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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    12/04/2019    3 recensioni
[ParentalTeam7][Modern!AU][Team7Polyship - SakuraxNarutoxSasuke][Dedicata ad Alex]
Mentre le guardava, si sentiva davvero fortunata: con accanto il compagno che le sbavava sulla tuta che solitamente indossava a casa, si sentiva serena e al sicuro, lontana da ogni bruttura, sospesa in una bolla di pace e tranquillità che aveva tutta l’intenzione di godersi fino in fondo.
Beh, almeno fino al loro ritorno.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura, Naruto/Sasuke, Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nessun contesto
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Fandom: Naruto
Rating:
Verde
Personaggi/Pairing:
Sakura Haruno, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, SakuraxNarutoxSasuke, Kakashi Hatake
Tipologia: One-shot
Genere:
Sentimentale
Avvertimenti: Shonen-ai, Modern!AU
Note: Modern!AU, Parental Team 7 Polyship.
Disclaimer:
Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono.

Dedicata ad Alex.

JUSTE LA FAMILLE ENTRE NOUS

Esausti dopo un’apparentemente interminabile giornata al lavoro, Naruto e Sakura erano seduti sul divano nel salotto semibuio, illuminato soltanto dalla televisione accesa e senza suono, il cui riflesso si proiettava sul tavolino da caffè in mezzo alla stanza, e dalle luci che provenivano dall’esterno, le luci di una città su cui stava sì calando la notte ma che non sembrava voler andare a dormire molto presto, malgrado la pioggia battente che la flagellava.

Con una coperta addosso e Naruto appisolato contro la sua spalla, Sakura fissava ipnotizzata lo schermo su cui scorrevano le ultime notizie dal mondo: attentati, incidenti, nascite, vite, morti…

Mentre le guardava, si sentiva davvero fortunata: con accanto il compagno che le sbavava sulla tuta che solitamente indossava a casa, si sentiva serena e al sicuro, lontana da ogni bruttura, sospesa in una bolla di pace e tranquillità che aveva tutta l’intenzione di godersi fino in fondo.

Beh, almeno fino al loro ritorno.

Passando la mano tra i capelli di Naruto ancora umidi per la doccia, la giovane chirurga sospirò senza però staccare lo sguardo dallo schermo: era stata una giornata lunga, piena di problemi e di dispiaceri.

Certo, aveva scelto lei la vita del medico, una vita che sapeva darti tantissimo ma anche toglierti altrettanto, e non se n’era mai pentita; tuttavia, assaporare momenti simili era qualcosa che le mancava incredibilmente e a volte le sembrava di non essere presente a sufficienza nelle vite non soltanto dei suoi partner ma anche di-

All’improvviso, il citofono dell’appartamento suonò in maniera insistente, rompendo la bolla di silenzio e facendo sobbalzare Naruto, a cui sfuggì un mezzo grido prima di cadere dal divano.

“Ahia!” si lamentò lui, massaggiandosi la schiena ancora mezzo assonnato: “S-Sakura-chan!” esclamò poi con voce impastata.

Lei annuì prima di alzarsi dal divano e dirigersi alla porta: “Sono loro.” disse soltanto con l’ombra di un sorriso prima di schiacciare un pulsante sulla cassa del citofono.

Mentre Naruto si sciacquava il viso nel lavello della cucina dell’open space, Sakura aprì la porta nell’esatto momento in cui la porta dell’ascensore si apriva, facendo passare una saetta dai capelli color argento, che corse all’interno dell’appartamento, abbandonando lo zaino in un angolo assieme alla giacca bagnata per la pioggia.

Più posato, dietro di lui veniva l’adulto che lo accompagnava; questi venne accolto da un bacio sulle labbra da parte di Sakura e da un abbraccio e un bacio dietro l’orecchio da parte di Naruto: “Bentornato Sasuke-kun.” disse lei con un sorriso, prendendogli di mano la valigetta, “Siamo tornati a casa prima oggi, in clinica- “

Con un gesto apparentemente brusco, Sasuke alzò la mano per bloccare sul nascere qualunque parola, e indicò il bambino – che arrivava alla vita del nuovo arrivato – ancora in piedi in mezzo all’ingresso di casa.

