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Autore: Emmastory    15/04/2019    2 recensioni
Come sappiamo, le avventure della fata Kaleia non si sono certo concluse, e come in una sorta di piccolo intermezzo, si nota che le tradizioni natalizie hanno fatto il loro ingresso nel mondo delle fate. Forse ne hanno sempre fatto parte, o forse tale cambiamento è dato dalla loro vicinanza con la comunità umana, ma comunque sia, godetevi la lettura.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Human-traditions-in-the-Fairy-Woods
 
 
Capitolo XXVI
 
Natale al cioccolato
 
Dorata e silenziosa, un'altra alba di fine Dicembre aveva il suo lento e magnifico inizio. Il sole si levava piano in cielo, accarezzando con i suoi raggi le piante l'acqua del lago e i visi dei bimbi e delle piccole pixie, e sveglia da poco anche Kaleia apriva gli occhi. La sveglia sul comodino accanto al letto segnava appena le nove del mattino, e sbadigliando, la fata rilassò ogni muscolo del corpo, sgranchendo quelli indolenziti dagli allenamenti di resistenza e magia nonostante la posizione assunta e mantenuta nel dormire. Comoda, aveva finito per addormentarsi fra le braccia del suo ragazzo appena la sera prima, e a quel solo ricordo, sorrise. Rigirandosi fra le coperte, cercò la mano del giovane stupendosi di non trovarla, scoprendo poi vuota la parte del letto che di solito occupava, e quasi intristita da quella realtà, rinunciò ad alzarsi per i minuti a venire sperando di rivederlo o di sentirlo tornare nella stanza, e quasi senza volerlo, cullata dalla freschezza delle proprie coperte e dalla morbidezza del cuscino, scivolando in fretta nella grigia incoscienza. Avrebbe voluto alzarsi, davvero, ma allo stesso tempo era come se una sorta di innata e innaturale pigrizia la stesse letteralmente consumando, bloccandola fra quelle coperte tanto soffici e su quel materasso così comodo e invitante. "Sarà già al lavoro." Si disse, svegliandosi per un solo attimo e dando un altro disinteressato sguardo alla sveglia. Di lì a poco, un nuovo sbadiglio le fuggì dalle labbra, e insolitamente stanca, si riaddormentò. Già in piedi e in salotto, Christopher leggeva distrattamente il giornale assieme al padre Edgar, venuto in visita assieme alla moglie, mentre questa restava seduta a sorseggiare un caffè preparatole dal figlio, con quello di disturbare o intralciare la giovane coppia come ultimo desiderio. "Come sta Kaleia? Di solito è così mattiniera! Sicuro che non le sia successo qualcosa?" gli chiese poi la donna, sinceramente preoccupata per quella giovane ragazza che da ormai due anni faceva parte della loro famiglia, e che se il cielo l'avesse mai voluto, in un futuro non troppo lontano ne avrebbe avuta una propria. Al momento non c'era nessuno che potesse dirlo, ma nonostante questo, a entrambi piaceva sperare. Così, attimo dopo attimi, altre ore sparirono dalla vita di entrambi, e di nuovo sveglia dopo un tempo passato a sognare e immaginare il suo avvenire, Kaleia si alzò dal letto, e indossando le pantofole portatele dall'amico Red, e la vestaglia appesa ad una gruccia nel grande armadio della stanza, si sistemò come potè i capelli usando una spazzola. Conoscendosi, sapeva di detestare le brutte impressioni, e sicura che le prime fossero le più importanti oltre che le uniche a contare, la mosse ad arte stringendola fra le mani con decisione. Litigando con un nodo testardo nello sciogliersi, rischiò di farsi male, e a lavoro finito, raggiunse il corridoio. Stanca, lo attraversò con qualche passo e un ennesimo sbadiglio, e salutando i presenti nel salotto, annunciò la propria letargica presenza. "Buongiorno a tutti." Mugolò appena strofinandosi gli occhi cisposi e ancora assonnati. "Buongiorno, fatina." Le fece eco Christopher, non dimenticando di adoperare il nomignolo che le aveva affibbiato tempo addietro. Sentendolo, la ragazza non potè fare a meno di sorridere, e imitandolo nella sua felicità, si avvicinò quanto bastava per toccarlo, e lasciando andare le sue mani in quelle di lui, trasformò quel misero contatto in un abbraccio, e più tardi in un bacio che nessuno osò negarle. In silenzio, i genitori del ragazzo li osservarono con aria quieta, e