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Autore: Kushina Namikaze    15/04/2019    0 recensioni
Salve! Forse sarò pazza a pubblicare una seconda storia a capitoli quando la prima non è ancora finita, ma ci provo. Questa volta ho deciso di raccontare la storia di Minato e Kushina dalla notte di quel famoso salvataggio fino alla loro morte. Volevo pubblicarla in un unico capitolo ma è venuta più lunga di quanto pensassi! Racconterò di come si sono conosciuti meglio, come si sono innamorati e i guai che hanno passato.
Dal Testo: “Credi davvero che mi importi? Anche se sei una forza portante non cambia ciò che sei veramente. Io ti amo e poco importa se dentro hai un demone o meno. Vorrà dire che il Kyuubi farà da terzo in comodo ogni volta che staremo da soli.”
Spero di avervi incuriosito ;)
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fugaku Uchiha, Kushina Uzumaki, Mikoto Uchiha, Minato Namikaze | Coppie: Minato/Kushina
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
Capitoli:
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Quella mattina restammo coricati più del dovuto, saltammo anche la colazione. Era davvero bello stare coricati, abbracciati l'uno all'altro. Da tanto tempo non godevo del calore del corpo di Minato e la cosa mi fece parecchio eccitare, sarà per gli ormoni della gravidanza o sarà perché mi mancava da morire il contatto fisico con lui, tuttavia mi avvinghia a lui e iniziai a baciarlo con sempre più foga. Lo volevo, ora, sul nostro letto! Minato non resistette nemmeno cinque minuti al mio fare provocatorio, evidentemente mancavo anche a lui. Iniziò lentamente a spogliarmi, godendo della mia pelle con fare possessivo, quanto mi fa impazzire! Gioca con i miei seni, un po’ più grandi del normale, stuzzicando i capezzoli prima con le dita e poi con la lingua facendomi eccitare ancora di più.
“Sicura che possiamo?” Sussurra al mio orecchio con un tono molto provocante.
“Possiamo, solo fai piano.”
Come se non aspettasse altro, si tolse i pantaloni e i boxer posizionandosi sopra di me facendo attenzione a non schiacciare il mio pancione. La vista del suo fisico perfetto non mi stanca mai, è bello come la prima volta che lo vidi completamente nudo, anzi forse lo era anche di più. Restai a godere di quella splendida vista, toccando e baciando ogni singolo muscolo ben evidenziato. Prima che me ne rendessi conto, entra dentro di me facendomi godere senza ritegno. Le sue spinte si fanno sempre più forti, avverto il suo membro, sempre più rigido, in tutta la sua lunghezza. Ci scambiamo di posizione, adesso tocca a me cavalcarlo un po’! I nostri gemiti riempiono la nostra stanza, testimone del nostro amore. Vedo il suo viso contrarsi in smorfie di piacere e la cosa mi fa impazzire ancora di più. Purtroppo mi stanco in fretta, ma non è mai stato un problema. Mantenendo la posizione Minato inizia a muovere il suo bacino e non solo! Con le sue dita stuzzica la mia femminilità facendomi godere come non mai raggiungendo forse l'orgasmo più bello della mia vita, in seguito anche Minato raggiunse l'apice del piacere. Sudati e stanchi restammo abbracciati nel letto finché non si fece l'ora di pranzo. Dopo esserci fatti una doccia veloce pranzammo parlando di qualunque cosa ci passasse per la testa, anche se l'argomento ricadeva sempre sul futuro nascituro, pensando ai vari possibili nomi per il nostro bambino. Minato era davvero pessimo in queste cose, tutti i nomi più strani li trovava lui, anche se uno di questi mi colpì parecchio, era il nome per una bambina, un nome molto forte ma allo stesso tempo dolce, il nome di una bambina e futura donna a cui nessuno avrebbe mai potuto mettere i piedi in testa, un po’ come la sua mamma.
Era pomeriggio inoltrato, io e Minato eravamo in attesa della dottoressa che segue la mia gravidanza. Entrò portando con sé la mia cartella medica dove vi erano appuntati tutte le visite e i vari progressi. Mi disse che fino ad ora tutte le visite sono andate più che bene e che il piccolo stava crescendo sempre di più. Iniziò a fare l'ecografia, era sempre un'emozione vedere quell'esserino sempre più grande, da una piccola pallina deformata a un piccolo essere umano, non mi spiego ancora come sia possibile questo miracolo della natura. Il piccolo era girato e teneva le gambe ben chiuse così la dottoressa, premendo delicatamente con le sue mani nel mio pancione, fece muovere il piccolo facendolo girare così da darci la sua completa visuale. Lo sentivo spesso muoversi dentro di me, ma vederlo era tutta un'altra storia.
“Allora vediamo un po’ cosa abbiamo qui.” Disse la dottoressa.
“Allora si vede qualcosa?” Disse Minato impaziente.
“Si, siamo nella giusta posizione. Bhe congratulazioni avrete una splendida bambina!”
“Te lo avevo detto che il papà non sbaglia mai!”
Avremmo avuto una bambina! Una piccola principessa guerriera. La nostra emozione era alle stelle! Specialmente Minato non riusciva a trattenersi dalla gioia, infatti, lui, sin dal primo momento aveva sperato in una femminuccia, con grande stupore da parte della dottoressa, perché in fondo si sa, solitamente i papà sperano nel maschio come primo figlio, ma noi non siamo mai stati come gli altri.
