Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Seventh_Wave    17/04/2019    0 recensioni
Kim è una ragazza dai capelli rossi e con la testa sempre piena di pensieri. Ha passato un anno difficile a fare i conti con la fine di una storia d'amore e mentre rimetteva insieme i pezzi, si è accorta che in fondo, quella non era la vita che voleva. Che aveva immaginato per lei. E che nonostante l'orgoglio ferito e la tristezza, lui non è mai stato davvero l'uomo per lei. Per ritrovarsi e ricominciare non c'è niente come una vacanza in un'isola greca con le due amiche di sempre. Ma...c'è sempre un ma. In questo caso, in carne ed ossa. E se te lo trovi davanti ogni giorno, in un'isola grossa poco più di una moneta sulla cartina, significa proprio che ci devi fare i conti. E lui li deve fare con te. La vita sbaglia spesso modo e tempi,cara Kim. Spesso, ma non sempre.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La mattina, scintillante di gioia, si precipita al bar. Chris la guarda col sopracciglio alzato. 
“Buongiorno buongiorno buongiorno”
“Hai vinto la lotteria stanotte?”
“Meglio! Da oggi non mi perdo piu’, arrivano le mie amiche”
Chris le sorride, i denti forti e gli occhi nocciola. 
“Sono contento per te. Hai una faccia diversa”
“Ce l’ho infatti. Ma devo noleggiare una macchina per andare a prenderle all’areoporto. Dove vado? Ma prima. Mi dai da mangiare?” e lo guarda con l’espressione da bimba affamata. Perche’ il frigo e’ ancora vuoto e le sue amiche la linceranno. Ma poi le portera’ qui e capiranno. Dopo averle cavato anche l’ultimo pezzettino di pelle. 
“Ti ci porto io all’areoporto. Se noleggi una macchina e hanno le tue stesse valigie, dovrai fare due viaggi”. Kim lo guarda oltraggiata. 
“Augustinus parla troppo. Ed esagera”. 
“Sara’.. “
“Pero’ grazie”
Chris le fa l’occhiolino. “Nessun problema. Tanto devo andare da quelle parti lo stesso”
“Ma io la macchina la devo affittare lo stesso”
“Poi pensiamo anche a quello”
Un minuto di silenzio. Al bancone non c’e’ nessuno, e occhi obliqui non e’ al suo posto. 
“Perche’ sei cosi’ gentile con me?”
Chris alza le spalle
“Perche’ sei Kim”
Ed e’ una risposta talmente sincera e spontanea che gli occhi le si inumidiscono e le gote diventano rosse. Cosi’ tanto che deve abbassare lo sguardo per un po’ mentre soffia sul cappuccino e lo beve. Occhi obliqui non c’e’ e non le va di chiedere a Chris di fargli il suo frappe’. A guardare bene mancano un po’ tutti stamattina. Si guarda intorno incuriosita. 
“Ma dove sono tutti?” gli chiede. 
“Spesa” dice soltanto Chris. 
“Oh”

Dopo una mezz’ora di chiacchiere e sguardi al cellulare, sente risate e voci mischiarsi. Vede casse di cibo, sacchi di patate, provviste e bottiglie. Vede Lefteris e altri uomini che non conosce, vede la ragazza bionda che ridendo si appoggia a occhi obliqui, che si e’ infilato le chiavi in tasca e comincia a scaricare le cose. 
“Ehi, vado a dare una mano anche io. Resta qui, quando abbiamo finito partiamo per Rodi” le dice Chris.
Mezza nascosta da una parte vede Lefteris con una bandana legata sulla fronte, caricare tre casse alla volta e i capelli gli brillano nel sole. Gli vede la maglia scolorita, i calzoncini corti e un tatuaggio coperto dalla calza corta sul polpaccio. Gli scatta un paio di foto, rapita  scena. Vede la ragazza bionda bellissima occuparsi dei tovaglioli e delle provviste piu’ leggere. E poi vede lui, occhi obliqui. Le sue ciglia abbassate sugli occhi, lo sguardo concentrato. Prende due casse e si gira di colpo a parlare con qualcuno, sorridendo. Kim scatta. Gli vede i tendini del collo, la pelle tesa e il pomo d’adamo. Il suo sorriso orizzontale, e gli occhi pieni di luce. Gli vede i capelli e le gocce di sudore, gli vede i muscoli delle spalle e i fianchi stretti nei jeans. Gli vede le mani sottili e i polsi. 
“Sono venuto bene?” Lefteris la sorprende alle spalle, mentre scorre le foto
Kim sobbalza
“Sei un bel soggetto” e gli porge la macchina fotografica con il suo scatto sul display.
“Non e’ male, non e’ per niente male” e un ghigno soddisfatto gli si dipinge sul volto. 
“Lefteris, vieni qui, abbiamo bisogno di aiuto”. Una voce morbida e seria lo richiama al lavoro. E’ lui, occhi obliqui. Con gli occhi duri che la guardano e guardano la macchina fotografica, e passano da lui a lei e da lei a lui. 
