A Okita Souji erano sempre piaciute le storie di fantasmi, dicevano che ce ne fosse uno ad Osaka, infestava ancora il pozzo del castello. Dicevano anche, che nella fitta foresta sotto la magione della famiglia Himuro abitassero più spettri che vivi.
"Is tusa an rud is mian liom a ghuí. Quando sulle sponde del vuoto dove un giorno getterò un sasso, il cosmo vorticherà su se stesso e nulla avrà più bisogno di essere. Ma sarà in ogni caso, troppo tardi"
Distese di nulla, sabbia arida e sopra la sua testa tutto si manifestava, quanto era triste che nessuno potesse assistere a quell'esplosione di vita, quella densa piccola fiammella frammentata nelle tenebre dell'esistenza.