Fandom:
Naruto
Rating: Verde
Personaggi/Pairing: Sakura Haruno, Naruto Uzumaki, Sasuke
Uchiha, SakuraxNarutoxSasuke,
Kakashi Hatake
Tipologia: One-shot
Genere: Sentimentale
Avvertimenti: Shonen-ai, Modern!AU
Note: Modern!AU, Parental Team 7 Polyship.
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò
che deriva dalla trama
ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono.
Dedicata
ad Alex.
JUSTE
LA
FAMILLE ENTRE NOUS
Esausti
dopo un’apparentemente
interminabile giornata al lavoro, Naruto e Sakura erano seduti sul
divano nel
salotto semibuio, illuminato soltanto dalla televisione accesa e senza
suono,
il cui riflesso si proiettava sul tavolino da caffè in mezzo
alla stanza, e
dalle luci che provenivano dall’esterno, le luci di una
città su cui stava sì
calando la notte ma che non sembrava voler andare a dormire molto
presto,
malgrado la pioggia battente che la flagellava.
Con
una coperta addosso e Naruto
appisolato contro la sua spalla, Sakura fissava ipnotizzata lo schermo
su cui
scorrevano le ultime notizie dal mondo: attentati, incidenti, nascite,
vite,
morti…
Mentre
le guardava, si sentiva davvero
fortunata: con accanto il compagno che le sbavava sulla tuta che
solitamente
indossava a casa, si sentiva serena e al sicuro, lontana da ogni
bruttura,
sospesa in una bolla di pace e tranquillità che aveva tutta
l’intenzione di
godersi fino in fondo.
Beh,
almeno fino al loro ritorno.
Passando
la mano tra i capelli di
Naruto ancora umidi per la doccia, la giovane chirurga
sospirò senza però
staccare lo sguardo dallo schermo: era stata una giornata lunga, piena
di
problemi e di dispiaceri.
Certo,
aveva scelto lei la vita
del medico, una vita che sapeva darti tantissimo ma anche toglierti
altrettanto, e non se n’era mai pentita; tuttavia, assaporare
momenti simili
era qualcosa che le mancava incredibilmente e a volte le sembrava di
non essere
presente a sufficienza nelle vite non soltanto dei suoi partner ma
anche di-
All’improvviso,
il citofono dell’appartamento
suonò in maniera insistente, rompendo la bolla di silenzio e
facendo sobbalzare
Naruto, a cui sfuggì un mezzo grido prima di cadere dal
divano.
“Ahia!”
si lamentò lui,
massaggiandosi la schiena ancora mezzo assonnato:
“S-Sakura-chan!” esclamò poi
con voce impastata.
Lei
annuì prima di alzarsi dal
divano e dirigersi alla porta: “Sono loro.” disse
soltanto con l’ombra di un
sorriso prima di schiacciare un pulsante sulla cassa del citofono.
Mentre
Naruto si sciacquava il
viso nel lavello della cucina dell’open space, Sakura
aprì la porta nell’esatto
momento in cui la porta dell’ascensore si apriva, facendo
passare una saetta
dai capelli color argento, che corse all’interno
dell’appartamento,
abbandonando lo zaino in un angolo assieme alla giacca bagnata per la
pioggia.
Più
posato, dietro di lui veniva
l’adulto che lo accompagnava; questi venne accolto da un
bacio sulle labbra da
parte di Sakura e da un abbraccio e un bacio dietro
l’orecchio da parte di
Naruto: “Bentornato Sasuke-kun.” disse lei con un
sorriso, prendendogli di mano
la valigetta, “Siamo tornati a casa prima oggi, in clinica-
“
Con
un gesto apparentemente
brusco, Sasuke alzò la mano per bloccare sul nascere
qualunque parola, e indicò
il bambino – che arrivava alla vita del nuovo arrivato
– ancora in piedi in
mezzo all’ingresso di casa.