Kim si sente triste, e in imbarazzo. Perche’ quegli occhi raccontano una verita’ non verita’. No, non sto facendo la scema con tuo fratello, e no, tuo fratello non sta facendo lo scemo con me. Se davvero lo pensi sei un idiota. 
“Il lavoro chiama, e Kyros pure”, le dice lui sorridendo. 
“Lo vedo. Lo sento piu’ che altro”
“Si, non dirlo a me, lo sento da quando sono nato”, e le fa un occhiolino prima di tornare a caricare tre casse e portarle in cucina. 
Kyros. Occhi obliqui si chiama Kyros dunque. Finalmente hai un nome, pensa lei. Adesso so a chi pensare quando penso al tuo volto. So come chiamare quelle ciglia folte e il tuo naso forte, il mento con la fossetta - non aveva notato quella piccola fossetta - e i capelli corti. 
Lui la ignora, sta sistemando posate e tovaglioli per il servizio. Gli vede solo la schiena coperta dalla maglia bianca del locale. Quindi la tua schiena e i tuoi polmoni si chiamano Kyros. Si sono sempre chiamati cosi’. E sospira. Peccato non piacerti, Kyros. Saremmo potuti diventare amici, come con Chris e Lefteris. Ma tu non sei i tuoi fratelli. Loro non sanno di cannella e noce moscata, non hanno i tuoi polsi sottili e i tuoi occhi obliqui. Sospira. Un giorno magari cambierai idea, su di me. O magari, la cambiero’ io su di te.

Mette via la macchina fotografica e con movimenti lenti prepara la sua borsa. Andrea ed Elisa saranno qui, tra poche ore. Sentira’ profumo di casa e di felicita’, le vedra’ disfare le valigie, le vedra’ accanto a se, dove avrebbero sempre dovuto essere, e  da dove in realta’ non si sono mai mosse. Sfoglia il libro che stava leggendo al mare, intanto che aspetta che Chris finisca. Ma lui esce dalla cucina, con una faccia un po’ preoccupata e le mani sporche di grasso. 
“Kim..”
Lei lo guarda dall’alto del suo sgabello. Non tocca per terra perche’ e’ troppo piccola. Compatta, diciamo. 
“Mi dispiace ma non posso accompagnarti all’areoporto. Ho un problema qui in cucina”
Oh. 
“Ok. Chiamo un taxi magari”
E armeggia nella borsa per cercare il cellulare.
“Pero’ puoi accompagnarla tu”.
Lei non ha nemmeno il coraggio di alzare la testa. Perche’ lo sa chi c’e’ alla sua destra, appena entrato in sala. Oh no. No no no no no no. Non lui. 
“Dove?” e sente ancora quella voce dolce e calma che parla col fratello. 
“All’areoporto, a prendere due sue amiche”.
Lei si intromette. 
“Ma non e’ necessario, davvero. Chiamo un taxi e sono a posto”
Lefteris entra nella sala. 
“Ehi, posso accompagnarla io”
“Perfetto, allora siamo a posto cosi’” risponde lui asciutto. E torna in sala a preparare i tavoli. 
Chris le sorride. 
“Dammi cinque minuti Kim, e poi partiamo” Lefteris le sorride.
“Tuo fratello mi odia” mugugna piano a Chris. 
“Chi? Lefteris?”
“No. L’altro”
Chris incrocia le braccia sul bancone e poi ci appoggia sopra la testa. 
“Che ti importa. Il resto della sua famiglia ti vuole bene” e le fa l’occhiolino. 
Gia’. Che mi importa. 
Ma poi il pensiero di Andrea ed Elisa prende il sopravvento. E inizia a sorridere. Sorride quando Lefteris torna, pettinato e con una maglietta pulita, sorride mentre saluta Chris, sorride mentre sale sul furgone e si volta verso il bancone. Kyros la guarda, mentre fa un frappe’ per un ordine. 

Il fratello gli si avvicina, aspetta che finisca col tritaghiaccio. 
“Perche’ non hai voluto portarla tu?”
“Avevo da fare qui e tra poco inizia il servizio, hai bisogno di me. E non ci sono problemi in cucina, lo sai bene”.
Chris incassa il colpo. Ha ragione. Nessun problema in cucina. Era solo un modo per avvicinare due persone che hanno bisogno una spintarella, ma quel fetetnte di suo fratello ha mangiato la foglia. Ecco cosa succede quando ti metti contro il più intelligente della famiglia. Intelligente, stupido e cocciuto allo stesso tempo. 
“Mi spieghi cosa ti succede?”
Kyros versa il frappe’ nei bicchieri, con la massima cura. 
“Non succede niente Chris. Tutto e’ normale e come al solito. Non so nemmeno perche’ tu me lo chieda”.
“Kim c’è rimasta male, e non capisco perche’ ti ostini a comportarti cosi’ con lei”. 
Kyros guarda suo fratello, il solito sguardo duro. 
