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Autore: GReina    16/04/2019    3 recensioni
15/04/2019: Notre-Dame sta bruciando e tutto ciò che posso fare è scrivere.
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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15/04/2019
È paura ed orrore.
Quando non puoi fare altro che guardare; quando non puoi fare altro che aspettare e vedere cosa riusciranno a salvare. È paura di vedere l’arte bruciare per un mero errore umano o, forse, neanche quello a giustificare un orrore così grande. Guardi le fiamme alzarsi, le mura crollare, e non puoi fare altro che morire dentro insieme alla parte di te che più ama l’Arte in tutte le sue forme: l’architettura gotica, le sue vette alte e le sue vetrate colorate che ora bruciano sotto i tuoi occhi attoniti e impotenti. Vedi il mondo piangere, o almeno gran parte di esso, e ti arrabbi, ti infuri con l’universo e con il fuoco; odi gli uomini e le donne che gioiscono di una tale disgrazia o che magari la reputano insignificante: “è solo un edificio”, “non sono mai stato credente, non mi riguarda”, “ho sempre odiato i francesi”, “è ciò che si meritano per non averci mai restituito la Gioconda”, sono frasi che leggi ma non comprendi, mentre ad esse si sovrappongono le immagini in diretta della Cattedrale in fiamme su tutti i canali.
Cerchi su internet le novità, piangendo ad ogni parte crollata, gioendo ad ogni opera salvata, mai hai paura: paura di addormentarti per poi non trovare più Notre-Dame la mattina seguente. La guglia è crollata, ma i campanili sono salvi; la struttura lignea è distrutta, ma le fondamenta reggono: “la ricostruiremo”, vuoi credere a quelle parole, ma la notte è ancora lunga e quattrocento pompieri non bastano; le preghiere non bastano; neanche le lacrime bastano, consumate anche loro dal fuoco.
Non è una Chiesa che sta crollando: è l’Arte; una delle opere più belle dell’uomo che crolla quando, nel XXI secolo, si pensa che l’arte sia protetta a sufficienza. No, non è così.
Notre-Dame ha vissuto due guerre mondiali e di più, ma l’abbiamo distrutta. Non è il primo e – purtroppo – non sarà l’ultimo capolavoro ad andarsene.
Mi chiedo se l’emozioni che sto provando le provino solo coloro che – come me – hanno una particolare affinità con i Beni Culturali; magari anche i cristiani che vedono una delle più spettacolari case di Dio cadere in cenere, la stessa che conservava la Corona di Spine. Mi piace pensare che – se anche non appartenenti a nessuna delle due categorie – la gente sia in lutto; mi piace pensare che l’umanità riconosca cosa era e cosa si sta perdendo in questa notte di fuoco e lacrime. Vorrei poter dire che da questo sbaglio gli esseri umani impareranno, ma no, ne dubito. In Sicilia, a casa mia, nell'Italia meridionale, ma più in generale nel mondo, migliaia di siti culturali vengono ignorati, trascurati, e così continuerà ad essere; in migliaia di siti culturali la sicurezza e la salvaguardia continueranno ad essere inadeguati forse solo perché “convenienti”, e noi non possiamo fare altro che continuare a guardare inorriditi e impotenti, mentre le fiamme divorano l’arte e gli occhi si spalancano in una realtà che piangerà per qualche giorno e poi aspetterà il prossimo disastro senza fare nulla se non riprendere a guardare, piangere e ripetere da capo. E nel frattempo io scrivo, raccolgo i pezzi del mio cuore e provo a ricomporlo come in un restauro, ma continuo ad avere paura: paura di addormentarmi e di non trovare più un pezzo di storia a Parigi; paura di dimenticare e di non fare nulla.
   
 
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