Prima
che bruci Parigi
Finché
ancora tempo, mio amore
e prima che bruci Parigi
Tra i pochi
scampati alla morte, uno stava ringraziando Dio per aver incrociato
quella
creatura angelica che, al riparo dalla vendetta del Malvagio [2], gli
mendicava
la vistosa ferita che ancora sfoggiava sul petto.
La bella
strega finse di pensarci su, ma negli occhi speranzosi di lui aveva
già visto
ogni cosa – ogni plenilunio che li avrebbe ritratti nudi e
ogni alba che li
avrebbe accolti ancora abbracciati.
«Magari tra
qualche anno», rispose però, da spietata creatura
immortale per cui il tempo non
scorreva mai. Al giovane quella promessa bastò, ma non
poté trovare sollievo, mentre il fragore
delle armi ancora imperversava su Parigi.
«Prima che
bruci Parigi», lo rassicurò allora la strega,
mentre con la bocca scioglieva il
broncio angosciato che s’era dipinto su quella di lui.
«E quando?»
«Non te l’ho
forse già rivelato? Prima che bruci Parigi», lo
derise ancora lei.
Il soldato –
che ora era fabbro e le armature non le indossava più –
sospirò; volse lo
sguardo annerito di fuliggine verso le torri di Notre-Dame, granitiche
testimoni di quella promessa trascinata dal tempo. Poco
male, pensò, mentre stringeva a sé la
sua amante inclemente.
♠♠♠
Dopo
tutti
quei secoli trascorsi a ingannare il tempo, s’era messo a
studiare, quel combattente in pensione. Non la storia, certo,
ché di battaglie insanguinate e alleanze
precarie ne aveva vissute fin troppe. S’era dato alla
medicina, invece, perché ancora
non si capacitava di veder sfiorire la sua bella strega come si vede
appassire
una rosa. I capelli di lei s’erano ormai ingrigiti, e la voce
era rauca; non
aveva più fiato per deridere il suo amato con il solito
passatempo spietato.
Lui era ancora
chino sui tomi consumati, quando il fumo si levò dalla
guglia. Fu lei a notarlo
per prima; tese appena la mano raggrinzita in direzione
della finestra, cornice
di un indesiderato spettacolo di fuoco.
Non
è più tempo, amore mio
Parigi brucia, brucia
***
Note Autrice:
Un piccolissimo omaggio a Notre-Dame, nella forma di una storia d'amore sospesa tra il tempo e i rintocchi delle campane.
Non ho ritenuto essenziale l'accuratezza storica per questa storia, dunque potrebbero esserci imprecisioni. Vi lascio comunque i riferimenti necessari.
[1] Nel 1358, circa 600 parigini furono trascinati e uccisi in un'imboscata a Saint-Cloud, per arginare i danni dell'insurrezione popolare - la jacquerie - che imperversava nel Nord della Francia e che, partita dalle campagne, aveva raggiunto Parigi.
[2] Carlo II di Navarra, soprannominato il Malvagio, tese l'imboscata ai parigini.
[3] La rivolta era appunto popolare, dunque i soldati erano principalmente contadini.
Le due citazioni che aprono e chiudono la storia sono estratti di queste due poesie di Nazim Hikmet.
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