Naruto,
vedendone lo sguardo
tenuto basso, si avvicinò, sorridendo incoraggiante:
“Ehi, Ka-kun, che succede?”
Il
piccolo, che non doveva avere
più di 10 anni, non rispose, teneva lo sguardo basso e non
sembrava volesse
intavolare una qualsiasi discussione.
“La
sua insegnante ha chiamato in
ufficio. Pare che a scuola lo prendano in giro per…
questo.” Così dicendo,
Sasuke indicò con la mano tutto attorno a sé,
loro compresi: “Non so come
abbiano fatto a sapere. Ho chiesto direttamente a lei se avesse sentito
qualcosa ma non è stata utile. Lui ha reagito con uno
schiaffo a uno di loro e
un’altra insegnante l’ha messo in
punizione.” Il viso di Sasuke era terreo e le
labbra erano strette in una linea sottile di furia.
Sakura
restò ad ascoltare le
parole dell’altro compagno, sentendo una sensazione di gelo
avvolgerle le viscere:
protettiva, si avvicinò al bambino, avvolto dalle braccia di
Naruto, e gli
poggiò una mano sulla spalla.
Non
ebbe bisogno di dire nulla:
il piccolo alzò appena lo sguardo da dietro la spalla del
biondo e allungò la
mano a toccarle il polso.
Mentre
Sasuke si levava la giacca
e la riponeva nell’armadio accanto alla porta, Naruto e
Sakura mormoravano
parole rassicuranti al suo orecchio, Ka-kun non piangeva ma aveva gli
occhi
lucidi e spaesati di un cucciolo ferito; con calma, il moro si
avvicinò all’angolo
cottura ed esaminò il contenuto del bollitore, aggiungendovi
acqua fresca prima
di accenderne il motorino elettrico per scaldarla.
Voltatosi
verso i partner, vide
soltanto Sakura in piedi in mezzo all’open space, con lo
sguardo rivolto verso
il corridoio che portava alla zona notte dell’appartamento:
“Naruto l’ha
portato di là per cambiarsi, accidenti.”
imprecò lei sottovoce, “Perché
prendersela
con Kakashi? Se hanno qualche problema, che vengano a parlare
direttamente con
noi!” sbottò, raggiungendolo davanti ai fornelli.
Senza
dire niente, Sasuke annuì: se
l’era chiesto durante tutto il tragitto in macchina dalla
scuola frequentata da
Kakashi a casa, si era fatto mille e una domanda, rispettando al
contempo il
bisogno di silenzio di quello che ormai era a tutti gli effetti suo
figlio ma
senza trovare la minima risposta.
Con
l’acqua ormai della temperatura
giusta, Sasuke prese dallo scolapiatti le tazze usate durante la
colazione e le
riempì prima di aggiungere a ciascuna una bustina di
tè verde; mentre lasciava
in infusione quella contenuta nella tazza con il sole e i gattini che
saltellavano, prese tra le mani la propria – nera con un
elaborata fiamma che
appariva col calore – e quella della compagna – un
regalo che Kakashi le aveva
fatto per la Festa della Mamma e che lei custodiva gelosamente come se
fosse
stato un tesoro, semplice, con un ciliegio dipinto ad acquarello su
sfondo
bianco – e le portò fino al divano, dove le
posò sul tavolino da caffè.
Dopodiché,
si sedette e allentò
la cravatta prima di farle segno di avvicinarsi.
Sakura
si affrettò a obbedire e
si accomodò accanto a lui, venendo subito avvolta dal suo
braccio attorno alle
spalle.
Arrossendo
appena – malgrado la
loro relazione durasse da tempo, la sorprendevano sempre quei gesti di
affetto
estemporanei da parte di Sasuke – si accoccolò
contro la sua spalla, chiudendo
gli occhi.
“Cos’è
successo oggi in clinica?”
Sakura
sorrise prima di iniziare a raccontare.