“Non mi sto comportando in nessun modo Chris. E’ una cliente, la tratto come una cliente. Non ci perdo la testa come voi o come Lefteris”. 
Chris si volta verso il fratello incazzato. 
“Attento bene a quello che dici e come lo dici, Kyros. Attento bene”. 
“Non scaldarti - gli dice indifferente - sai bene che non intendevo dire niente di male. Ma non vedo tutta questa necessita’ di trattarla come la stai trattando e come Lefteris la tratta. Tutto qui. E dato che siamo in vena di confessioni, nel futuro evita di intrometterti nella mia vita e usare questi mezzucci per farmi fare quello che vuoi. Fino ad ora me la sono sempre cavata da solo mi pare”. 
“Kim è speciale Kyros. Lo hanno capito tutti. Persino quel giovane mulo di Lefteris. Solo tu non te ne sei accorto”.
“Se non l’ho notato significa che non mi merito di vederlo. Adesso lasciami lavorare in pace per favore”. 
“Secondo me e’ proprio il contrario - gli sorride sghembo - ma sicuramente mi sbaglio” e gli volta le spalle fischiettando, mentre con le mani in tasca va in cucina a riparare un guasto che non c’e’.
Kyros si guarda le mani. Finalmente hanno smesso di tremare. Finalmente. 
Le stringe a pugno e le rilascia, per scaricare la tensione. 
Poi prende un altro ordine e inizia a preparare da bere. E’ scocciato e non sa nemmeno lui perche’. O meglio, si. Tornare qui, ancora, fa quasi piu’ male dell’anno scorso. 
Era meglio restare a casa, tra i libri e i compiti dei suoi studenti. Era meglio stare tra quelle mura e quegli armadi mezzi vuoti, pieni ancora del profumo e dei ricordi di lei, piuttosto che tornare qui, rivedere il mare, rivedere la sua famiglia, rivedere i posti che lei ha amato tanto. 
Lo sguardo triste di sempre lo accompagna mentre mixa qualcosa di rossiccio. 
Era meglio, si. 

Kim guarda tutti i tabelloni, e picchia nervosamente il piede a terra. 
“Se fai cosi’ non atterra prima l’aereo” le dice Lefteris. 
Dovrebbe pero’, pensa lei. E poi si gira e gli fa una linguaccia. 
Vede per un attimo quegli occhi verde oliva dilatarsi e sente due voci. Le due voci piu’ belle che abbia mai sentito. 
Caccia un urlo e travolge due ragazze sudate e sorridenti che si trascinano valigie piu’ grosse di loro. 
“Amori miei! Siete qui!”. 
Andrea ed Elisa sono completamente diverse tra loro. Andrea e’ alta e magra, i capelli castani e lunghi, le gambe chilometriche e sode che spuntano da una salopette corta e una maglia rossa. Elisa e’ piccola e bionda, gli occhiali sul naso. Si guarda intorno. Si vede che e’ la donna alfa, abituata a comandare gli uomini. 
E’ lei che va decisa verso Lefteris. 
“Tu sei compreso nel prezzo?” gli dice.
Kim scoppia a ridere, Andrea la rimprovera. “Eli.. siamo appena arrivate, aspetta a dichiarare guerra alla Grecia”. 
“Chiedevo e basta. Domandare e’ lecito”. 
Lefteris non e’ abituato a tutta quella sfacciataggine e ancora deve rendersi conto di come possa provenire da un donnino cosi’ piccolo. 
“Io sono compreso col furgone qui fuori - le dice -. Lo guido, quindi se non vuoi rimanere a piedi cerca di essere gentile”. 
Elisa gli sorride. Poi si volta verso Kim. 
“Mi piace il ragazzo. Ha carattere. Bravo” e gli molla una pacca sulla spalla. 
Lefteris scandalizzato la fissa intensamente con lo sguardo verde oliva. Elisa sostiene lo sguardo senza muovere un muscolo, con le sue iridi azzurre dietro gli occhiali. 
“Lefteris lascia che ti presenti le mie amiche - gli dice Kim - Lei e’ Elisa, non servono presentazioni. Lei invece e’ Andrea”. Andrea gli stringe la mano educata e gli sorride, mentre si lega i capelli con un elastico. 
“E prima che Elisa ti metta ancora in imbarazzo, meglio che spieghi io. Vi ho parlato di quel bar in cui sono stata accolta come a casa e in cui tutti mi trattano bene. Lefteris e’ uno dei proprietari, ci e’ venuto a prendere col furgone per caricare tutte le valigie”. 
“E ovviamente visto che e’ quasi ora di pranzo prima mangiate da noi e poi vi porto a casa”. E con un sorriso soddisfatto, dato il silenzio assenso del piccolo gruppo di donne, Lefteris prende le valigie e le carica in macchina senza nessuno sforzo apparente. Contento che anche Elisa non abbia aperto il becco. Quella ragazza lo irrita gia’, e non sa perche’. Sfacciata e per niente timorosa di dire quello che pensa. 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Seventh_Wave