bellissima Ilio che superba
Ti adornavi di tutte le tue ricchezze e le sfoggiavi orgogliosa
Sperando che mai l’occhio rapace degli Achei
le avrebbe desiderate?

Per nove volte le gemme sui tuoi alberi sono germogliate e sfiorite,
Ilio mia, da quando cavalcando i loro terribili
Cavalli del mare gli Achei sono giunti sulle rive del rosso Scamandro.
Alle tue soglie hanno piantato il loro campo senza alcun rispetto,
Provocandoti, uccidendo, depredando e distruggendo
tutto quanto riuscissero a raggiungere.
Da allora quante volte, oh Ilio, le tue strade hanno risuonato
Dei lugubri lamenti delle madri, delle spose, delle figlie, delle sorelle?
Quanti tra i tuoi figli migliori hai dovuto piangere da quando il primo
Tra gli Achei ha posato il piede sulla tua sabbia dorata?

Ed ora Ilio sventurata ascolti impotente le urla dei tuoi ultimi figli,
mentre il fuoco ti divora e, rombando minaccioso, si innalza
fino al cielo, illuminando gli ultimi strascichi di questa notte
con bagliori insanguinati
quasi a sfidare quegli dei misericordiosi che sono
scesi in guerra al tuo fianco, ultima tua speranza.

Arrogante Ilio perché hai ignorato gli avvertimenti divini?
Perché non hai ascoltato la voce di Laocoonte e di Cassandra?
Hai portato l’enorme cavallo ligneo che gli infidi Achei hanno
Lasciato sulla tua costa, come voto a Pallade Atena, dentro le tue mura.
Hai gioito perché credevi la guerra finita,
per quella che credevi essere una vittoria,
ubriacandoti con fiumi di vino fino a perdere i sensi.
Ed ora Ilio, calpestata e violata, vinta dall’ingegno
Di Odisseo guarda!
Guarda i tuoi figli che ebbri ed inermi
Vengono trascinati nel sonno fuori dalle loro sicure case,
Strappati ai templi dove hanno cercato rifugio
E trucidati senza quartiere.
Guarda le tue case, i palazzi opulenti, le tue smisurate ricchezze
Che bruciano come paglia secca in un campo.

Le ascolti, Ilio morente, le urla del saggio e pietoso Priamo
Trascinato via a forza dall’altare di Zeus dove aveva cercato
Rifugio e sgozzato dal sanguinario Neottolemo?
Odi, oh Ilio, l’ultimo pianto del piccolo Astianatte
Che i capi Achei hanno gettato dalle tue mura
Temendo che avesse ereditato il sangue di suo padre,
Ettore domatore di cavalli?
Vedi, oh Ilio, Agamennone che si aggira per
Le stanze del palazzo reale, contando le
Immense ricchezze che avrebbe condotto con sé
Troppo avido per tener conto del fumo e delle fiamme
Che lambiscono le sue vesti?
Non volgere lo sguardo Ilio davanti Cassandra violata
Presso l’altare della vergine Atena
Dall’empio Aiace!
Piangi il povero Deifobo caduto sotto la lama di Menelao
Perché succeduto a Paride Alessandro nel letto di Elena,
La cui bellezza è stata il pretesto per il tuo scempio.
Ascolta il lamento cupo delle tue figlie che
Incatenate e sottomesse vengono
Portate via dalla loro terra
Caricate sulle loro veloci navi
E condotte ai loro lontani palazzi
Per diventare schiave.

Trema ed urla Ilio in questa tua ultima alba.
Piangi i tuoi morti
Recrimina le tue ricchezze
Maledici il tuo destino di miseria.
Sii felice che Ettore domatore di cavalli, il
Più grande tra i figli che avresti potuto generare,
Che tanto ti ha amato, sia morto
Prima di vederti cadere in modo tanto indegno.
Il primo raggio di sole sorge
Lambendo le ceneri della tua gloria Ilio.


  
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