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Autore: graciousghost    16/04/2019    3 recensioni
[Notre Dame, Notre Cœur]
Un piccolissimo omaggio a Notre-Dame, nella forma di una storia d'amore sospesa tra il tempo e i rintocchi delle campane.
«Non ti amo, non ancora»
«E quando?»
«Prima che bruci Parigi»
Genere: Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima che bruci Parigi

  

Finché ancora tempo, mio amore
e prima che bruci Parigi

 
Le campane di Notre-Dame risuonavano cupe in tutta Parigi, mentre i ribelli venivano assassinati a Saint-Cloud [1].
Tra i pochi scampati alla morte, uno stava ringraziando Dio per aver incrociato quella creatura angelica che, al riparo dalla vendetta del Malvagio [2], gli mendicava la vistosa ferita che ancora sfoggiava sul petto.

«Potresti mai amare un mortale come me?», domandò il guerriero improvvisato [3], del tutto incurante del sangue che colava là dove le lame avevano incontrato la carne.
La bella strega finse di pensarci su, ma negli occhi speranzosi di lui aveva già visto ogni cosa – ogni plenilunio che li avrebbe ritratti nudi e ogni alba che li avrebbe accolti ancora abbracciati.
«Magari tra qualche anno», rispose però, da spietata creatura immortale per cui il tempo non scorreva mai. Al giovane quella promessa bastò, ma non poté trovare sollievo, mentre il fragore delle armi ancora imperversava su Parigi.
«Prima che bruci Parigi», lo rassicurò allora la strega, mentre con la bocca scioglieva il broncio angosciato che s’era dipinto su quella di lui.

♠♠♠


La strega si compiacque di osservare il suo bel capriccio umano vincere le costrizioni terrene, con il dono della vita eterna che gli aveva elargito. Quando lo vide salvarsi dalle grinfie della peste nera e dalla ferocia di mille spade nemiche, non si pentì di aver scelto di mettere fine alla propria vita
 quando Parigi sarebbe bruciata – in cambio di un'esistenza al suo fianco.

Dopotutto, Parigi sembrava non bruciare mai.

«Non ti amo, non ancora», gli confessò anche quel giorno la strega crudele, che di quel gioco proprio non s’era stancata.
«E quando?»
«Non te l’ho forse già rivelato? Prima che bruci Parigi», lo derise ancora lei.
Il soldato – che ora era fabbro e le armature non le indossava più
sospirò; volse lo sguardo annerito di fuliggine verso le torri di Notre-Dame, granitiche testimoni di quella promessa trascinata dal tempo. Poco male, pensò, mentre stringeva a sé la sua amante inclemente.

Dopotutto, Parigi sembrava non bruciare mai.

 
♠♠♠

Dopo tutti quei secoli trascorsi a ingannare il tempo, s’era messo a studiare, quel combattente in pensione. Non la storia, certo, ché di battaglie insanguinate e alleanze precarie ne aveva vissute fin troppe. S’era dato alla medicina, invece, perché ancora non si capacitava di veder sfiorire la sua bella strega come si vede appassire una rosa. I capelli di lei s’erano ormai ingrigiti, e la voce era rauca; non aveva più fiato per deridere il suo amato con il solito passatempo spietato.
Lui era ancora chino sui tomi consumati, quando il fumo si levò dalla guglia. Fu lei a notarlo per prima; tese appena la mano raggrinzita in direzione della finestra, cornice di un indesiderato spettacolo di fuoco. 

«Abbiamo avuto più tempo di chiunque altro», sussurrò la vecchia strega, mentre il suo cuore si spense assieme alla guglia di Notre-Dame.

E Parigi bruciò, senza che lei l’avesse mai amato.

 

Non è più tempo, amore mio
Parigi brucia, brucia


***
Note Autrice:

Un piccolissimo omaggio a Notre-Dame, nella forma di una storia d'amore sospesa tra il tempo e i rintocchi delle campane.

Non ho ritenuto essenziale l'accuratezza storica per questa storia, dunque potrebbero esserci imprecisioni. Vi lascio comunque i riferimenti necessari.
[1] Nel 1358, circa 600 parigini furono trascinati e uccisi in un'imboscata a Saint-Cloud, per arginare i danni dell'insurrezione popolare - la jacquerie - che imperversava nel Nord della Francia e che, partita dalle campagne, aveva raggiunto Parigi.
[2] Carlo II di Navarra, soprannominato il Malvagio, tese l'imboscata ai parigini.
[3] La rivolta era appunto popolare, dunque i soldati erano principalmente contadini. 
Le due citazioni che aprono e chiudono la storia sono estratti di queste due poesie di Nazim Hikmet.

graciousghost

   
 
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