Quando uscimmo dallo studio erano da poco passate le 17, così decidemmo di darci allo shopping. Lungo le strade di Konoha incontrammo Jiraya-sensei a cui Minato diede la felice notizia, poi svaligiammo tutti i negozi neo natali presenti in quella strada, comprando ogni genere di vestitino o tutina con tutte le sfumature possibili di rosa, una in particolare Minato volle comprare a tutti i costi; era un vestitino bianco e rosa con dei piccoli ricami dorati sul petto che andavano a comporre la frase “Sono la principessa di papà”. Pieni di buste e poveri di portafoglio ci dirigiamo verso casa quando all'improvviso sentimmo una forte esposizione, poi fu il nero assoluto.
Quando ho riaperto gli occhi, ho visto Kushina a pochi passi da me con una profonda ferita alla testa e alcuni calcinacci che la schiacciavano. Konoha è stata attaccata, tutto intorno a noi è distrutto, la spalla mi fa male, probabilmente è slogata, ma non mi importa, mi alzo all'impiedi urlando con tutto le forze che ho in corpo il nome della donna che amo sperando di ricevere una risposta, ma niente! Mi avvicino a lei e inizio a toglierle i calcinacci di dosso, respira ancora ma a fatica. La prendo in braccio e usando la mia tecnica in un attimo mi ritrovo davanti all'ospedale. Entro e un medico mi mette a disposizione una barella su cui posso fare coricare Kushina.
“Cosa è successo?” Mi chiede il medico.
“Ci siamo trovati nel mezzo dell'esplosione, era sotto dei calcinacci” parlo velocemente perdendo tutta la calma che mi contraddistingue.
“A che mese è?”
“Sesto, no è appena iniziato il settimo! Abbiamo fatto oggi la visita e abbiamo scoperto che è una bambina! Per favore mi dica che staranno bene tutte e due!” Dico al medico mentre inizia a visitarla. Con una luce le controlla le reazioni delle pupille, poi controlla il battito del suo cuore e il suo respiro. Ha una faccia preoccupata e la cosa non mi piace.
“Le farò sapere tutto il prima possibile! Ma adesso se lei è uno shinobi vada a farsi curare la spalla mentre compila la cartella con i dati di sua moglie e segua il protocollo per gli attacchi improvvisi. A lei ci pensiamo noi”
“No, io devo stare con lei! Non la posso lasciare!”
“Non può fare altro per lei, ci pensiamo noi!”
Finì la frase e portò via Kushina, dove non lo so. Restai fermo, immobile per non so quanto tempo, fin quando non mi sentí chiamare.
“Minato che cosa ci fai qui? Sei ferito?”
“Tsunade-sama! Kushina è rimasta ferita e l'hanno portata via non so dove!” dissi mentre mi tenevo la spalla dolorante. Aver preso Kushina in braccio deve aver peggiorato la lesione.
“Ascolta! Adesso calmati!” Mi disse mentre iniziò a curare la mia spalla. A lei bastava un solo sguardo per capire il problema.
“A Kushina ci penso io! Tu adesso devi svolgere il tuo compito in quanto Jonin di Konoha! Non devi pensare ad altro!”
“Allora la lascio nelle sue mani!” Sapere che Tsunade-sama era lì mi faceva sentire più tranquillo. Andai alla porta più vicina sconfiggendo tutti i nemici che mi trovavo davanti, era colpa loro se la mia amata Kushina è rimasta ferita, spero solo che la mia bambina sia rimasta illesa all'interno del pancione.
L'attacco durò per non so quanto tempo, sconfissi così tanti nemici che sembravano non finire più. Mi incontrai con Fugaku e combattemmo fianco a fianco coprendoci a vicenda, Konoha era diventato un vero e proprio campo di battaglia. Chi ci invase furono shinobi del villaggio della nuvola, speravano di sconfiggerci sfruttando l'effetto sorpresa, ma fecero male i loro conti! Finita la battaglia, gli shinobi che non vennero uccisi, furono fatti prigionieri e portati nelle prigioni degli ANBU dove li avrebbero interrogati. Finita la battaglia e ripristinato l'ordine, il pensiero di Kushina mi balenò in mente, ero senza chakra così iniziai a correre più che potei verso l'ospedale. Ero stanco le gambe sembravano cedermi da un momento all'altro, ero ricoperto di terra e sangue e non sapevo nemmeno se era mio o di qualcuno che avevo ucciso, mi sentivo sporco dentro ma quella era la vita che avevo scelto e in periodo di guerra, togliere la vita ad altri fa parte del pacchetto, come riuscivo a sopportarlo non lo sapevo nemmeno io, forse bastava non pensare ma solo agire perché nel momento esatto in cui pensi a chi sia quell'uomo davanti a te, se abbia una famiglia, una moglie, dei figli o fratelli che lo aspettano quella forza di volontà di togliere una vita svanisce nel nulla, che cosa stupida la guerra. Ogni parte del mio corpo pregava per un po’ di riposo, mentre io pregavo affinché le donne più importanti della mia vita stessero bene.


Eccomi qua! Vi prego non uccidetemi per il triste capitolo, ma le cose troppo smielate non mi sono mai piaciute e poi di tanto in tant qualcosa di sconvolgente ci vuole. in ogni caso siamo in periodo di guerra e sappiamo bene che gli attacchi a Konoha non mancano mai.
Che dire, fatemi sapere cosa ne pensate, i consigli sono sempre ben accetti.
Alla prossima!!

 
  
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