Naruto, vedendone lo sguardo tenuto basso, si avvicinò, sorridendo incoraggiante: “Ehi, Ka-kun, che succede?”

Il piccolo, che non doveva avere più di 10 anni, non rispose, teneva lo sguardo basso e non sembrava volesse intavolare una qualsiasi discussione.

“La sua insegnante ha chiamato in ufficio. Pare che a scuola lo prendano in giro per… questo.” Così dicendo, Sasuke indicò con la mano tutto attorno a sé, loro compresi: “Non so come abbiano fatto a sapere. Ho chiesto direttamente a lei se avesse sentito qualcosa ma non è stata utile. Lui ha reagito con uno schiaffo a uno di loro e un’altra insegnante l’ha messo in punizione.” Il viso di Sasuke era terreo e le labbra erano strette in una linea sottile di furia.

Sakura restò ad ascoltare le parole dell’altro compagno, sentendo una sensazione di gelo avvolgerle le viscere: protettiva, si avvicinò al bambino, avvolto dalle braccia di Naruto, e gli poggiò una mano sulla spalla.

Non ebbe bisogno di dire nulla: il piccolo alzò appena lo sguardo da dietro la spalla del biondo e allungò la mano a toccarle il polso.

Mentre Sasuke si levava la giacca e la riponeva nell’armadio accanto alla porta, Naruto e Sakura mormoravano parole rassicuranti al suo orecchio, Ka-kun non piangeva ma aveva gli occhi lucidi e spaesati di un cucciolo ferito; con calma, il moro si avvicinò all’angolo cottura ed esaminò il contenuto del bollitore, aggiungendovi acqua fresca prima di accenderne il motorino elettrico per scaldarla.

Voltatosi verso i partner, vide soltanto Sakura in piedi in mezzo all’open space, con lo sguardo rivolto verso il corridoio che portava alla zona notte dell’appartamento: “Naruto l’ha portato di là per cambiarsi, accidenti.” imprecò lei sottovoce, “Perché prendersela con Kakashi? Se hanno qualche problema, che vengano a parlare direttamente con noi!” sbottò, raggiungendolo davanti ai fornelli.

Senza dire niente, Sasuke annuì: se l’era chiesto durante tutto il tragitto in macchina dalla scuola frequentata da Kakashi a casa, si era fatto mille e una domanda, rispettando al contempo il bisogno di silenzio di quello che ormai era a tutti gli effetti suo figlio ma senza trovare la minima risposta.

Con l’acqua ormai della temperatura giusta, Sasuke prese dallo scolapiatti le tazze usate durante la colazione e le riempì prima di aggiungere a ciascuna una bustina di tè verde; mentre lasciava in infusione quella contenuta nella tazza con il sole e i gattini che saltellavano, prese tra le mani la propria – nera con un elaborata fiamma che appariva col calore – e quella della compagna – un regalo che Kakashi le aveva fatto per la Festa della Mamma e che lei custodiva gelosamente come se fosse stato un tesoro, semplice, con un ciliegio dipinto ad acquarello su sfondo bianco – e le portò fino al divano, dove le posò sul tavolino da caffè.

Dopodiché, si sedette e allentò la cravatta prima di farle segno di avvicinarsi.

Sakura si affrettò a obbedire e si accomodò accanto a lui, venendo subito avvolta dal suo braccio attorno alle spalle.

Arrossendo appena – malgrado la loro relazione durasse da tempo, la sorprendevano sempre quei gesti di affetto estemporanei da parte di Sasuke – si accoccolò contro la sua spalla, chiudendo gli occhi.

“Cos’è successo oggi in clinica?”

Sakura sorrise prima di iniziare a raccontare.

   
 
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