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Autore: Keyra96    18/04/2019    0 recensioni
- Chi diavolo mi rompe a quest'ora del mattino? - rispose burbero Bobby, non appena alzò la cornetta.
- Parlo con il signor Robert Singer? - la voce vellutata di una donna, distorta dal telefono, gli riecheggiò nell'orecchio.
- Dipende da chi lo cerca! - disse lui, cercando di nascondere la curiosità.
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- Lei dov'è? – domandò John.
- Ѐ di là, seduta sul divano a guardarsi intorno con lo sguardo terrorizzato! – rispose burbero, come sempre tra l'altro.
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- Porca miseria Bobby per essere tua figlia è veramente carina! - si lasciò sfuggire Dean
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La storia segue le vicende della serie tv, comincia a metà della prima stagione e proseguirà passo passo con gli episodi ma alcuni capitolo saranno completamente scritti da me. Nella storia sarà presente Charlie, la figlia che Bobby non aveva mai saputo di avere, nata da una storiella di una notte durante una caccia. Charlie dapprima proverà a vivere una vita normale, ma poi si affiancherà ai Winchester e a suo padre imparando l'arte della caccia e lottando assieme a loro contro il male. Inoltre Charlie scoprirà la verità sul suo passato e sulla sua vera identità e non mancheranno i momenti romantici con uno dei nostri adorati Winchester.
https://youtu.be/FHQnJa9Aw8c
Genere: Avventura, Horror, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione, Più stagioni
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12 Agosto 1998

La casa era avvolta nel buio, quando la piccola Charlie rientrò quel martedì sera.

- Mamma sono a casa! – disse, mentre si richiudeva la porta d'ingresso alle spalle e premeva l'interruttore della luce. La ragazzina rimase interdetta quando non ebbe risposta e la luce non si accendeva. Ripremette due volte l'interruttore ma niente.

- Mamma? - chiamò di nuovo, restando immobile davanti l'entrata. Il silenzio che avvolgeva la casa era inquietante e le sembrava che l'ambiante fosse più freddo del solito. Un rumore proveniente dalla cucina la fece sobbalzare. Lentamente si mosse in direzione della stanza, recuperando la mazza da baseball che la madre teneva in un angolo.

- Mamma sei tu? – domandò con voce flebile e tremante, mentre teneva sollevata la mazza pronta a colpire chiunque. Il suono di rantoli sommessi provenne dalla cucina. La quattordicenne giunta davanti alla porta bianca, la spinse con una mano aprendola. Quello che si udì dopo, fu l'urlo agghiacciante della ragazzina, mentre osservava i corpi di sua madre riverso a terra, in un enorme pozza di sangue.

13 Agosto 1998

La pancetta sfrigolava nella padella e l'odore di uova fritte riempiva la cucina, quando il telefono iniziò a squillare alle 09.30 di quel mercoledì mattina. Bobby cercò di ignorarlo continuando a rigirare la pancetta con una forchetta mentre con la mano sinistra si portava alla bocca una bottiglia di Firestone Walker Bravo appena stappata. Lo squillo cessò e Bobby tirò un sospiro di sollievo, mentre metteva la pancetta nel piatto accanto alle uova e si sedeva al tavolo, continuando a sorseggiare la sua adorata birra, ma purtroppo quell'aggeggio infernale ricominciò a suonare facendo imprecare l'uomo.

- Chi diavolo mi rompe a quest'ora del mattino? – rispose burbero, non appena alzò la cornetta.

- Parlo con il signor Robert Singer? – la voce vellutata di una donna, distorta dal telefono, gli riecheggiò nell'orecchio.

- Dipende da chi lo cerca! – disse lui, cercando di nascondere la curiosità.

- Mi chiamo Miranda Clapton, la chiamo da Seattle, sono degli Assistenti sociali. Ho bisogno di incontrarla urgentemente signor Singer! –

- Che diavolo vogliono gli assistenti sociali da me? – domandò più a sé stesso che alla donna. Ciò che la signorina Clapton disse pochi istanti dopo, gelò l'uomo sul posto. Bobby chiuse la telefonata all'istante, restando immobile davanti alla cornetta del telefono, era come paralizzato. Sul volto un'espressione di sconvolgimento. Dopo quello che parve il minuto più lungo della sua vita, si avviò velocemente a recuperare il suo cappotto e le chiavi dell'auto, sbattendo violentemente la porta dietro di sé.