fra i due, Andrea ne risultò più colpita. Colpita, sì, ma non provata, solo perchè memore della propria giovinezza e dei bei tempi trascorsi con il marito prima che la loro unione diventasse totale. Senza che lo volesse, una lacrima sfuggì al suo controllo, e bevendo un altro sorso di caffè, tentò in ogni modo di dissimulare l'accaduto. Assetata e bisognosa d'energie, anche Kaleia se ne versò una tazza, e bevendo con calma, lasciò cadere lo sguardo sul tavolino in legno del salotto, notando solo allora una scatola di cioccolatini. Rossa e in tinta con i colori del Natale, la fece sorridere, e dopo la sua solita e scura bevanda mattutina, ne assaggiò uno, assaporandolo lentamente. "Buoni, li hai presi tu?" chiese, voltandosi verso il fidanzato. Per tutta risposta, questo alzò le mani in segno di resa, come a far capire di non aver neanche avuto voce in capitolo. "Mi conosci, e sai che lo farei, ma stavolta la colpa è loro." Le rispose infatti, riferendosi ai genitori ancora presenti nella piccola ma accogliente cucina. "Colpa?" gli fece eco la  madre, confusa e stranita da quelle parole. "Scherzavo, mamma." Fu svelto a spiegarle il figlio, sorridendo debolmente. "Meglio." Disse allora il padre, per poi tacere e fargli un veloce occhiolino, così da far capire di non essere serio. "Bene, ora, e per come la vedo, quest'albero non si decorerà da solo, vero, piccola mia?" in quell'istante fu Christopher a parlare, e attirando l'attenzione della fidanzata con quell'altro epiteto, le sorrise per un solo attimo, indicandole poi con lo sguardo lo scatolone poco distante, ancora sul pavimento e sempre pieno di decorazioni, tenute da parte fino a quel periodo dell'anno. Senza proferire parola, Kaleia seguì il suo sguardo, e lentamente, armata di una manciata di gancetti di ferro, appese decorazioni diverse in diversi punti dell'albero. Lo faceva da anni, e lo schema era sempre uguale. Le palline andavano ovunque, le stringhe di luci colorate intorno, e ultime ma non certo per importanza c'erano le statuette, scherzosamente relegate nelle parti più estreme dei rami, così che come le palline, anche quelle, piccole e preziose com'erano, fossero al sicuro dalle maledettamente veloci zampe di Willow. Dal suo canto, la gatta non lo faceva con cattiveria, e anzi giocare e cacciare erano nella sua natura, ma qualunque fosse la verità, i padroni non avevano intenzione di lasciarla fare. Non dopo quello che era già successo tempo prima, quando, giocosa e testarda insieme, aveva finito per scalare l'abete e addormentarsi fra i rami. Ridendo di gusto a quel solo ricordo, i due innamorati lavorarono fianco a fianco per il tempo necessario a completare il lavoro, e ben presto, ogni singola decorazioni fu al suo posto, dettagli e puntale inclusi. Per quello il buon Christopher dovette chiedere l'aiuto dell'amata, che muovendo ad arte le dita affusolate lo sollevò da terra quanto bastava per raggiungere lo scopo, e tutto tramite i suoi poteri. Per sua fortuna, i poteri di levitazione erano comuni a tutte le fate, quindi anche a lei, ed era in momenti come quelli che una consapevolezza del genere la rendeva felice. Così, il tempo continuò a scorrere, e con la fine del loro lavoro, i due fidanzati salutarono i tanto graditi ospiti guardandoli avviarsi verso casa, passando il resto della loro mattina, e poi del pomeriggio a scambiarsi tenerezze sul divano di casa, e innamorati come sempre, sgranocchiando i cioccolatini rimasti nella scatola ancora piena e trascorrendo quello che rimase impresso nelle loro menti come Natale al cioccolato. 
 
 
Dopo tanto lavoro, l'ultimo scritto della raccolta che avete seguito con tanto interesse, interesse del quale vi ringrazio sentitamente forse per l'ennesima volta. Qui abbiamo una ricostruzione di un giorno di Dicembre in cui i due innamoratissimi Christopher e Kaleia decorano il proprio albero di Natale mangiando cioccolatini. Se tutto andrà secondo i miei piani, ci risentiremo presto, stavolta con il resto della saga della nostra amica fata e del resto degli abitanti del bosco, ma fino ad allora grazie ancora una volta, e alla prossima,
 
Emmastory :)
   
 
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