16 Agosto 1998

- Era ora! – disse Bobby mentre apriva la porta d'ingresso e fulminava con lo sguardo l'uomo davanti a sé che gli stava sorridendo.

- Scusami Bobby, abbiamo avuto qualche problemino a Jacksonville, niente che non potessimo risolvere, ma comunque ci ha rallentato un po' ! – cercò di giustificarsi John Winchester. Sapeva quanto irascibile fosse il suo amico, soprattutto negli ultimi giorni. Le voci di due ragazzi arrivarono alle spalle dei due uomini.

- Ehi voi due, piantatela di litigare e scaricate la vostra roba! – John richiamò all'ordine i suoi due figli, Sam e Dean, che come al solito stavano discutendo su chissà che cosa.

- Ѐ Dean quello che rompe, io mi stavo solo facendo gli affari miei. Ciao Bobby! – salutò il piccolo dei Winchester.

- Sei tu che mi stai fra i piedi! Bobby! – rispose il maggiore tirando uno scappellotto al fratello, che prontamente lo spintonò.

- Vi ho detto di smetterla! – li separò John prendendogli per il coletto delle loro giacche.

- Lei dov'è? – domandò, rivolgendo la sua attenzione a Bobby che era rimasto per tutto quel tempo ad osservare la scena in silenzio.

- Ѐ di là, seduta sul divano a guardarsi intorno con lo sguardo terrorizzato! – rispose burbero, come sempre tra l'altro.

- Ѐ carina? – domandò Dean con fare malizioso.

- Ah ma smettila! – lo riprese il padre, ammonendolo con lo sguardo. ­– Su entriamo! – disse poi, seguendo Bobby all'interno della casa. I quattro uomini svoltarono a sinistra entrando nel disordinato salotto, dove su uno dei vecchi divani era seduta una ragazzina di appena quattordici anni, che come aveva detto Bobby si guardava intorno terrorizzata.

- Ciao! – la salutò cordiale John, restando però a debita distanza.

- Porca miseria Bobby per essere tua figlia è veramente carina! – si lasciò sfuggire Dean, beccandosi un ceffone dietro la nuca da suo padre e degli sguardi ammonitori da tutti i presenti.

- Scusa la sfacciataggine di mio fratello Dean, lui è fatto così! – intervenne Sam, avvicinandosi cautamente alla ragazza.

- Mi chiamo Sam Winchester – si presentò porgendole la mano. La ragazza la osservò e poi portò lo sguardo sul viso di Sam, che le stava sorridendo. Le sembrò a prima vista un ragazzo molto gentile ed educato. Con la mano che le tremava, si allungò a stringere quella del ragazzo davanti a sé.

- Charlie Evans – disse flebilmente.

- Sta tranquilla siamo qui solo per aiutarti! – Sam allargò il suo sorriso, infondendo in Charlie uno strano senso di sicurezza, del quale lei in quel momento aveva un disperato bisogno.

- Andrà tutto bene! – le disse dolcemente e lei annuì impercettibilmente, ignara del fatto che la sua normale vita aveva preso una svolta totalmente tetra e sovrannaturale.

 

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Angolo autrice

Salve gente questo è il prologo della mia storia su Supernatural, spero che possa piacere a qualcuno in modo tale da proseguire con le pubblicazioni. Chiedo scusa in anticipo per quanto riguarda gli aggiornamenti, spero di essere costante in quanto mi sto portando avanti con la storia in modo tale di avere i capitoli sempre pronti, ma chiedo venia se non sarà così perché abbiate pietà di me ma mi sto per laureare ed ho un botto di roba da fare, gli ultimi esami da dare e la tesi da scrivere. Questa storia è un po' come il mio hobby per staccare la spina, quindi spero vivamente che possa piacere a qualcuno.

  
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